Sabato 31 / Domenica 1

Geppo ha scritto:Ho aggiunto le foto del vence.
Quella che passo la corda a mario ha una prospettiva incredibile
il baratro sotto è tremendo

emmeddì ha scritto:
... in realtà di chilometri ne abbiamo fatti solo 110 perchè al ritorno anzichè la Via Francigena abbiamo fatto la cassia bis per accelerare un pò i tempi ed il dislivello si è attestato a 1.487 mt

All'andata siamo partiti "tranquilli" sulla ciclabile, ma è durata poco e sulla salita della giustiniana eravamo già sopra ritmo , tant'è che arrivati alla fontanella all'angolo con via cassia, un corridore pedestre ci apostrofa con un "dura in bici, eh!!!" ....cut...

Geppo ha scritto:

Me viene solo da di' : "Poro Aleandro !!!" ma n'era meglio che venivate sulle creste ?
Alle 18 potevate stare a casa tranquillamente.

emmeddì ha scritto:
... beh sì, col senno di poi, sicuramente anzi no, visto quello che m'ha detto il vence, abbiamo rischiato la vita meno così

Geppo ha scritto:
Secondo me non hai valutato bene il rischio che ancora deve venire ovvero quando Aleandro se ripiera' un pochetto

emmeddì ha scritto:
... in realtà di chilometri ne abbiamo fatti solo 110 perchè al ritorno anzichè la Via Francigena abbiamo fatto la cassia bis per accelerare un pò i tempi ed il dislivello si è attestato a 1.487 mt

All'andata siamo partiti "tranquilli" sulla ciclabile, ma è durata poco e sulla salita della giustiniana eravamo già sopra ritmo , tant'è che arrivati alla fontanella all'angolo con via cassia, un corridore pedestre ci apostrofa con un "dura in bici, eh!!!" Arrivati a La Storta ci ributtiamo su sterrato alternato a stradine secondarie il tutto caratterizzato da simpatici saliscendi con pendenze tutt'altro che trascurabili con l'apoteosi finale raggiunta nei pressi di campagnano. Aleandro vede una rampona profilarsi all'orizzonte ed esclama "dimme che nun dovemo fa quella!!!" ... "anfatti, Aleà, noi giramo" ... ed imbocchiamo una strada bianca che sale ma in maniera decisamente più dolce, ma abbiamo appena il tempo di festeggiare lo scampato pericolo, girato l'angolo il rampone c'è anche qui, con una prima parte sterrata e pendente ed una seconda parte cementata da corda e ramponi!!! ci fermiamo a respirare dopo la prima parte e ci facciamo la seconda in apnea, ma girata la curva la rampa prosegue anche se con pendenze di un 10% più basse, ERGO un banale 15%

Arrivati a Campagnano troviamo un ambulanza parcheggiata sulla piazza ed un gruppo di medici allertati e pronti ... "ammazza e come lo sapevano questi che stavamo arrivando?!? Pure l'unità coronarica hanno preparato!!!" Vabbè, s'è fatta la mezza, l'ipotesi 1 è partire per il giro e mangiare in itinere l'ipotesi 2 è magnà al ristorante e fare il giro dopo ... indovinate quale è stata scelta?!? Troviamo un posticino carino e ci facciamo una bella mangiata, il sole brucia, ma è ora di partire per il giro, l'oste che aveva già strabuzzato gli occhi quando gli avevamo detto da dove venivamo, scuote la testa quando gli diciamo che non andiamo direttamente a Roma ma ci facciamo un "giretto" nei dintorni

Si parte sotto la canigola, l'inizio è piuttosto tranquillo, poi cominciano gli strappi, una vera delizia col boccone sullo stomaco arrivati a Calcata tiriamo dritti sulle ali dell'entusiasmo, in salita, ovviamente e quando mi accorgo di essere fuori abbiamo già fatto quasi cento metri di dislivello ... Aleandro tenta di strangolarmi!!! entriamo nel borgo ci fermiamo a prendere un gelato mentre ammiriamo la fauna locale, un paio di spettacolari esemplari in particolare

Ripartiamo, tra poco c'è il tratto con alti gradoni e grossi massi che ci dovrebbero costringere a scendere a piedi, dico dovrebbero perchè Aleandro ha già abbassato la sella, alzato la forcella ed assunto il ghigno di chi ad andare a piedi non ci pensa proprio ... e vabbè, scendiamo in bici anzichè dalla bicie, ma la sella non mi va di abbassarla, ed al terzo gradone sono già ad un passo dal cappottamento finisco la rampa a piedi deciso a farla tutta così, visto che il buongiorno di solito si vede dal mattino ma Aleandro mi cazzia e decido di abbassare la sella e montare in bici, ed è in quel momento che mi accorgo di averla abbassata a 100 la forcella anziché alzarla a 160 e di avere l'ammortizzatore chiuso, insomma essere riuscito a non cappottarmi era stato un autentico miracolo Con la bici settata giusta, scendere i rimanenti tornanti della scalinata è veramente divertente tanto che arrivo un pò troppo veloce all'ultimo tornante e devo derapare per non finire lungo

Ma al dolce, segue il salato, tutta la bella discesa ce la dobbiamo fare a salire con bici a spinta e, a volte, a spalla ... uno di quei momenti in cui ti viene in mente il vence e dici a te stesso "me ce vede corca sulle creste!!!" ritrovato l'asfalto per poche centinaio di metri ci ributtiamo su sterrato per raggiungere Mazzano ... anche se avremmo potuto continuare comodamente su bitume, ma noi no noi, noi no ... pessima scelta perchè il sentiero è un tripudio di ortica di quella che pizzica veramente non come quella che siamo abituati a trovare e rovi di spini ... il mio sangue sgorga copioso, as usual, e bagna la valle del Treia ma anche i rovi subiscono gravi perdite, tanto che Aleandro mi fa "a Francè, 'n do passi te i rovi de spini vengono dichiarati specie floreale protetta perché a rischio estinzione!!!" ... quando una specie di liana piena di spini mi si attorciglia intorno alla faccia il mio notissimo aplomb viene meno di colpo e le imprecazioni salgono alte nel cielo che ci incupisce come il mio umore, si pedala a fatica, nell'ultimo tratto siamo costretti a spingere, ma finalmente arriviamo agli ex lavatoi del paese. Ci rinfreschiamo e ci spariamo una rampa spezza gambe che ci porta a Mazzano ed alla discesa che, secondo P&G, dovrebbe essere affrontata soltanto da chi ha discreta tecnica ... in realtà è una minchiata che può fare chiunque, anche con una bici da passeggio. Non basta a rinfrancarmi, sono nero, il passaggio nella giungla del borneo ha seriamente minato il mio consueto buon umore, arrivo alle cascate di monte gelato insolitamente taciturno, ci spariamo tre paninetti con la marmellata e due banane e ci rilassiamo un attimo a bordo cascatelle, una signora messa piuttosto bene allieta il nostro riposo

Si riparte, sono le sette passate ed il rischio di arrivare di notte, ormai, è una certezza, passiamo davanti all'autodromo di Vallelunga, guardo quelle curve con nostalgia, passiamo accanto alla "Roma" La Curva per eccellenza, ci sono due autobus fermi, Aleandro lancia l'idea di prenderne uno, ma al grido di "boia chi molla" tiriamo dritti verso la cassia bis, e sì perchè di rifare le stradine interne, vista l'ora, non se ne parla Ci diamo dentro, l'obiettivo è di arrivare a La Storta prima che faccia buio, e lo centriamo!!! Aleandro chiede un time out prima di ripartire, poi da un'occhiata al salitone che si para di fronte a noi e mi fa "mo chiamo mi fratello così ce viene a prenne!!!" ... cerco di convincerlo a fare una tirata fino a casa mia così poi lo accompagno a casa ... ma conosce la strada e mi fa capire con espressioni inequivocabili che non ci pensa proprio a rimontare in bici Vabbè, mentre lui aspetta il fratellino, io mi faccio dare le luci e parto alla volta di casa, le chiappe non le sento più, stare seduto sulla sella è un supplizio che non posso far durare ancora a lungo, quindi, invece di pedalare di conserva, mi metto a tirare come un matto, impegnandomi in una specie di cronometro sul piede dei 25/30 km/h

Arrivo a casa praticamente morto, scendo dalla bici e mi devo appoggiare al muro per qualche minuto, mi siedo sul divano a riposarmi, sono veramente cotto, quest'ultima tirata mi ha ammazzato ma non avrei resistito oltre, le chiappe mi fanno male anche seduto sul divano puzzo come una capra e sono coperto di sangue e fango ... ci vorrebbe l'idropulitrice, ma mi accontento di una doccia calda ... mi fa male tutto, anche le braccia, le spalle ... dieci ore in bici si sentono tutte, faccio un po di streaching e mi butto sul letto, ma riesco a prendere sonno soltanto verso le 2.00 con la sveglia che suona alle 6.00, un incubo!!!

Insomma c'ho un sonno della madonna ed una giornata pienissima senza alcuna possibilità di tirare il fiato fino a stasera tardi ... quasi quasi rimpiango quella di ieri

emmeddì ha scritto:
... beh sì, col senno di poi, sicuramente anzi no, visto quello che m'ha detto il vence, abbiamo rischiato la vita meno così

talebbana ha scritto:


Aho ma quante storie per un girello che più o meno ha fatto anche quella mezza calzetta della talebbana quando era senza alcun allenamento e con una bici trattore....!!!!!


Aripiateveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.....................hihihihihiihihihihihiihihihihihihihihihiih

bluesman ha scritto:hai detto bene Erì appena me riprendo devo sdebitarmi con la già pre anninciata mattonata
... ma se era così contento per il proficuo allenamento svolto!!!

ugo ha scritto:

beh ...ma almeno, una volta tanto, avresti versato sangue per una degna causa e in modo copioso!!!!

emmeddì ha scritto:
... in realtà di chilometri ne abbiamo fatti solo 110 perchè al ritorno anzichè la Via Francigena abbiamo fatto la cassia bis per accelerare un pò i tempi ed il dislivello si è attestato a 1.487 mt

All'andata siamo partiti "tranquilli" sulla ciclabile, ma è durata poco e sulla salita della giustiniana eravamo già sopra ritmo , tant'è che arrivati alla fontanella all'angolo con via cassia, un corridore pedestre ci apostrofa con un "dura in bici, eh!!!" Arrivati a La Storta ci ributtiamo su sterrato alternato a stradine secondarie il tutto caratterizzato da simpatici saliscendi con pendenze tutt'altro che trascurabili con l'apoteosi finale raggiunta nei pressi di campagnano. Aleandro vede una rampona profilarsi all'orizzonte ed esclama "dimme che nun dovemo fa quella!!!" ... "anfatti, Aleà, noi giramo" ... ed imbocchiamo una strada bianca che sale ma in maniera decisamente più dolce, ma abbiamo appena il tempo di festeggiare lo scampato pericolo, girato l'angolo il rampone c'è anche qui, con una prima parte sterrata e pendente ed una seconda parte cementata da corda e ramponi!!! ci fermiamo a respirare dopo la prima parte e ci facciamo la seconda in apnea, ma girata la curva la rampa prosegue anche se con pendenze di un 10% più basse, ERGO un banale 15%

Arrivati a Campagnano troviamo un ambulanza parcheggiata sulla piazza ed un gruppo di medici allertati e pronti ... "ammazza e come lo sapevano questi che stavamo arrivando?!? Pure l'unità coronarica hanno preparato!!!" Vabbè, s'è fatta la mezza, l'ipotesi 1 è partire per il giro e mangiare in itinere l'ipotesi 2 è magnà al ristorante e fare il giro dopo ... indovinate quale è stata scelta?!? Troviamo un posticino carino e ci facciamo una bella mangiata, il sole brucia, ma è ora di partire per il giro, l'oste che aveva già strabuzzato gli occhi quando gli avevamo detto da dove venivamo, scuote la testa quando gli diciamo che non andiamo direttamente a Roma ma ci facciamo un "giretto" nei dintorni

Si parte sotto la canigola, l'inizio è piuttosto tranquillo, poi cominciano gli strappi, una vera delizia col boccone sullo stomaco arrivati a Calcata tiriamo dritti sulle ali dell'entusiasmo, in salita, ovviamente e quando mi accorgo di essere fuori abbiamo già fatto quasi cento metri di dislivello ... Aleandro tenta di strangolarmi!!! entriamo nel borgo ci fermiamo a prendere un gelato mentre ammiriamo la fauna locale, un paio di spettacolari esemplari in particolare

Ripartiamo, tra poco c'è il tratto con alti gradoni e grossi massi che ci dovrebbero costringere a scendere a piedi, dico dovrebbero perchè Aleandro ha già abbassato la sella, alzato la forcella ed assunto il ghigno di chi ad andare a piedi non ci pensa proprio ... e vabbè, scendiamo in bici anzichè dalla bicie, ma la sella non mi va di abbassarla, ed al terzo gradone sono già ad un passo dal cappottamento finisco la rampa a piedi deciso a farla tutta così, visto che il buongiorno di solito si vede dal mattino ma Aleandro mi cazzia e decido di abbassare la sella e montare in bici, ed è in quel momento che mi accorgo di averla abbassata a 100 la forcella anziché alzarla a 160 e di avere l'ammortizzatore chiuso, insomma essere riuscito a non cappottarmi era stato un autentico miracolo Con la bici settata giusta, scendere i rimanenti tornanti della scalinata è veramente divertente tanto che arrivo un pò troppo veloce all'ultimo tornante e devo derapare per non finire lungo

Ma al dolce, segue il salato, tutta la bella discesa ce la dobbiamo fare a salire con bici a spinta e, a volte, a spalla ... uno di quei momenti in cui ti viene in mente il vence e dici a te stesso "me ce vede corca sulle creste!!!" ritrovato l'asfalto per poche centinaio di metri ci ributtiamo su sterrato per raggiungere Mazzano ... anche se avremmo potuto continuare comodamente su bitume, ma noi no noi, noi no ... pessima scelta perchè il sentiero è un tripudio di ortica di quella che pizzica veramente non come quella che siamo abituati a trovare e rovi di spini ... il mio sangue sgorga copioso, as usual, e bagna la valle del Treia ma anche i rovi subiscono gravi perdite, tanto che Aleandro mi fa "a Francè, 'n do passi te i rovi de spini vengono dichiarati specie floreale protetta perché a rischio estinzione!!!" ... quando una specie di liana piena di spini mi si attorciglia intorno alla faccia il mio notissimo aplomb viene meno di colpo e le imprecazioni salgono alte nel cielo che ci incupisce come il mio umore, si pedala a fatica, nell'ultimo tratto siamo costretti a spingere, ma finalmente arriviamo agli ex lavatoi del paese. Ci rinfreschiamo e ci spariamo una rampa spezza gambe che ci porta a Mazzano ed alla discesa che, secondo P&G, dovrebbe essere affrontata soltanto da chi ha discreta tecnica ... in realtà è una minchiata che può fare chiunque, anche con una bici da passeggio. Non basta a rinfrancarmi, sono nero, il passaggio nella giungla del borneo ha seriamente minato il mio consueto buon umore, arrivo alle cascate di monte gelato insolitamente taciturno, ci spariamo tre paninetti con la marmellata e due banane e ci rilassiamo un attimo a bordo cascatelle, una signora messa piuttosto bene allieta il nostro riposo

Si riparte, sono le sette passate ed il rischio di arrivare di notte, ormai, è una certezza, passiamo davanti all'autodromo di Vallelunga, guardo quelle curve con nostalgia, passiamo accanto alla "Roma" La Curva per eccellenza, ci sono due autobus fermi, Aleandro lancia l'idea di prenderne uno, ma al grido di "boia chi molla" tiriamo dritti verso la cassia bis, e sì perchè di rifare le stradine interne, vista l'ora, non se ne parla Ci diamo dentro, l'obiettivo è di arrivare a La Storta prima che faccia buio, e lo centriamo!!! Aleandro chiede un time out prima di ripartire, poi da un'occhiata al salitone che si para di fronte a noi e mi fa "mo chiamo mi fratello così ce viene a prenne!!!" ... cerco di convincerlo a fare una tirata fino a casa mia così poi lo accompagno a casa ... ma conosce la strada e mi fa capire con espressioni inequivocabili che non ci pensa proprio a rimontare in bici Vabbè, mentre lui aspetta il fratellino, io mi faccio dare le luci e parto alla volta di casa, le chiappe non le sento più, stare seduto sulla sella è un supplizio che non posso far durare ancora a lungo, quindi, invece di pedalare di conserva, mi metto a tirare come un matto, impegnandomi in una specie di cronometro sul piede dei 25/30 km/h

Arrivo a casa praticamente morto, scendo dalla bici e mi devo appoggiare al muro per qualche minuto, mi siedo sul divano a riposarmi, sono veramente cotto, quest'ultima tirata mi ha ammazzato ma non avrei resistito oltre, le chiappe mi fanno male anche seduto sul divano puzzo come una capra e sono coperto di sangue e fango ... ci vorrebbe l'idropulitrice, ma mi accontento di una doccia calda ... mi fa male tutto, anche le braccia, le spalle ... dieci ore in bici si sentono tutte, faccio un po di streaching e mi butto sul letto, ma riesco a prendere sonno soltanto verso le 2.00 con la sveglia che suona alle 6.00, un incubo!!!

Insomma c'ho un sonno della madonna ed una giornata pienissima senza alcuna possibilità di tirare il fiato fino a stasera tardi ... quasi quasi rimpiango quella di ieri

Geppo ha scritto:La Sibilla è come una sirena, ti ammalia e ti cattura.
Ma ieri non c'avete visto mentre vi salutavamo dalla zeta ?




Mancano le foto del vence, le più terribili, mentre tiravamo su le bici con la corda

Non abbiamo completato il giro come volevamo causa quel nuvolone che come nebbia avvolgeva le creste, ma i panorami fino a mezzogiorno/l'una ci hanno lo stesso appagato.
Torneremo a trovarti cara Sibilla, stanne certa.

emmeddì ha scritto:
... beh, in effetti a la storta ci saresti arrivata benissimo anche tu ... all'andata però

Guapo73 ha scritto:

Ma l'imortè.........ma non era meglio la Sibilla?...
Robba da matti....
Poro Aleandro...massima solidarietà!!!
D

talebbana ha scritto:

....anfatti alla storta ci sono arrivata all'andata.....e pure al ritorno.....

emmeddì ha scritto:
... bei tempi ... ma all'andatura di ieri avresti visto solo l'andata, anche un pò annebbiata, nonostante la stagione

talebbana ha scritto:


....'anfatti io quando so' tornata a casa ero meno malconcia di voi....

io vado in bici per puro piacere e per rilassarmi non per fare giochetti con il cardio...

emmeddì ha scritto:
... ma io mi sono divertito, a parte il mal di chiappe ed anche Aleandro, per quanto si sforzi di nasconderlo

talebbana ha scritto:

Pure io...tanto è vero che se ti ricordi non vedevo l'ora di rifarla...