Ancora vivo da Casaprota...
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Ancora vivo da Casaprota...
Ciao a tutti!
E' un piacere essere qui su questo forum
p.s.: bellissimo il percorso di domenica 31 a Casaprota...non vedo l'ora di replicare!
Ottima gente il Geppo e l'Md1946!!! Felice di avervi conosciuto
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FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
FritZ ha scritto:Ottima gente il Geppo e l'Md1946!!! Felice di avervi conosciuto
Contento te...
Benvenuto.
Robertone- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
benvenuto fritZ
certo come dice rb1 hai cosciuto il peggio del gruppo aspetta di conoscere il resto e nun te diverti piu!!
certo come dice rb1 hai cosciuto il peggio del gruppo aspetta di conoscere il resto e nun te diverti piu!!
Re: Ancora vivo da Casaprota...
ahahahahahah
buonagiornata
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FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
Bella Federiì batti er 5.FritZ ha scritto:Ciao a tutti!
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p.s.: bellissimo il percorso di domenica 31 a Casaprota...non vedo l'ora di replicare!
Ottima gente il Geppo e l'Md1946!!! Felice di avervi conosciuto
Attento nun te sbilancià troppo coi complimenti, che i cani da riporto annusano pure da lontano.
p.s.:Poi ti faccio sapere quelle cose.
Re: Ancora vivo da Casaprota...
Bella Federiì batti er 5.Geppo ha scritto:
Attento nun te sbilancià troppo coi complimenti, che i cani da riporto annusano pure da lontano.
p.s.:Poi ti faccio sapere quelle cose.[/quote]
E MICA HO BESTEMMIATO!
ahahahah
Ok, aspetto tue notizie
FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
... ciao Federì ... e benvenuto ... sei partito col piede giusto, percorso duro e sciroccati doc, da adesso in poi la situazione può soltanto migliorareFritZ ha scritto:Ciao a tutti!
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emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
... che vorresti di, che puzzamo?!? ... e comunque semo du ossi troppo pesanti pe riportacce così lontanoFritZ ha scritto:
Bella Federiì batti er 5.
Attento nun te sbilancià troppo coi complimenti, che i cani da riporto annusano pure da lontano.
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
io sono pacifista di natura...soprattutto quando si parla di sano
divertimento, di fatti, di aggregazione, e di percorsi stupendi...e poi
ste facce?! So facce che se divertono! "Tutto il resto è
noiaaaaaa...No, non ho detto Gioia...Ma noia noia noiaaaaa"
divertimento, di fatti, di aggregazione, e di percorsi stupendi...e poi
ste facce?! So facce che se divertono! "Tutto il resto è
noiaaaaaa...No, non ho detto Gioia...Ma noia noia noiaaaaa"
FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
emmeddì ha scritto:
... ciao Federì ... e benvenuto ... sei partito col piede giusto, percorso duro e sciroccati doc, da adesso in poi la situazione può soltanto migliorare
...esatto...specie se esci quando ci sono anche io....la PUtea del gruppo...
Vado piano piano..tranquilla tranquilla....gustandomi il percorso...quando non fatico troppo....
Benvenuto Federico....
Re: Ancora vivo da Casaprota...
FritZ ha scritto:Ciao a tutti!
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Ottima gente il Geppo e l'Md1946!!! Felice di avervi conosciuto
Bella Fè,
benvenuto.....forza che devi sgambà.......e con quella biga schaicciasassi poi.....
Per le altre bestie del forum:
a regà nun me rovinate sto regazzetto eh...........
Guapo73- Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
comunque sta redemption piano piano me piace de più...è da paura...perchè me la sto a vende??? ahahahah
te stai a venì domenica si? Ho avuto un anteprima del giro...sempre in quel di rieti...
te stai a venì domenica si? Ho avuto un anteprima del giro...sempre in quel di rieti...
FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
FritZ ha scritto:Ciao a tutti!
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[b]NN COMMENTO...
ugo- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
... 'n te preoccupà, Mariè, che appena te conosce lo scopre da solo che nun c'è limite al peggiougo ha scritto:
[b]NN COMMENTO...
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
CASAPROTA 31.01.2010
“Enrì ma non sarà troppo duro sto giro per il principino” … “naaaaaaaaaaaaa, tagliamo un pezzo dell’asfalto all’inizio, l’ha fatto pure Alex” … “vabbè, vada per Casaprota, allora!!!” L’indice IBP a 108 e l’inizio della descrizione “itinerario piuttosto impegnativo” mi aveva fatto subdorare l’idea che il giro fosse più complicato di quanto Enrico e Alessandra mi avevano detto, ma fidando nelle capacità dimostrate dal principino nei giri precedenti, mettiamo da parte il Navegna e facciamo rotta per Casaprota
L’appuntamento è alle 8.30 al bar pasticceria Dolci e Capricci di Fonte Nuova, il tempo è brutto, in alcuni punti diluvia arriva l’sms di Danilo “piove, che famo?” … “andiamo, Danì, io sono già per strada!!!” All’ora prevista siamo tutti li, io il principino, Enrico, Danilo e Federico, il cielo si sta aprendo, abbiamo fatto bene a crederci, facciamo colazione e partiamo Arrivati a Casaprota, decidiamo di tagliare i primi due kilometri su asfalto e parcheggiamo all’altezza della cava. La temperatura è frizzante ma abbastanza secca da non farcela percepire come fredda, cominciamo a scaricare le bici, si va dal bicione di Federico al bicino del principino. Si parte, in salita, as usual ma su asfalto, giusto quello che serve per scaldare le gambe, si pedala di buona lena fino al bivio in cui la strada si impenna in mezzo al bosco, da prima sempre su asfalto e poi su un piacevole sterrato, il fondo è allentato ma buono e si sale agevolmente Enrico, Danilo ed io a fare l’andatura, Federico ed il principino dietro al loro ritmo, il giro è lungo e bisogna dosare le energie!!! Il fondo peggiora ed anche se la pendenza non è eccessiva si fatica con le ruote che si impastano nella ghiaietta lungo il sentiero che porta al pianoro devastato dai trattori dei taglialegna, mamma mia che ecatombe di alberi!!!
C’è un balle rampa scarupata che sale puntando decisa verso la cime del monte, l’affronto di slancio, è tosta assai ed anche bella lunga, vado su in punta di sella, la pendenza si sente e si vede, anche, arrivo alla fine piuttosto stanco e cerco consolazione “Enrì, era questa la rampa mozzafiato, evvè?!?” … “naaaaaaaaaaaa, questa era na salitella, la rampa viene dopo” … una salitella eh?!? … una pendenza media del 13,5% per 250 metri!!! Vabbè, c’avevo creduto che fosse la rampa spezza gambe, invece … arriviamo in cima alla montagna abbastanza stanchi, il panorama si apre in tutte le direzioni i prati innevati invogliano al cazzeggio giostrarolo e noi non ci facciamo pregare Facciamo un po’ di foto, ci copriamo e ripartiamo, il giro è ancora lungo e le difficoltà maggiori dobbiamo ancora affrontarle, si comincia a scendere, da prima su una sterrata agevole anche se il terreno è molto pesante ed impone attenzione … “attento qui, Alessà” lui è già passato e di rimando “dove, Papà?!?” … vabbè lascio perdere, tanto non faccio in tempo a segnalargli i punti difficili che lui li ha già passati … Enrico rincara la dose “a Papà, pensa pe te che è meglio!!!” Su cementata arriviamo fino a Contrada San Sebastiano, Enrico imbocca un cortile … “caffettino?!?” … of course, ammolliamo le bici e ci catapultiamo dentro un bar-ristorante … “bella passione che c’avete” ci fa un autoctono rubicondo e gioviale, mi viene subito in mente la barzelletta di quello che nell’imminenza di essere sodomizzato nota un tic del sodomizzatore e lo apostrofa “lo tieni bello lo vizio” … e l’altro di rimando “è bello lo tuo!!!” Ci intratteniamo a parlare del percorso con la gentilissima proprietaria del locale, mentre ci spariamo mezza crostata burro e marmellata e vari caffè, una sola voce si alza fuori dal coro “per me un caffèlatte” … Enrico fa una smorfia di dolore solo al pensiero Rimarremmo volentieri a parlare al calduccio, ma il tempo è tiranno e chiediamo il conto … “tre euro e cinquanta” … “no, signora, si sbaglia, non può essere” … “no è giusto, la crostata ve l’ho offerta io” … “anche se è un po fuori mano, veniamo qui a fare colazione, a sti prezzi!!!” … “ma nun ce conviè buttase su sta panca al sole ed aspettala qui l’ora de pranzo?!?” … l’idea è allettante, ma il senso del dovere ha il sopravvento ed inforchiamo le bici diretti verso il ripido st che Enrico ci decanta da quando abbiamo iniziato il giro
Il passaggio dei quad l’ha allargato rendendolo meno spettacolare, ma l’ha anche scavato, rendendolo più tecnico ed infido, senza contare che il fango lo rende anche viscido e scivoloso … insomma gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti, abbassiamo la sella … Enrico si butta giù a capofitto, seguito da Danilo e da Federico … io ed il principino scendiamo per ultimi, io davanti ad impostargli le traiettorie ed a dargli consigli su come affrontare i passaggi e lui dietro, concentrato ma tranquillo È un single trek divertente ma sicuramente non facile, soprattutto nelle condizioni in cui lo abbiamo fatto noi, ma permettersi di scenderlo con 100 di escursione al quarto giro, oltretutto divertendosi, è impresa degna di nota roba da far impallidire gente che c’ha messo un anno a scenderli senza farsi il segno della croce ogni volta … non sto a rosicà, giuro!!! Pendenza media a meno 14,7% con punte che superano il 30%, canali, gradoni, rocce, pietre, sassi smossi, fango e foglie, insomma il cocktail è di quelli che pompano adrenalina, anche se scendo piano per guidare il pargolo, anzi, a causa della scarsa tenuta, affrontare i passaggi a bassa velocità è più difficile, più divertente ed anche più rischioso, visto che la possibilità di andare lungo sotto gli occhi dell’allievo è tutt’altro che improbabile Mi fermo dove è possibile per vedere come si comporta il principino … beh, niente male, o lui apprende rapidamente oppure sono io che insegno molto meglio di come imparo anche la posizione è buona, tant’è che nel momento in cui non è riuscito a controllare la bici non ha fatto il classico cappottone di paterna memoria, ma è semplicemente scivolato di lato … io c’ho messo mesi a capirlo e svariate lezioni … vero Luchè!!! Un paio di volte è sceso perché non se la sentiva, ed ha fatto bene, ma il resto del st se l’è fatto in sella!!!
Alla fine del st incrociamo il torrente Fosso Matricetta, il cartaceo recita “Fine del sentiero, possiamo guadare il torrentello o, tenendoci sulla sinistra, superarlo sullo stretto ponticello” … ponticello, ovviamente, mica siamo scemi a guadare un torrente con l’acqua gelata ed una nevicata che incombe!!! Passiamo il ponticello e pedaliamo col bosco a sinistra ed il torrente a destra, il paesaggio è suggestivo e decidiamo di scendere sul greto a fare qualche foto “scendi in sella, Francè, se fa” … “a Enrì ma chi te se ‘ncu… ammesso che c’arrivo vivo de sotto poi su co tutta la bici chi me ce riporta?!?” … io, Danilo ed il principino scendiamo a piedi, Enrico e Federico colla bici al traino per esigenze fotografiche. Ripartiamo lasciandoci il torrente alle spalle, anzi no, eccolo di nuovo davanti a noi, con tutta l’acqua che è venuta giù ha occupato tutti gli invasi possibili e stavolta non ci sono ponticelli, tocca guadare … passiamo a mazzetta per non avere necessità di pedalare inzuppando i piedi nell’acqua gelata … tutto ok, qualche schizzo ma la riviera l’abbiamo superata senza penalità … anzi, no … ariecchelo tiè, il torrente ci segue come la nuvola di Fantozzi, dove andiamo noi va lui, lo riguadiamo, senza perdite, ma l’acqua gelata comincia a fare il suo sporco lavoro … “c’ho du calippo al posto dei piedi!!!” … si intona uno scaramantico jingle … “pola pola polarettiiiiiiiiiiiiiiii” ma la situazione non migliora, al quarto guado comincia a serpeggiare il malumore, al quinto comincio ad esporre a gran voce le mie personali convinzioni sul quarto segreto di Fatima con degli effetti tangibili, finiscono i guadi e comincia a nevicare!!! È la prima volta che pedalo sotto la neve e se non fosse che di li a poco troveremo la mefistofelica rampona me la godrei anche … il principino è in sofferenza, porello non è abituato a scendere in piedi ed il st qui ha inchiodato le gambe, ed io lo so bene, visto che dopo essere stato al bike park di Pescasseroli, pur essendo allenato, sono stato due giorni con le gambe incriccate Però non si lamenta, stringe i denti e resiste, gli massaggio le gambe e gli do una barretta per sbloccarlo, Enrico, Danilo e Federico lo incoraggiano “daje, Alessà, stai andando benissimo!!!” … lui, invece è convinto di rallentarci e si dispiace … mi vengono in mente i miei primi giri … un autentico calvario in cui avrei dato un rene per riuscire ad andare come lui, domenica Enrico saltella sul posto per tenere la gambe calde, a tenerci i piedi ha rinunciato un’oretta dopo la partenza, ripartiamo, lui davanti, poi io, Danilo, il principino e Federico. Enrico mi fa “la vedi sta collinetta?” … “sì “ … “beh, all’altezza di quell’albero il sentiero piega a destra e s’impenna fino a sopra, è quella la rampa” … “cazzo!!!” … il guadagno di quota è notevole, quindi la pendenza deve essere micidiale, speriamo almeno che il fondo sia buono … “me lo ricordo sassoso” … ecco, a posto così, se togliamo la sella l’inc… è completa!!!
La strada piega a destra … “OHHHHHHHHHHHMARONNAAAAAAAAAAAAAMIAAAAAAAAAA!!!” … no, non è che mi stessi chiedendo dove fosse ZAZA, ma trovarsi di colpo di fronte ad un muro sapendo di doverlo scalare in bici anziché con corde e ramponi mi ha provocato una crisi mistica che manco San Paolo sulla via di Damasco Enrico, che la conosce, sogghigna sadico e si avvia, io lo seguo … la pendenza è subito molto forte ed i sassi smossi e bagnati non facilitano certo il compito, dopo un centinaio di metri sono da tenda ad ossigeno con il cuore oltre i 175 bpm mollo e scendo dalla bici Mi giro e vedo Danilo che sale portando la bici sua e quella del principino, che lo segue insieme a Federico. … si è sacrificato per darmi la possibilità di provarci, non posso mollare, rimonto in bici e riparto … se pedalare è dura, ripartire è durissima, ma mi rimetto in marcia, i muscoli spingono cercando di pedalare rotondo per non slittare con la ruota posteriore, Enrico fa la sua prima sosta, su un punto che consente di ripartire un pò meno faticosamente, è il mio obiettivo … Enrico riparte e mi lascia libera la piazzola di rilancio, mi fermo, dietro Danilo arranca faticosamente portando su due bici, la neve sullo sfondo … sembra un alpino che spinge i muli in “centomila gavette di ghiaccio” Sono a metà dell’opera, ma l’idea di aver già fatto metà della rampa mi sprona più di quanto mi abbatta la consapevolezza di dover ancora fare l’altra metà, ma non posso mollare, non ora, non adesso riparto focalizzando il punto dove Enrico ha fatto la sua ultima sosta, un curvone in cui la strada spiana prima di svoltare a sinistra e riprendere a salire, ci arrivo mezzo morto ma enormemente soddisfatto … “a tappe, ma je l’avemo fatta, Enrì” … “beh, tutta insieme l’ho vista fare solo a Giancarlo (Gianky62)” … CHAPEAU … riprendiamo fiato mentre arrivano gli altri, Danilo è stanco quanto noi, salire è già dura, farlo portando su due bici è massacrante, anche Federico è stanco … il principino è deluso … Enrico se ne accorge e lo rincuora “guarda che questa salita tutta in bici la fanno in pochi” Ma per farla tutta ne manca un pezzo ed io lo voglio fare a tutti i costi, Enrico lo capisce e da il cambio a Danilo che parte a mazzetta, io dietro, vedo un lastrone di pietra resa viscida dall’acqua, cazzo bisogna per forza passarci sopra, cerco di pedalare più rotondo possibile ma la ruota posteriore slitta, continuo a pedalare senza mollare con i muscoli che sembrano sul punto di esplodere, la ruota riprende grip e supero il lastrone, lasciandoci un mese di vita, ma lo supero e vado avanti, la fine della salita è ormai a meno di venti metri, Enrico e Danilo ci sono già arrivati … arrivo anch’io e mi accascio a boccheggiare sul manubrio … il fiato è poco, pochissimo, il cuore pompa a tremila le gambe non le sento più … l’ode al signore sgorga spontanea … “Francè, se per caso Gesù Cristo stava a perde l’equilibrio, mo ristà bello inchiodato!!!” Danilo ed Enrico se la ridono … è stata dura, durissima, ma ce l’abbiamo fatta!!!
Ripartiamo in piano, ma dura poco, si ricomincia a salire su un sentiero stretto e fangoso ricavato tra i rovi, uno di quei sentieri in cui d’estate lascio centimetri quadrati di pelle ed un paio di sacche di sangue, fortuna che è inverno, le gambe ringraziano, i piedi un po’ meno, visto che la mia circolazione sanguigna li ha bypassati da tempo, dal terzo guado, diciamo La pendenza si fa sentire, il principino va in crisi, comprensibilmente, ha gli adduttori inchiodati dall’acido lattico, fa fatica ed è costretto a scendere, ma non vuole che gli porti la bici, gli dispiace darmi un peso, l’avrà preso dalla madre sto spirito nobile!!! Insisto, scendo anch’io e saliamo a piedi, Enrico e Danilo vanno su in bici senza problemi, Federico sale a piedi con noi. Arriviamo all’invaso per l’acqua piovana che segna il punto in cui si riprende la strada fatta all’andata, il principino si sta riprendendo, Enrico lo rincuora “dai che adesso riparti tranquillo, la ‘cotta’ l’hai superata”. In effetti rimonta in bici e pedala bello tonico, accanto a me che gli detto l’andatura ed a Federico che pedala pimpante, Enrico e Danilo a guidare il gruppo. Cominciamo a scendere sul tratto scarupato che abbiamo percorso in salita all’andata, la neve che abbiamo beccato risalendo su Monte San Giovanni, qui deve essere stata acqua perché il fondo è sensibilmente peggiorato e si fatica anche in piano, anche se non dura molto, perché siamo al tratto in salita che ci porterà al tratto di discesa finale.
Sì, la salita finale, quella che chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, dopo un giro del genere, affronterebbe a ritmo blando cercando di portare a casa la pelle e le gambe Ma è proprio in questi momenti che si distinguono gli imbecilli dilettanti dai fuoriclasse e parlo al plurale perché non ero solo in questa assurda ricerca del martirio, c'era anche lui, Enrico Appena la strada ha cominciato a salire, infatti, Enrico fa al principino “viè qui, Alessà, che te faccio vede come funziona la pedalata assistita” e gli mette una mano sulla spalla per dargli un mano, ma il principino gli risponde risoluto “no, no, ce la faccio” … “ma guarda che devi continuà a pedalà fai solo meno fatica” … la risposta è secca, di quelle che non ammettono replica … “no, grazie, vado da solo” … lo spirito nobile l’ha presa dalla madre ma la tigna l’ha presa senza alcun dubbio dal principe … che infatti, per non smentirsi, si era già lanciato sulla salita alla ricerca del martirio, alleprato dalla promessa di trovare un paradiso di latte e miele, bella cosa, sicuramente, ma non tale da andare a cuor leggero incontro alla morte, direte voi … ed avete ragione, in effetti, la cosa che solleticava la mia fantasia di biker suicida erano le 50 fanciulle che avrei trovato ad attendermi in questo paradiso!!! E quindi giù a testa bassa a spingere come un tarantolato, sempre più forte, col solo rumore delle ruote e del mio ansimare … anzi no … il rumore si sdoppia, c’è qualcuno con me, mi giro per vedere chi è anche se lo so già … come m’ha detto una volta Aleadro … “scusa, ma chi ce volevi trovà davanti a te e geppo?!?” … cazzo, si sarà sparsa la voce delle 50 vergini e me le vuole fregare!!! … accelero, ma lui non molla, butto dentro il 32 … azz, ce l’ho già sotto il 32!!! … vabbè tiro su un rapporto, ma lui è sempre li che mi francobolla … meglio cercare un accordo, in fin dei conti 50 vergini all’età nostra sono forse troppe, meglio darsi una mano e fare 25 per uno … suggelliamo l’accordo con uno sguardo e procediamo appaiati quando mi fa “daje, Francè, sprintiamo” … “sprintamooooooooooo?!? Ahoooooooooooo, ma io so già tre kilometri che sprintoooo!!!” … ma vabbè, sprintiamo fino alla sbarra e ci mettiamo comodi ad aspettare gli altri. Danilo guida il gruppo con a ruota il principino, che ha superato la crisi, e Federico. Percorriamo in discesa la stradina asfaltata che serpeggia in mezzo al bosco, poi ci lanciamo giù per l’asfaltata che ci riporta alle macchine … non contento di rischiare di andare per terra ad ogni curva, butto dentro il 44x11 e rilancio ad ogni rallentamento, arrivando giù a palla di fuoco, dietro a me Danilo, poi Enrico e Federico … e il principino … eccolo che arriva lanciato a testa bassa che mulina le gambe come un forsennato, infatti arriva lungo e riesce a fermarsi una cinquantina di metri dopo le macchine … scemo come il padre, anzi di più, l’evoluzione della specie!!!
Ci cambiamo e ci dirigiamo verso Roma, salutiamo Federico che gira in direzione Rieti per andare a prendere l’autostrada … sulla base di un mio consiglio, direte voi, ed invece no, sulla base delle indicazioni di un navigatore evidentemente di importazione perché per fargli fare quella strada doveva avere la cartografia della Nuova Guinea Noi ci fermiamo sulla Salaria … a mangiare, che avete capito!!! Siamo entrati per farci un antipastino, ma, manco a dillo, ci siamo fatti antipasto, abbondante, più un maialino a testa con patate, broccoli ed altri contorni … niente pasta, però, perché avevano levato l’acqua dal fuoco
Alla fine i dati del garmino sono stati km 33,73 (abbiamo tagliato i primi due kilometri su asfalto) tempo in sella 3.37 dislivello 1.198 mt, pendenza media della rampa mozzafiato 17,5% su oltre 600 mt … da moltiplicare per un coefficiente 1,5 per le condizioni del terreno
Detto di Enrico e Danilo che si sono confermati pedalatori di prim’ordine, e del principino che ha dimostrato di avere gambe e cuore, direi che l’uomo giro emmeddì è Federico che pur essendo a corto di allenamento ha affrontato un giro che, già impegnativo con fondo asciutto, è diventato decisamente duro per il fondo allentato, grande prova pedalatoria e di volontà!!!
È stato un giro memorabile … alla prossima, regà!!!
“Enrì ma non sarà troppo duro sto giro per il principino” … “naaaaaaaaaaaaa, tagliamo un pezzo dell’asfalto all’inizio, l’ha fatto pure Alex” … “vabbè, vada per Casaprota, allora!!!” L’indice IBP a 108 e l’inizio della descrizione “itinerario piuttosto impegnativo” mi aveva fatto subdorare l’idea che il giro fosse più complicato di quanto Enrico e Alessandra mi avevano detto, ma fidando nelle capacità dimostrate dal principino nei giri precedenti, mettiamo da parte il Navegna e facciamo rotta per Casaprota
L’appuntamento è alle 8.30 al bar pasticceria Dolci e Capricci di Fonte Nuova, il tempo è brutto, in alcuni punti diluvia arriva l’sms di Danilo “piove, che famo?” … “andiamo, Danì, io sono già per strada!!!” All’ora prevista siamo tutti li, io il principino, Enrico, Danilo e Federico, il cielo si sta aprendo, abbiamo fatto bene a crederci, facciamo colazione e partiamo Arrivati a Casaprota, decidiamo di tagliare i primi due kilometri su asfalto e parcheggiamo all’altezza della cava. La temperatura è frizzante ma abbastanza secca da non farcela percepire come fredda, cominciamo a scaricare le bici, si va dal bicione di Federico al bicino del principino. Si parte, in salita, as usual ma su asfalto, giusto quello che serve per scaldare le gambe, si pedala di buona lena fino al bivio in cui la strada si impenna in mezzo al bosco, da prima sempre su asfalto e poi su un piacevole sterrato, il fondo è allentato ma buono e si sale agevolmente Enrico, Danilo ed io a fare l’andatura, Federico ed il principino dietro al loro ritmo, il giro è lungo e bisogna dosare le energie!!! Il fondo peggiora ed anche se la pendenza non è eccessiva si fatica con le ruote che si impastano nella ghiaietta lungo il sentiero che porta al pianoro devastato dai trattori dei taglialegna, mamma mia che ecatombe di alberi!!!
C’è un balle rampa scarupata che sale puntando decisa verso la cime del monte, l’affronto di slancio, è tosta assai ed anche bella lunga, vado su in punta di sella, la pendenza si sente e si vede, anche, arrivo alla fine piuttosto stanco e cerco consolazione “Enrì, era questa la rampa mozzafiato, evvè?!?” … “naaaaaaaaaaaa, questa era na salitella, la rampa viene dopo” … una salitella eh?!? … una pendenza media del 13,5% per 250 metri!!! Vabbè, c’avevo creduto che fosse la rampa spezza gambe, invece … arriviamo in cima alla montagna abbastanza stanchi, il panorama si apre in tutte le direzioni i prati innevati invogliano al cazzeggio giostrarolo e noi non ci facciamo pregare Facciamo un po’ di foto, ci copriamo e ripartiamo, il giro è ancora lungo e le difficoltà maggiori dobbiamo ancora affrontarle, si comincia a scendere, da prima su una sterrata agevole anche se il terreno è molto pesante ed impone attenzione … “attento qui, Alessà” lui è già passato e di rimando “dove, Papà?!?” … vabbè lascio perdere, tanto non faccio in tempo a segnalargli i punti difficili che lui li ha già passati … Enrico rincara la dose “a Papà, pensa pe te che è meglio!!!” Su cementata arriviamo fino a Contrada San Sebastiano, Enrico imbocca un cortile … “caffettino?!?” … of course, ammolliamo le bici e ci catapultiamo dentro un bar-ristorante … “bella passione che c’avete” ci fa un autoctono rubicondo e gioviale, mi viene subito in mente la barzelletta di quello che nell’imminenza di essere sodomizzato nota un tic del sodomizzatore e lo apostrofa “lo tieni bello lo vizio” … e l’altro di rimando “è bello lo tuo!!!” Ci intratteniamo a parlare del percorso con la gentilissima proprietaria del locale, mentre ci spariamo mezza crostata burro e marmellata e vari caffè, una sola voce si alza fuori dal coro “per me un caffèlatte” … Enrico fa una smorfia di dolore solo al pensiero Rimarremmo volentieri a parlare al calduccio, ma il tempo è tiranno e chiediamo il conto … “tre euro e cinquanta” … “no, signora, si sbaglia, non può essere” … “no è giusto, la crostata ve l’ho offerta io” … “anche se è un po fuori mano, veniamo qui a fare colazione, a sti prezzi!!!” … “ma nun ce conviè buttase su sta panca al sole ed aspettala qui l’ora de pranzo?!?” … l’idea è allettante, ma il senso del dovere ha il sopravvento ed inforchiamo le bici diretti verso il ripido st che Enrico ci decanta da quando abbiamo iniziato il giro
Il passaggio dei quad l’ha allargato rendendolo meno spettacolare, ma l’ha anche scavato, rendendolo più tecnico ed infido, senza contare che il fango lo rende anche viscido e scivoloso … insomma gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti, abbassiamo la sella … Enrico si butta giù a capofitto, seguito da Danilo e da Federico … io ed il principino scendiamo per ultimi, io davanti ad impostargli le traiettorie ed a dargli consigli su come affrontare i passaggi e lui dietro, concentrato ma tranquillo È un single trek divertente ma sicuramente non facile, soprattutto nelle condizioni in cui lo abbiamo fatto noi, ma permettersi di scenderlo con 100 di escursione al quarto giro, oltretutto divertendosi, è impresa degna di nota roba da far impallidire gente che c’ha messo un anno a scenderli senza farsi il segno della croce ogni volta … non sto a rosicà, giuro!!! Pendenza media a meno 14,7% con punte che superano il 30%, canali, gradoni, rocce, pietre, sassi smossi, fango e foglie, insomma il cocktail è di quelli che pompano adrenalina, anche se scendo piano per guidare il pargolo, anzi, a causa della scarsa tenuta, affrontare i passaggi a bassa velocità è più difficile, più divertente ed anche più rischioso, visto che la possibilità di andare lungo sotto gli occhi dell’allievo è tutt’altro che improbabile Mi fermo dove è possibile per vedere come si comporta il principino … beh, niente male, o lui apprende rapidamente oppure sono io che insegno molto meglio di come imparo anche la posizione è buona, tant’è che nel momento in cui non è riuscito a controllare la bici non ha fatto il classico cappottone di paterna memoria, ma è semplicemente scivolato di lato … io c’ho messo mesi a capirlo e svariate lezioni … vero Luchè!!! Un paio di volte è sceso perché non se la sentiva, ed ha fatto bene, ma il resto del st se l’è fatto in sella!!!
Alla fine del st incrociamo il torrente Fosso Matricetta, il cartaceo recita “Fine del sentiero, possiamo guadare il torrentello o, tenendoci sulla sinistra, superarlo sullo stretto ponticello” … ponticello, ovviamente, mica siamo scemi a guadare un torrente con l’acqua gelata ed una nevicata che incombe!!! Passiamo il ponticello e pedaliamo col bosco a sinistra ed il torrente a destra, il paesaggio è suggestivo e decidiamo di scendere sul greto a fare qualche foto “scendi in sella, Francè, se fa” … “a Enrì ma chi te se ‘ncu… ammesso che c’arrivo vivo de sotto poi su co tutta la bici chi me ce riporta?!?” … io, Danilo ed il principino scendiamo a piedi, Enrico e Federico colla bici al traino per esigenze fotografiche. Ripartiamo lasciandoci il torrente alle spalle, anzi no, eccolo di nuovo davanti a noi, con tutta l’acqua che è venuta giù ha occupato tutti gli invasi possibili e stavolta non ci sono ponticelli, tocca guadare … passiamo a mazzetta per non avere necessità di pedalare inzuppando i piedi nell’acqua gelata … tutto ok, qualche schizzo ma la riviera l’abbiamo superata senza penalità … anzi, no … ariecchelo tiè, il torrente ci segue come la nuvola di Fantozzi, dove andiamo noi va lui, lo riguadiamo, senza perdite, ma l’acqua gelata comincia a fare il suo sporco lavoro … “c’ho du calippo al posto dei piedi!!!” … si intona uno scaramantico jingle … “pola pola polarettiiiiiiiiiiiiiiii” ma la situazione non migliora, al quarto guado comincia a serpeggiare il malumore, al quinto comincio ad esporre a gran voce le mie personali convinzioni sul quarto segreto di Fatima con degli effetti tangibili, finiscono i guadi e comincia a nevicare!!! È la prima volta che pedalo sotto la neve e se non fosse che di li a poco troveremo la mefistofelica rampona me la godrei anche … il principino è in sofferenza, porello non è abituato a scendere in piedi ed il st qui ha inchiodato le gambe, ed io lo so bene, visto che dopo essere stato al bike park di Pescasseroli, pur essendo allenato, sono stato due giorni con le gambe incriccate Però non si lamenta, stringe i denti e resiste, gli massaggio le gambe e gli do una barretta per sbloccarlo, Enrico, Danilo e Federico lo incoraggiano “daje, Alessà, stai andando benissimo!!!” … lui, invece è convinto di rallentarci e si dispiace … mi vengono in mente i miei primi giri … un autentico calvario in cui avrei dato un rene per riuscire ad andare come lui, domenica Enrico saltella sul posto per tenere la gambe calde, a tenerci i piedi ha rinunciato un’oretta dopo la partenza, ripartiamo, lui davanti, poi io, Danilo, il principino e Federico. Enrico mi fa “la vedi sta collinetta?” … “sì “ … “beh, all’altezza di quell’albero il sentiero piega a destra e s’impenna fino a sopra, è quella la rampa” … “cazzo!!!” … il guadagno di quota è notevole, quindi la pendenza deve essere micidiale, speriamo almeno che il fondo sia buono … “me lo ricordo sassoso” … ecco, a posto così, se togliamo la sella l’inc… è completa!!!
La strada piega a destra … “OHHHHHHHHHHHMARONNAAAAAAAAAAAAAMIAAAAAAAAAA!!!” … no, non è che mi stessi chiedendo dove fosse ZAZA, ma trovarsi di colpo di fronte ad un muro sapendo di doverlo scalare in bici anziché con corde e ramponi mi ha provocato una crisi mistica che manco San Paolo sulla via di Damasco Enrico, che la conosce, sogghigna sadico e si avvia, io lo seguo … la pendenza è subito molto forte ed i sassi smossi e bagnati non facilitano certo il compito, dopo un centinaio di metri sono da tenda ad ossigeno con il cuore oltre i 175 bpm mollo e scendo dalla bici Mi giro e vedo Danilo che sale portando la bici sua e quella del principino, che lo segue insieme a Federico. … si è sacrificato per darmi la possibilità di provarci, non posso mollare, rimonto in bici e riparto … se pedalare è dura, ripartire è durissima, ma mi rimetto in marcia, i muscoli spingono cercando di pedalare rotondo per non slittare con la ruota posteriore, Enrico fa la sua prima sosta, su un punto che consente di ripartire un pò meno faticosamente, è il mio obiettivo … Enrico riparte e mi lascia libera la piazzola di rilancio, mi fermo, dietro Danilo arranca faticosamente portando su due bici, la neve sullo sfondo … sembra un alpino che spinge i muli in “centomila gavette di ghiaccio” Sono a metà dell’opera, ma l’idea di aver già fatto metà della rampa mi sprona più di quanto mi abbatta la consapevolezza di dover ancora fare l’altra metà, ma non posso mollare, non ora, non adesso riparto focalizzando il punto dove Enrico ha fatto la sua ultima sosta, un curvone in cui la strada spiana prima di svoltare a sinistra e riprendere a salire, ci arrivo mezzo morto ma enormemente soddisfatto … “a tappe, ma je l’avemo fatta, Enrì” … “beh, tutta insieme l’ho vista fare solo a Giancarlo (Gianky62)” … CHAPEAU … riprendiamo fiato mentre arrivano gli altri, Danilo è stanco quanto noi, salire è già dura, farlo portando su due bici è massacrante, anche Federico è stanco … il principino è deluso … Enrico se ne accorge e lo rincuora “guarda che questa salita tutta in bici la fanno in pochi” Ma per farla tutta ne manca un pezzo ed io lo voglio fare a tutti i costi, Enrico lo capisce e da il cambio a Danilo che parte a mazzetta, io dietro, vedo un lastrone di pietra resa viscida dall’acqua, cazzo bisogna per forza passarci sopra, cerco di pedalare più rotondo possibile ma la ruota posteriore slitta, continuo a pedalare senza mollare con i muscoli che sembrano sul punto di esplodere, la ruota riprende grip e supero il lastrone, lasciandoci un mese di vita, ma lo supero e vado avanti, la fine della salita è ormai a meno di venti metri, Enrico e Danilo ci sono già arrivati … arrivo anch’io e mi accascio a boccheggiare sul manubrio … il fiato è poco, pochissimo, il cuore pompa a tremila le gambe non le sento più … l’ode al signore sgorga spontanea … “Francè, se per caso Gesù Cristo stava a perde l’equilibrio, mo ristà bello inchiodato!!!” Danilo ed Enrico se la ridono … è stata dura, durissima, ma ce l’abbiamo fatta!!!
Ripartiamo in piano, ma dura poco, si ricomincia a salire su un sentiero stretto e fangoso ricavato tra i rovi, uno di quei sentieri in cui d’estate lascio centimetri quadrati di pelle ed un paio di sacche di sangue, fortuna che è inverno, le gambe ringraziano, i piedi un po’ meno, visto che la mia circolazione sanguigna li ha bypassati da tempo, dal terzo guado, diciamo La pendenza si fa sentire, il principino va in crisi, comprensibilmente, ha gli adduttori inchiodati dall’acido lattico, fa fatica ed è costretto a scendere, ma non vuole che gli porti la bici, gli dispiace darmi un peso, l’avrà preso dalla madre sto spirito nobile!!! Insisto, scendo anch’io e saliamo a piedi, Enrico e Danilo vanno su in bici senza problemi, Federico sale a piedi con noi. Arriviamo all’invaso per l’acqua piovana che segna il punto in cui si riprende la strada fatta all’andata, il principino si sta riprendendo, Enrico lo rincuora “dai che adesso riparti tranquillo, la ‘cotta’ l’hai superata”. In effetti rimonta in bici e pedala bello tonico, accanto a me che gli detto l’andatura ed a Federico che pedala pimpante, Enrico e Danilo a guidare il gruppo. Cominciamo a scendere sul tratto scarupato che abbiamo percorso in salita all’andata, la neve che abbiamo beccato risalendo su Monte San Giovanni, qui deve essere stata acqua perché il fondo è sensibilmente peggiorato e si fatica anche in piano, anche se non dura molto, perché siamo al tratto in salita che ci porterà al tratto di discesa finale.
Sì, la salita finale, quella che chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, dopo un giro del genere, affronterebbe a ritmo blando cercando di portare a casa la pelle e le gambe Ma è proprio in questi momenti che si distinguono gli imbecilli dilettanti dai fuoriclasse e parlo al plurale perché non ero solo in questa assurda ricerca del martirio, c'era anche lui, Enrico Appena la strada ha cominciato a salire, infatti, Enrico fa al principino “viè qui, Alessà, che te faccio vede come funziona la pedalata assistita” e gli mette una mano sulla spalla per dargli un mano, ma il principino gli risponde risoluto “no, no, ce la faccio” … “ma guarda che devi continuà a pedalà fai solo meno fatica” … la risposta è secca, di quelle che non ammettono replica … “no, grazie, vado da solo” … lo spirito nobile l’ha presa dalla madre ma la tigna l’ha presa senza alcun dubbio dal principe … che infatti, per non smentirsi, si era già lanciato sulla salita alla ricerca del martirio, alleprato dalla promessa di trovare un paradiso di latte e miele, bella cosa, sicuramente, ma non tale da andare a cuor leggero incontro alla morte, direte voi … ed avete ragione, in effetti, la cosa che solleticava la mia fantasia di biker suicida erano le 50 fanciulle che avrei trovato ad attendermi in questo paradiso!!! E quindi giù a testa bassa a spingere come un tarantolato, sempre più forte, col solo rumore delle ruote e del mio ansimare … anzi no … il rumore si sdoppia, c’è qualcuno con me, mi giro per vedere chi è anche se lo so già … come m’ha detto una volta Aleadro … “scusa, ma chi ce volevi trovà davanti a te e geppo?!?” … cazzo, si sarà sparsa la voce delle 50 vergini e me le vuole fregare!!! … accelero, ma lui non molla, butto dentro il 32 … azz, ce l’ho già sotto il 32!!! … vabbè tiro su un rapporto, ma lui è sempre li che mi francobolla … meglio cercare un accordo, in fin dei conti 50 vergini all’età nostra sono forse troppe, meglio darsi una mano e fare 25 per uno … suggelliamo l’accordo con uno sguardo e procediamo appaiati quando mi fa “daje, Francè, sprintiamo” … “sprintamooooooooooo?!? Ahoooooooooooo, ma io so già tre kilometri che sprintoooo!!!” … ma vabbè, sprintiamo fino alla sbarra e ci mettiamo comodi ad aspettare gli altri. Danilo guida il gruppo con a ruota il principino, che ha superato la crisi, e Federico. Percorriamo in discesa la stradina asfaltata che serpeggia in mezzo al bosco, poi ci lanciamo giù per l’asfaltata che ci riporta alle macchine … non contento di rischiare di andare per terra ad ogni curva, butto dentro il 44x11 e rilancio ad ogni rallentamento, arrivando giù a palla di fuoco, dietro a me Danilo, poi Enrico e Federico … e il principino … eccolo che arriva lanciato a testa bassa che mulina le gambe come un forsennato, infatti arriva lungo e riesce a fermarsi una cinquantina di metri dopo le macchine … scemo come il padre, anzi di più, l’evoluzione della specie!!!
Ci cambiamo e ci dirigiamo verso Roma, salutiamo Federico che gira in direzione Rieti per andare a prendere l’autostrada … sulla base di un mio consiglio, direte voi, ed invece no, sulla base delle indicazioni di un navigatore evidentemente di importazione perché per fargli fare quella strada doveva avere la cartografia della Nuova Guinea Noi ci fermiamo sulla Salaria … a mangiare, che avete capito!!! Siamo entrati per farci un antipastino, ma, manco a dillo, ci siamo fatti antipasto, abbondante, più un maialino a testa con patate, broccoli ed altri contorni … niente pasta, però, perché avevano levato l’acqua dal fuoco
Alla fine i dati del garmino sono stati km 33,73 (abbiamo tagliato i primi due kilometri su asfalto) tempo in sella 3.37 dislivello 1.198 mt, pendenza media della rampa mozzafiato 17,5% su oltre 600 mt … da moltiplicare per un coefficiente 1,5 per le condizioni del terreno
Detto di Enrico e Danilo che si sono confermati pedalatori di prim’ordine, e del principino che ha dimostrato di avere gambe e cuore, direi che l’uomo giro emmeddì è Federico che pur essendo a corto di allenamento ha affrontato un giro che, già impegnativo con fondo asciutto, è diventato decisamente duro per il fondo allentato, grande prova pedalatoria e di volontà!!!
È stato un giro memorabile … alla prossima, regà!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
nto cazzo scrivi?
lo sai quanto costa un metro quadrato di spazio web?
lo sai quanto costa un metro quadrato di spazio web?
Re: Ancora vivo da Casaprota...
mimmo ha scritto:nto cazzo scrivi?
lo sai quanto costa un metro quadrato di spazio web?
Re: Ancora vivo da Casaprota...
... vabbè, sintetizzando :mimmo ha scritto:nto cazzo scrivi?
lo sai quanto costa un metro quadrato di spazio web?
partenza : alle 10.00
in cima : alle 12.20
alle macchine : alle 15.00
a casa : tutti bene, grazie
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
... che ride, te ... che te devi accollà un terzo della spesa!!!bluesman ha scritto:
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
giro memorabile...so morto, e sto ancora ad accusare dolori(dico la verità)...ma sti cazzi!
La prima discesa su st CLA-MO-RO-SA! E comunque io in mezzo al fango mi trovo benissimo...anzi a me il terreno secco a volte fa più paura...sarà perchè ci casco spesso....
ahahahah
bel racconto!
te sei scordato 'na parte: Io le visioni mistiche alla fantozzi a sfondo mistico ce l'ho avute davvero...
poco prima dell'attraversamento della cresta...stavo da solo dietro, ed avevo tirato fuori il cellulare per fare qualche foto (mi piacciono da morire le foto ai paesaggi e lande desolate...), nel ripartire sento una fitta...poi il buio...E POI LA LUCE!
E poi...
e ricordatevi sempre, come disse il grande:
La prima discesa su st CLA-MO-RO-SA! E comunque io in mezzo al fango mi trovo benissimo...anzi a me il terreno secco a volte fa più paura...sarà perchè ci casco spesso....
ahahahah
bel racconto!
te sei scordato 'na parte: Io le visioni mistiche alla fantozzi a sfondo mistico ce l'ho avute davvero...
poco prima dell'attraversamento della cresta...stavo da solo dietro, ed avevo tirato fuori il cellulare per fare qualche foto (mi piacciono da morire le foto ai paesaggi e lande desolate...), nel ripartire sento una fitta...poi il buio...E POI LA LUCE!
E poi...
e ricordatevi sempre, come disse il grande:
FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
FritZ ha scritto: e ricordatevi sempre, come disse il grande:
E' una vita che la dico sta frase.......ed oggi capita proprio a fagiolo...
cmq grandi....resoconto memorabile....Di tutte le cose che avete descritto del percorso, io non ne ricordo molte....sarà grave?...Ossia la salita verticale si....l'ho fatta tutta a piedi con il kug che portava la bici fino in cima... ...il st lo ricordo molto bello ma complicato...Ma l'ho fatto tutto in sella io?..mica mi ricordo........
Re: Ancora vivo da Casaprota...
emmeddì ha scritto:CASAPROTA 31.01.2010
“Enrì ma non sarà troppo duro sto giro per il principino” … “naaaaaaaaaaaaa, tagliamo un pezzo dell’asfalto all’inizio, l’ha fatto pure Alex” … “vabbè, vada per Casaprota, allora!!!” L’indice IBP a 108 e l’inizio della descrizione “itinerario piuttosto impegnativo” mi aveva fatto subdorare l’idea che il giro fosse più complicato di ....cut...
Ahoo c'avrai messo tre giorni pe' scriverlo, ma ne è valsa la pena, manco Nicolò Carosio avrebbe fatto 'na telecronaca così dettagliata.
Emmedi Number
Re: Ancora vivo da Casaprota...
comunque...porc-putt-eva me sà che devo toglie l'11-32 dietro in attesa di tempi migliori...quanto mi è mancato il 34...
FritZ- Aspirante Fancazzista
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Re: Ancora vivo da Casaprota...
FritZ ha scritto:comunque...porc-putt-eva me sà che devo toglie l'11-32 dietro in attesa di tempi migliori...quanto mi è mancato il 34...
Sicuramente il 34 aiuta in alcune circostanze, almeno per i giri che piace fare a me lo trovo indispensabile, come invece non mi piace togliere la 44 sulle bici nate prevalentemente per l' AllMountain.
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Lun 04 Lug 2016, 23:54 Da pini luca
» Smontaggio della Ruota Libera Regina CX e BX
Gio 30 Lug 2015, 12:40 Da mimmo
» Consiglio bici
Lun 04 Mag 2015, 00:27 Da SimonSymon
» Consiglio bici
Lun 04 Mag 2015, 00:26 Da SimonSymon
» Ciaone a tutti :-)
Lun 04 Mag 2015, 00:11 Da SimonSymon
» Ciaone a tutti :-)
Lun 04 Mag 2015, 00:10 Da SimonSymon
» Non mi fermo più...
Mar 24 Mar 2015, 16:34 Da mimmo
» Buh....
Lun 09 Mar 2015, 15:48 Da matts
» ...
Mer 17 Dic 2014, 11:29 Da matts