I resoconti semiseri di emmeddì
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I resoconti semiseri di emmeddì
... ebbene sì, l'idea è stata lanciata, avallata e portata avanti, per la gioia dei mie affezionati lettori ... in questo 3d raccoglierò tutti i resoconti sulle uscite
Su richiesta sono andato a ritroso a cercare quelli vecchi, quindi comincerò da quelli, sicuramente ne avrò saltato qualcuno, ma tant'è, se ne trovate altri mi ... corrigerete Non sono in ordine di data, ma tanto importa poco, vè?!?
Ultima notazione, non mi sono messo a riportare le faccine, anche se ci vorrebbero, perchè m'ero già rotto le balle a cercare i testi, fa niente, no?
Su richiesta sono andato a ritroso a cercare quelli vecchi, quindi comincerò da quelli, sicuramente ne avrò saltato qualcuno, ma tant'è, se ne trovate altri mi ... corrigerete Non sono in ordine di data, ma tanto importa poco, vè?!?
Ultima notazione, non mi sono messo a riportare le faccine, anche se ci vorrebbero, perchè m'ero già rotto le balle a cercare i testi, fa niente, no?
Ultima modifica di emmeddì il Mer 09 Dic 2009, 17:18 - modificato 1 volta.
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
CICLABILE CON ALESSANDRA
... beh, che dire, vista la monotonia della ciclabile, ad un certo punto ho pensato bene de metteme a fa il giostrarolo, scendendo e salendo sulle spallette ai lati della pista ... pessima sceltaaaaaa!!! ... visto che erano piene di spine bastardissime come ho scoperto alla prima ruota a terra, quella anteriore. Vabbè, po succede, mi dico, e comincio a smontarla la ruota, tolgo la camera, ne prendo una di scorta, comincio a gonfiarla, ma non tiene, è bucata anche questa. Vabbè, mi dico, può succedere, e prendo l'altra, questa va, tolgo quella bucata e ne n spine conficcate le copertone, quando arrivo alla più bastarda di tutte che non ne vuole sapere di uscire nè verso l'interno nè verso l'esterno. A questo punto la mia proverbiale pazienza vacilla, l'imprecazione è dietro l'angolo ma riesco a tenerla dentro, a stennto, ma riesco. Mi metto a cercare almeno di spezzarla e dopo aver quasi sqarciato il copertone, riesco almeno a smussarla, monto la camera incrociando le dita ... tiene ... uffffffff.
La sto per montare quando mi accorgo che è andata a terra anche quella dietro ... e qui l'imprecazione esplode incontenibile, in un tripudio pirotecnico di grande livello coreografico Vabbè, non può succedere, ma è successo mi armo di santa pazienza e cerco di riparare una delle due camere bucate, ma i tip top adesivi si sono rovinati con l'acqua e tengono poco. La monto lo stesso sperando nel benevolo sostego degli spiriti dei miei antenati ... invano, però, perchè dopo una 50ina di metri la gomma è ancora a terra. Riprende lo spettacolo pirotecnico con imprecazioni sempre più incisive, ai limiti del virtuosismo
Vabbè ... "Alessà, me la dai ... la camera?!?" ... dopo un'attenta analisi sugli innumerevoli fatti di cronaca, molti di sangue, che gli sarebbero potuti occorrere in caso di foratura sulla via di casa senza una camera di scorta ... mi guarda dritto negli occhi e capisce che la probabilità di incorrere in uno di quei fatti tornando a casa è di gran lunga inferiore a quella di incorrervi seduta stante nel caso non me l'avesse data ... la camera :mgreen: Sostiruisco la camera bucata con quella di Ale e ripartiamo con molta titubanza. Passiamo davanti ad un noleggiatore di bici e ci fermiamo a prendere due camere, vista la scarsa attenzione dei miei antenati e la lucida ed attenta bastardaggine della sfiga
Si riparte cercando di avvicinarmi verso casa, per abbreviare il tratto a piedi, visto che alla prossima bucatura non mi sarei messo a cambiare l'ennesima camera, ma avrei riconosciuto la sconfitta e fatti i miei complimenti alla sfiga, mi sarei caricato la bici a spalla fino a casa
Visto che tiene, decidiamo di fare un giretto a villa pamphili, che si conclude, senza ulteriori danni, al baretto. Ci spariamo un gelato e dopo un pò di chiacchere, io riparto in direzione di casa ed Ale rimane a prendere il sole ... anche se fino a due secondi prima si era lamentata nell'ordine ... del sole, del caldo, dell'innalzamento delle maree, del buco nell'ozono, dello spostamento dell'asse terrestre, delle ultime tre quartine di mostradamus, della scarsa divulgazione dei canti dei popoli andini, della troppa divulgazione delle tope (sia a quattro zampe che a due), dell'influenza astrale sul carattere delle persone, dell'influenza suina perchè colpisce solo le maiale a quattro zampe, di Italia - Germania 4-3, ecc.
Arrivato a casa ho posato la bici e gli ho messo vicino una mazzetta da kg. 5 ad imperituro monito, se stasera trovo una ruota a terra, domattina ci sarà sul mercatino un annuncio relativo ad una spark custom(azzettata)
Comunque, alla fine, ho consumato più calorie oggi che ieri, e poi dicono che il bitume non è allenante!!!
... beh, che dire, vista la monotonia della ciclabile, ad un certo punto ho pensato bene de metteme a fa il giostrarolo, scendendo e salendo sulle spallette ai lati della pista ... pessima sceltaaaaaa!!! ... visto che erano piene di spine bastardissime come ho scoperto alla prima ruota a terra, quella anteriore. Vabbè, po succede, mi dico, e comincio a smontarla la ruota, tolgo la camera, ne prendo una di scorta, comincio a gonfiarla, ma non tiene, è bucata anche questa. Vabbè, mi dico, può succedere, e prendo l'altra, questa va, tolgo quella bucata e ne n spine conficcate le copertone, quando arrivo alla più bastarda di tutte che non ne vuole sapere di uscire nè verso l'interno nè verso l'esterno. A questo punto la mia proverbiale pazienza vacilla, l'imprecazione è dietro l'angolo ma riesco a tenerla dentro, a stennto, ma riesco. Mi metto a cercare almeno di spezzarla e dopo aver quasi sqarciato il copertone, riesco almeno a smussarla, monto la camera incrociando le dita ... tiene ... uffffffff.
La sto per montare quando mi accorgo che è andata a terra anche quella dietro ... e qui l'imprecazione esplode incontenibile, in un tripudio pirotecnico di grande livello coreografico Vabbè, non può succedere, ma è successo mi armo di santa pazienza e cerco di riparare una delle due camere bucate, ma i tip top adesivi si sono rovinati con l'acqua e tengono poco. La monto lo stesso sperando nel benevolo sostego degli spiriti dei miei antenati ... invano, però, perchè dopo una 50ina di metri la gomma è ancora a terra. Riprende lo spettacolo pirotecnico con imprecazioni sempre più incisive, ai limiti del virtuosismo
Vabbè ... "Alessà, me la dai ... la camera?!?" ... dopo un'attenta analisi sugli innumerevoli fatti di cronaca, molti di sangue, che gli sarebbero potuti occorrere in caso di foratura sulla via di casa senza una camera di scorta ... mi guarda dritto negli occhi e capisce che la probabilità di incorrere in uno di quei fatti tornando a casa è di gran lunga inferiore a quella di incorrervi seduta stante nel caso non me l'avesse data ... la camera :mgreen: Sostiruisco la camera bucata con quella di Ale e ripartiamo con molta titubanza. Passiamo davanti ad un noleggiatore di bici e ci fermiamo a prendere due camere, vista la scarsa attenzione dei miei antenati e la lucida ed attenta bastardaggine della sfiga
Si riparte cercando di avvicinarmi verso casa, per abbreviare il tratto a piedi, visto che alla prossima bucatura non mi sarei messo a cambiare l'ennesima camera, ma avrei riconosciuto la sconfitta e fatti i miei complimenti alla sfiga, mi sarei caricato la bici a spalla fino a casa
Visto che tiene, decidiamo di fare un giretto a villa pamphili, che si conclude, senza ulteriori danni, al baretto. Ci spariamo un gelato e dopo un pò di chiacchere, io riparto in direzione di casa ed Ale rimane a prendere il sole ... anche se fino a due secondi prima si era lamentata nell'ordine ... del sole, del caldo, dell'innalzamento delle maree, del buco nell'ozono, dello spostamento dell'asse terrestre, delle ultime tre quartine di mostradamus, della scarsa divulgazione dei canti dei popoli andini, della troppa divulgazione delle tope (sia a quattro zampe che a due), dell'influenza astrale sul carattere delle persone, dell'influenza suina perchè colpisce solo le maiale a quattro zampe, di Italia - Germania 4-3, ecc.
Arrivato a casa ho posato la bici e gli ho messo vicino una mazzetta da kg. 5 ad imperituro monito, se stasera trovo una ruota a terra, domattina ci sarà sul mercatino un annuncio relativo ad una spark custom(azzettata)
Comunque, alla fine, ho consumato più calorie oggi che ieri, e poi dicono che il bitume non è allenante!!!
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
CAMPI DI ANNIBALE
... per la vostra gioia ecco a voi il resoconto dettagliato del giro
Appuntamento alle 7.45 sotto casa di Romina ... arrivo alle 7.28 e, come d'accordo, la chiamo "Rominaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ..." e lei "ahoooooooooooooooooooooo" ... "sei pronta?!?" ... "quasi, chiamami quando sei qui sotto" ... "a Romì e si t'ho chiamato è perchè ce sto già qui sotto" e gli leggo i cartelli e gli annunci appiccicati sul portone per confermare la mia posizione Scende, carichiamo la bici e ci dirigiamo verso piazzale clodio, luogo dell'appuntamento, aspettiamo un pò, poi alle 8.00 circa chiamo Leo, cell spento. Eccolo la il rincoglionito nun se svejato, annamo a pijà er caffè. Siamo dentro al bar quando chiama Leo, e con voce trafelata ci dice che sta arrivando, finiamo di prendere il caffè e richiama "ma 'ndo state? ho già fatto un giro della piazza e nun vò visto" ... "a Leo, quante classe A con portabici e bici caricata ce potranno mai essè a piazzale clodio a quest'ora?!? " ... le indicazioni si rivelano esaustive perchè Leo arriva. Carichiamo la sua bici, rompipalle come il padrone , visto ce toccà levà i sellini a tutte e due, e partiamo. Arrivati a Rocca di Papa il navaigatore ci fa imboccare una stradina stretta in salita che rifiuterebbe pure una capra, ma se lo dice lui. Ci inerpichiamo, poi riscendiamo e ci troviamo in una piazza che non è quella da cui parte il giro. Prendiamo un caffè e chiediamo, le indicazioni sono approssimative ma la direzione inequivocabile, la prendiamo, al primo bivio giriamo a sinistra, serie di curve e ritroviamo un'altra stradina in salita, ma non ripida come la prima, questa una capra la farebbe, mal volentieri, ma la farebbe e quindi la facciamo, risbucando, manco a dillo, nella piazza di prima. Propongo di prendere un caffè ma mi guardano male e riprendo la direzione inequivocabile, ma al bivio, stavolta, giro a destra, ed arriviamo a destinazione. In una ventina di minuti siamo pronti a partire, partiamo.
Si comincia su asfalto, stranamente mi ricordo l'inizio del giro dopo un pò comincia la salita che una volta era su asfalto e che il cartello definisce dissestato in modo moltoooooo ottimistico ... cominciamo a salire la pendenza media è intorno al 10% ma me la ricordo lungaaaaaa. Bipppppp ... fuori traccia ... ma che cippa sta a dì, garmino, nun po esse bisogna salire ancora!!! Torno indietro per scrupolo ed informo la ciurma ... c'ha ragione lui, riconosco lo spiazzo da cui comincia la discesa abbastanza tossica, ma mi sembrava fosse moltoooooooooooo più avanti, invece la salita era finita, eppure l'altra volta l'avevo fatta con una spark da meno di 10 kili
Cominciamo a scendere, vado in derapata un paio di volte con la ruota posteriore ... comincio ad odiarla questa gomma mentre quella davanti tiene benissimo, scendo, abbasso la sella e riparto, adesso sì, la mojo saltella come una gazzella ... beh, vabbè, come un cinghiale di grossa taglia va Bella discesa, ripida ed incasainata, poi diventa più dolce, più stretta e più veloce, molto divertente.
Comincia un tratto di sali/scendi con rampette che si susseguono a discese veloci, tanto veloci che passo un bivio senza accorgermene e Romina si ferma in attesa di indicazioni. Non vedendola arrivare ci rifacciamo in salita quella bella discesa e ci ricongiungiamo, si riscende, piano stavolta, insieme a Romina :mrgrren:
Facciamo una piccola sosta ristoratrice, scattiamo un paio di foto di gruppo, Leo si mette a suonare il manubrio della bici con la punta della sella conficcata nelle parti basse uno spettacolo da vedere anche se discutibile ... vedere un rincoglionito soffiare nel maubrio da un lato e cercare di modulare dei suoni tappando con la mano l'altra estremità non è cosa di tutti i giorni
Arriviamo ad una fontana e ci fermiamo a prendere l'acqua. Ci sono due strade per proseguire una tranquilla ed una incasinata, ovviamente scelgo quella incasinata e mi butto, convinto della bontà della traiettoria scelta ... ma le felci nascondono dei rovi e mi ci impiglio versando il solito contributo di sangue ... Romina si scompiscia e fotografa
Il giro sembra finito, invece c'è ancora la salita per tornare a rocca di papa, visto che i sali/scendi erano più scendi che sali ... i cingoli si aggrappano all'asfalto come ventose, tanto che quando riprendiamo la salita su sterrato rifiato ... anche perchè stavolta ho sbagliato il bivio di meno di 50 metri e non di qualche kilometro come la volta scorsa, quando m'ero ingarellato con uno stradicolo
Saliamo ancora un bel pezzo ed arriviamo alla macchina, sistemiamo il tutto e ci beviamo qualcosa. Leo scende giù in bici, gli conviene è tutta discesa fino a casa e non deve ripassare da piazzale clodio. Noi andiamo giù in auto.
Beh, anche oggi ci siamo divertiti, senza faticare, facendo un bel giro e senza soffrire troppo il caldo. Un plauso particolare a Romina, che nonostante non dovesse sfrzare il ginocchio si è sciroppata tutte le salite senza problemi ed è anche scesa bene!!!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeee, ragazzi, alla prossima
... per la vostra gioia ecco a voi il resoconto dettagliato del giro
Appuntamento alle 7.45 sotto casa di Romina ... arrivo alle 7.28 e, come d'accordo, la chiamo "Rominaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ..." e lei "ahoooooooooooooooooooooo" ... "sei pronta?!?" ... "quasi, chiamami quando sei qui sotto" ... "a Romì e si t'ho chiamato è perchè ce sto già qui sotto" e gli leggo i cartelli e gli annunci appiccicati sul portone per confermare la mia posizione Scende, carichiamo la bici e ci dirigiamo verso piazzale clodio, luogo dell'appuntamento, aspettiamo un pò, poi alle 8.00 circa chiamo Leo, cell spento. Eccolo la il rincoglionito nun se svejato, annamo a pijà er caffè. Siamo dentro al bar quando chiama Leo, e con voce trafelata ci dice che sta arrivando, finiamo di prendere il caffè e richiama "ma 'ndo state? ho già fatto un giro della piazza e nun vò visto" ... "a Leo, quante classe A con portabici e bici caricata ce potranno mai essè a piazzale clodio a quest'ora?!? " ... le indicazioni si rivelano esaustive perchè Leo arriva. Carichiamo la sua bici, rompipalle come il padrone , visto ce toccà levà i sellini a tutte e due, e partiamo. Arrivati a Rocca di Papa il navaigatore ci fa imboccare una stradina stretta in salita che rifiuterebbe pure una capra, ma se lo dice lui. Ci inerpichiamo, poi riscendiamo e ci troviamo in una piazza che non è quella da cui parte il giro. Prendiamo un caffè e chiediamo, le indicazioni sono approssimative ma la direzione inequivocabile, la prendiamo, al primo bivio giriamo a sinistra, serie di curve e ritroviamo un'altra stradina in salita, ma non ripida come la prima, questa una capra la farebbe, mal volentieri, ma la farebbe e quindi la facciamo, risbucando, manco a dillo, nella piazza di prima. Propongo di prendere un caffè ma mi guardano male e riprendo la direzione inequivocabile, ma al bivio, stavolta, giro a destra, ed arriviamo a destinazione. In una ventina di minuti siamo pronti a partire, partiamo.
Si comincia su asfalto, stranamente mi ricordo l'inizio del giro dopo un pò comincia la salita che una volta era su asfalto e che il cartello definisce dissestato in modo moltoooooo ottimistico ... cominciamo a salire la pendenza media è intorno al 10% ma me la ricordo lungaaaaaa. Bipppppp ... fuori traccia ... ma che cippa sta a dì, garmino, nun po esse bisogna salire ancora!!! Torno indietro per scrupolo ed informo la ciurma ... c'ha ragione lui, riconosco lo spiazzo da cui comincia la discesa abbastanza tossica, ma mi sembrava fosse moltoooooooooooo più avanti, invece la salita era finita, eppure l'altra volta l'avevo fatta con una spark da meno di 10 kili
Cominciamo a scendere, vado in derapata un paio di volte con la ruota posteriore ... comincio ad odiarla questa gomma mentre quella davanti tiene benissimo, scendo, abbasso la sella e riparto, adesso sì, la mojo saltella come una gazzella ... beh, vabbè, come un cinghiale di grossa taglia va Bella discesa, ripida ed incasainata, poi diventa più dolce, più stretta e più veloce, molto divertente.
Comincia un tratto di sali/scendi con rampette che si susseguono a discese veloci, tanto veloci che passo un bivio senza accorgermene e Romina si ferma in attesa di indicazioni. Non vedendola arrivare ci rifacciamo in salita quella bella discesa e ci ricongiungiamo, si riscende, piano stavolta, insieme a Romina :mrgrren:
Facciamo una piccola sosta ristoratrice, scattiamo un paio di foto di gruppo, Leo si mette a suonare il manubrio della bici con la punta della sella conficcata nelle parti basse uno spettacolo da vedere anche se discutibile ... vedere un rincoglionito soffiare nel maubrio da un lato e cercare di modulare dei suoni tappando con la mano l'altra estremità non è cosa di tutti i giorni
Arriviamo ad una fontana e ci fermiamo a prendere l'acqua. Ci sono due strade per proseguire una tranquilla ed una incasinata, ovviamente scelgo quella incasinata e mi butto, convinto della bontà della traiettoria scelta ... ma le felci nascondono dei rovi e mi ci impiglio versando il solito contributo di sangue ... Romina si scompiscia e fotografa
Il giro sembra finito, invece c'è ancora la salita per tornare a rocca di papa, visto che i sali/scendi erano più scendi che sali ... i cingoli si aggrappano all'asfalto come ventose, tanto che quando riprendiamo la salita su sterrato rifiato ... anche perchè stavolta ho sbagliato il bivio di meno di 50 metri e non di qualche kilometro come la volta scorsa, quando m'ero ingarellato con uno stradicolo
Saliamo ancora un bel pezzo ed arriviamo alla macchina, sistemiamo il tutto e ci beviamo qualcosa. Leo scende giù in bici, gli conviene è tutta discesa fino a casa e non deve ripassare da piazzale clodio. Noi andiamo giù in auto.
Beh, anche oggi ci siamo divertiti, senza faticare, facendo un bel giro e senza soffrire troppo il caldo. Un plauso particolare a Romina, che nonostante non dovesse sfrzare il ginocchio si è sciroppata tutte le salite senza problemi ed è anche scesa bene!!!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeee, ragazzi, alla prossima
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
PELLECCHIA CON DANILO
... come da programma, siamo riusciti a fare il giro, ieri. La giornata non era cominciata proprio benissimo, visto che mi sono alzato alle 6.30 essendo andato a nanna alle 2.00, ma tant'è la voglia di pedalare era tanta.
Scendo in garage, la mojo me guarda con l'espressione de chi sta a pensà "e mo, che vole questo che viè a rompe li c.....i a quest'ora" ... controllo la pressione della gomma posteriore (2,2) vado per togliere il tappino a quella anteriore e psssssssssssssssssssssssssss, il lattice si era incollato alla valvola che era venuta via ... vabbè, la riavvito e stringo a mano visto che non so dove diavolo è l'apposito attrezzino, gonfio a 2,0 carico la bici e parto, portandomi dietro l'altra ruota, non si sa mai
Arrivato a Fonte Nuova, mentre sto a cercà la pasticceria dove avevo appuntamento con Danilo, vedo una bici su un portapacchi da tetto con le inconfondibili e vezzose mutande e nel contempo un figuro che esce fuori da un bar gesticolando verso di me ... è lui!!! ... ma questa non è una piazza e quella non è la pasticceria!!! ... "l'altra è chiusa, mi fa, te stavo a chiamà ... pensavo che vista la notturna di ieri non saresti venuto" ... "ahooooooooooo, ma io so no stimato professionista, mica un quaquaraqua"
Nel fare colazione scopro che anche Danilo è laureato in economia e commercio, me comincio a spiegà un po de cose
Arrivati al posto convenuto, Danilo imbocca a palla una strada contromano, lo seguo perplesso ... "aho, nun c'era sto senso unico prima" mi fa per tranquillizzarmi, vabbè
Inforchiamo le bici e si parte su bitume, manco a dillo ... in salita, quello che ci voleva per sciogliere un pò le gambe imballate dal ritorno a palla dalla notturna per non fare troppo tardi Nun so passati manco un par de kilometri che Danilo me fa "bono, conserva le energie che poi ce so na serie de rampe toste" ... "a Danì, ma 'nsemo manco partiti!!!" ... c'aveva ragione, comincia lo sterrato e con esso le rampe, guardo la prima e capisco che la valvola svitata era un segno del destino che avrei dovuto ascoltare ... 23%!!! minchia, e stamo solo all'inizio, poi, per fortuna, spiana e ci stabilizziamo al 16/18%, si sale parecchio. Finite le rampe ci fermiamo a mangiare qualcosa ... "mo c'è una salita, non dura, saremo intorno al 10% medio, ma moltooooooo lunga" ... "grazie, Danì, sei sempre foriero di belle notizie" ... però c'ha ragione, la salita non è durissima ma sembra non finire mai, sale sempre senza soluzione di continuità, in più guido con una mano solo visto che con l'altra sono impegnato ad ammazzare tafani ... mi passa vicino un suv alzando una nuvola di polvere ... "si suda eh?!? ... è dura!!!" mi vengono in mente molte cose dure con cui sottoporlo ad una approfondita ispezione rettale, ma mi limito a dire "eh già" col tono di chi in relatà sta pensando "ma vaffan.... va!!!" Alla fine, la salita finisce, e con essa lo sterrato, siamo arrivati a Monte Flavio, ci fermiamo ad abbeverarci e riprendiamo a salire verso la pineta, passando davanti alla nostra agognata meta ... il mitico ristorante "Lorenzo allo Scapicollo"
Le pendenze sono dure, ed il fondo difficile, in alcuni punti mi ricorda la salita nel bosco da campo felice verso il rifugio sebastiani, si pedala il doppio per avanzare la metà, insomma un gran BDC Arrivati nel punto più alto, ci dirigiamo verso il rifugio con un susseguirsi di salite e discese su fondo bastardo, tanto che Danilo, distratto dal panorama, cade sbucciandosi un braccio. La reazione è tutto sommato contenuta, io avrei moltiplicato per 1.7 i padre nostro e per 1,6 le ave maria Mi ricordo di avere nello zaino il kit del piccolo dr kildaire, mai utilizzato, visto che di solito usufruiamo dei mitici kit di pronto soccorso del garga Funzionano ancora e cospargo il braccio di Danilo di polvere disinfettante e cicatrizzante alla temperaturta di -20 circa, col povero Danilo che comincia a chiedersi se la cura non sia peggiore del male Arriviamo al rifugio ... relax, telefonate di controllo e si riparte per andare a prendere il single trek che ci avrebbe riportato a monte flavio.
Lo prendiamo e si vede subito che aria tira, abbassiamo la sella e ci buttiamo ... è stretto, spesso in contropendenza ed esposto, pieno di rocce e di simpatici rovi che mi sferzano le gambe che manco alla passione de cristo ... ... dopo un primo tratto a scendere su tornantini in cui rischio più volte di andare di sotto o di stamparmi su qualche roccia, inzia un tratto sempre stretto, tutto scoperto di saliscendi, roba che a Ric avrebbe fatto venire le lacrime agli occhi per la felicità una di quelle varianti alla fitzcarraldo che affronta con l'espressione di un bimbo a natale mentre guarda i regali sotto l'albero Ne usciamo vivi, non so come, e riprendiamo la sterrata che ci porta a monte flavio, il più è fatto!!! ci avviamo verso il ristorante stanchi ma felici ... capisco perchè lo chiamano scapicollo ... per arrivarci si deve fare una rampa al 25% circa, che una qualunque persona dotata di un minimo di buon senso, a quel punto, avrebbe fatto a piedi, ma noi no, saliamo in bici per la gioia del proprietario che ci apostrofa con un "ma che siete venuti su un bici? ma che sete matti, se fatica pure a salì a piedi!!!" ... rispondiamo con un sorriso, ma solo per mancanza di ossigeno
Entriamo ... ahhhhhhhhhhhhhhhhh, cosa vedono le mie fosche pupille!!! una graziosissima fanciulla bionda, carnagione bianchissima, quasi eterea, uno splendore!!! Sono ancora rapito, quando ne appare un'altra mora, pelle scura, più casareccia, ma altrettanto graziosa. Ahooooooooooooooo, ma che so morto su quella salita e mo sto in paradiso?!? ... "te li magni li gnocchetti al sugo de castrato sì?!?" Danilo mi scuote dal mio torpore MILFICO ... "eccerto!!!", ne arriva una fiamminga piena, se ne famo du bei piatti ... chiedo il formaggio "mo te lo porto ma guarda che c'è già" ... "nun se semo capiti, pe me il formaggio c'è quando nun sembra che te stai a magnà un piatto de pasta in bianco!!!" ... Danilo pensa che esagero, ma scopre che non è così Spolverati li gnocchetti si passa al filetto, bono pure quello, insalata per Danilo, patate fritte per me, bonissimeeeeeeee!!! Danilo chiede il caffè ... "e il dolce nun lo magnamo?!?" me gurda schifato ... "ma dai, che ce n'abbiamo ancora de strada da fa, e pure belle discese, mejo nun esagerà" ... rinuncio a malincuore al dolce e ripartiamo con negli occhi le immagini degli gnocchetti, del filetto e, soprattutto, delle due adorabili fanciulle che ce li hanno serviti.
Inizia la discesa, le buone intenzioni vanno a lastricare le vie dell'inferno, si scende a palla, nell'ordine dei 50 km/h, visto il fondo il rischio di addobbarsi è sempre dietro l'angolo, ma la voglia di divertirsi è tanta dopo tanto salire. Si conferma lo scarso feeling che ho con la mia gomma posteriore ed arrivo lungo un paio di volte, tanto lungo da riuscire a riprendere la bici solo sull'orlo della strada ma la sfango anche questa volta. Ad un certo punto accade l'imponderabile, la cosa che non ti aspetti ... PASSO A PALLA UN BIVIO ED IMBOCCO LA STRADA SBAGLIATA ... Danilo rinuncia a condurmi sulla retta via, e mi segue su quella sbagliata Arriviamo lo stesso a valle, ma più giù di dove saremmo dovuti sbucare, cosa che ci costringe a risalire su bitume ... tanto per gradire, ed arriviamo alle macchine.
Insomma, bel percorso, molto allenante e vario, anche divertente, a parte la variante alla fitzcarraldo in cui il divertimento, nel mio caso, è lievemente offuscato dalla paura d'ammazzamme ad ogni pedalata Ottima compagnia, Danilo si è confermato un eccellente compagnio di pedale, si sale e si scende senza seghe mentali e quanno c'è da magnà nun se tira indietro.
Gran bella giornata, grazie Danì
... come da programma, siamo riusciti a fare il giro, ieri. La giornata non era cominciata proprio benissimo, visto che mi sono alzato alle 6.30 essendo andato a nanna alle 2.00, ma tant'è la voglia di pedalare era tanta.
Scendo in garage, la mojo me guarda con l'espressione de chi sta a pensà "e mo, che vole questo che viè a rompe li c.....i a quest'ora" ... controllo la pressione della gomma posteriore (2,2) vado per togliere il tappino a quella anteriore e psssssssssssssssssssssssssss, il lattice si era incollato alla valvola che era venuta via ... vabbè, la riavvito e stringo a mano visto che non so dove diavolo è l'apposito attrezzino, gonfio a 2,0 carico la bici e parto, portandomi dietro l'altra ruota, non si sa mai
Arrivato a Fonte Nuova, mentre sto a cercà la pasticceria dove avevo appuntamento con Danilo, vedo una bici su un portapacchi da tetto con le inconfondibili e vezzose mutande e nel contempo un figuro che esce fuori da un bar gesticolando verso di me ... è lui!!! ... ma questa non è una piazza e quella non è la pasticceria!!! ... "l'altra è chiusa, mi fa, te stavo a chiamà ... pensavo che vista la notturna di ieri non saresti venuto" ... "ahooooooooooo, ma io so no stimato professionista, mica un quaquaraqua"
Nel fare colazione scopro che anche Danilo è laureato in economia e commercio, me comincio a spiegà un po de cose
Arrivati al posto convenuto, Danilo imbocca a palla una strada contromano, lo seguo perplesso ... "aho, nun c'era sto senso unico prima" mi fa per tranquillizzarmi, vabbè
Inforchiamo le bici e si parte su bitume, manco a dillo ... in salita, quello che ci voleva per sciogliere un pò le gambe imballate dal ritorno a palla dalla notturna per non fare troppo tardi Nun so passati manco un par de kilometri che Danilo me fa "bono, conserva le energie che poi ce so na serie de rampe toste" ... "a Danì, ma 'nsemo manco partiti!!!" ... c'aveva ragione, comincia lo sterrato e con esso le rampe, guardo la prima e capisco che la valvola svitata era un segno del destino che avrei dovuto ascoltare ... 23%!!! minchia, e stamo solo all'inizio, poi, per fortuna, spiana e ci stabilizziamo al 16/18%, si sale parecchio. Finite le rampe ci fermiamo a mangiare qualcosa ... "mo c'è una salita, non dura, saremo intorno al 10% medio, ma moltooooooo lunga" ... "grazie, Danì, sei sempre foriero di belle notizie" ... però c'ha ragione, la salita non è durissima ma sembra non finire mai, sale sempre senza soluzione di continuità, in più guido con una mano solo visto che con l'altra sono impegnato ad ammazzare tafani ... mi passa vicino un suv alzando una nuvola di polvere ... "si suda eh?!? ... è dura!!!" mi vengono in mente molte cose dure con cui sottoporlo ad una approfondita ispezione rettale, ma mi limito a dire "eh già" col tono di chi in relatà sta pensando "ma vaffan.... va!!!" Alla fine, la salita finisce, e con essa lo sterrato, siamo arrivati a Monte Flavio, ci fermiamo ad abbeverarci e riprendiamo a salire verso la pineta, passando davanti alla nostra agognata meta ... il mitico ristorante "Lorenzo allo Scapicollo"
Le pendenze sono dure, ed il fondo difficile, in alcuni punti mi ricorda la salita nel bosco da campo felice verso il rifugio sebastiani, si pedala il doppio per avanzare la metà, insomma un gran BDC Arrivati nel punto più alto, ci dirigiamo verso il rifugio con un susseguirsi di salite e discese su fondo bastardo, tanto che Danilo, distratto dal panorama, cade sbucciandosi un braccio. La reazione è tutto sommato contenuta, io avrei moltiplicato per 1.7 i padre nostro e per 1,6 le ave maria Mi ricordo di avere nello zaino il kit del piccolo dr kildaire, mai utilizzato, visto che di solito usufruiamo dei mitici kit di pronto soccorso del garga Funzionano ancora e cospargo il braccio di Danilo di polvere disinfettante e cicatrizzante alla temperaturta di -20 circa, col povero Danilo che comincia a chiedersi se la cura non sia peggiore del male Arriviamo al rifugio ... relax, telefonate di controllo e si riparte per andare a prendere il single trek che ci avrebbe riportato a monte flavio.
Lo prendiamo e si vede subito che aria tira, abbassiamo la sella e ci buttiamo ... è stretto, spesso in contropendenza ed esposto, pieno di rocce e di simpatici rovi che mi sferzano le gambe che manco alla passione de cristo ... ... dopo un primo tratto a scendere su tornantini in cui rischio più volte di andare di sotto o di stamparmi su qualche roccia, inzia un tratto sempre stretto, tutto scoperto di saliscendi, roba che a Ric avrebbe fatto venire le lacrime agli occhi per la felicità una di quelle varianti alla fitzcarraldo che affronta con l'espressione di un bimbo a natale mentre guarda i regali sotto l'albero Ne usciamo vivi, non so come, e riprendiamo la sterrata che ci porta a monte flavio, il più è fatto!!! ci avviamo verso il ristorante stanchi ma felici ... capisco perchè lo chiamano scapicollo ... per arrivarci si deve fare una rampa al 25% circa, che una qualunque persona dotata di un minimo di buon senso, a quel punto, avrebbe fatto a piedi, ma noi no, saliamo in bici per la gioia del proprietario che ci apostrofa con un "ma che siete venuti su un bici? ma che sete matti, se fatica pure a salì a piedi!!!" ... rispondiamo con un sorriso, ma solo per mancanza di ossigeno
Entriamo ... ahhhhhhhhhhhhhhhhh, cosa vedono le mie fosche pupille!!! una graziosissima fanciulla bionda, carnagione bianchissima, quasi eterea, uno splendore!!! Sono ancora rapito, quando ne appare un'altra mora, pelle scura, più casareccia, ma altrettanto graziosa. Ahooooooooooooooo, ma che so morto su quella salita e mo sto in paradiso?!? ... "te li magni li gnocchetti al sugo de castrato sì?!?" Danilo mi scuote dal mio torpore MILFICO ... "eccerto!!!", ne arriva una fiamminga piena, se ne famo du bei piatti ... chiedo il formaggio "mo te lo porto ma guarda che c'è già" ... "nun se semo capiti, pe me il formaggio c'è quando nun sembra che te stai a magnà un piatto de pasta in bianco!!!" ... Danilo pensa che esagero, ma scopre che non è così Spolverati li gnocchetti si passa al filetto, bono pure quello, insalata per Danilo, patate fritte per me, bonissimeeeeeeee!!! Danilo chiede il caffè ... "e il dolce nun lo magnamo?!?" me gurda schifato ... "ma dai, che ce n'abbiamo ancora de strada da fa, e pure belle discese, mejo nun esagerà" ... rinuncio a malincuore al dolce e ripartiamo con negli occhi le immagini degli gnocchetti, del filetto e, soprattutto, delle due adorabili fanciulle che ce li hanno serviti.
Inizia la discesa, le buone intenzioni vanno a lastricare le vie dell'inferno, si scende a palla, nell'ordine dei 50 km/h, visto il fondo il rischio di addobbarsi è sempre dietro l'angolo, ma la voglia di divertirsi è tanta dopo tanto salire. Si conferma lo scarso feeling che ho con la mia gomma posteriore ed arrivo lungo un paio di volte, tanto lungo da riuscire a riprendere la bici solo sull'orlo della strada ma la sfango anche questa volta. Ad un certo punto accade l'imponderabile, la cosa che non ti aspetti ... PASSO A PALLA UN BIVIO ED IMBOCCO LA STRADA SBAGLIATA ... Danilo rinuncia a condurmi sulla retta via, e mi segue su quella sbagliata Arriviamo lo stesso a valle, ma più giù di dove saremmo dovuti sbucare, cosa che ci costringe a risalire su bitume ... tanto per gradire, ed arriviamo alle macchine.
Insomma, bel percorso, molto allenante e vario, anche divertente, a parte la variante alla fitzcarraldo in cui il divertimento, nel mio caso, è lievemente offuscato dalla paura d'ammazzamme ad ogni pedalata Ottima compagnia, Danilo si è confermato un eccellente compagnio di pedale, si sale e si scende senza seghe mentali e quanno c'è da magnà nun se tira indietro.
Gran bella giornata, grazie Danì
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
TERMINILLO E VALLE SCURA
... a grande e pressante richiesta il mio personale resoconto della giornata ...
Appuntamento alle 8.30 all'Agip ... NOI arriviamo alle 8.14 NOI ... gli altri dopo. Il garga, purtroppo, arriva appena dentro il tempo massimo ma si becca comunque una raffica di coppini per la cojonata dell'appuntamento da darmi alle 8.00 per farmi arrivare alle 8.30
Durante il viaggio catechizzo Aleandro sul fatto che il giro è duro, molto più di quello che avevamo fatto qualche settimana prima, perchè li la salita era stata lunga ma tutta pedalabile su buon fondo e, soprattutto, coperta, mentre questa sarebbe stata più lunga e del tipo rampa/spiana/rampa/spiana, quasi tutta scoperta. Lo scopo di indurlo ad una partenza tranquilla fallisce miseramente fin dai primi metri ... la solita partenza a cannone di sempre!!!
Dopo un breve tratto di Salaria in discesa, si sale su bitume verso Micigliano, con una pendenza media intorno al 6% e punte al 10%. Arriviati a Micigliano ci accoglie una fontana ed il vence fa ad autoctono "se po beve st'acqua, è potabile?" ... "e certo che se po beve!!!" non faccio in tempo a forgli notare che il tizio in questione sembra essere a dir poco critico sull'uso dell'acqua a scopi alimentari, viaggiando con un bottiglione di vino da cinque litri sotto al braccio, che il vence si sta già abbeverando ... decidiamo di rischiare e ci abbeveriamo anche noi, mentre il vence attacca bottome con un gruppetto di indigeni intenti a tracannare vino sotto una specie di gazebo. Vedendolo ingollare liquido paglierino ci avviciniamo e diamo vita ad una passatella improvvisata con bicchieri di vino che vanno e vengono in un atmosfera sempre più calda e goliardica, con informazioni sulla salita che stiamo per affrontare che si mischiano ai fumi dell'alcol Prima di ripartire ci accordiamo per un caloroso benvenuto al Garga che sarebbe sopraggiunto di li a poco ... viene accolto da una raffica di "ma 'ndo c....o vai!!!" ... "sei na pippa!!!" ... "lassa perde che ce mori!!!" ... "l'amichi tua so passati da du ore!!!" ma lui, niente, prosegue impassibile fino a quando il mio grido di battaglia ... A RINCOJONITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! ... gli trapassa un timpano, si rende conto dell'agguato e si ferma al fontatnone per rifocillarsi.
Si riparte, ebbri, verso un destino crudele e beffardo ... l'inizio dello sterrato viene salutato con un tripudio di gioia che si andrà via via affievolendo guardando il suo sviluppo verticale lungo la montagna Mentre rifletto sul fatto che la salita è troppo blanda (6/8%) per non riservare amare sorprese più avanti, arriviamo ad un altro fontanone. Il vence tenta di appropriarsi di un cocomero ed una fiaschetta di vino incautamente abbandonati al fresco da un vacanziero ignaro della nostra presenza ... che vista la mal parata si avvicina per un controllo accolto dal vence "ahooooooooo, si voi na fetta de cocomero nun fa complimenti eh!!!" ... fa un sorrisetto del tipo ... questo è scemo!!! ... d'altronde si nun era scemo qui ce saliva colla macchina mica in bici sotto al sole Mentre mi gusto la scena un tafano mi si avvinghia ad una gamba e comincia a succhiare, avvertito da Aleandro lo faccio secco con una manata, ma il sangue cola, segno che stava attaccato già da un pò ... "ahoooooooo, manco lo sentiva, a Francè, ma che sei de tungsteno?!?" mi fa
Si riprende l'ascesa, la strada impenna un po, poi si perde nel bosco, sempre assolata, però il vence tira il gruppo, io appresso beneficio delle sue attenzioni ... "ahooooooooooo, te sto a fa un book fotografico!!!" Usciti da questa specie di bosco senza ombra ci aspetta una serie di rampe dure su pietraia con fondo che va dall'infame all'impedalabile ... l'infame si fa in sella, l'impedalabile ci si prova con Ric che funge da voce della coscienza con eco ... "ma chi c.....o te lo fa fa!!!!!!!" effettivamente ha ragione, si va in bici alle stessa velocità che si fa a piedi , ma la tigna è tigna ... però anche quella finisce ed accolgo la scesa a piedi del vence come una liberazione ... nun ne potevo veramente più ... i tratti infami si alternano a quelli dove è impossibile perfino mantenere l'equilibrio, con il piacevole intermezzo di rampe cementate con pendenze sempre superiori al 20% Scollinati i 1.800 troviamo una simpaticissima coppia intenta ad un pic-nic che offre vino al vence ed acqua a me, chissà come mai approfittiamo della loro gentilezza e disponibilità e ci dissetiamo, ma decliniamo l'offerta di porchetta, pomodori casarecci, verdura gligliata, frutta ecc. Arrivato Ric ottiene lo stesso trattamento, compreso un bicchiere di rosso fatto in casa che dimostra di apprezzare parecchio
Ripartiamo, non prima di avergli raccomandato di fornire informazioni drammatiche sul percorso da compiere per arrivare al rifugio agli altri due ciclisti che sarebbero arrivati di li a poco
Il tanto sacramentare ottiene i primi risultati solo quando la strada spiana, il sole sparisce coperto dalle nuvole, rivolgo lo sguardo al cielo ... "beh, mica te sarai incazzato, eh?!? ... e comunque il sole lo potevi oscura mentre stavamo a salì, no adesso che semo fradici de sudore e tira sta giannetta!!!" ... per tutta risposta si odono in lontananza tuoni che non fanno presagire niente di buono
Arrivati alla strada asfaltata che porta al rifugio, mi verrebbe di scendere a baciarla, nonostante i miei gommoni ci si incollino talmente da rendermelo più faticoso dello sterrato Il vence mi fa "dai, butta dentro il padellone e scatta che è molto allenante!!!" ... lo guardo come gli indigeni guardarono Colombo sbarcare ... un misto di stupore, incredulità, paura e raccapriccio e continuo colla mia andatura poco allenante ma che mi garantisce di arrivare alla metà con un livello delle funzioni vitali appena superiore a quello che avrebbe comportato lo stato comatoso
La fame è tanta e ci buttiamo a mangiare le ultime porzioni di polenta con salsicce rimaste senza aspettare Aleandro ed Andrea, che si uniscono per sbranare l'ultimissima porzione ed una discreta fiamminga di agnello arrosto. Il vence, come di consueto, gioca con tutte le cameriere
Ripartiamo sazi, satolli e rinfrancati ... per arrivare a svalicare dobbiamo fare gli ultimi 80 metri di dislivello, distribuiti praticamente su due lunghi e ripidi tornanti su sterrato. Vista l'attrippata e la discesa molto impegnatica che ci aspetta, buon senso vorrebbe che si facciano a piedi, ma il vence non scende ed io, stupidamente :mrgeen: lo seguo nonostante la forcella mi sia rimasta inspiegabilmente bloccata a 160 costringendomi a fare una fatica bestiale con Ric grillo parlante che mi articola con il classico ... "ma chi c.....o te lo fa fareeeeeeee!!!"
Arrivati in cima il vence ha ancora la forza di tacchinare una bella passeggiatrice straniera, nel senso che passeggiava per i monti eh!!! ma non riesce a convincerla a farsi una foto con lui, quindi ripiega sull'utilizzarla come fotografa per una foto di gruppo. Dopo aver dato libero sfogo ai desideri giostraroli di Ric e del vence, abbassiamo la sella e ci buttiamo in discesa. Con la scusa di farmi una foto, mandano avanti me, in realtà nessuno sano di mente vorrebbe avermi dietro in discesa ... ed infatti parto a cannone visto che la discesa è come piace a me, veloce, abbastanza incasinata ma senza i passaggi tecnici che mi mettono in crisi. Le ardent fanno benissimo il loro lavoro, soprattutto quella dietro che frena e tiene molto meglio dell'advantage. Dopo aver rischiato la pelle quelle 3/4 volte canoniche ed aver centrato un ramo con uno stinco, mi fermo ad una specie di casetta, in presenza di un bivio, onde evitare di rovinarmi la media in orientering e conduzione del gruppo Arriva il vence a cannone ed inchioda su un tappeto di rami e pietre aguzze con risultato di un psssssssssssssssssssssssss che si spande nell'aria, camera squarciata. Mentre la sta sostituendo arriva il garga con la gomma poseriore sgonfia. Sistemate le questioni tecniche si riprende la discesa, veramente bellissima ed in un contesto paesaggistico meraviglioso, fino ad arrivare ad un tratto molto ripido in mezzo alle rocce. I giostraroli vence e Ric fanno in bici il primo tratto, poi desistono, noi desistiamo dal primo metro ... si fa fatica anche a scendere a piedi vista la pendenza e la scivolosità del fondo.
Finito il pezzo a piedi si riprende a scendere in un contesto bellissimo, costggiango un corso d'acqua ed attraversandolo più volte, passando accanto a cascatelle naturali molto suggestive. Il vence ed io veniamo giù a cannone gli altri, giustamente, si godono la discesa e le bellezze del posto scattando foto stupende!!! Arriviamo giù fradici, ma siamo a sigillo e le macchine non sono lontane. Le raggiungiamo passando in galleria ad oltre 50 km/h perchè il vence, giustamente, ci vuole rimanere il meno possibile, scoprendo, poi, che il percorso la bypassava su sterrato, passandoci accanto ... vabbè
Ci cambiamo e ripartiamo per tornare a casa, stanchi ma veramente felici di aver passato una giornata insieme in bici attraversando posti veramente stupendi. La salita è una palla, sia come fondo che come esposizione, ma la discesa è fantastica, la più bella che abbia fatto in mtb, quindi è obbligatorio tornarci, però salendo fino a Pian de Valli come qualche settimana fa ed arrivando su asfalto fino al rifugio sebastiani.
Grazie di cuore ragazzi, è stata una giornata magnifica, molto faticosa, ma altrettanto divertente, uno di quei giorni in cui ringrazio di aver deciso di rimontare in bici e di iscrivermi a questo forum
... a grande e pressante richiesta il mio personale resoconto della giornata ...
Appuntamento alle 8.30 all'Agip ... NOI arriviamo alle 8.14 NOI ... gli altri dopo. Il garga, purtroppo, arriva appena dentro il tempo massimo ma si becca comunque una raffica di coppini per la cojonata dell'appuntamento da darmi alle 8.00 per farmi arrivare alle 8.30
Durante il viaggio catechizzo Aleandro sul fatto che il giro è duro, molto più di quello che avevamo fatto qualche settimana prima, perchè li la salita era stata lunga ma tutta pedalabile su buon fondo e, soprattutto, coperta, mentre questa sarebbe stata più lunga e del tipo rampa/spiana/rampa/spiana, quasi tutta scoperta. Lo scopo di indurlo ad una partenza tranquilla fallisce miseramente fin dai primi metri ... la solita partenza a cannone di sempre!!!
Dopo un breve tratto di Salaria in discesa, si sale su bitume verso Micigliano, con una pendenza media intorno al 6% e punte al 10%. Arriviati a Micigliano ci accoglie una fontana ed il vence fa ad autoctono "se po beve st'acqua, è potabile?" ... "e certo che se po beve!!!" non faccio in tempo a forgli notare che il tizio in questione sembra essere a dir poco critico sull'uso dell'acqua a scopi alimentari, viaggiando con un bottiglione di vino da cinque litri sotto al braccio, che il vence si sta già abbeverando ... decidiamo di rischiare e ci abbeveriamo anche noi, mentre il vence attacca bottome con un gruppetto di indigeni intenti a tracannare vino sotto una specie di gazebo. Vedendolo ingollare liquido paglierino ci avviciniamo e diamo vita ad una passatella improvvisata con bicchieri di vino che vanno e vengono in un atmosfera sempre più calda e goliardica, con informazioni sulla salita che stiamo per affrontare che si mischiano ai fumi dell'alcol Prima di ripartire ci accordiamo per un caloroso benvenuto al Garga che sarebbe sopraggiunto di li a poco ... viene accolto da una raffica di "ma 'ndo c....o vai!!!" ... "sei na pippa!!!" ... "lassa perde che ce mori!!!" ... "l'amichi tua so passati da du ore!!!" ma lui, niente, prosegue impassibile fino a quando il mio grido di battaglia ... A RINCOJONITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! ... gli trapassa un timpano, si rende conto dell'agguato e si ferma al fontatnone per rifocillarsi.
Si riparte, ebbri, verso un destino crudele e beffardo ... l'inizio dello sterrato viene salutato con un tripudio di gioia che si andrà via via affievolendo guardando il suo sviluppo verticale lungo la montagna Mentre rifletto sul fatto che la salita è troppo blanda (6/8%) per non riservare amare sorprese più avanti, arriviamo ad un altro fontanone. Il vence tenta di appropriarsi di un cocomero ed una fiaschetta di vino incautamente abbandonati al fresco da un vacanziero ignaro della nostra presenza ... che vista la mal parata si avvicina per un controllo accolto dal vence "ahooooooooo, si voi na fetta de cocomero nun fa complimenti eh!!!" ... fa un sorrisetto del tipo ... questo è scemo!!! ... d'altronde si nun era scemo qui ce saliva colla macchina mica in bici sotto al sole Mentre mi gusto la scena un tafano mi si avvinghia ad una gamba e comincia a succhiare, avvertito da Aleandro lo faccio secco con una manata, ma il sangue cola, segno che stava attaccato già da un pò ... "ahoooooooo, manco lo sentiva, a Francè, ma che sei de tungsteno?!?" mi fa
Si riprende l'ascesa, la strada impenna un po, poi si perde nel bosco, sempre assolata, però il vence tira il gruppo, io appresso beneficio delle sue attenzioni ... "ahooooooooooo, te sto a fa un book fotografico!!!" Usciti da questa specie di bosco senza ombra ci aspetta una serie di rampe dure su pietraia con fondo che va dall'infame all'impedalabile ... l'infame si fa in sella, l'impedalabile ci si prova con Ric che funge da voce della coscienza con eco ... "ma chi c.....o te lo fa fa!!!!!!!" effettivamente ha ragione, si va in bici alle stessa velocità che si fa a piedi , ma la tigna è tigna ... però anche quella finisce ed accolgo la scesa a piedi del vence come una liberazione ... nun ne potevo veramente più ... i tratti infami si alternano a quelli dove è impossibile perfino mantenere l'equilibrio, con il piacevole intermezzo di rampe cementate con pendenze sempre superiori al 20% Scollinati i 1.800 troviamo una simpaticissima coppia intenta ad un pic-nic che offre vino al vence ed acqua a me, chissà come mai approfittiamo della loro gentilezza e disponibilità e ci dissetiamo, ma decliniamo l'offerta di porchetta, pomodori casarecci, verdura gligliata, frutta ecc. Arrivato Ric ottiene lo stesso trattamento, compreso un bicchiere di rosso fatto in casa che dimostra di apprezzare parecchio
Ripartiamo, non prima di avergli raccomandato di fornire informazioni drammatiche sul percorso da compiere per arrivare al rifugio agli altri due ciclisti che sarebbero arrivati di li a poco
Il tanto sacramentare ottiene i primi risultati solo quando la strada spiana, il sole sparisce coperto dalle nuvole, rivolgo lo sguardo al cielo ... "beh, mica te sarai incazzato, eh?!? ... e comunque il sole lo potevi oscura mentre stavamo a salì, no adesso che semo fradici de sudore e tira sta giannetta!!!" ... per tutta risposta si odono in lontananza tuoni che non fanno presagire niente di buono
Arrivati alla strada asfaltata che porta al rifugio, mi verrebbe di scendere a baciarla, nonostante i miei gommoni ci si incollino talmente da rendermelo più faticoso dello sterrato Il vence mi fa "dai, butta dentro il padellone e scatta che è molto allenante!!!" ... lo guardo come gli indigeni guardarono Colombo sbarcare ... un misto di stupore, incredulità, paura e raccapriccio e continuo colla mia andatura poco allenante ma che mi garantisce di arrivare alla metà con un livello delle funzioni vitali appena superiore a quello che avrebbe comportato lo stato comatoso
La fame è tanta e ci buttiamo a mangiare le ultime porzioni di polenta con salsicce rimaste senza aspettare Aleandro ed Andrea, che si uniscono per sbranare l'ultimissima porzione ed una discreta fiamminga di agnello arrosto. Il vence, come di consueto, gioca con tutte le cameriere
Ripartiamo sazi, satolli e rinfrancati ... per arrivare a svalicare dobbiamo fare gli ultimi 80 metri di dislivello, distribuiti praticamente su due lunghi e ripidi tornanti su sterrato. Vista l'attrippata e la discesa molto impegnatica che ci aspetta, buon senso vorrebbe che si facciano a piedi, ma il vence non scende ed io, stupidamente :mrgeen: lo seguo nonostante la forcella mi sia rimasta inspiegabilmente bloccata a 160 costringendomi a fare una fatica bestiale con Ric grillo parlante che mi articola con il classico ... "ma chi c.....o te lo fa fareeeeeeee!!!"
Arrivati in cima il vence ha ancora la forza di tacchinare una bella passeggiatrice straniera, nel senso che passeggiava per i monti eh!!! ma non riesce a convincerla a farsi una foto con lui, quindi ripiega sull'utilizzarla come fotografa per una foto di gruppo. Dopo aver dato libero sfogo ai desideri giostraroli di Ric e del vence, abbassiamo la sella e ci buttiamo in discesa. Con la scusa di farmi una foto, mandano avanti me, in realtà nessuno sano di mente vorrebbe avermi dietro in discesa ... ed infatti parto a cannone visto che la discesa è come piace a me, veloce, abbastanza incasinata ma senza i passaggi tecnici che mi mettono in crisi. Le ardent fanno benissimo il loro lavoro, soprattutto quella dietro che frena e tiene molto meglio dell'advantage. Dopo aver rischiato la pelle quelle 3/4 volte canoniche ed aver centrato un ramo con uno stinco, mi fermo ad una specie di casetta, in presenza di un bivio, onde evitare di rovinarmi la media in orientering e conduzione del gruppo Arriva il vence a cannone ed inchioda su un tappeto di rami e pietre aguzze con risultato di un psssssssssssssssssssssssss che si spande nell'aria, camera squarciata. Mentre la sta sostituendo arriva il garga con la gomma poseriore sgonfia. Sistemate le questioni tecniche si riprende la discesa, veramente bellissima ed in un contesto paesaggistico meraviglioso, fino ad arrivare ad un tratto molto ripido in mezzo alle rocce. I giostraroli vence e Ric fanno in bici il primo tratto, poi desistono, noi desistiamo dal primo metro ... si fa fatica anche a scendere a piedi vista la pendenza e la scivolosità del fondo.
Finito il pezzo a piedi si riprende a scendere in un contesto bellissimo, costggiango un corso d'acqua ed attraversandolo più volte, passando accanto a cascatelle naturali molto suggestive. Il vence ed io veniamo giù a cannone gli altri, giustamente, si godono la discesa e le bellezze del posto scattando foto stupende!!! Arriviamo giù fradici, ma siamo a sigillo e le macchine non sono lontane. Le raggiungiamo passando in galleria ad oltre 50 km/h perchè il vence, giustamente, ci vuole rimanere il meno possibile, scoprendo, poi, che il percorso la bypassava su sterrato, passandoci accanto ... vabbè
Ci cambiamo e ripartiamo per tornare a casa, stanchi ma veramente felici di aver passato una giornata insieme in bici attraversando posti veramente stupendi. La salita è una palla, sia come fondo che come esposizione, ma la discesa è fantastica, la più bella che abbia fatto in mtb, quindi è obbligatorio tornarci, però salendo fino a Pian de Valli come qualche settimana fa ed arrivando su asfalto fino al rifugio sebastiani.
Grazie di cuore ragazzi, è stata una giornata magnifica, molto faticosa, ma altrettanto divertente, uno di quei giorni in cui ringrazio di aver deciso di rimontare in bici e di iscrivermi a questo forum
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
TERMINILLO DA CITTADUCALE A PIAN DE VALLI
... beh, famme scrive du cazzate pure a me, sinnò Romina se preoccupa
Cominciamo col dire che, per non ammazzarmi anche stavolta, avevo nottetempo montato al posteriore la ruota con gli SM8 al posto dei cingoli con cui avevo fatto Trisulti, salvo poi rendermi conto, al momento di caricare la bici, che aveva i dischi da 160 anzichè 180, sicchè le pastiglie arrivavano appena a pizzicarlo. Vabbè era destino, mi metto in macchina la ruota cingolata per rimontarla poi.
Il giro, nonostante partisse dal cimitero, è stato meno faticoso di quanto sembrasse sulla carta, contrariamente a quelli fatti in precedenza che si erano rivelati più tosti di quanto potesse sembrare.
La partenza è quella classica cui ormai ci siamo abituati ... pronti, via ... rampe al 12/14%, l'ideale per scaldare i muscoli ... la salita invece, è sì senza soluzione di continuità per oltre 21 kilometri, ma sempre dolce, con pendenze del 4/10% e buon fondo, quindi siamo saliti di buon passo senza ammazzarci. Anche perchè la SFORTUNA, senza l'aiuto di ... ehmmm ... nessuno ha voluto che Andrea bucasse e noi, PER NON FARLO SENTIRE A DISAGIO, abbiamo continuato a salire Solo mcnab, avendo ricevuto promesse di aiuto in gara, ha assistito al travaglio tecnico de "il fenomeno" Arrivati ad un bivio, e sapendo che nè Andrea nè Mcnab avevano la traccia, proponevo di tirare dritti avendo il 50% di probabilità di perderseli , ma Beppe, il solito buonista , ci convinceva ad aspettarli.
Bellissimo il tratto nel bosco, pieno di fango, però, i cingoli che avevo bestemmiato fino a quel momento, si rivelano di grande aiuto
Arrivati ad un punto panoramicissimo, cominciava il teatrino ... "la vedi la scritta?" ... "no, non vedo una cippa" ... "ma guarda meglio, li sotto le nuvole" ... "ce sta un monte sotto le nuvole" ... "e certo, ma c'è scritto qualcosa!!!" ... "si era er Pellecchia ce stava scritto VENCEMARIO, ma quello che monte è?" ... "e su che si vede bene che c'è scritto DUX!!!" ... "sarà, lo poi intuì solo ci ce lo sai, sinnò nun vedi na cippa" ... "ma devi leggere il pieno, no i vuoti" ... "e scusa io de solito leggo i fondi ... de caffè!!!" ... siccome tirava un vento che sembrava da esse alla spedizione de Umberto Nobili, abbiamo concordato una versione comune ... "ammazza, ahoooo, se legge benissimo!!!" e semo ripartiti
L'ultimo tratto di salita per arrivare a Pian de Valli, è su asfalto ... noooooooooooooooooooooooooo!!! I cingoli tornano a cingolare, è incredibile come si incollino al bitume, scorrono molto meglio sul fango!!! Comunque arriviamo e Beppe mi fa "ma siamo fuori traccia" ... "te credo ... stamo annà a magnàààààààààààààà!!!" Beppe si tranquillizza ed assume l'espressione di un bimbo davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli Durante il pranzo, complice la telecronaca della tappa del Tour, si discute di ciclismo, ed in particolare del fatto che se un uomo di classifica buca, il gruppo non tira per facilitargli il rientro ... più o meno quello che abbiamo fatto noi
Al ristorante, dopo aver magnato antipasti molto abbondanti, compresi facioli colle cotiche e trippa, un bel piatto di pasta ed un tiramisù, Andrea se ne esce "mejo nun prende il secondo sinnò s'appesantimo e dovemo ancora fa la salita più tosta del giro" ... "e sì, mejo nun pijallo, tenemose leggeri!!!" Romina sostiene che la sua trippa è migliore, ma rifiuta di alzarsi la maglietta per farci constatare la veridicità dell'affermazione
Si riparte, Romina e Andrea per il percorso originario e gli altri per la variante. La pendenza del singhe trek, in effetti c'è, ma Diego, non contento si mette a tagliare i tornantini seguito da Beppe. Io me ne guardo bene, e faccio strada a mcnab sulla traccia che prevede, appunto, i tornantini. A forza di vedere i due giostraroli, contravvengo alla mia impostazione minimalista e mi metto a tagliare anch'io ... salto il primo, salto il secondo, al terzo c'è un gradone, devo andare in fuori sella, ma mentre mi sposto sulla sella, mi impiglio coi calzoncini e rimango con tutto il peso del corpo in avanti ... ce semo, penso, se va per terra ... ed infatti me cappotto abbobbandomi proprio dalla parte del polso fratturato colla bici pe cappello (poi dice che è na cazzata alleggerì la bici!!! ), prendendo anche una bella tranvata sulle costole. Vabbè, risalgo in bici e seguo fedelmente la traccia, con molta molta cautela Arriviamo all'intersezione tra il percorso originario e la variante, contemporaneamente a Romina ed Andrea, manco se ci fossimo dati un appuntamento
Ci avviamo verso la salita finale, temendo il peggio e con la solita litania ..."se è dura scendiamo" ..."ma chi celo fa fare" ..."ma mica ce pagheno" ..."vorrà di che spingiamo", ma non ci crede più nessuno :mrgeen:, infatti, cominciano le rampe, ma nessuno scende, anzi qualcuno sale visto che quell'infami de Andrea e Diego, me s'aggrappano allo zaino ... nonostante le mie cortesi esortazioni a non farlo
In discesa, nonostante mi sia appena addobbato, parto a cannone e vado giù a palla, arrivando a toccare i 50 km/h e rischiando più di una volta di riaddobbarmi anche perchè il cingolo davanti fa un gran bel lavoro sia in tenuta laterale che in frenata, mentre quello dietro arriva spesso al bloccaggio in frenata intraversando la bici e costringendomi a continue correzioni.
Alla fine il garmino, nonostante lo abbia acceso solo alla prima sosta, quindi a giro già iniziato da un pò, segna 40,51 km. per 1.267 mt di dislivello.
Grazie a tutti, ragazzi, è stata la solita giornata divertente, piacevole ed anche di grande soddisfazione per aver conquistato un'altra cima, in maniera, tutto sommato, rilassata, anche se ho una spalla ed un paio di costole indolenzite e mi spiace per chi non è riuscito a venire, vi siete persi una gran bella giornata ed un bel giro.
... beh, famme scrive du cazzate pure a me, sinnò Romina se preoccupa
Cominciamo col dire che, per non ammazzarmi anche stavolta, avevo nottetempo montato al posteriore la ruota con gli SM8 al posto dei cingoli con cui avevo fatto Trisulti, salvo poi rendermi conto, al momento di caricare la bici, che aveva i dischi da 160 anzichè 180, sicchè le pastiglie arrivavano appena a pizzicarlo. Vabbè era destino, mi metto in macchina la ruota cingolata per rimontarla poi.
Il giro, nonostante partisse dal cimitero, è stato meno faticoso di quanto sembrasse sulla carta, contrariamente a quelli fatti in precedenza che si erano rivelati più tosti di quanto potesse sembrare.
La partenza è quella classica cui ormai ci siamo abituati ... pronti, via ... rampe al 12/14%, l'ideale per scaldare i muscoli ... la salita invece, è sì senza soluzione di continuità per oltre 21 kilometri, ma sempre dolce, con pendenze del 4/10% e buon fondo, quindi siamo saliti di buon passo senza ammazzarci. Anche perchè la SFORTUNA, senza l'aiuto di ... ehmmm ... nessuno ha voluto che Andrea bucasse e noi, PER NON FARLO SENTIRE A DISAGIO, abbiamo continuato a salire Solo mcnab, avendo ricevuto promesse di aiuto in gara, ha assistito al travaglio tecnico de "il fenomeno" Arrivati ad un bivio, e sapendo che nè Andrea nè Mcnab avevano la traccia, proponevo di tirare dritti avendo il 50% di probabilità di perderseli , ma Beppe, il solito buonista , ci convinceva ad aspettarli.
Bellissimo il tratto nel bosco, pieno di fango, però, i cingoli che avevo bestemmiato fino a quel momento, si rivelano di grande aiuto
Arrivati ad un punto panoramicissimo, cominciava il teatrino ... "la vedi la scritta?" ... "no, non vedo una cippa" ... "ma guarda meglio, li sotto le nuvole" ... "ce sta un monte sotto le nuvole" ... "e certo, ma c'è scritto qualcosa!!!" ... "si era er Pellecchia ce stava scritto VENCEMARIO, ma quello che monte è?" ... "e su che si vede bene che c'è scritto DUX!!!" ... "sarà, lo poi intuì solo ci ce lo sai, sinnò nun vedi na cippa" ... "ma devi leggere il pieno, no i vuoti" ... "e scusa io de solito leggo i fondi ... de caffè!!!" ... siccome tirava un vento che sembrava da esse alla spedizione de Umberto Nobili, abbiamo concordato una versione comune ... "ammazza, ahoooo, se legge benissimo!!!" e semo ripartiti
L'ultimo tratto di salita per arrivare a Pian de Valli, è su asfalto ... noooooooooooooooooooooooooo!!! I cingoli tornano a cingolare, è incredibile come si incollino al bitume, scorrono molto meglio sul fango!!! Comunque arriviamo e Beppe mi fa "ma siamo fuori traccia" ... "te credo ... stamo annà a magnàààààààààààààà!!!" Beppe si tranquillizza ed assume l'espressione di un bimbo davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli Durante il pranzo, complice la telecronaca della tappa del Tour, si discute di ciclismo, ed in particolare del fatto che se un uomo di classifica buca, il gruppo non tira per facilitargli il rientro ... più o meno quello che abbiamo fatto noi
Al ristorante, dopo aver magnato antipasti molto abbondanti, compresi facioli colle cotiche e trippa, un bel piatto di pasta ed un tiramisù, Andrea se ne esce "mejo nun prende il secondo sinnò s'appesantimo e dovemo ancora fa la salita più tosta del giro" ... "e sì, mejo nun pijallo, tenemose leggeri!!!" Romina sostiene che la sua trippa è migliore, ma rifiuta di alzarsi la maglietta per farci constatare la veridicità dell'affermazione
Si riparte, Romina e Andrea per il percorso originario e gli altri per la variante. La pendenza del singhe trek, in effetti c'è, ma Diego, non contento si mette a tagliare i tornantini seguito da Beppe. Io me ne guardo bene, e faccio strada a mcnab sulla traccia che prevede, appunto, i tornantini. A forza di vedere i due giostraroli, contravvengo alla mia impostazione minimalista e mi metto a tagliare anch'io ... salto il primo, salto il secondo, al terzo c'è un gradone, devo andare in fuori sella, ma mentre mi sposto sulla sella, mi impiglio coi calzoncini e rimango con tutto il peso del corpo in avanti ... ce semo, penso, se va per terra ... ed infatti me cappotto abbobbandomi proprio dalla parte del polso fratturato colla bici pe cappello (poi dice che è na cazzata alleggerì la bici!!! ), prendendo anche una bella tranvata sulle costole. Vabbè, risalgo in bici e seguo fedelmente la traccia, con molta molta cautela Arriviamo all'intersezione tra il percorso originario e la variante, contemporaneamente a Romina ed Andrea, manco se ci fossimo dati un appuntamento
Ci avviamo verso la salita finale, temendo il peggio e con la solita litania ..."se è dura scendiamo" ..."ma chi celo fa fare" ..."ma mica ce pagheno" ..."vorrà di che spingiamo", ma non ci crede più nessuno :mrgeen:, infatti, cominciano le rampe, ma nessuno scende, anzi qualcuno sale visto che quell'infami de Andrea e Diego, me s'aggrappano allo zaino ... nonostante le mie cortesi esortazioni a non farlo
In discesa, nonostante mi sia appena addobbato, parto a cannone e vado giù a palla, arrivando a toccare i 50 km/h e rischiando più di una volta di riaddobbarmi anche perchè il cingolo davanti fa un gran bel lavoro sia in tenuta laterale che in frenata, mentre quello dietro arriva spesso al bloccaggio in frenata intraversando la bici e costringendomi a continue correzioni.
Alla fine il garmino, nonostante lo abbia acceso solo alla prima sosta, quindi a giro già iniziato da un pò, segna 40,51 km. per 1.267 mt di dislivello.
Grazie a tutti, ragazzi, è stata la solita giornata divertente, piacevole ed anche di grande soddisfazione per aver conquistato un'altra cima, in maniera, tutto sommato, rilassata, anche se ho una spalla ed un paio di costole indolenzite e mi spiace per chi non è riuscito a venire, vi siete persi una gran bella giornata ed un bel giro.
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
MONTE AUTORE FREE
... per la gioia dei miei affezionati lettori ecco il mio resoconto del giro ...
Lasciata l'auto di kitesurfer a Subiaco ci avviamo verso campo dell'osso, arrivati sul posto si prosegue ... come si prosegue?!? parcheggiamo qui ed andiamo su in bici ve?!? ... manco pe gnente, Ric prende lo sterrato a manetta per la gioia di molti e l'incredulità di qualcuno ... ... me dici che so matto a fa il bitume colla mtb e poi me porti a fa sterrato colla machina!!!
Parcheggiamo a poca distanza dal piazzale da cui si sale alla sommità del Monte Autore, praticamente quanto basta a far pensare ai presenti che fossimo arrivati fin li in bici ... Ric lo stratega Alcuni vanno su a spinta a vedere il panorama, altri , avendolo già visto un paio di volte, rimangono a cazzeggiare, Cristiano si unisce al cazzeggio e contribuisce mostrandoci una pettorina pieghevole, pensata per il soft air, molto comoda da portare nello zaino
Si parte, ci mettiamo le protezioni ed iniziamo la discesa, singhe trek sassoso in costa con, manco a dillo , un discreto scarupo sulla destra dopo un po di sali e scendi, più scendi che sali, arriviamo ad un bel discesone su prato, vengo giù a masso, apportando diverse modifiche allo stato dei luoghi ... quando sento un grido risuonare "piano Francè, badaaaaaaaaaaaa!!!" era il Tosty, che mi avvisava della presenza a fine discesa di un piccolo drop, giusto un 400/500 ... che se poteva pure fa, ma colla bici adatta ... arrivo lanciato sprezzante del pericolo, ma mi rendo conto che c'è un pazzo più pazzo di me ... il Beppe. Pur essendo in traiettoria e consapevole dell'enorme rischio, rimane fermo, immobile, alla ricerca dello scatto del mese ... "fotografo immortala biker pazzo prima di essere travolto e droppare con lui per 4/500 mt" ... ma forse è solo incondizionata fiducia nei the one
Si continua a scendere tra le rocce e si arriva ad una fontana con dei gradoni ... arriva il mio turno ma un altro grido echeggia nella valle "NO, Francè, tu noooooooooooooooooooooooooooooo!!!" ... come IO NO?!? ... vabbè, siamo all'inizio del giro e me sembra brutto addobbamme subito ... desisto ... ma Danilo non la pensa allo stesso modo ed appena ripartiti per il bellissimo single treck nel bosco, si distrae e guardare il bellissimo panorama, mette la ruota davanti fuori dal sentiero e fa un doppio carpiato laterale degno del miglior Cagnotto. Per fortuna non ci sono nè alberi nè rocce il quel punto ed il tutto si risolve nella raccolta di qualche kilo di terriccio misto a foglie e tante risate Il single trek scorre veloce, bello, godurioso, rocce, sassi smossi, rami, buche, salti, insomma quello che veramente mi diverte, disintegro i soliti 2/3 alberi ma lo schiocco e la soddisfazione sono diversi con le protezioni, colpirli a tibia scoperta e tutta un'altra cosa!!! ... il sentiero corre su due lati, alcentro si raccolgono la maggior parte dei rami e dei sassi smossi ... ovviamente scelgo la via centrale , mi si sente arrivare a kilometri di distanza, il rumore di rami tranciati e rocce che rotolano è assordante e stavolta perfino il Beppe, si gira, a guardare visibilmente preoccupato Danilo aveva pizzicato e si erano fermati proprio mentre sopraggiungevo, fuori traiettoria, fortunatamente, o meglio fuori dalla mia, che riesco a fermarmi una decina di metri più in basso col Tosty che mi urla "ma 'ndo c.....o passi?!? la devi proprio rompe sta bici eh?!?" ... come in tutti i lavori pubblici in Italia, ci sono due che lavorano, Danilo e Marco e tanti che chiaccherano e discotono su come il lavoro dovrebbe essere fatto ... do il mio contributo spiegando che LUST non è un acronimo ma è l'espressione usata da uno dei primi tester quando si è trovato a dover smontare il copertone "ma chi è LU STrun.....o che l'ha progettato sto sistema?!?"
Arriviamo al piazzale antistante la Trinità, un casino inenarrabile, ci fermiamo in un posto panoramico, dove tira una bella giannetta fresca, ottima per le polmoniti ... si decide di mangiare qualcosa, chi un paninetto, chi una barretta ... Aleandro e Danilo partono per andarsi a fare un panino, ma tornano delusi, quelli ai facioli colle cotiche sono finiti e se so dovuti accontentà de mezzo panino col presciutto Alla vista di una specie di casupoletta un metro x un metro, Kite esclama "ma è questo il Santuario?!?" ... ora, pur condividendo io la tesi che la religione è l'oppio dei popoli, avrei avuto difficoltà a credere che tutta quella gente fosse li per vedere quel coso ed infatti per arrivare al Santuario si deve scendere per una stradella piena zeppa di pellegrini. Ric ci raccomanda di scendere molto piano e facendo la massima attenzione ... "e certo" gli dico ... mi guarda come a volermi dire ... "anfatti, che scemo a fare a TE una raccomdazione del genere!!!" ... "facciamo a chi prende più pellegrini" rilancia il Beppe ... "lassa perde, che se scendo per primo me li porto tutti a valle" gli faccio ... "il primo caso di valanga estiva, formata da pellegrini invece che da neve!!!" Dalla radio un auto li accanto risunta il classico "osteria numero ...", ho appena il tempo di dire "beh, la versione che conosco io non è edulcorata come questa" ... che parte "osteria numero mille ... paraponziponzipa ... il mio c....o fa scintille" ... io e Beppe ci guardiamo attoniti, è vero che il mondo è bello perchè è vario, ma trovare un tizio che viene qui su in pellegrinaggio con una simile colonna sonora è troppoooooooooooooooooooooo vario anche per noi
Scendiamo piano piano tra la costernazione dei fedeli, "questi so matti" ... "sembrano motorini mica biciclette" ... "ma 'ndo vanno vestiti così?!?" ... "sono come le bici nostre" (ahoooooooooooooooooooo, madddechèèèèèèèè!!! ) ... "vedi, quello è un camelback" e così via ... passiamo tra una doppia ala di venditori di tutti i generi, passiamo davanti ad uno che ha un insegna con scritto CANDELE e sotto IMPERMEABILI ... azzo!!! hanno fatto una candela che non si bagna e non si spegne se piove!!! ... ci fermiamo davanti ad un candelaro a farci una foto ... "ahoooooo la fato l'avete fatta ma la candela nun l'accendete?!?" ... ed Aleandro di rimando "ma queste so biciclette mica motorini, c'hanno i pedali mica le candele" Passiamo davanti all'ultimo candelaro e la scritta "ultimo posto dove è possibile accendere candele" risuona come un avvertimento visto che di li a poco avremmo dovuto intraprendere il tratto più difficile e più rischioso del giro
Arriviamo al santuario accolti da una scritta SILENZIO NEL LUOGO DI CULTO ... ma come, fin qui c'è un casino del diavolo, con decine di bancarelle, subito dopo altrettanto, anzi peggio, e qui bisogna stare in silenzio perchè ve siete ricordati che è un luogo de culto?!? a me sembra più una sagra paesana, comuque ci adeguiamo e passiamo a piedi ed in silenzio, poggiamo le bici e diamo un'occhiata in giro. Ad un certo punto vedo Ric e Beppe in fila davanti ad una porta posta al piano superiore di una costruzione che non sembra avere a che fare col Santuario ... il bagno, penso, e mi ci dirigo anch'io ... no, non è il bagno è una Cappella, entriamo, diamo un'occhiata ed usciamo, uno dei punti più tecnici del giro, visto che bisogna uscire camminando all'indietro anche sulla scala, stando attenti a non calpestare i pellegrini in entrata
Dopo aver esplorato diverse soluzioni in discesa, troviamo quella giusta e cominciamo a scendere su un ghiaione piuttosto ripido in cui l'esperienza fatta a Pescasseroli e gli insegnamenti di Ske sul controllo delle bici si rivelano di fondamentale importanza perchè non solo mi trovo a mio agio, ma mi diverto pure Finito il ghiaione, comincia il rock garden e qui so cazzi. Non pensavo che avrei mai rimpianto il Sebastiani, invece, quello sembra niente di più di un buon allenamento in confronto però è divertente mediamente, e di grande soddisfazione per me che, fino ad un pò di tempo fa, un percorso del genere non avrei voluto vederlo neppure in cartolino, invece scopro, finalmente cosa vuol dire fuorisella ... scendendo da un gradone scarupato di brutto, mi metto talmente indietro che al momento di atterrare sento un colpo sulle chiappe ... azzo, è la ruota posteriore, ho ammortizato con le gambe tanto da arrivare a strusciarci sopra, e non è che abbia proprio delle gambine corte Per tutti gli altri è la scoperta dell'acqua calda, ma per una sega come me è un passo avanti non da poco E mi sono stancato anche molto meno, segno che effettivamente scendendo in piedi i muscoli lavorano in maniera diversa da quando si sale, quindi le due fatiche si cumulano solo in parte. Insomma, sui passaggi veramente tecnici scendo perchè non mi sento ancora di farli, almeno fin quando non sarò riuscito a metabolizzare quelli normali che per me erano impossibili
Si arriva alla fine, ci togliamo le protezioni e sulle ali dell'entusiasmo si comincia a parlare di bike park di drop, di salti che si fanno ... "io i salti ai bike park li faccio ..." esclamo ... mi guardano tutti, chi perplesso, chi ammirato, chi pensando "a cazzaroooooooooooooooooooooooooo!!!", ma dopo una pausa studiata ad arte, aggiungo "sì, de gioia, quanno me dicono che annamo a casa!!!" ... chi sbotta a ridere da una parte, chi si contorce dall'altra, a chi je va de traverso l'acqua appena tracannata ... un delirio
Ritrovati gli amati saliscendi mi lancio in fuga, fino ad un discesone su bitume di quelli che percorro a palla de foco senza dare neppure un colpo di pedale (pare sia la forza di gravità ) Arriviamo ad un bivio, trevi a sinistra in discesa, subiaco a destra in salita ... scelgo, manco a dillo, Subaico in salita, e parto per il mio personale gran premio della montagna, faccio almeno due kilometri di salita prima che il cell squilli ... è Ric "ma 'ndo ca....o stai, viè giùùùùùùùùùùùùùùù?!?", riscendo a palla, tanto per cambiare, e quando arrivo e spiego la natura dell'errore Ric me fa "e certo noi annamo a Subiaco ma mica su bitume!!!" me guardo intorno, me guado sotto ... asfalto ... "ahooooooooooooooooooooo, ma perchè questo che è?!?" Ci fermiamo a fare uno spuntino veloce e ci buttiamo lungo l'aniene, praticamente sempre a piedi ed in molti tratti arrampicando. Marco non ne può più, messo tra me ed Aleandro, viene costantemente colpito da una raffica de cazzate che metterebbe in ginocchio chiunque Mentre ci facciamo largo tra rami, rovi, ed ostacoli di ogni genere per cercare una via d'uscita, mentre ci arrampichiamo su uno scarupo, Aleandro esclama "Dio nun me lo fa franà addosso te prego" ... "ahooooooo, so l'unico che te fa diventà religioso eh?!?" ... "e te credo, quando uno ha a che fa co te, solo l'Onnipotente lo po salvà!!!" ad un certo punto urlo ... "A Beppe, la prossima volta sul navigatore imposta la rotta "veloce" non quella "breve"" ... Marco vacilla ... mi metto a cantare "... il trovacorsa vaaaaaaaaaaaaa, controcorenteeeeeeee ...", Marco accusa insisto con un "corazon espinadooooooooooooo ..." mentre ci facciamo largo tra i rovi, Marco vacilla . Proviamo a dargli il colpo di grazia ... "noi, ridemo perchè siccome non è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere, la prendiamo con filosofia" ... ed Aleandro "sì, lui con filo io con sofia" ... Marco cede e si accascia al suolo, mettendosi la bici per cappello e chiedendo a gran voce di cambiare posizione nel gruppo
Ritroviamo la strada che costeggia l'aniene e ci fermiamo a guardare il fiume in attesa che Danilo sistemi la seconda pizzicatura. Si riparte e si arriva a Subiaco, il tempo di cambiarci ed andiamo a prendere le auto lasciate all'inizio del giro. Arrivati, carichiamo tutto e ci salutiamo, io Aleandro Beppe e Ric, nonostante sia già parecchio tardi, decidiamo di fare una capatina in pasticceria
Insomma, giro con poca ascesa, ma molto tecnico in discesa e divertente per lunghi tratti per me, a parte i passaggi che non mi sento ancora di fare, però, d'altra parte, e facendo percorsi come questo che si impara qualcosa
La compagnia è sempre splendida tale da assicurare il divertimento sempre e comunque in qualsiasi situazione, quindi è sempre un grande piacere uscire con voi sia in bici che senza ... siamo un gran gruppo di sciroccati, non c'è che dire
... per la gioia dei miei affezionati lettori ecco il mio resoconto del giro ...
Lasciata l'auto di kitesurfer a Subiaco ci avviamo verso campo dell'osso, arrivati sul posto si prosegue ... come si prosegue?!? parcheggiamo qui ed andiamo su in bici ve?!? ... manco pe gnente, Ric prende lo sterrato a manetta per la gioia di molti e l'incredulità di qualcuno ... ... me dici che so matto a fa il bitume colla mtb e poi me porti a fa sterrato colla machina!!!
Parcheggiamo a poca distanza dal piazzale da cui si sale alla sommità del Monte Autore, praticamente quanto basta a far pensare ai presenti che fossimo arrivati fin li in bici ... Ric lo stratega Alcuni vanno su a spinta a vedere il panorama, altri , avendolo già visto un paio di volte, rimangono a cazzeggiare, Cristiano si unisce al cazzeggio e contribuisce mostrandoci una pettorina pieghevole, pensata per il soft air, molto comoda da portare nello zaino
Si parte, ci mettiamo le protezioni ed iniziamo la discesa, singhe trek sassoso in costa con, manco a dillo , un discreto scarupo sulla destra dopo un po di sali e scendi, più scendi che sali, arriviamo ad un bel discesone su prato, vengo giù a masso, apportando diverse modifiche allo stato dei luoghi ... quando sento un grido risuonare "piano Francè, badaaaaaaaaaaaa!!!" era il Tosty, che mi avvisava della presenza a fine discesa di un piccolo drop, giusto un 400/500 ... che se poteva pure fa, ma colla bici adatta ... arrivo lanciato sprezzante del pericolo, ma mi rendo conto che c'è un pazzo più pazzo di me ... il Beppe. Pur essendo in traiettoria e consapevole dell'enorme rischio, rimane fermo, immobile, alla ricerca dello scatto del mese ... "fotografo immortala biker pazzo prima di essere travolto e droppare con lui per 4/500 mt" ... ma forse è solo incondizionata fiducia nei the one
Si continua a scendere tra le rocce e si arriva ad una fontana con dei gradoni ... arriva il mio turno ma un altro grido echeggia nella valle "NO, Francè, tu noooooooooooooooooooooooooooooo!!!" ... come IO NO?!? ... vabbè, siamo all'inizio del giro e me sembra brutto addobbamme subito ... desisto ... ma Danilo non la pensa allo stesso modo ed appena ripartiti per il bellissimo single treck nel bosco, si distrae e guardare il bellissimo panorama, mette la ruota davanti fuori dal sentiero e fa un doppio carpiato laterale degno del miglior Cagnotto. Per fortuna non ci sono nè alberi nè rocce il quel punto ed il tutto si risolve nella raccolta di qualche kilo di terriccio misto a foglie e tante risate Il single trek scorre veloce, bello, godurioso, rocce, sassi smossi, rami, buche, salti, insomma quello che veramente mi diverte, disintegro i soliti 2/3 alberi ma lo schiocco e la soddisfazione sono diversi con le protezioni, colpirli a tibia scoperta e tutta un'altra cosa!!! ... il sentiero corre su due lati, alcentro si raccolgono la maggior parte dei rami e dei sassi smossi ... ovviamente scelgo la via centrale , mi si sente arrivare a kilometri di distanza, il rumore di rami tranciati e rocce che rotolano è assordante e stavolta perfino il Beppe, si gira, a guardare visibilmente preoccupato Danilo aveva pizzicato e si erano fermati proprio mentre sopraggiungevo, fuori traiettoria, fortunatamente, o meglio fuori dalla mia, che riesco a fermarmi una decina di metri più in basso col Tosty che mi urla "ma 'ndo c.....o passi?!? la devi proprio rompe sta bici eh?!?" ... come in tutti i lavori pubblici in Italia, ci sono due che lavorano, Danilo e Marco e tanti che chiaccherano e discotono su come il lavoro dovrebbe essere fatto ... do il mio contributo spiegando che LUST non è un acronimo ma è l'espressione usata da uno dei primi tester quando si è trovato a dover smontare il copertone "ma chi è LU STrun.....o che l'ha progettato sto sistema?!?"
Arriviamo al piazzale antistante la Trinità, un casino inenarrabile, ci fermiamo in un posto panoramico, dove tira una bella giannetta fresca, ottima per le polmoniti ... si decide di mangiare qualcosa, chi un paninetto, chi una barretta ... Aleandro e Danilo partono per andarsi a fare un panino, ma tornano delusi, quelli ai facioli colle cotiche sono finiti e se so dovuti accontentà de mezzo panino col presciutto Alla vista di una specie di casupoletta un metro x un metro, Kite esclama "ma è questo il Santuario?!?" ... ora, pur condividendo io la tesi che la religione è l'oppio dei popoli, avrei avuto difficoltà a credere che tutta quella gente fosse li per vedere quel coso ed infatti per arrivare al Santuario si deve scendere per una stradella piena zeppa di pellegrini. Ric ci raccomanda di scendere molto piano e facendo la massima attenzione ... "e certo" gli dico ... mi guarda come a volermi dire ... "anfatti, che scemo a fare a TE una raccomdazione del genere!!!" ... "facciamo a chi prende più pellegrini" rilancia il Beppe ... "lassa perde, che se scendo per primo me li porto tutti a valle" gli faccio ... "il primo caso di valanga estiva, formata da pellegrini invece che da neve!!!" Dalla radio un auto li accanto risunta il classico "osteria numero ...", ho appena il tempo di dire "beh, la versione che conosco io non è edulcorata come questa" ... che parte "osteria numero mille ... paraponziponzipa ... il mio c....o fa scintille" ... io e Beppe ci guardiamo attoniti, è vero che il mondo è bello perchè è vario, ma trovare un tizio che viene qui su in pellegrinaggio con una simile colonna sonora è troppoooooooooooooooooooooo vario anche per noi
Scendiamo piano piano tra la costernazione dei fedeli, "questi so matti" ... "sembrano motorini mica biciclette" ... "ma 'ndo vanno vestiti così?!?" ... "sono come le bici nostre" (ahoooooooooooooooooooo, madddechèèèèèèèè!!! ) ... "vedi, quello è un camelback" e così via ... passiamo tra una doppia ala di venditori di tutti i generi, passiamo davanti ad uno che ha un insegna con scritto CANDELE e sotto IMPERMEABILI ... azzo!!! hanno fatto una candela che non si bagna e non si spegne se piove!!! ... ci fermiamo davanti ad un candelaro a farci una foto ... "ahoooooo la fato l'avete fatta ma la candela nun l'accendete?!?" ... ed Aleandro di rimando "ma queste so biciclette mica motorini, c'hanno i pedali mica le candele" Passiamo davanti all'ultimo candelaro e la scritta "ultimo posto dove è possibile accendere candele" risuona come un avvertimento visto che di li a poco avremmo dovuto intraprendere il tratto più difficile e più rischioso del giro
Arriviamo al santuario accolti da una scritta SILENZIO NEL LUOGO DI CULTO ... ma come, fin qui c'è un casino del diavolo, con decine di bancarelle, subito dopo altrettanto, anzi peggio, e qui bisogna stare in silenzio perchè ve siete ricordati che è un luogo de culto?!? a me sembra più una sagra paesana, comuque ci adeguiamo e passiamo a piedi ed in silenzio, poggiamo le bici e diamo un'occhiata in giro. Ad un certo punto vedo Ric e Beppe in fila davanti ad una porta posta al piano superiore di una costruzione che non sembra avere a che fare col Santuario ... il bagno, penso, e mi ci dirigo anch'io ... no, non è il bagno è una Cappella, entriamo, diamo un'occhiata ed usciamo, uno dei punti più tecnici del giro, visto che bisogna uscire camminando all'indietro anche sulla scala, stando attenti a non calpestare i pellegrini in entrata
Dopo aver esplorato diverse soluzioni in discesa, troviamo quella giusta e cominciamo a scendere su un ghiaione piuttosto ripido in cui l'esperienza fatta a Pescasseroli e gli insegnamenti di Ske sul controllo delle bici si rivelano di fondamentale importanza perchè non solo mi trovo a mio agio, ma mi diverto pure Finito il ghiaione, comincia il rock garden e qui so cazzi. Non pensavo che avrei mai rimpianto il Sebastiani, invece, quello sembra niente di più di un buon allenamento in confronto però è divertente mediamente, e di grande soddisfazione per me che, fino ad un pò di tempo fa, un percorso del genere non avrei voluto vederlo neppure in cartolino, invece scopro, finalmente cosa vuol dire fuorisella ... scendendo da un gradone scarupato di brutto, mi metto talmente indietro che al momento di atterrare sento un colpo sulle chiappe ... azzo, è la ruota posteriore, ho ammortizato con le gambe tanto da arrivare a strusciarci sopra, e non è che abbia proprio delle gambine corte Per tutti gli altri è la scoperta dell'acqua calda, ma per una sega come me è un passo avanti non da poco E mi sono stancato anche molto meno, segno che effettivamente scendendo in piedi i muscoli lavorano in maniera diversa da quando si sale, quindi le due fatiche si cumulano solo in parte. Insomma, sui passaggi veramente tecnici scendo perchè non mi sento ancora di farli, almeno fin quando non sarò riuscito a metabolizzare quelli normali che per me erano impossibili
Si arriva alla fine, ci togliamo le protezioni e sulle ali dell'entusiasmo si comincia a parlare di bike park di drop, di salti che si fanno ... "io i salti ai bike park li faccio ..." esclamo ... mi guardano tutti, chi perplesso, chi ammirato, chi pensando "a cazzaroooooooooooooooooooooooooo!!!", ma dopo una pausa studiata ad arte, aggiungo "sì, de gioia, quanno me dicono che annamo a casa!!!" ... chi sbotta a ridere da una parte, chi si contorce dall'altra, a chi je va de traverso l'acqua appena tracannata ... un delirio
Ritrovati gli amati saliscendi mi lancio in fuga, fino ad un discesone su bitume di quelli che percorro a palla de foco senza dare neppure un colpo di pedale (pare sia la forza di gravità ) Arriviamo ad un bivio, trevi a sinistra in discesa, subiaco a destra in salita ... scelgo, manco a dillo, Subaico in salita, e parto per il mio personale gran premio della montagna, faccio almeno due kilometri di salita prima che il cell squilli ... è Ric "ma 'ndo ca....o stai, viè giùùùùùùùùùùùùùùù?!?", riscendo a palla, tanto per cambiare, e quando arrivo e spiego la natura dell'errore Ric me fa "e certo noi annamo a Subiaco ma mica su bitume!!!" me guardo intorno, me guado sotto ... asfalto ... "ahooooooooooooooooooooo, ma perchè questo che è?!?" Ci fermiamo a fare uno spuntino veloce e ci buttiamo lungo l'aniene, praticamente sempre a piedi ed in molti tratti arrampicando. Marco non ne può più, messo tra me ed Aleandro, viene costantemente colpito da una raffica de cazzate che metterebbe in ginocchio chiunque Mentre ci facciamo largo tra rami, rovi, ed ostacoli di ogni genere per cercare una via d'uscita, mentre ci arrampichiamo su uno scarupo, Aleandro esclama "Dio nun me lo fa franà addosso te prego" ... "ahooooooo, so l'unico che te fa diventà religioso eh?!?" ... "e te credo, quando uno ha a che fa co te, solo l'Onnipotente lo po salvà!!!" ad un certo punto urlo ... "A Beppe, la prossima volta sul navigatore imposta la rotta "veloce" non quella "breve"" ... Marco vacilla ... mi metto a cantare "... il trovacorsa vaaaaaaaaaaaaa, controcorenteeeeeeee ...", Marco accusa insisto con un "corazon espinadooooooooooooo ..." mentre ci facciamo largo tra i rovi, Marco vacilla . Proviamo a dargli il colpo di grazia ... "noi, ridemo perchè siccome non è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere, la prendiamo con filosofia" ... ed Aleandro "sì, lui con filo io con sofia" ... Marco cede e si accascia al suolo, mettendosi la bici per cappello e chiedendo a gran voce di cambiare posizione nel gruppo
Ritroviamo la strada che costeggia l'aniene e ci fermiamo a guardare il fiume in attesa che Danilo sistemi la seconda pizzicatura. Si riparte e si arriva a Subiaco, il tempo di cambiarci ed andiamo a prendere le auto lasciate all'inizio del giro. Arrivati, carichiamo tutto e ci salutiamo, io Aleandro Beppe e Ric, nonostante sia già parecchio tardi, decidiamo di fare una capatina in pasticceria
Insomma, giro con poca ascesa, ma molto tecnico in discesa e divertente per lunghi tratti per me, a parte i passaggi che non mi sento ancora di fare, però, d'altra parte, e facendo percorsi come questo che si impara qualcosa
La compagnia è sempre splendida tale da assicurare il divertimento sempre e comunque in qualsiasi situazione, quindi è sempre un grande piacere uscire con voi sia in bici che senza ... siamo un gran gruppo di sciroccati, non c'è che dire
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
ORIOLO - BASSANO
... vabbè, di fronte all'insistenza del mio affezionato pubblico, pagante e NON , ecco il mio resoconto della giornata :
Dopo aver fatto colazione si parte alla volta di Sutri, ridente cittadina, fino a venerdì, famosa cittadina, sempre da venerdì … Aleandro, Mimmo ed io su un’auto, Leone ed Alessandra sull’altra, mentre Mario e Daniele, procedono a tappe forzate (non avevano rapito nessuna donna di piccola taglia, tranquilli ), verso il luogo dell’appuntamento, depistati alla grande da un losco figuro … “ahoooooo,’ndo state????” … “sulla Cassssssssssssssiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” … “allora ci vediamo li, noi stiamo arrivandoooooooooo!!!” … tecnicamente non era una cazzata perché con un abile vocalizzo la A finale era arrivata quando stavamo percorrendo il primo metro della suddetta via . Arrivati ad un paesino che ci sembrava abbastanza ridente chiediamo “scusi, per Sutri?!?” … l’indigeno ci guarda perplesso e ci risponde con uno slogan “è tutto intorno a teeeeeeeeee”, mi guardo intorno … nessuna traccia di Megan Gale … azz, la giornata comincia male!!! Sul luogo dell’appuntamento troviamo Mario, Daniele e Diego già dediti ai preparativi, parcheggiamo e cominciamo a prepararci anche noi. Daniele apostrofa il Vence “e levete quell’orologio, mia figlia di 9 anni ce l’ha uguale!!!” ed un losco figuro di rimando “il problema è che c’ha pure il cervello come tu fija!!!” e Daniele “magari!!!”
Vabbè, chi ce l’ha la traccia?!? … Aleandro “io ho provato a caricare quella che ha messo Mimmo ma sembrava una piantina scarabocchiata da mia figlia!!!”, comincia a serpeggiare lo sconforto … “l’ho caricata io” faccio … lo sconforto si acuisce … “ho fatto pure l’upgrade del garmin!!!” si apre un baratro di desolazione , in un percorso sconosciuto di 44 km in molti preferirebbero avere come guida Godzilla, Pacciani o Freddy Kruger piuttosto che affidarsi a me!!! Aleandro, che ricorda ancora perfettamente i risultati dell’ultimo aggiornamento ai laghetti di Percile e le conseguenti mie “considerazioni” , alza gli occhi al cielo per controllare le condizioni meteo e si assicura di aver messo costume, k-way e parafulmini nello zaino
Si parte, e come previsto, Alessandra comincia a lamentarsi allo scoccare del decimo colpo di pedale “nun je la faccio, so stanca, si c’era mi cugino me facevo portà a casa, si stavo colla macchina mia ero già tornata indietro, se dev’esse iclinato l’asse terrestre perché fatico pure in discesa … si c’avevo cinque palle ero un flipper” (concorso n.1 di SCOVA L’INTRUSO) . Si arriva ad un bivio, la traccia va sia da una parte che dall’altra, una è l’andata l’altra il ritorno … Mimmo me fa … “Francè, hai memorizzato il percorso ve?!? Il primo anello come se deve fa? In senso orario o antiorario?” … “in senso orario, me pare, ma la traccia dice de la!!!” … vabbè annamo in senso orario … l’ultima volta che abbiamo ignorato le indicazioni del navigatore per seguire … l’istinto … abbiamo circumnavigato il polo per tornare a casa, Aleandro se lo ricorda bene e controlla il livello di campo del cell, la carica della batteria e suddivide le provviste in razioni di sopravvivenza Il dado è tratto, anche se il garmin continua a farmi presente che secondo il suo modesto parere nun c’avemo capito na cippa Il gruppo si snoda con Aleandro, Mario, Daniele e Diego in testa, Mimmo a centro gruppo ed io in coda nell’improbo compito di riportare la capitana sui primi. Non so se ci sia un regno dei cieli, ma se c’è io me lo sono guadagnato più sabato di quando ho moltiplicato i pani ed i pesci, ho guarito Lazzaro ed ho camminato sulle acque
Chiuso il primo tratto del primo anello, arriviamo al tratto a bastone, che Mimmo chiama così perché comune sia all’andata che al ritorno ma che, secondo me, ha un chiaro riferimento alla carota, ed in particolare al loro utilizzo congiunto!!! Si decide di farsi prima il bagnetto e poi chiudere il giro, quindi ci buttiamo subito sulla destra magistralmente condotti da me e dal mio garmino che, comunque, continua a tenere il conto della distanza dal punto in cui, secondo lui avremmo dovuto procedere in senso antiorario. Arrivati alle pozze, le troviamo a secco, ma seguendo il ruscello arriviamo ad un laghetto con cascatella veramente delizioso … ci mettiamo il costume e ci buttiamo a mollo … l’acqua è freddina soprattutto per noi che siamo sudati ed accaldati, ma una volta abituati alla temperatura si sta da Dio, c’è pure la possibilità dell’idromassaggio, mi arrampico e mi ancoro con mani e piedi con l’acqua che mi arriva addosso a cannone … ahhhhhhhhhhhhhhhh, che goduria!!! … Aleandro e Diego si fanno un tuffo, Mimmo si impegna dell’ingrato compito di innalzare la temperatura dell’acqua , io cerco di farmi un paio di bracciate, ma sono proprio due per arrivare da una parte all’altra, Mario si sforza di acclimatarsi ma non si butta, Ale e Daniele rimangono a bordo laghetto. Alessandra passeggia in acque basse, mi avvicino furtivo come un caimano ma vengo tradito dalla colorazione … effettivamente non si può pretendere di mimetizzarsi in un laghetto quando si è bicolori come un ringo delle dimensioni di un capodoglio . Però riesco ad agganciarmi ai suoi pantaloncini per tirarli giù “ma mica sarai scemo?!?” … “Aleà, m’ha chiesto se so scemo!!!” … “allora nun te conosce pe gnente!!!” Mimmo concorda, in effetti al momento di caricare le bici con lui che brontolava … “Aleà, mo je la do na capocciata!!!” e senza frapporre tempo in mezzo … STOKKKKK … “ahoooooooooooooo, me l’ha data per davero!!!” … “a Mimmè, ma che nun ce lo sai che è scemo!!!”
Si sta benissimo, ma il tempo stringe e siamo a poco più di metà giro, quindi cominciamo a ricomporci, e qui si evidenzia che la classe non è acqua!!! Dal mio zaino esce un batuffolo che srotolato si trasforma in un accappatoio in microfibra dotato anche di cappuccio e cinta, una sboronata di livello internazionale!!! Tanto che Daniele mi fa “ma la sdraia e l’ombrellone non l’hai portati?!?” … “li volevo portà ma quelli liofilizzati erano finiti, c’erano rimasti solo quelli biodegradabili”. Salutiamo Daniele che va via per raggiunti limiti di tempo e Mario che lo accompagna, e riprendiamo il percorso con una bella salita con pendenze di tutto rispetto. Dovendo procedere a bassa velocità per tirare la capitana, approfitto per fare un po’ di gamba, tirando fin dall’inizio rapporti piuttosto duri, Diego, che si era attardato nella ripartenza, arriva da dietro e mi fa … “ma chi te li consiglia i rapporti?, stai a salì come un mulo!!!” Approfitto del fatto che Mimmo mi da il cambio a tirare la capitana … anche se dovrebbe essere la femminuccia a tirare i maschietti e non viceversa … e mi vado a sgranchire un po’ le gambe nelle parti alti della classifica. Chiudiamo il giro (44,16 Km per 894 mt di dislivello), di buona lena ed arrivati alle macchine, salutiamo Ale e Leone che deve rientrare di corsa e ci ricongiungiamo col vence che, nel frattempo, dopo aver accompagnato Daniele, s’era andato a strafogà in una delle N trattorie che conosce nel centro Italia Per calmare la fame ci buttiamo in un baretto e diamo vita ad un dibattito sui massimi sistemi degno di ben altri salotti
Insomma il giro è stato più carino di quanto pensassi, i posti sono belli ed il bagnetto è stata una vera goduria La compagnia è stata eccellente, come sempre, ed il rinfresco al bar un must irrinunciabile che vale da solo la pedalata, anche se invece che al baretto, avremmo preferito farlo alla trattoria di quell’infamone del vence . Grazie a tutti, ragazzi , e cominciate a pensare ad un giro di benvenuta per Romina, se non volete che lo scelga io …
... vabbè, di fronte all'insistenza del mio affezionato pubblico, pagante e NON , ecco il mio resoconto della giornata :
Dopo aver fatto colazione si parte alla volta di Sutri, ridente cittadina, fino a venerdì, famosa cittadina, sempre da venerdì … Aleandro, Mimmo ed io su un’auto, Leone ed Alessandra sull’altra, mentre Mario e Daniele, procedono a tappe forzate (non avevano rapito nessuna donna di piccola taglia, tranquilli ), verso il luogo dell’appuntamento, depistati alla grande da un losco figuro … “ahoooooo,’ndo state????” … “sulla Cassssssssssssssiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” … “allora ci vediamo li, noi stiamo arrivandoooooooooo!!!” … tecnicamente non era una cazzata perché con un abile vocalizzo la A finale era arrivata quando stavamo percorrendo il primo metro della suddetta via . Arrivati ad un paesino che ci sembrava abbastanza ridente chiediamo “scusi, per Sutri?!?” … l’indigeno ci guarda perplesso e ci risponde con uno slogan “è tutto intorno a teeeeeeeeee”, mi guardo intorno … nessuna traccia di Megan Gale … azz, la giornata comincia male!!! Sul luogo dell’appuntamento troviamo Mario, Daniele e Diego già dediti ai preparativi, parcheggiamo e cominciamo a prepararci anche noi. Daniele apostrofa il Vence “e levete quell’orologio, mia figlia di 9 anni ce l’ha uguale!!!” ed un losco figuro di rimando “il problema è che c’ha pure il cervello come tu fija!!!” e Daniele “magari!!!”
Vabbè, chi ce l’ha la traccia?!? … Aleandro “io ho provato a caricare quella che ha messo Mimmo ma sembrava una piantina scarabocchiata da mia figlia!!!”, comincia a serpeggiare lo sconforto … “l’ho caricata io” faccio … lo sconforto si acuisce … “ho fatto pure l’upgrade del garmin!!!” si apre un baratro di desolazione , in un percorso sconosciuto di 44 km in molti preferirebbero avere come guida Godzilla, Pacciani o Freddy Kruger piuttosto che affidarsi a me!!! Aleandro, che ricorda ancora perfettamente i risultati dell’ultimo aggiornamento ai laghetti di Percile e le conseguenti mie “considerazioni” , alza gli occhi al cielo per controllare le condizioni meteo e si assicura di aver messo costume, k-way e parafulmini nello zaino
Si parte, e come previsto, Alessandra comincia a lamentarsi allo scoccare del decimo colpo di pedale “nun je la faccio, so stanca, si c’era mi cugino me facevo portà a casa, si stavo colla macchina mia ero già tornata indietro, se dev’esse iclinato l’asse terrestre perché fatico pure in discesa … si c’avevo cinque palle ero un flipper” (concorso n.1 di SCOVA L’INTRUSO) . Si arriva ad un bivio, la traccia va sia da una parte che dall’altra, una è l’andata l’altra il ritorno … Mimmo me fa … “Francè, hai memorizzato il percorso ve?!? Il primo anello come se deve fa? In senso orario o antiorario?” … “in senso orario, me pare, ma la traccia dice de la!!!” … vabbè annamo in senso orario … l’ultima volta che abbiamo ignorato le indicazioni del navigatore per seguire … l’istinto … abbiamo circumnavigato il polo per tornare a casa, Aleandro se lo ricorda bene e controlla il livello di campo del cell, la carica della batteria e suddivide le provviste in razioni di sopravvivenza Il dado è tratto, anche se il garmin continua a farmi presente che secondo il suo modesto parere nun c’avemo capito na cippa Il gruppo si snoda con Aleandro, Mario, Daniele e Diego in testa, Mimmo a centro gruppo ed io in coda nell’improbo compito di riportare la capitana sui primi. Non so se ci sia un regno dei cieli, ma se c’è io me lo sono guadagnato più sabato di quando ho moltiplicato i pani ed i pesci, ho guarito Lazzaro ed ho camminato sulle acque
Chiuso il primo tratto del primo anello, arriviamo al tratto a bastone, che Mimmo chiama così perché comune sia all’andata che al ritorno ma che, secondo me, ha un chiaro riferimento alla carota, ed in particolare al loro utilizzo congiunto!!! Si decide di farsi prima il bagnetto e poi chiudere il giro, quindi ci buttiamo subito sulla destra magistralmente condotti da me e dal mio garmino che, comunque, continua a tenere il conto della distanza dal punto in cui, secondo lui avremmo dovuto procedere in senso antiorario. Arrivati alle pozze, le troviamo a secco, ma seguendo il ruscello arriviamo ad un laghetto con cascatella veramente delizioso … ci mettiamo il costume e ci buttiamo a mollo … l’acqua è freddina soprattutto per noi che siamo sudati ed accaldati, ma una volta abituati alla temperatura si sta da Dio, c’è pure la possibilità dell’idromassaggio, mi arrampico e mi ancoro con mani e piedi con l’acqua che mi arriva addosso a cannone … ahhhhhhhhhhhhhhhh, che goduria!!! … Aleandro e Diego si fanno un tuffo, Mimmo si impegna dell’ingrato compito di innalzare la temperatura dell’acqua , io cerco di farmi un paio di bracciate, ma sono proprio due per arrivare da una parte all’altra, Mario si sforza di acclimatarsi ma non si butta, Ale e Daniele rimangono a bordo laghetto. Alessandra passeggia in acque basse, mi avvicino furtivo come un caimano ma vengo tradito dalla colorazione … effettivamente non si può pretendere di mimetizzarsi in un laghetto quando si è bicolori come un ringo delle dimensioni di un capodoglio . Però riesco ad agganciarmi ai suoi pantaloncini per tirarli giù “ma mica sarai scemo?!?” … “Aleà, m’ha chiesto se so scemo!!!” … “allora nun te conosce pe gnente!!!” Mimmo concorda, in effetti al momento di caricare le bici con lui che brontolava … “Aleà, mo je la do na capocciata!!!” e senza frapporre tempo in mezzo … STOKKKKK … “ahoooooooooooooo, me l’ha data per davero!!!” … “a Mimmè, ma che nun ce lo sai che è scemo!!!”
Si sta benissimo, ma il tempo stringe e siamo a poco più di metà giro, quindi cominciamo a ricomporci, e qui si evidenzia che la classe non è acqua!!! Dal mio zaino esce un batuffolo che srotolato si trasforma in un accappatoio in microfibra dotato anche di cappuccio e cinta, una sboronata di livello internazionale!!! Tanto che Daniele mi fa “ma la sdraia e l’ombrellone non l’hai portati?!?” … “li volevo portà ma quelli liofilizzati erano finiti, c’erano rimasti solo quelli biodegradabili”. Salutiamo Daniele che va via per raggiunti limiti di tempo e Mario che lo accompagna, e riprendiamo il percorso con una bella salita con pendenze di tutto rispetto. Dovendo procedere a bassa velocità per tirare la capitana, approfitto per fare un po’ di gamba, tirando fin dall’inizio rapporti piuttosto duri, Diego, che si era attardato nella ripartenza, arriva da dietro e mi fa … “ma chi te li consiglia i rapporti?, stai a salì come un mulo!!!” Approfitto del fatto che Mimmo mi da il cambio a tirare la capitana … anche se dovrebbe essere la femminuccia a tirare i maschietti e non viceversa … e mi vado a sgranchire un po’ le gambe nelle parti alti della classifica. Chiudiamo il giro (44,16 Km per 894 mt di dislivello), di buona lena ed arrivati alle macchine, salutiamo Ale e Leone che deve rientrare di corsa e ci ricongiungiamo col vence che, nel frattempo, dopo aver accompagnato Daniele, s’era andato a strafogà in una delle N trattorie che conosce nel centro Italia Per calmare la fame ci buttiamo in un baretto e diamo vita ad un dibattito sui massimi sistemi degno di ben altri salotti
Insomma il giro è stato più carino di quanto pensassi, i posti sono belli ed il bagnetto è stata una vera goduria La compagnia è stata eccellente, come sempre, ed il rinfresco al bar un must irrinunciabile che vale da solo la pedalata, anche se invece che al baretto, avremmo preferito farlo alla trattoria di quell’infamone del vence . Grazie a tutti, ragazzi , e cominciate a pensare ad un giro di benvenuta per Romina, se non volete che lo scelga io …
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
DA STAZZANO AL PELLECCHIA
... scusate il ritardo con cui vi giunge il mio resoconto, affezionati lettori, ma ogni tanto devo lavorare anch'io
L'avventuara comincia sbagliando strada due volte, come da programma , e ci dirigiamo all’appuntamento con Danilo che nel frattempo s’è già fatto un paro de colazioni tanto per ingannare l’attesa Mentre stiamo per uscire arriva la ferale notizia “… dai, dai vi aspettiamo … andiamo tutti insieme dalla valle dell’inferno!!!”, attacco, guardo Aleandro , controllo gli oggetti contundenti presenti in zona … uffff, a parte un paio di portaceneri sono tutti ancorati, posso arrischiarmi a rendere partecipe della lieta novella il mio compagno di sventure, il quale dopo il Terminillo ha imparato a leggere le mie espressioni , infatti mi fissa torvo … “Aleà, non si fa più il 116” … “cioèèèèèèèèèè?!?!?!?!?!?” … “o meglio, si fa ma … ehmmmm … al contrario” … mi faccio piccolo piccolo, Aleandro si fa scuro in volto … “e quindi?!?” … e Danilo, candido, candido “e quindi si fanno le rampe” … anch’io dopo il Terminillo ho imparato a leggere le sue espressioni e dietro quella si celano non meno di una dozzina di imprecazioni di chiarissima impostazione religiosa “insomma, me c’hai inc……to n’antra volta!!!” sono all’angolo, abbozzo una timida difesa, impostata sul “io volevo fare gli stradoni c’ho la forcella bloccata … fosse per me passeremmo di la … è tutta colpa di Mario” ma non funziona, Aleandro mi fulmina con lo sguardo . Arriviamo al luogo dell’appuntamento, dalla parte giusta, stavolta, visto che quella precedente eravamo arrivati contromano a causa di un repentino vuoto di memoria di Danilo .
Romina ed il Vence partono in attesa che noi si finisca la vestizione. Partiamo anche noi, ma facciamo appena in tempo a superare il tratto asfaltato che vediamo il Vence piombare giù a manetta “me so scordato lo zainooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!” vabbè è normale … raggiunta Romina ai piedi della prima rampa, ci fermiamo ad aspettare il Vence, tutti tranne UNO … e non sto qui a dire chi Il fatto è che con l’anteriore più alto di 5 cm ero al 10% di pendenza pure da fermo , per cui sulle rampe mi dovevo mettere a pedalare tutto in punto di sella spalmato sul manubrio e di buona lena per non ribaltarmi , insomma, visto da dietro potevo sembrà no scemo … però, a pensacce bene, pure da davanti …
Superate senza danni, perlomeno apparenti , le micidiali rampe della valle dell’inferno comincia una salitona di 3,3 km con una pendenza media del 9% contro il 6% medio del rampa/spiana/rampa/spiana. Dopo il c….o fatto fin li le gambe girano da sole in trance agonistico NOTA PER DIEGO : trance agonistico non vuol dire essere inseguito da un omaccione che pur avendo la quarta di reggiseno ed un’anima sensibile ha comunque mantenuto alcune “caratteristiche” tipicamente maschili, eh!!! … vengo risvegliato da un urlo alle mie spalle … mi viene il dubbio che Diego avesse visto giusto ed accelero … mi sento abbrancato per lo zaino, continuo a pedalare, l’aggressore non molla la presa … “a Francèèèèèèèèèèèèèè, c……o ma te voi fermàààààààààààààà, aspettiamo gli altri!!!” … dalla voce nun po esse un trans, anche perché quando vado sulla Salaria non do mai il mio vero nome … infatti è il Beppe che con uno scatto felino è venuto a riprendere il fuggitivo Ora io mi chiedo … ma come c….o fa uno che dice che non scatta mai altrimenti gli si inchiodano le gambe a ripjamme così avendo ancora tanto fiato in corpo da strillame nelle recchie a 120 db?!? … o so ancora più sega di quanto creda oppure lui c’ha du mongolfiere al posto dei polmoni!!! Vabbè, fatto sta che dopo una decina de metri in cui procedo col Beppe attaccato allo zaino, desisto dal tentativo di convincerlo a proseguire e ci fermiamo per compattare il gruppo. Alla ripartenza, il Vupi scatta a cannone, approfittando che il Vence è di scorta a Romina ... io e Geppo cerchiamo di colmare lo strappo sul passo, ma il Vupi è ispirato e mulina de gambe che pare pastamatic … la forza di cento gambe . Ad un kilometro da Monteflavio ricuciamo lo strappo, io mi allineo, zitto zitto e me faccio piccolo piccolo , Enrico, invece, riparte sfidando il Vupi con un “… daje Vincè!!!” … nun l’avesse mai fatto!!! Il Vupi pare tarantolato , comincia a mulinare così forte che se le scotte si tirassero (a Leò, perdoneme i termini, eh!!! ) colle gambe anziché coi bracci, sarebbe titolare inamovibile su Alinghi!!! … e ripassa Enrico di slancio, io procedo di conserva perché me ricordo una salitona lunga … ma, no, cojone!!! È quella che stai a finì la salitona!!! Vabbè, me ributto sui pedali e ce provo, ma è troppo tardi … il Vupi taglia a braccia alzate il primo GPM, seguito da Enrico e dal sottoscritto. Propongo di zavorrare di una cinquantina di kili il Vupi per la salita alla pineta, giusto per bilanciare un po’ i pesi … il Vupi, che non conoscendomi, pensa stia dicendo sul serio, si accascia e da di stomaco Arriva, il Beppe, fresco come una rosa (ma come c…..o fa, bohhhhhhhhh!!! ) e ci trova tutti e tre seduti sulla panca di un chioschetto di segnalazione turistica … “ahoooooooooooo che state ad aspettà l’autobussssssssssss?!?” … “magaraaaaaaaaaaaaaaa, si fanno il trasporto bici è miooooooooooooo!!!”
Il Beppe si offre di allungare verso Monteflavio per incontrare il gruppo che partiva da li, intanto che ci ricompattiamo, lo accompagno. Arrivati sul posto, non troviamo nessuno, Enrico si lancia in direzione della pineta alla ricerca delle tracce dei fuggitivi, ma non troviamo nulla e desiste … io, invece, vengo ripreso dal sacro fuoco agonistico … NOTA PER DIEGO : non è come quello di sant’antonio e ti prende quando fai er cojone in bici, eh!!! … e mi lancio all’inseguimento nun se sa de chi, nun se sa de che, ma soprattutto, nun se sa perché!!! Anzi se sa, ma famo finta de nun sapello . Mi metto a tirare come un forsennato scrutando la salita davanti a me alla ricerca di una traccia che riveli il passaggio del gruppone, ma niente … vedo di lontano un signore anziano con la barba bianca ed il bastone, man mano che mi avvicino mi appare famigliare … ma sì!!! È lo stesso che dopo la mia seconda bucatura consecutiva a Percile sotto la pioggia scrosciante, ha picchiato sulla spalla di Aleandro apostrofandolo con un “a giovinò … e mo basta!!! Che volemo fa?!?” … stavolta è più sereno, mi fa cenno di accostare con una mano … non accosto … rifà il gesto col nodoso bastone … accosto … “in hoc signo vincit” mi fa, mostrandomi una croce fiammeggiante … “ahoooooooooooooooo, guarda che collo scudo crociato nun se vince più un ciufolo … mo ce vonno le escorttttttttttttttttttttttttt!!!” … “fermati, sono il Signore!!!” … “senti cocco bello, se tu sei un signore, scartando l’ipotesi che io sia un professionista dell’amore, devo esse pe forza un pirata, quindi famme annà, che sta tappa de montagna dev’esse miaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” e mi rilancio all’inseguimento … quando fulmini e saette mi passano accanto faccio mente locale e capisco il fraintendimento … aveva detto IL Signore non UN signore … cacchio, accelero e giro un tornante proprio mentre una saetta squarcia un albero. Arrivo a mani … giunte … l’ira si placa, gli augelli cantano NOTA PER DIEGO : no, non è che alcuni componenti della famiglia dell’On. Andrea Augello siano stati sentiti dal Magistrato
Arrivati gli altri si affronta il trilemma : creste o non creste?!? … ah già … c’è anche varie ed eventuali, altrimenti che trilemma è, eh!!! Enrico, Beppe ed il Vence, manco a dillo, sono per le creste, Aleandro, Vincenzo, Romina e Danilo, nun ce pensano proprio … io … varie ed eventuali … il Vence mi decanta le bellezze delle creste, Enrico fa leva sul mio amor proprio, il Beppe … “se vieni bene, sinnò sti c…..i!!!” , sto quasi per cedere alle lusinghe, quando il mio sguardo incrocia quello di Danilo il quale cerca di mimarmi qualcosa … tre parole, la prima … mi indica i sassi su cui siamo seduti … sassi, sassi, sassi … ah, ci sono, I sassi, quindi Matera, quindi MA … la seconda … una tastiera immaginaria suona una nota … è la prima … ci sono!!! … DO … la terza … mano aperta, dita unite, movimento oscillatorio … questa è facile … VAI … in definitiva … MA DO VAI!!! … mi avvicino e gli sussurro “rispetto al Monte Autore com’è?!?” … “uguale!!!” … il Monte Autore senza protezioni?!? … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa … fingo un malore e mi accascio su un’altalena Dopo aver collaudato il parco giochi ed aver apposto sull’altalena l’ambito riconoscimento “TESTED AND CERTIFIED BY MD1946” e quella “CONCUBINA PROOF” sullo scivolo, ci dirigiamo verso il rifugio. Memore del fatto che lo stesso è circondato di molti rovi di more, riparto a cannone e, giunto alla meta con congruo anticipo, faccio man bassa, sotto lo sguardo attonito di due turisti francesi. Arriva Vupi … “ahhhhhhhhhhhhh, ci sono le more?!?” … “a Vincè, c’erano le more, prima che arrivassi io, che te credi che partivo a palla così, senza un nobile scopo!!!” … ma siccome so un omo de core, io, mi ero concentrato sui rami alti, lasciando quasi intonsa la raccolta ai piani medi e bassi
Rifocillati, ripartiamo con grande gioia dei due turisti francesi che s’erano accasciati sul tavolo ad appennicarsi dopo essese magnati sto monno e quell’antro. Arrivati al single trek dell’orco, Romina scalcia “ahooooooooooo, io c’ho paura dell’orco!!!” … “beh, pure noi preferiremmo l’orca” … e qualcuno di rimando “coll’S aspirata, però!!!” Se buttamo giù ed è una vera goduria, eccezion fatta per i rovi che ci massacrano, arriviamo ad una curva stretta su pietraia, una di quelle cose che mi ero convinto di non poter fare senza aiutarmi con un piede a causa della bici lunga, del dislivello tra manubrio e sella, della forcella ecc. … ma l’esperienza fatta con Ske a Pescasseroli mi ha fatto capire che volendo tutto si fa, anche le cose che ti sono sempre sembrate difficili, ed infatti sento Aleandro che mi fa “lo sai come si fa, no?!?” … si, lo so, grazie a Luca, sposto il peso in maniera da guadagnare direzionalità sull’anteriore senza rischiare di perdere il posteriore in frenata e cerco, volutamente, di curvare il più stretto e lento possibile, quasi fermandomi ma senza slittare ne sbilanciarmi, in controllo della bici … beninteso una sensazione che praticamente tutti hanno acquisito da moltooooooo tempo, ma per me che sono abituato a buttarmi giù a cannone, riuscire a scendere in controllo anziché a mo di schiacciasassi, è stata veramente una goduria!!! Arrivati alla fine del single trek, aspettiamo Romina ed il Vupi che è rimasto a fargli da angelo custode e ci buttiamo giù per uno stradone bianco che porta a Monteflavio … il Vupi parte a mazzetta mulinando di gambe, io vengo giù per forza di gravità , e non c’è nulla che, in queste condizioni, possa andare più veloce di uno yeti cui s’è chiusa la vena, come dice Danilo … e che ha dimenticato l’uso dei freni e del buon senso … raggiunti i 60 km/h mi butto tra il Vupi ed un frattone di rovi involandomi verso la nostra meta … il mitico, immarcescibile Lorenzo , che per farsi voler bene più di quando ce da da magnà, avrebbe soltanto potuto aprirlo in piano il ristorante anziché allo scapicollo Superata una rampetta del 22% , posiamo e bici e ci spariamo i primi beveraggi … birra a fiumi per Vupi, Aleandro e Danilo, Coca per me e Romina … cola per me, ina per lei!!!
Per ingannare l’attesa decidiamo un mini campionato di bigliardino … si comincia … Vupi ed io contro Danilo ed Aleandro … è un bagno di sangue, gli avversari si invertono ma il risultato è lo stesso, semo troppo forti!!! … si cambia, Romina ed io in formazione atipica, perché giocando anche lei in attacco mi metto io in difesa, contro Danilo ed Aleandro … la spuntiamo 4-3 all’ultima palla, dopo una gara tiratissima e tre goal di Romina, grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! Ci rimettiamo a sparare una tale quantità di cazzate da non riuscire neppure a ricordarle, una valanga inarrestabile, un fiume in piena, insomma arriviamo alle 15.00 quasi senza accorgercene se non fosse per i crampi allo stomaco Ci infialiamo dentro decisi a sparecchiare gli antipasti quando sentiamo la voce di Beppe e dietro di lui gli altri allegri compari … finalmente, se magna!!! … gli antipasti sono numerosi ed abbondanti ma finiscono in un attimo, si passa al piatto forte, i mitici gnocchetti di Lorenzo … Ric li chiede senza formaggio, io in bianco, nel senso che il parmigiano ricopre ogni singola molecola di sugo, dando vita ad un impasto della consistenza del calcestruzzo!!! … avanzano … mi vedo costretto a farmene un altro piatto, sempre in bianco, Danilo, che l’altra volta era rimasto sconcertato, stavolta si affretta ad abbrancare gnocchetti e formaggio prima che arrivino dalle mie parti!!!
Ci affrettiamo a finire il pranzo perché i tuoni in lontananza non promettono nulla di buono … ci mettiamo pesanti, tutti tranne, l’unico che si è portato soltanto una maglietta a maniche corte … l’acqua comincia a cadere copiosa, il Vence parte a cannone , Danilo dietro, io appresso insieme agli altri. Gli occhiali mi si impastano di acqua e fango e non vedo una cippa, ma tengo la posizione rischiando di volare via più di una volta, vengo giù a tutta e raggiungo il Vence … alle auto!!!
Il tempo di cambiarci, mangiare una fetta dell’eccellente torta di mele di Romina … grandeeeee!!! … e ripartiamo per Roma. Una nota di merito, di grande merito, a Romina e Vupi , che pur non essendo allenati si sono sciroppati un giro piuttosto duro (29,22 km per 1.030 mt di dislivello), con Vincenzo che in certi momenti sembrava volare!!! E Romina che saliva di buon passo senza fiatare!!!
Insomma, grazie a tutti, ragazzi, come sempre, siamo grandi!!! … e la prossima volta me le voglio fare le creste, però mi porto le protezioni!!!
... scusate il ritardo con cui vi giunge il mio resoconto, affezionati lettori, ma ogni tanto devo lavorare anch'io
L'avventuara comincia sbagliando strada due volte, come da programma , e ci dirigiamo all’appuntamento con Danilo che nel frattempo s’è già fatto un paro de colazioni tanto per ingannare l’attesa Mentre stiamo per uscire arriva la ferale notizia “… dai, dai vi aspettiamo … andiamo tutti insieme dalla valle dell’inferno!!!”, attacco, guardo Aleandro , controllo gli oggetti contundenti presenti in zona … uffff, a parte un paio di portaceneri sono tutti ancorati, posso arrischiarmi a rendere partecipe della lieta novella il mio compagno di sventure, il quale dopo il Terminillo ha imparato a leggere le mie espressioni , infatti mi fissa torvo … “Aleà, non si fa più il 116” … “cioèèèèèèèèèè?!?!?!?!?!?” … “o meglio, si fa ma … ehmmmm … al contrario” … mi faccio piccolo piccolo, Aleandro si fa scuro in volto … “e quindi?!?” … e Danilo, candido, candido “e quindi si fanno le rampe” … anch’io dopo il Terminillo ho imparato a leggere le sue espressioni e dietro quella si celano non meno di una dozzina di imprecazioni di chiarissima impostazione religiosa “insomma, me c’hai inc……to n’antra volta!!!” sono all’angolo, abbozzo una timida difesa, impostata sul “io volevo fare gli stradoni c’ho la forcella bloccata … fosse per me passeremmo di la … è tutta colpa di Mario” ma non funziona, Aleandro mi fulmina con lo sguardo . Arriviamo al luogo dell’appuntamento, dalla parte giusta, stavolta, visto che quella precedente eravamo arrivati contromano a causa di un repentino vuoto di memoria di Danilo .
Romina ed il Vence partono in attesa che noi si finisca la vestizione. Partiamo anche noi, ma facciamo appena in tempo a superare il tratto asfaltato che vediamo il Vence piombare giù a manetta “me so scordato lo zainooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!” vabbè è normale … raggiunta Romina ai piedi della prima rampa, ci fermiamo ad aspettare il Vence, tutti tranne UNO … e non sto qui a dire chi Il fatto è che con l’anteriore più alto di 5 cm ero al 10% di pendenza pure da fermo , per cui sulle rampe mi dovevo mettere a pedalare tutto in punto di sella spalmato sul manubrio e di buona lena per non ribaltarmi , insomma, visto da dietro potevo sembrà no scemo … però, a pensacce bene, pure da davanti …
Superate senza danni, perlomeno apparenti , le micidiali rampe della valle dell’inferno comincia una salitona di 3,3 km con una pendenza media del 9% contro il 6% medio del rampa/spiana/rampa/spiana. Dopo il c….o fatto fin li le gambe girano da sole in trance agonistico NOTA PER DIEGO : trance agonistico non vuol dire essere inseguito da un omaccione che pur avendo la quarta di reggiseno ed un’anima sensibile ha comunque mantenuto alcune “caratteristiche” tipicamente maschili, eh!!! … vengo risvegliato da un urlo alle mie spalle … mi viene il dubbio che Diego avesse visto giusto ed accelero … mi sento abbrancato per lo zaino, continuo a pedalare, l’aggressore non molla la presa … “a Francèèèèèèèèèèèèèè, c……o ma te voi fermàààààààààààààà, aspettiamo gli altri!!!” … dalla voce nun po esse un trans, anche perché quando vado sulla Salaria non do mai il mio vero nome … infatti è il Beppe che con uno scatto felino è venuto a riprendere il fuggitivo Ora io mi chiedo … ma come c….o fa uno che dice che non scatta mai altrimenti gli si inchiodano le gambe a ripjamme così avendo ancora tanto fiato in corpo da strillame nelle recchie a 120 db?!? … o so ancora più sega di quanto creda oppure lui c’ha du mongolfiere al posto dei polmoni!!! Vabbè, fatto sta che dopo una decina de metri in cui procedo col Beppe attaccato allo zaino, desisto dal tentativo di convincerlo a proseguire e ci fermiamo per compattare il gruppo. Alla ripartenza, il Vupi scatta a cannone, approfittando che il Vence è di scorta a Romina ... io e Geppo cerchiamo di colmare lo strappo sul passo, ma il Vupi è ispirato e mulina de gambe che pare pastamatic … la forza di cento gambe . Ad un kilometro da Monteflavio ricuciamo lo strappo, io mi allineo, zitto zitto e me faccio piccolo piccolo , Enrico, invece, riparte sfidando il Vupi con un “… daje Vincè!!!” … nun l’avesse mai fatto!!! Il Vupi pare tarantolato , comincia a mulinare così forte che se le scotte si tirassero (a Leò, perdoneme i termini, eh!!! ) colle gambe anziché coi bracci, sarebbe titolare inamovibile su Alinghi!!! … e ripassa Enrico di slancio, io procedo di conserva perché me ricordo una salitona lunga … ma, no, cojone!!! È quella che stai a finì la salitona!!! Vabbè, me ributto sui pedali e ce provo, ma è troppo tardi … il Vupi taglia a braccia alzate il primo GPM, seguito da Enrico e dal sottoscritto. Propongo di zavorrare di una cinquantina di kili il Vupi per la salita alla pineta, giusto per bilanciare un po’ i pesi … il Vupi, che non conoscendomi, pensa stia dicendo sul serio, si accascia e da di stomaco Arriva, il Beppe, fresco come una rosa (ma come c…..o fa, bohhhhhhhhh!!! ) e ci trova tutti e tre seduti sulla panca di un chioschetto di segnalazione turistica … “ahoooooooooooo che state ad aspettà l’autobussssssssssss?!?” … “magaraaaaaaaaaaaaaaa, si fanno il trasporto bici è miooooooooooooo!!!”
Il Beppe si offre di allungare verso Monteflavio per incontrare il gruppo che partiva da li, intanto che ci ricompattiamo, lo accompagno. Arrivati sul posto, non troviamo nessuno, Enrico si lancia in direzione della pineta alla ricerca delle tracce dei fuggitivi, ma non troviamo nulla e desiste … io, invece, vengo ripreso dal sacro fuoco agonistico … NOTA PER DIEGO : non è come quello di sant’antonio e ti prende quando fai er cojone in bici, eh!!! … e mi lancio all’inseguimento nun se sa de chi, nun se sa de che, ma soprattutto, nun se sa perché!!! Anzi se sa, ma famo finta de nun sapello . Mi metto a tirare come un forsennato scrutando la salita davanti a me alla ricerca di una traccia che riveli il passaggio del gruppone, ma niente … vedo di lontano un signore anziano con la barba bianca ed il bastone, man mano che mi avvicino mi appare famigliare … ma sì!!! È lo stesso che dopo la mia seconda bucatura consecutiva a Percile sotto la pioggia scrosciante, ha picchiato sulla spalla di Aleandro apostrofandolo con un “a giovinò … e mo basta!!! Che volemo fa?!?” … stavolta è più sereno, mi fa cenno di accostare con una mano … non accosto … rifà il gesto col nodoso bastone … accosto … “in hoc signo vincit” mi fa, mostrandomi una croce fiammeggiante … “ahoooooooooooooooo, guarda che collo scudo crociato nun se vince più un ciufolo … mo ce vonno le escorttttttttttttttttttttttttt!!!” … “fermati, sono il Signore!!!” … “senti cocco bello, se tu sei un signore, scartando l’ipotesi che io sia un professionista dell’amore, devo esse pe forza un pirata, quindi famme annà, che sta tappa de montagna dev’esse miaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” e mi rilancio all’inseguimento … quando fulmini e saette mi passano accanto faccio mente locale e capisco il fraintendimento … aveva detto IL Signore non UN signore … cacchio, accelero e giro un tornante proprio mentre una saetta squarcia un albero. Arrivo a mani … giunte … l’ira si placa, gli augelli cantano NOTA PER DIEGO : no, non è che alcuni componenti della famiglia dell’On. Andrea Augello siano stati sentiti dal Magistrato
Arrivati gli altri si affronta il trilemma : creste o non creste?!? … ah già … c’è anche varie ed eventuali, altrimenti che trilemma è, eh!!! Enrico, Beppe ed il Vence, manco a dillo, sono per le creste, Aleandro, Vincenzo, Romina e Danilo, nun ce pensano proprio … io … varie ed eventuali … il Vence mi decanta le bellezze delle creste, Enrico fa leva sul mio amor proprio, il Beppe … “se vieni bene, sinnò sti c…..i!!!” , sto quasi per cedere alle lusinghe, quando il mio sguardo incrocia quello di Danilo il quale cerca di mimarmi qualcosa … tre parole, la prima … mi indica i sassi su cui siamo seduti … sassi, sassi, sassi … ah, ci sono, I sassi, quindi Matera, quindi MA … la seconda … una tastiera immaginaria suona una nota … è la prima … ci sono!!! … DO … la terza … mano aperta, dita unite, movimento oscillatorio … questa è facile … VAI … in definitiva … MA DO VAI!!! … mi avvicino e gli sussurro “rispetto al Monte Autore com’è?!?” … “uguale!!!” … il Monte Autore senza protezioni?!? … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa … fingo un malore e mi accascio su un’altalena Dopo aver collaudato il parco giochi ed aver apposto sull’altalena l’ambito riconoscimento “TESTED AND CERTIFIED BY MD1946” e quella “CONCUBINA PROOF” sullo scivolo, ci dirigiamo verso il rifugio. Memore del fatto che lo stesso è circondato di molti rovi di more, riparto a cannone e, giunto alla meta con congruo anticipo, faccio man bassa, sotto lo sguardo attonito di due turisti francesi. Arriva Vupi … “ahhhhhhhhhhhhh, ci sono le more?!?” … “a Vincè, c’erano le more, prima che arrivassi io, che te credi che partivo a palla così, senza un nobile scopo!!!” … ma siccome so un omo de core, io, mi ero concentrato sui rami alti, lasciando quasi intonsa la raccolta ai piani medi e bassi
Rifocillati, ripartiamo con grande gioia dei due turisti francesi che s’erano accasciati sul tavolo ad appennicarsi dopo essese magnati sto monno e quell’antro. Arrivati al single trek dell’orco, Romina scalcia “ahooooooooooo, io c’ho paura dell’orco!!!” … “beh, pure noi preferiremmo l’orca” … e qualcuno di rimando “coll’S aspirata, però!!!” Se buttamo giù ed è una vera goduria, eccezion fatta per i rovi che ci massacrano, arriviamo ad una curva stretta su pietraia, una di quelle cose che mi ero convinto di non poter fare senza aiutarmi con un piede a causa della bici lunga, del dislivello tra manubrio e sella, della forcella ecc. … ma l’esperienza fatta con Ske a Pescasseroli mi ha fatto capire che volendo tutto si fa, anche le cose che ti sono sempre sembrate difficili, ed infatti sento Aleandro che mi fa “lo sai come si fa, no?!?” … si, lo so, grazie a Luca, sposto il peso in maniera da guadagnare direzionalità sull’anteriore senza rischiare di perdere il posteriore in frenata e cerco, volutamente, di curvare il più stretto e lento possibile, quasi fermandomi ma senza slittare ne sbilanciarmi, in controllo della bici … beninteso una sensazione che praticamente tutti hanno acquisito da moltooooooo tempo, ma per me che sono abituato a buttarmi giù a cannone, riuscire a scendere in controllo anziché a mo di schiacciasassi, è stata veramente una goduria!!! Arrivati alla fine del single trek, aspettiamo Romina ed il Vupi che è rimasto a fargli da angelo custode e ci buttiamo giù per uno stradone bianco che porta a Monteflavio … il Vupi parte a mazzetta mulinando di gambe, io vengo giù per forza di gravità , e non c’è nulla che, in queste condizioni, possa andare più veloce di uno yeti cui s’è chiusa la vena, come dice Danilo … e che ha dimenticato l’uso dei freni e del buon senso … raggiunti i 60 km/h mi butto tra il Vupi ed un frattone di rovi involandomi verso la nostra meta … il mitico, immarcescibile Lorenzo , che per farsi voler bene più di quando ce da da magnà, avrebbe soltanto potuto aprirlo in piano il ristorante anziché allo scapicollo Superata una rampetta del 22% , posiamo e bici e ci spariamo i primi beveraggi … birra a fiumi per Vupi, Aleandro e Danilo, Coca per me e Romina … cola per me, ina per lei!!!
Per ingannare l’attesa decidiamo un mini campionato di bigliardino … si comincia … Vupi ed io contro Danilo ed Aleandro … è un bagno di sangue, gli avversari si invertono ma il risultato è lo stesso, semo troppo forti!!! … si cambia, Romina ed io in formazione atipica, perché giocando anche lei in attacco mi metto io in difesa, contro Danilo ed Aleandro … la spuntiamo 4-3 all’ultima palla, dopo una gara tiratissima e tre goal di Romina, grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! Ci rimettiamo a sparare una tale quantità di cazzate da non riuscire neppure a ricordarle, una valanga inarrestabile, un fiume in piena, insomma arriviamo alle 15.00 quasi senza accorgercene se non fosse per i crampi allo stomaco Ci infialiamo dentro decisi a sparecchiare gli antipasti quando sentiamo la voce di Beppe e dietro di lui gli altri allegri compari … finalmente, se magna!!! … gli antipasti sono numerosi ed abbondanti ma finiscono in un attimo, si passa al piatto forte, i mitici gnocchetti di Lorenzo … Ric li chiede senza formaggio, io in bianco, nel senso che il parmigiano ricopre ogni singola molecola di sugo, dando vita ad un impasto della consistenza del calcestruzzo!!! … avanzano … mi vedo costretto a farmene un altro piatto, sempre in bianco, Danilo, che l’altra volta era rimasto sconcertato, stavolta si affretta ad abbrancare gnocchetti e formaggio prima che arrivino dalle mie parti!!!
Ci affrettiamo a finire il pranzo perché i tuoni in lontananza non promettono nulla di buono … ci mettiamo pesanti, tutti tranne, l’unico che si è portato soltanto una maglietta a maniche corte … l’acqua comincia a cadere copiosa, il Vence parte a cannone , Danilo dietro, io appresso insieme agli altri. Gli occhiali mi si impastano di acqua e fango e non vedo una cippa, ma tengo la posizione rischiando di volare via più di una volta, vengo giù a tutta e raggiungo il Vence … alle auto!!!
Il tempo di cambiarci, mangiare una fetta dell’eccellente torta di mele di Romina … grandeeeee!!! … e ripartiamo per Roma. Una nota di merito, di grande merito, a Romina e Vupi , che pur non essendo allenati si sono sciroppati un giro piuttosto duro (29,22 km per 1.030 mt di dislivello), con Vincenzo che in certi momenti sembrava volare!!! E Romina che saliva di buon passo senza fiatare!!!
Insomma, grazie a tutti, ragazzi, come sempre, siamo grandi!!! … e la prossima volta me le voglio fare le creste, però mi porto le protezioni!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
FOSSO FIOIO
Ecco il resoconto dell'uscita di sabato sui Simbruini, anche se un pò povero, visto che sono stato lanciato in avanscoperta per lunghi tratti in virtù delle mie innate e famose doti di orientig ...
Si comincia con un momento di gloria … all’agip arriviamo primi per distacco!!! Mi congratulo con il mio navigatore e ci accingiamo a festeggiare degnamente la vittoria con un caffè latte ed un latte macchiato (sì, c’è differenza, è inutile che ridacchi, ignoranteeeeeeeeeee!!! :P ), ma veniamo colpiti da un repentino attacco del morbo del buon samaritano e decidiamo di aspettare gli altri. Allo scoccare delle 8.00 chiamo Mimmo “ahoooooooooooooooooooooooo, ma ‘ndo cazzo state?!?” … “stamo a arrivà!!” … “sì, ma ‘ndo stai ADESSO?!?” … “a Viale Castrense …” … “ma se dovevamo vedecce qui alle 8.00!!!” … “no, beh, ma, non so, forse, l’appuntamento era alle 8.30 al casello …” Vabbè, ma stamo a annà in mtb o ad un raduno de arrampicata su specchi?!? :lol: Il dubbio è forte, ma la voja de fa colazione di più, quindi se sparamo due latti diversamente caffeinizzati e partiamo alla volta di Carsoli. Passato il casello ci guardiamo intorno con circospezione … nessun coyote in vista, tantomeno irrequieto … però la coyote car c’è, si vede chiaramente l’adesivo “COYOTE ON BOARD” Decidiamo di scendere, la scena che si presenta ai nostri occhi è agghiacciante … il coyote ha attirato fuori dalla loro auto Beppe e Romina e digrigna i denti minaccioso, gli spariamo una dose di svitol ed una di olio al teflon … ci avviciniamo cauti, il cric in una mano, il tubo sella con annessa sella e borsa, nell’altra, ma è una precauzione eccessiva, il coyote è ormai sedato e la conversazione fila lisciaaaaaaaaaaaaaaaaa e senza imputamenti!!!
Arrivano Andrea, Mimmo e Riccardo, il quale tenta una difesa d’ufficio adducendo che l’appuntamento era alle 8.40 … A CAZZAROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Come direbbe Mara!!! Emergono i primi, inquietanti, dettagli. Mimmo, colto da repentino attacco di comodite, vabbè, repentino … manda alle 22.30 un mp ad Andrea per chiedergli di spostare l’appuntamento in un luogo un po’ più a metà strada e comodo per la partenza … sì, insomma, sotto casa sua … e si disinteressa della risposta, immaginando cominci con V e finisca con O … ma i misteri della psiche umana sono insondabili ed Andrea non solo risponde, ma accetta, sicché all’ora stabilità, Andrea è sotto casa di Mimmo e Mimmo è al fungo dell’Eur, roba che nemmeno in un film della saga vacanze di natale!!!
Arrivati al luogo dell’appuntamento troviamo Carlo e Barbara già pronti e scalpitanti, noi, come al solito, sbracati ed in attesa che la voja de pedalà ce sarti addosso Per ingannare l’attesa ci avventiamo sulla crostata alla nutella di Romina, con Mimmo che prima se ne magna 3 etti e poi filosofeggia sulle differenze programmatiche con le crostate precedenti e sul piano quinquennale di sviluppo delle torte di mele … io, manco a dillo, me ne magno un par de fette e lo mando a cagare :lol:
Si parte, finalmente, ma in discesa … non mi fido dei giri che partono in discesa, e non mi piacciono quelli che partono in salita, ma a dirla tutta anche su quelli in piano avrei da ridire, c’ho da ridire praticamente su tutto … Si continua a scendere, bohhhhhhhh, la forza di gravità mi porta in testa al gruppo senza che abbia dato un solo colpo di pedale Si gira, e si comincia a risalire su asfalto, e si sale, si sale, si sale, si sale … sì ma ‘ndo c…..o stamo annà?!? … la domanda sorge spontanea, perché la traccia si allontana sempre più sulla destra rispetto alla salita che stiamo percorrendo, ma la mia fama in orienting mi precede e vengo ignorato , anche il fenomeno, pur non essendo gipiessemunito, esprime perplessità, sicché superati abbondantemente i 100 metri di dislivello si decide di tornare indietro e ricominciare da capo … abbiamo scherzato!!! :twisted: Ripresa la retta via, arriviamo al paesello, il più forte in orienting, cioè io, a condurre il gruppo … giro secco a destra, il fenomeno esita, lo rassicuro sulla giustezza della rotta, il fenomeno me manna affanculo … solo Aleandro, fidando nelle mie grandi capacità, mi segue, ma forse è soltanto la forza della disperazione.
Ci ricompattiamo e continuiamo a salire, sempre su bitume … bohhhhhhhhh … ma ecco arrivare lo sterrato, finalmente … butto la bici a bordo strada ed approfitto del vantaggio per mettermi a brucare more … una goduria … il Beppe si mette ad aspettare il gruppo per fare delle foto, ma il gruppo si attarda, sicché decide di mandargli un sollecito … a sassate … il gruppo riparte prontamente, non senza aver indirizzato al Beppe i suoi più sinceri ringraziamenti per lo spettacolo pi(et)rotecnico Riparto a mazzetta, colpa della spark gommata da qualifica … dopo l’ultima rampetta la piana di macchialonga si apre davanti ai miei occhi o almeno così mi sembra visto che il fondo non proprio levigato e la graniticità della spark mi rendono difficile mettere a fuoco il paesaggio. Mi fermo al fontanile, mi faccio una bevuta e provo ad avvicinarmi furtivamente ad un cavallo … se ne accorge … tento di rassicurarlo sul fatto che non è la sua erba che mi interessa … mi guarda … mi squadra … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, nun ce crede :lol: Finita l’erba mi avvicino di sop-piatto (tranquilla Mara, non nel senso che ce lo volevo mette sopra in forma di bistecca!!! ) … mi guarda fisso … si fida … lo accarezzo … se schifa un po’ ma rimane, mejo na carezza cor guanto che un carcio su li cojoni!!! :lol: Il tempo passa, nulla si scorge all’orizzonte … la granitica fiducia nelle mie doti in orienting vacilla … tornamo indietro va … ripercorro tutta la piana, scorgo all’orizzonte l’allegra combriccola appena ripartita dopo una sosta ristoratrice, mi riaggrego e si riprende la marcia verso il rifugio Morbano. Arrivati alle soglie delle tre dure rampe che ci porteranno al rifugio, ci fermiamo … Andrea ed il coyote ex irrequieto ne approfittano per uno scambio di coppia … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, che avete capito, maliziosi :P … Andrea inforca la nomad e Coyote la scale, ma lo scambio dura poco, giusto il tempo necessario a capire che ce stanno bene come Danny De Vito a montà Claudia Schiffer!!! :lol: … nel mentre arriva Aleandro … “vado bene per la m……………..a?!?” … “per d………o me pari Coppi!!!” … Beppe, parte, tarantolato, all’attacco delle micidiali rampe, noi appresso sbuffando come teiere
Ai limiti dell’arresto cardiaco, ma arriviamo al bivio per fosso fioio, si scendeeeeeeeeeeeeeee, finalmenteeeeeeeeeeee … si comincia su buon fondo, ma la pacchia dura poco, ci si deve buttare nel bosco, dove terriccio bagnato, foglie, rami e pietre di tutti i generi rendono il percorso simile ad una puntata di giochi senza frontiere!!! Ric e Beppe, vanno in esplorazione, il gruppo segue … io, avendo gommine da qualifica e non potendo abbassare la sella mi metto dietro ad Andrea, per avere un riferimento, ma dura poco “a Francè, per la mia e la tua incolumità, fa na cosa vattene avanti va!!!” … vabbè, me metto dietro ad Aleandro, che si accorge di me molto prima che arrivi, e non capisco come faccia, dato che scendo in bici silenzioso come un ninja, o forse soltanto micidiale come un ninja :lol: … superato il bosco con una scivolata all’attivo per quasi tutti, imbocchiamo il fosso, che più che quello fioio, me sembra quello di Helm :twisted: , anfatti vedo spuntare un orco … afferro un nodoso bastone e mi apposto … lo sento arrivare … vedo la sua inconfondibile sagoma a birillo riflettersi a forma di fiasco di chianti, riesco a sentire il suo fetido fiato … “a Mimmè, ma che c……o te sei magnato?!?” … falso allarme, nessun orco, ma riecheggia il sinistro latrato di un lupo … “Andrèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè …. Ma de che so ste pastiglie dei freni, de cartone pressatoooooooooo!!!” :lol: … si prosegue saltellando sulle rocce con le bici che scalciano come muli … la palla sinistra trova riparo nel buco della sella, l’altra subisce il martirio … Sir Aleandro caccia un urlo seguito da una raffica di considerazioni per niente carine all’indirizzo della mia augusta persona, che arrivano a mettere in dubbio i miei natali, e l’opportunità che io continui a detenere un’arma … la mtb … e solo perché sulle ali dell’entusiasmo gli ero atterrato su una caviglia, essendosi ello improvvidamente fermato a riflettere su quale strada migliore da prendere … eppure ce lo sai Aleà, quando c’hai me dietro qualunque strada va bene, perché l’alternativa è imboccà quella per l’ospedale!!! :lol:
Finita la parte rocciosa, comincia quella realmente goduriosa, cioè sassosa, veloce e bastarda quanto basta per divertirsi … ci lanciamo giù a mazzetta, che figataaaaaaaaaaaaa!!! Arrivati a fondo valle ci ricompattiamo e siccome i morsi della fame cominciano a farsi sentire, si decide di mandare un drappello in avanscoperta per avvertire l’oste del nostro imminente ed affamato arrivo … Aleandro “chi va avanti?!?” … vado io, fa Andrea … io mi incapretto da solo e mi associo alla staffetta … parto, manco a dillo, a mazzetta, tanto che il fenomeno la prende come un tentativo di fuga e risponde rilanciandosi a palla de foco, c’ho le gambe fucilate, ma cerco di mantenere il punto, lasciando su quei tre kilometri il grasso der core ed almeno due mesi de vita … però arriviamo dal Pajetta di gran carriera, finalmente . Sto già pregustando di buttarmi coi piedi sotto al tavolo … “daje su, torniamo alle macchine a cambiarci!!!” … “’ndo annamo?!? Ma cambiamoci la maglietta e rimaniamo qui, alle macchine c’annamo dopo, no?!?” … “naaaaaaaaaaaaa, che te voi fa sta salita a stomaco pieno?!?” … beh, effettivamente, l’idea, l’anticamera del cervello me l’aveva sfiorata , tra farla a stomaco pieno o a gambe fucilate, francamente la scelta sarebbe ricaduta di certo sulla prima ipotesi, ma tant’è, si riparte, il fenomeno pimpante in piedi sui pedali, io mezzo morto piegato sul manubrio … però arriviamo … lui vivo, io quasi. Ci cambiamo, scendiamo al ristorante e se famo una magnata che da sola vale il giro … ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, mo sì che se ragiona!!!
Insomma un degno giro, tosto il giusto, con un gradito rientro, Carlo, e due nuovi simpaticissimi ingressi, Coyote, fu irrequieto, e Barbara, cui va una nota di merito per come se l’è cavata in salita praticamente senza allenamento ed in discesa con una frontina!!!
Grazia ragazzi, alla prossima!!!
Ecco il resoconto dell'uscita di sabato sui Simbruini, anche se un pò povero, visto che sono stato lanciato in avanscoperta per lunghi tratti in virtù delle mie innate e famose doti di orientig ...
Si comincia con un momento di gloria … all’agip arriviamo primi per distacco!!! Mi congratulo con il mio navigatore e ci accingiamo a festeggiare degnamente la vittoria con un caffè latte ed un latte macchiato (sì, c’è differenza, è inutile che ridacchi, ignoranteeeeeeeeeee!!! :P ), ma veniamo colpiti da un repentino attacco del morbo del buon samaritano e decidiamo di aspettare gli altri. Allo scoccare delle 8.00 chiamo Mimmo “ahoooooooooooooooooooooooo, ma ‘ndo cazzo state?!?” … “stamo a arrivà!!” … “sì, ma ‘ndo stai ADESSO?!?” … “a Viale Castrense …” … “ma se dovevamo vedecce qui alle 8.00!!!” … “no, beh, ma, non so, forse, l’appuntamento era alle 8.30 al casello …” Vabbè, ma stamo a annà in mtb o ad un raduno de arrampicata su specchi?!? :lol: Il dubbio è forte, ma la voja de fa colazione di più, quindi se sparamo due latti diversamente caffeinizzati e partiamo alla volta di Carsoli. Passato il casello ci guardiamo intorno con circospezione … nessun coyote in vista, tantomeno irrequieto … però la coyote car c’è, si vede chiaramente l’adesivo “COYOTE ON BOARD” Decidiamo di scendere, la scena che si presenta ai nostri occhi è agghiacciante … il coyote ha attirato fuori dalla loro auto Beppe e Romina e digrigna i denti minaccioso, gli spariamo una dose di svitol ed una di olio al teflon … ci avviciniamo cauti, il cric in una mano, il tubo sella con annessa sella e borsa, nell’altra, ma è una precauzione eccessiva, il coyote è ormai sedato e la conversazione fila lisciaaaaaaaaaaaaaaaaa e senza imputamenti!!!
Arrivano Andrea, Mimmo e Riccardo, il quale tenta una difesa d’ufficio adducendo che l’appuntamento era alle 8.40 … A CAZZAROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Come direbbe Mara!!! Emergono i primi, inquietanti, dettagli. Mimmo, colto da repentino attacco di comodite, vabbè, repentino … manda alle 22.30 un mp ad Andrea per chiedergli di spostare l’appuntamento in un luogo un po’ più a metà strada e comodo per la partenza … sì, insomma, sotto casa sua … e si disinteressa della risposta, immaginando cominci con V e finisca con O … ma i misteri della psiche umana sono insondabili ed Andrea non solo risponde, ma accetta, sicché all’ora stabilità, Andrea è sotto casa di Mimmo e Mimmo è al fungo dell’Eur, roba che nemmeno in un film della saga vacanze di natale!!!
Arrivati al luogo dell’appuntamento troviamo Carlo e Barbara già pronti e scalpitanti, noi, come al solito, sbracati ed in attesa che la voja de pedalà ce sarti addosso Per ingannare l’attesa ci avventiamo sulla crostata alla nutella di Romina, con Mimmo che prima se ne magna 3 etti e poi filosofeggia sulle differenze programmatiche con le crostate precedenti e sul piano quinquennale di sviluppo delle torte di mele … io, manco a dillo, me ne magno un par de fette e lo mando a cagare :lol:
Si parte, finalmente, ma in discesa … non mi fido dei giri che partono in discesa, e non mi piacciono quelli che partono in salita, ma a dirla tutta anche su quelli in piano avrei da ridire, c’ho da ridire praticamente su tutto … Si continua a scendere, bohhhhhhhh, la forza di gravità mi porta in testa al gruppo senza che abbia dato un solo colpo di pedale Si gira, e si comincia a risalire su asfalto, e si sale, si sale, si sale, si sale … sì ma ‘ndo c…..o stamo annà?!? … la domanda sorge spontanea, perché la traccia si allontana sempre più sulla destra rispetto alla salita che stiamo percorrendo, ma la mia fama in orienting mi precede e vengo ignorato , anche il fenomeno, pur non essendo gipiessemunito, esprime perplessità, sicché superati abbondantemente i 100 metri di dislivello si decide di tornare indietro e ricominciare da capo … abbiamo scherzato!!! :twisted: Ripresa la retta via, arriviamo al paesello, il più forte in orienting, cioè io, a condurre il gruppo … giro secco a destra, il fenomeno esita, lo rassicuro sulla giustezza della rotta, il fenomeno me manna affanculo … solo Aleandro, fidando nelle mie grandi capacità, mi segue, ma forse è soltanto la forza della disperazione.
Ci ricompattiamo e continuiamo a salire, sempre su bitume … bohhhhhhhhh … ma ecco arrivare lo sterrato, finalmente … butto la bici a bordo strada ed approfitto del vantaggio per mettermi a brucare more … una goduria … il Beppe si mette ad aspettare il gruppo per fare delle foto, ma il gruppo si attarda, sicché decide di mandargli un sollecito … a sassate … il gruppo riparte prontamente, non senza aver indirizzato al Beppe i suoi più sinceri ringraziamenti per lo spettacolo pi(et)rotecnico Riparto a mazzetta, colpa della spark gommata da qualifica … dopo l’ultima rampetta la piana di macchialonga si apre davanti ai miei occhi o almeno così mi sembra visto che il fondo non proprio levigato e la graniticità della spark mi rendono difficile mettere a fuoco il paesaggio. Mi fermo al fontanile, mi faccio una bevuta e provo ad avvicinarmi furtivamente ad un cavallo … se ne accorge … tento di rassicurarlo sul fatto che non è la sua erba che mi interessa … mi guarda … mi squadra … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, nun ce crede :lol: Finita l’erba mi avvicino di sop-piatto (tranquilla Mara, non nel senso che ce lo volevo mette sopra in forma di bistecca!!! ) … mi guarda fisso … si fida … lo accarezzo … se schifa un po’ ma rimane, mejo na carezza cor guanto che un carcio su li cojoni!!! :lol: Il tempo passa, nulla si scorge all’orizzonte … la granitica fiducia nelle mie doti in orienting vacilla … tornamo indietro va … ripercorro tutta la piana, scorgo all’orizzonte l’allegra combriccola appena ripartita dopo una sosta ristoratrice, mi riaggrego e si riprende la marcia verso il rifugio Morbano. Arrivati alle soglie delle tre dure rampe che ci porteranno al rifugio, ci fermiamo … Andrea ed il coyote ex irrequieto ne approfittano per uno scambio di coppia … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, che avete capito, maliziosi :P … Andrea inforca la nomad e Coyote la scale, ma lo scambio dura poco, giusto il tempo necessario a capire che ce stanno bene come Danny De Vito a montà Claudia Schiffer!!! :lol: … nel mentre arriva Aleandro … “vado bene per la m……………..a?!?” … “per d………o me pari Coppi!!!” … Beppe, parte, tarantolato, all’attacco delle micidiali rampe, noi appresso sbuffando come teiere
Ai limiti dell’arresto cardiaco, ma arriviamo al bivio per fosso fioio, si scendeeeeeeeeeeeeeee, finalmenteeeeeeeeeeee … si comincia su buon fondo, ma la pacchia dura poco, ci si deve buttare nel bosco, dove terriccio bagnato, foglie, rami e pietre di tutti i generi rendono il percorso simile ad una puntata di giochi senza frontiere!!! Ric e Beppe, vanno in esplorazione, il gruppo segue … io, avendo gommine da qualifica e non potendo abbassare la sella mi metto dietro ad Andrea, per avere un riferimento, ma dura poco “a Francè, per la mia e la tua incolumità, fa na cosa vattene avanti va!!!” … vabbè, me metto dietro ad Aleandro, che si accorge di me molto prima che arrivi, e non capisco come faccia, dato che scendo in bici silenzioso come un ninja, o forse soltanto micidiale come un ninja :lol: … superato il bosco con una scivolata all’attivo per quasi tutti, imbocchiamo il fosso, che più che quello fioio, me sembra quello di Helm :twisted: , anfatti vedo spuntare un orco … afferro un nodoso bastone e mi apposto … lo sento arrivare … vedo la sua inconfondibile sagoma a birillo riflettersi a forma di fiasco di chianti, riesco a sentire il suo fetido fiato … “a Mimmè, ma che c……o te sei magnato?!?” … falso allarme, nessun orco, ma riecheggia il sinistro latrato di un lupo … “Andrèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè …. Ma de che so ste pastiglie dei freni, de cartone pressatoooooooooo!!!” :lol: … si prosegue saltellando sulle rocce con le bici che scalciano come muli … la palla sinistra trova riparo nel buco della sella, l’altra subisce il martirio … Sir Aleandro caccia un urlo seguito da una raffica di considerazioni per niente carine all’indirizzo della mia augusta persona, che arrivano a mettere in dubbio i miei natali, e l’opportunità che io continui a detenere un’arma … la mtb … e solo perché sulle ali dell’entusiasmo gli ero atterrato su una caviglia, essendosi ello improvvidamente fermato a riflettere su quale strada migliore da prendere … eppure ce lo sai Aleà, quando c’hai me dietro qualunque strada va bene, perché l’alternativa è imboccà quella per l’ospedale!!! :lol:
Finita la parte rocciosa, comincia quella realmente goduriosa, cioè sassosa, veloce e bastarda quanto basta per divertirsi … ci lanciamo giù a mazzetta, che figataaaaaaaaaaaaa!!! Arrivati a fondo valle ci ricompattiamo e siccome i morsi della fame cominciano a farsi sentire, si decide di mandare un drappello in avanscoperta per avvertire l’oste del nostro imminente ed affamato arrivo … Aleandro “chi va avanti?!?” … vado io, fa Andrea … io mi incapretto da solo e mi associo alla staffetta … parto, manco a dillo, a mazzetta, tanto che il fenomeno la prende come un tentativo di fuga e risponde rilanciandosi a palla de foco, c’ho le gambe fucilate, ma cerco di mantenere il punto, lasciando su quei tre kilometri il grasso der core ed almeno due mesi de vita … però arriviamo dal Pajetta di gran carriera, finalmente . Sto già pregustando di buttarmi coi piedi sotto al tavolo … “daje su, torniamo alle macchine a cambiarci!!!” … “’ndo annamo?!? Ma cambiamoci la maglietta e rimaniamo qui, alle macchine c’annamo dopo, no?!?” … “naaaaaaaaaaaaa, che te voi fa sta salita a stomaco pieno?!?” … beh, effettivamente, l’idea, l’anticamera del cervello me l’aveva sfiorata , tra farla a stomaco pieno o a gambe fucilate, francamente la scelta sarebbe ricaduta di certo sulla prima ipotesi, ma tant’è, si riparte, il fenomeno pimpante in piedi sui pedali, io mezzo morto piegato sul manubrio … però arriviamo … lui vivo, io quasi. Ci cambiamo, scendiamo al ristorante e se famo una magnata che da sola vale il giro … ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, mo sì che se ragiona!!!
Insomma un degno giro, tosto il giusto, con un gradito rientro, Carlo, e due nuovi simpaticissimi ingressi, Coyote, fu irrequieto, e Barbara, cui va una nota di merito per come se l’è cavata in salita praticamente senza allenamento ed in discesa con una frontina!!!
Grazia ragazzi, alla prossima!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
SANTA MARINELLA
Vabbè, mentre voi parlate di topa, siccome l'argomento mi commuove, per distrarmi posto il mio personale resoconto del giro ...
Santa Marinella ore 8.40 … siamo solo noiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii … dam dam … naaaaaaaaaaaaaaa , nun c’era un concerto de Vasco Rossi, ma c’eravamo io ed Aleandro in notevolissimo anticipo a gelacce li cojoni davanti ad un bar in attesa di fare una meritata colazione. Arrivano Danilo ed il suo collega (abbiate pazienza, non mi ricordo il suo nome, l'età è quella che è), riconoscibili per la bici montata sul tetto inclinata da un lato a mo di torre di Pisa ed anche Andrea. Danilo è pensieroso, guarda il posteriore della sua auto, ma senza malizia , si mette al posto di guida ed esclama “si accendono?!?” … “sì sì tutte e due le luci” … “ma non le luci, gli stop!!!” … “frena ‘n po’” … “e che sto a fa secondo te?!?” … “allora nun funzionano!!!” . Comincia la caccia al guasto, il metodo è quello classico, tipo aguzza la vista della settimana enigmistica, nel senso che nessuno ci capisce un cazzo, ma si va per tentativi successivi ed esclusioni. Dopo un’attenta scrematura vanno al ballottaggio due ipotesi … A. c’è un fusibile rotto B. s’è rotto il comando sotto al pedale, tutte e due suffragate dal fatto che non si accende nessuno dei tre stop, neanche quello centrale a led. Non potendo fare nulla riguardo all’ipotesi B. ci si concentra sul fusibile, Danilo tira fuori il manuale … da una prima attenta lettura non si capisce neanche se ce li abbia l’auto i fusibili, poi, cercando meglio si scopre che ce l’ha ma in ordine sparso, qualcuno nel cofano motore, qualcuno sotto al volante … si controlla anche nel portabagagli per sicurezza . Nel frattempo arrivano anche Enrico ed Alessandra, che, già in avanzato stato di assideramento, esclama “me sa che co sti pantaloni felpati me moro de caldo” … ma a parte il colore, sembra la Madonna di Czestochowa!!! Danilo ha trovato l’elenco dei fusibili sul manuale, ma sono messi in ordine sparso giusto per rendere la ricerca più appassionante … comincia a serpeggiare il malumore … Andrea infila la testa sotto al posto di guida al grido di “tanto un fusibile rotto lo so riconosce”, ma riemerge quasi subito con un nulla di fatto … mi faccio portavoce del malumore “ahoooooooooooooo, annamo a fa colazione intanto, suuuuuu!!!” neanche il tempo di finire la frase che tutti entrano nel bar lasciando Danilo al suo triste destino di tamponature per negligenza grave … molla anche lui, il manuale, e si infila nel bar. La pasticceria è di buon livello e, udite udite, dopo mesi di angherie ed insolenze io ed Aleandro possiamo finalmente mostrare al mondo in cosa si differenziano un caffè latte da un latte macchiato!!!
Si arriva al cimitero, non a caso, e ci si interroga su cosa mettersi, avendo portato ognuno la propria collezione autunno/inverso, ad eccezione di Alessandra ed Andrea che sono già vestiti. Si va dal calzoncino corto mio e di Aleandro alla tutta intera di Andrea, passando per il ¾ di Enrico ed i gambali di Danilo e l'innominato (nel senso che nun me ricordo come se chiama). Partiamo, ognuno convinto di aver fatto la scelta giusta, ognuno convinto che gli altri hanno fatto una cazzata!!! Si parte, Aleandro a palla, come di consueto, io dietro, come da contratto, il gruppo a seguire, comincia la salita su asfalto, non ripida, ma abbastanza continua da sfilacciare il gruppo, arrivati allo sterrato, ci ritroviamo io e l'innominato, il quale, non conoscendo le mie eccezionali doti di orienting e conduzione del gruppo mi fa “ma la strada è questa, sì? Sei sicuro?” … so sicuro?!?, ma che te va da scherza?!? Io le tracce non le seguo, so loro che me vengono a cercà … hai capitoooooooooooooo!!! Arriviamo ad un casolare, ci vengono incontro dei cani, prima piccoli … l’accarezziamo, poi grossi … se preoccupamo. Arriva il gruppo, i cucciolotti sono tenerissimi e strappano carezze a tutti, Alessandra insiste nelle carezze, continuando a ripetere “quanto sei bono, mmmhhhhh come sei bonoooooooo!!!” gli strappiamo il cucciolo dalle mani prima che venga denunciata per mobbing dal padrone!!!
Dopo qualche saliscendi inizia la salita più lunga della giornata, con belle pendenze e terreno piuttosto accidentato, la spark con le gommine gonfiate a mazzetta per sostenere la mia augusta persona scalcia e scoda come un purosangue portato a correre ai Fori Imperiali … ma si va, rimpiangendo la divanosa mojo, ma si va . Arrivati in cresta … no, no, bono Enrì, fa il bravo, quando arrivano le creste te chiamo, promesso … arrivati in cima, dicevo, il vento gelato si fa sentire, la pioggerella anche, Essendo stato nominato tattico dei fuggitivi, identifico un arbusto dietro il quale poterci riparare, ma appena arrivati il vento giro e ci prende di fronte, il maledetto, ma decidiamo di tenere il punto rimanendo “al riparo”, Aleandro, molto più prosaicamente, arriva e ci apostrofa “bel riparo del cazzo che avete trovato!!!” … compattato il gruppo si prosegue, in saliscendi con più scendi che sali e ci infiliamo nel bosco, finalmente!!! La mancanza di vento rende quasi mite la temperatura e ricominciamo a salire di buon grado e di buona lena, fino al momento che tutti aspettavamo, la discesa!!! La salita mi piace, è la sublimazione delle mie pulsioni aggressive , ma da un po’ di tempo mi diverto anche a scendere e quindi mordo il freno … mi butto giù in picchiata su asfalto, pennellando le curve, prendo velocità (i 56 km/h di cui appresso), arrivo alla staccata, ma il bloccaggio della ruota posteriore mi ricorda di colpo che ho delle sm8 2.10 non le mie fidate ardent 2.25, la bici si intraversa e l’unico modo di riprenderla è controsterzare indirizzando l’anteriore verso l’esterno della curva, l’asfalto finisce, sono già sul ciglio della curva quando riesco a riprendere la bici e ad uscire sano e salvo dalla curva ma con qualche capello bianco in più … vabbè è normale, se non rischio almeno una volta l’infarto in salita e le ossa in discesa non mi diverto!!!
Riprendiamo lo sterrato e, dopo poco, incontriamo il tratto più divertente della giornata, una discesetta incasinata quanto basta per essere veloce ed adrenalinica senza comportare rischi, o almeno rischi naturali, perché un rischio grosso c’è, oltre cento kilogrammi di irresponsabilità allo stato puro, una specie di cinghiale cingolato in libertà vigilata, insomma … io. Aleandro, che ha ancora il mio sm8 tatuato su una caviglia, grida a Danilo “Danì, fallo annà avantiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!” il quale, sprezzante del pericolo si butta giù, seguito da Andrea … nessuno si azzarda a seguirli accettando il rischio di avermi alle spalle, così inforco la bici e mi lancio all’inseguimento con l’incedere di una gazzella, la leggiadria di una farfalla ed il rumore di una mandria di bufali inferociti lanciati al galoppo … Andrea mi sente arrivare, di fronte la morte per cappottamento, di dietro la morte, quella con la M maiuscola … si butta di lato proprio mentre sopraggiungo, lo spazio è poco, la voglia di suicidarsi manca, sul nomad sventola bandiera bianca … mi butto in picchiata, Danilo è li, davanti a me, ignaro del pericolo … forse. Un asino è fermo, immobile sul sentiero che stiamo driftando, non si muove, lo guarda fisso negli occhi, quasi a volerlo ipnotizzare. Mi sente dietro di lui, la scelta è difficile … un asino davanti, un somaro dietro … la stazza è quella, ma uno è fermo e dotato di spirito di sopravvivenza, l’altro è lanciato e assolutamente privo di buon senso, la scelta è facile, punta dritto l’asino al grido di “asinooooooooooooooooooooooo, leveteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!” quello lo guarda con un espressione interrogativa che sembra chiedergli “ce l’hai co me o co quello che c’hai appresso?!?” … Danilo gli è ormai sopra, meglio rischiare di droppare un asino che rischiare di essere droppato da un somaro … l’asino realizza di poter reggere il primo impatto ma di non avere speranza alcuna sul secondo ed in un millisecondo schizza via lasciandoci passare, è fatta!!! Arrivati in piano vedo da lontano la rampetta bastarda su cui per ben due volte ho dovuto capitolare intonando canti di letizia e di gioia molto graditi alle mandrie di bovini presenti in loco, molto meno al Signore, sì insomma, quello che mi tiene d’occhio da Percile . La punto, metto il 22 mulino le gambe più velocemente di quanto qualcuno riesce a famme girà i cojoni e salgo quasi senza accorgermene … beh, me so levato una gran bella soddisfazione, dopo averci sbattuto più volte il grugno!!!, continuo a mulinare anche sul resto della salita e mi butto sulla discesetta che porta al fondo valle. Mi fermo e dopo un po’ arrivano Enrico ed Alessandro, Andrea ha bucato e gli altri gli stanno dando una mano a cambiare la camera, gli dico di andare avanti, io rimango ad aspettarli.
Mi accorgo che una mucca mi fissa, è ferma ad una ventina di metri da me, corna lunghe ed appuntite, stazza di gran lunga superiore alla mia, rimpiango di avere una bici leggera, in certi casi la capacità di arresto è fondamentale . La fisso negli occhi, lei muggisce e viene verso di me a passi piccoli e misurati, mi guardo intorno, non c’è un cazzo verso cui mi dirigerei con tanta pervicace insistenza se fossi una mucca, beh, d’altra parte sono un ottimo somaro, non posso essere anche una buona mucca . Rimango fermo, immobile, impassibile, lei muggisce di nuovo, rispondo con un cococococoddèèèèèèèè, ma senza spiazzarla, avanza ancora, siamo ormai ad una decina di metri, metto lentamente il piede sul pedale, calcolo il differenziale tra il mio 0-100 ed il suo, me pija sicuro, resto immobile, la fisso … belle zinne, però!!! … si blocca, gira e trotterella parallela a me, seguendo i miei movimenti con la coda dell’occhio. Mi tranquillizzo e mi siedo su un masso. Arriva il gruppo bestemmiando sulla facilità con cui il nobby nic a cerchietto rigido si toglie e rimette, ripartiamo per dei leggeri saliscendi che ci portano sulla dirittura d’arrivo … “che famo Aleà, scattamo a riprende il gruppo” … “daje, annamo!!!” … partiamo a palla de cannone, superando i 45 km/h, rientriamo sul gruppo ed allunghiamo fino a raggiungere Enrico ed Alessandra che si erano fermati ad aspettarci al sole, seduti su una spalletta, Enrico vede arrivare Aleandro trafelato “c’hai fatto Aleà, no scattino?!?” … “e c’ho fatto, so annato dietro a sta bestia … me ce ‘ncula sempre, aho!!!” … arriviamo sull’Aurelia, io ed Aleandro andiamo avanti a prenotare il pranzo “nun te mette a core, mo, eh!!!!” recepisco il monito, andatura turistica, ristorante raggiunto, prenotazione effettuata. Torniamo alle macchine, i morsi della fame si fanno sentire, in meno di un quarto d’ora ho caricato le bici e mi sono dato un aspetto decente, quasi umano, il mio navigatore, invece, se la prende comoda … “c’ho fameeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!” … accelera immediatamente le operazioni, l’idea che possa divorarlo, guardandomi, non gli sembra poi tanto inverosimile . Salutiamo Andrea che non rimane a pranzo, saliamo in macchina e ci avviamo … “noi andiamo, intanto …” … “vabbè, basta che nun ve magnate tutto” … “io nun ce conterei” … e sgommiamo in direzione del ristorante, dove gli altri ci raggiungono ancora prima che avessimo avuto il tempo di sederci a tavola … paura eh!!! Ci spazzoliamo antipasti, primi a due piani ed una frittura di calamari e gamberi, l’atmosfera si scalda, io sono l’unico sobrio … sì vabbè neanche Alessandra ha bevuto, ma nel suo caso, non bere è condizione necessaria ma assolutamente non sufficiente!!!
Ce ne torniamo a casa ancora infreddoliti ma contenti di aver vissuto un’altra giornata in allegria e BDC, con il fido garmino che alla fine segnava … 34,77 km, 886 mt di dislivello, 2h26 pedalate (sulle circa 5 complessive) e 56,1 km/h di velocità massima.
Grazie a tutti, ragazzi … alla prossima!!!
Vabbè, mentre voi parlate di topa, siccome l'argomento mi commuove, per distrarmi posto il mio personale resoconto del giro ...
Santa Marinella ore 8.40 … siamo solo noiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii … dam dam … naaaaaaaaaaaaaaa , nun c’era un concerto de Vasco Rossi, ma c’eravamo io ed Aleandro in notevolissimo anticipo a gelacce li cojoni davanti ad un bar in attesa di fare una meritata colazione. Arrivano Danilo ed il suo collega (abbiate pazienza, non mi ricordo il suo nome, l'età è quella che è), riconoscibili per la bici montata sul tetto inclinata da un lato a mo di torre di Pisa ed anche Andrea. Danilo è pensieroso, guarda il posteriore della sua auto, ma senza malizia , si mette al posto di guida ed esclama “si accendono?!?” … “sì sì tutte e due le luci” … “ma non le luci, gli stop!!!” … “frena ‘n po’” … “e che sto a fa secondo te?!?” … “allora nun funzionano!!!” . Comincia la caccia al guasto, il metodo è quello classico, tipo aguzza la vista della settimana enigmistica, nel senso che nessuno ci capisce un cazzo, ma si va per tentativi successivi ed esclusioni. Dopo un’attenta scrematura vanno al ballottaggio due ipotesi … A. c’è un fusibile rotto B. s’è rotto il comando sotto al pedale, tutte e due suffragate dal fatto che non si accende nessuno dei tre stop, neanche quello centrale a led. Non potendo fare nulla riguardo all’ipotesi B. ci si concentra sul fusibile, Danilo tira fuori il manuale … da una prima attenta lettura non si capisce neanche se ce li abbia l’auto i fusibili, poi, cercando meglio si scopre che ce l’ha ma in ordine sparso, qualcuno nel cofano motore, qualcuno sotto al volante … si controlla anche nel portabagagli per sicurezza . Nel frattempo arrivano anche Enrico ed Alessandra, che, già in avanzato stato di assideramento, esclama “me sa che co sti pantaloni felpati me moro de caldo” … ma a parte il colore, sembra la Madonna di Czestochowa!!! Danilo ha trovato l’elenco dei fusibili sul manuale, ma sono messi in ordine sparso giusto per rendere la ricerca più appassionante … comincia a serpeggiare il malumore … Andrea infila la testa sotto al posto di guida al grido di “tanto un fusibile rotto lo so riconosce”, ma riemerge quasi subito con un nulla di fatto … mi faccio portavoce del malumore “ahoooooooooooooo, annamo a fa colazione intanto, suuuuuu!!!” neanche il tempo di finire la frase che tutti entrano nel bar lasciando Danilo al suo triste destino di tamponature per negligenza grave … molla anche lui, il manuale, e si infila nel bar. La pasticceria è di buon livello e, udite udite, dopo mesi di angherie ed insolenze io ed Aleandro possiamo finalmente mostrare al mondo in cosa si differenziano un caffè latte da un latte macchiato!!!
Si arriva al cimitero, non a caso, e ci si interroga su cosa mettersi, avendo portato ognuno la propria collezione autunno/inverso, ad eccezione di Alessandra ed Andrea che sono già vestiti. Si va dal calzoncino corto mio e di Aleandro alla tutta intera di Andrea, passando per il ¾ di Enrico ed i gambali di Danilo e l'innominato (nel senso che nun me ricordo come se chiama). Partiamo, ognuno convinto di aver fatto la scelta giusta, ognuno convinto che gli altri hanno fatto una cazzata!!! Si parte, Aleandro a palla, come di consueto, io dietro, come da contratto, il gruppo a seguire, comincia la salita su asfalto, non ripida, ma abbastanza continua da sfilacciare il gruppo, arrivati allo sterrato, ci ritroviamo io e l'innominato, il quale, non conoscendo le mie eccezionali doti di orienting e conduzione del gruppo mi fa “ma la strada è questa, sì? Sei sicuro?” … so sicuro?!?, ma che te va da scherza?!? Io le tracce non le seguo, so loro che me vengono a cercà … hai capitoooooooooooooo!!! Arriviamo ad un casolare, ci vengono incontro dei cani, prima piccoli … l’accarezziamo, poi grossi … se preoccupamo. Arriva il gruppo, i cucciolotti sono tenerissimi e strappano carezze a tutti, Alessandra insiste nelle carezze, continuando a ripetere “quanto sei bono, mmmhhhhh come sei bonoooooooo!!!” gli strappiamo il cucciolo dalle mani prima che venga denunciata per mobbing dal padrone!!!
Dopo qualche saliscendi inizia la salita più lunga della giornata, con belle pendenze e terreno piuttosto accidentato, la spark con le gommine gonfiate a mazzetta per sostenere la mia augusta persona scalcia e scoda come un purosangue portato a correre ai Fori Imperiali … ma si va, rimpiangendo la divanosa mojo, ma si va . Arrivati in cresta … no, no, bono Enrì, fa il bravo, quando arrivano le creste te chiamo, promesso … arrivati in cima, dicevo, il vento gelato si fa sentire, la pioggerella anche, Essendo stato nominato tattico dei fuggitivi, identifico un arbusto dietro il quale poterci riparare, ma appena arrivati il vento giro e ci prende di fronte, il maledetto, ma decidiamo di tenere il punto rimanendo “al riparo”, Aleandro, molto più prosaicamente, arriva e ci apostrofa “bel riparo del cazzo che avete trovato!!!” … compattato il gruppo si prosegue, in saliscendi con più scendi che sali e ci infiliamo nel bosco, finalmente!!! La mancanza di vento rende quasi mite la temperatura e ricominciamo a salire di buon grado e di buona lena, fino al momento che tutti aspettavamo, la discesa!!! La salita mi piace, è la sublimazione delle mie pulsioni aggressive , ma da un po’ di tempo mi diverto anche a scendere e quindi mordo il freno … mi butto giù in picchiata su asfalto, pennellando le curve, prendo velocità (i 56 km/h di cui appresso), arrivo alla staccata, ma il bloccaggio della ruota posteriore mi ricorda di colpo che ho delle sm8 2.10 non le mie fidate ardent 2.25, la bici si intraversa e l’unico modo di riprenderla è controsterzare indirizzando l’anteriore verso l’esterno della curva, l’asfalto finisce, sono già sul ciglio della curva quando riesco a riprendere la bici e ad uscire sano e salvo dalla curva ma con qualche capello bianco in più … vabbè è normale, se non rischio almeno una volta l’infarto in salita e le ossa in discesa non mi diverto!!!
Riprendiamo lo sterrato e, dopo poco, incontriamo il tratto più divertente della giornata, una discesetta incasinata quanto basta per essere veloce ed adrenalinica senza comportare rischi, o almeno rischi naturali, perché un rischio grosso c’è, oltre cento kilogrammi di irresponsabilità allo stato puro, una specie di cinghiale cingolato in libertà vigilata, insomma … io. Aleandro, che ha ancora il mio sm8 tatuato su una caviglia, grida a Danilo “Danì, fallo annà avantiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!” il quale, sprezzante del pericolo si butta giù, seguito da Andrea … nessuno si azzarda a seguirli accettando il rischio di avermi alle spalle, così inforco la bici e mi lancio all’inseguimento con l’incedere di una gazzella, la leggiadria di una farfalla ed il rumore di una mandria di bufali inferociti lanciati al galoppo … Andrea mi sente arrivare, di fronte la morte per cappottamento, di dietro la morte, quella con la M maiuscola … si butta di lato proprio mentre sopraggiungo, lo spazio è poco, la voglia di suicidarsi manca, sul nomad sventola bandiera bianca … mi butto in picchiata, Danilo è li, davanti a me, ignaro del pericolo … forse. Un asino è fermo, immobile sul sentiero che stiamo driftando, non si muove, lo guarda fisso negli occhi, quasi a volerlo ipnotizzare. Mi sente dietro di lui, la scelta è difficile … un asino davanti, un somaro dietro … la stazza è quella, ma uno è fermo e dotato di spirito di sopravvivenza, l’altro è lanciato e assolutamente privo di buon senso, la scelta è facile, punta dritto l’asino al grido di “asinooooooooooooooooooooooo, leveteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!” quello lo guarda con un espressione interrogativa che sembra chiedergli “ce l’hai co me o co quello che c’hai appresso?!?” … Danilo gli è ormai sopra, meglio rischiare di droppare un asino che rischiare di essere droppato da un somaro … l’asino realizza di poter reggere il primo impatto ma di non avere speranza alcuna sul secondo ed in un millisecondo schizza via lasciandoci passare, è fatta!!! Arrivati in piano vedo da lontano la rampetta bastarda su cui per ben due volte ho dovuto capitolare intonando canti di letizia e di gioia molto graditi alle mandrie di bovini presenti in loco, molto meno al Signore, sì insomma, quello che mi tiene d’occhio da Percile . La punto, metto il 22 mulino le gambe più velocemente di quanto qualcuno riesce a famme girà i cojoni e salgo quasi senza accorgermene … beh, me so levato una gran bella soddisfazione, dopo averci sbattuto più volte il grugno!!!, continuo a mulinare anche sul resto della salita e mi butto sulla discesetta che porta al fondo valle. Mi fermo e dopo un po’ arrivano Enrico ed Alessandro, Andrea ha bucato e gli altri gli stanno dando una mano a cambiare la camera, gli dico di andare avanti, io rimango ad aspettarli.
Mi accorgo che una mucca mi fissa, è ferma ad una ventina di metri da me, corna lunghe ed appuntite, stazza di gran lunga superiore alla mia, rimpiango di avere una bici leggera, in certi casi la capacità di arresto è fondamentale . La fisso negli occhi, lei muggisce e viene verso di me a passi piccoli e misurati, mi guardo intorno, non c’è un cazzo verso cui mi dirigerei con tanta pervicace insistenza se fossi una mucca, beh, d’altra parte sono un ottimo somaro, non posso essere anche una buona mucca . Rimango fermo, immobile, impassibile, lei muggisce di nuovo, rispondo con un cococococoddèèèèèèèè, ma senza spiazzarla, avanza ancora, siamo ormai ad una decina di metri, metto lentamente il piede sul pedale, calcolo il differenziale tra il mio 0-100 ed il suo, me pija sicuro, resto immobile, la fisso … belle zinne, però!!! … si blocca, gira e trotterella parallela a me, seguendo i miei movimenti con la coda dell’occhio. Mi tranquillizzo e mi siedo su un masso. Arriva il gruppo bestemmiando sulla facilità con cui il nobby nic a cerchietto rigido si toglie e rimette, ripartiamo per dei leggeri saliscendi che ci portano sulla dirittura d’arrivo … “che famo Aleà, scattamo a riprende il gruppo” … “daje, annamo!!!” … partiamo a palla de cannone, superando i 45 km/h, rientriamo sul gruppo ed allunghiamo fino a raggiungere Enrico ed Alessandra che si erano fermati ad aspettarci al sole, seduti su una spalletta, Enrico vede arrivare Aleandro trafelato “c’hai fatto Aleà, no scattino?!?” … “e c’ho fatto, so annato dietro a sta bestia … me ce ‘ncula sempre, aho!!!” … arriviamo sull’Aurelia, io ed Aleandro andiamo avanti a prenotare il pranzo “nun te mette a core, mo, eh!!!!” recepisco il monito, andatura turistica, ristorante raggiunto, prenotazione effettuata. Torniamo alle macchine, i morsi della fame si fanno sentire, in meno di un quarto d’ora ho caricato le bici e mi sono dato un aspetto decente, quasi umano, il mio navigatore, invece, se la prende comoda … “c’ho fameeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!” … accelera immediatamente le operazioni, l’idea che possa divorarlo, guardandomi, non gli sembra poi tanto inverosimile . Salutiamo Andrea che non rimane a pranzo, saliamo in macchina e ci avviamo … “noi andiamo, intanto …” … “vabbè, basta che nun ve magnate tutto” … “io nun ce conterei” … e sgommiamo in direzione del ristorante, dove gli altri ci raggiungono ancora prima che avessimo avuto il tempo di sederci a tavola … paura eh!!! Ci spazzoliamo antipasti, primi a due piani ed una frittura di calamari e gamberi, l’atmosfera si scalda, io sono l’unico sobrio … sì vabbè neanche Alessandra ha bevuto, ma nel suo caso, non bere è condizione necessaria ma assolutamente non sufficiente!!!
Ce ne torniamo a casa ancora infreddoliti ma contenti di aver vissuto un’altra giornata in allegria e BDC, con il fido garmino che alla fine segnava … 34,77 km, 886 mt di dislivello, 2h26 pedalate (sulle circa 5 complessive) e 56,1 km/h di velocità massima.
Grazie a tutti, ragazzi … alla prossima!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Data d'iscrizione : 21.09.09
Età : 64
Località : Roma
Briciutto day
… vabbè, io ci provo, ma non garantisco eh!!! … la tranvata è stata notevole, e c’ho ancora un metro quadrato di livido a ricordarmela, porca zozza!!!
L’appuntamento è fissato alle 6.55 sotto casa di Mimmo, udite udite, scende alle 6.50, carichiamo la bici e ci dirigiamo verso casa di Aleandro, nell’attesa che scenda si disquisisce di travestiti, trans, cocaina, escort e presidenti di vario genere … Aleandro arriva, semiaddormentato, ma alla parola “trans” sussulta e chiede di viaggiare dietro . Si parte, non senza aver fatto la sosta di rito allo sportello bancomat delle Poste pusher ufficiale di Aleandro, l’appuntamento con Danilo è all’area di servizio adiacente al casello. Anche stavolta, complici le chiacchiere di Aleandro e Mimmo, rischiamo di andare lunghi, ma una sterzata ai limiti delle leggi della fisica ci fa imboccare la corsia di decelerazione, non senza aver raccolto un cestino di vaffanculi!!! Danilo arriva poco dopo, fa gasolio, carica Aleandro in qualità di dama di compagnia e ripartiamo, tempo stimato di arrivo al casello … 60 min. giusto in tempo per fare colazione. Arriviamo al bar luogo dell’appuntamento e chiamiamo Luca “ahooooooooooooooo ‘ndo stai?!?” … “se stai al bar mi vedi” … mi giro verso il bar, ma non vedo nessuno … e ce credo, n’antro po e lo sento, visto che mi sfreccia accanto Ci stravacchiamo a fare salotto, in attesa dei Maxdrome, Vence ed Enrico, poi ci infiliamo nel bar e chiediamo se è possibile sintonizzare la televisione su Valentino … “non ho tempo per la televisione” risponde acida una barista … vabbè, ma che cazzo c’entra, t’avemo chiesto de girà canale, mica de guardalla co noi, brutto rospo!!! Cerchiamo di fare colazione … ma le bariste sembrano essere state appena catapultate li da un universo parallelo … mi guardo intorno, nessuna traccia di buchi spazio temporali, solo buchi carno femminili, un paio di buon livello. Ci avviciniamo speranzosi al bancone … arriva un latte macchiato che implora l’eutanasia, segue una pausa che sembra infinita … “… interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete …” ma io non sono Leopardi e cominciano a girarmi i coglioni “bono, Francè, bono!!!” me fa Aleandro mentre chiama CSI per capire se quello che è arrivato sia il caffè latte o il latte macchiato … alla fine arriva un’altra brodaglia, la tracanno tutta d’un fiato … ammazza che schifo, ahooooooooooooooooo!!! Vabbè arriviamo alla chiesetta luogo di partenza del giro e ci alleggeriamo, la temperatura è molto più mite di quanto avessimo immaginato.
Si parte, Marco c’ha mal di testa, Aleandro mi da da pensare, non parte a cannone as usual, anzi, si mantiene tranquillo a centro gruppo, bohhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!! … non più supportato dal mio fedele compagno, mi lancio all’inseguimento del gruppo di testa, Federico guida le danze, Enrico dietro, io ed il vence all’inseguimento, ma le gambe non girano e fatico a tenere il ritmo Finito il bitume, ci infiliamo in pineta, un single trek in salita non ripida ma continua, Robertone davanti, io dietro, Claudio e Severino a chiudere, ma non va, fatico come un somaro, non riesco a rompere il fiato e le gambe non ne vogliono sapere di girare. Un ungulato cornuto ci blocca la strada … “non c’è problema, si scansa” dice il buon pastore (no, quello è dal giro a Percile che non mi appare più), “a meno che non sia il toro”. Ora, fin in tenera età ho imparato a riconoscere una vacca da un toro, quindi focalizzo l’attenzione e quel poco di lucidità che ancora mi resta, tra le cosce del quadrupede … o sono tette o è un toro con due coglioni della madonna!!! … vabbè rischiamo, appena il sentiero si allarga ci arrischiamo a passare … uff, era una vacca, che smaltita, però … odio le vacche che non allargano bene le cosce!!! Arrivo all’area prevista per la sosta, più morto che vivo, questi primi 5 km sono stati un calvario … bohhhhhhhhhhhhhhhhh … Robertone e Claudio mi guardano preoccupati, controllano il campo del cell. nell’eventualità, più che probabile, che si debba far intervenire l’unica coronarica Riprendiamo a pedalare, sempre in salita, ma adesso le gambe hanno cominciato a girare e vado su tranquillo, a parte un paio di derapate su pietra con conseguente ripartenza da fermo e recupero, dovute alla sm8 posteriore quasi slick a seguito di diversi turni di pattugliamento sulla Colombo, sopportati. Arriviamo ad una rampa moltoooooo ripida … “tutta in sella, eh!!!” mi fa Enrico e parte facendosela tutta d’un fiato … la guardo dubbioso, vabbè, provamo … parto mulinando di gambe ed arrivo su tutto d’un fiato, e sì le gambe adesso girano!!!
Ci prepariamo a scendere, in molti mettono le protezioni, io non le ho portate, dato che sono con la spark e le sm8, pensavo di evitarla la pineta, ma nun se po, me tocca scende da li, vabbè, in attesa che siano tutti pronti, sblocco la sella, fissa da tempo immemore, e l’abbasso. Partono i veterani ed i bicione muniti, comincio a scendere piuttosto teso, i “racconti” sulla pineta e la consapevolezza che la bici e le gommine non mi perdoneranno nulla mi blocca un po’ … poi prendo confidenza mano mano e comincio a divertirmi, a parte un paio di punti che non mi fido a fare, il dislivello sfiora più volte il -40%!!! … vengo giù bello pimpante, scorgo il gruppo fermo sullo stradone che abbiamo fatto a salire … ma cosa vedono le mie fosche pupille?!? … un salto!!! Vabbè ma che sei scemo?!?, passi di lato, evvè?!? Mica poi pensà de fa un salto colla spark?!? Quello poi, naaaaaaaaaaaaaa, nun poi esse così cretino!!! E invece sì, so cretino, e manco poco … “E sul sentiero stava la sparkina, la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva, sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno mordesse la discesa con muscoli d'acciaio, con forza cieca di baleno” lo punto, mi guarda, la gloria è a portata di mano … e non sto parlando di una segaiola, eh!!! … qui stiamo facendo la storia, stiamo riscrivendo le leggi della fisica … la spark ha paura ma mantiene la direzione, si corre incontro a morte certa o, come minimo, a lesioni gravi, il carbonio stride, i cerchi digrignano i raggi … il gruppo si rende conto della tragedia che incombe “… E intanto corre corre corre sempre più forte e corre corre corre corre verso la morte e niente ormai può trattenere l'immensa forza distruttrice, aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto della grande consolatrice …” qualcuno tenta di dissuadermi a gran voce dal folle gesto, qualcuno corre a mettersi al riparo, qualcuno prega per la sua incolumità, qualcun altro comincia a scavare una fossa di dimensioni adeguate all’imminente tumulazione “"notizia di emergenza, agite con urgenza, un pazzo si è lanciato contro al pinooooooooo!!!” … ma il dado è tratto, la spark è lanciata, inarrestabile … flettono i muscoli, le molecole di carbonio si abbracciano, per l’ultima volta, forse … arrivo sull’orlo del precipizio … cazzooooooooo!!! C’è un fosso … chi è statooooooooooooooooo, tradimento … chi l’ha scavatoooooooooo?!? “hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” fa la spark, faccio io, l’unica speranza di sopravvivere è atterrare al di la del fosso , do un paio di colpi di pedale per accelerare e stacco … il volo dura pochi istanti. Non è vero che ti passa tutta la vita davanti, naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, pensi solo ai momenti che, forse, saranno gli ultimi trascorsi su questa valle di lacrime, a quanto sei stato coglione a lanciarti in questa impresa del cazzo, a quante ossa è presumibile ti romperai … volareeeeeeeeeeeeee, oh oh … atterrareeeeeeeeeeeeee oh oh ohhhhh, ma porca zozzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz … la ruota anteriore supera il fosso e tocca terra poco più avanti, vabbè, tocca, si spalma, diciamo … quella dietro … no, non ce la fa, si stampa sul bordo del fosso l’ammortizzatore si mangia i suoi miseri 100 mm di escursione in un attimo, e la spark si prende la sua rivincita sparandomi di lato … ohhhhhhhhhhhh, cazzoooooooooooooooo, si mette male, il terreno mi viene incontro moltooooooooooooooo velocemente, troppooooooooooooooo velocemente, c’è giusto il tempo di prepararsi all’impatto Atterro di spalla, mi giro per attutire il colpo e mi spalmo per terra anche di bacino, una tranvata della madonna … tocco anche con la testa, ma il casco fa il suo dovere, e mi risparmia conseguenze anche peggiori … dover dare in affidamento la mia folta capigliatura!!!
“La storia ci racconta come finì la corsa la spark deviata lungo una linea morta... con l' ultimo suo grido d'animale la spark eruttò lapilli e lava, esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo: lo raccolsero che ancora respirava, lo raccolsero che ancora respiravaaaaaaaaaaaa” … da un rapido conto mentale le ossa sembrano essere tutte al loro posto, un paio di sgarri sullo stinco sinistro, un indolenzimento alla spalla ed un dolore persistente al fianco destro … non ho ancora imparato ad andare in mtb ma potrei scrivere un libro sulle tecniche di caduta!!! “la muovi la gamba?” …”rimani seduto” …”prova ad alzarti” … “sdraiati” … vabbè, visto che ci siamo facciamo anche un salto nel cerchio di fuoco, che diteeeeeeeeeeeeeee?!? Ecchecazzooooo!!! … “a Francè, ma che è successo?!?” e che ne so, io so arrivato mo!!! … “ma che non l’hai visto che c’era il salto?!?” … eccertooooooooo, che l’ho visto, ma lo volevo fare!!! Enrico mi guarda, scuote la testa sconsolato, aveva sperato fino all’ultimo che gli dicessi che non l’avevo visto, che non l’avevo fatto apposta, che era stato un tragico errore … invece si allontana cercando di convincersi che il fatto che siamo nati nello stesso anno sia soltanto una fatalità
Ripresomi dalla botta e verificato che fossi nelle condizioni di proseguire, mi avvicino alla spark che giace mollemente adagiata su un fianco, convinto di trovarla come minimo coi pneumatici scoppiati, la forcella divelta e l’ammortizzatore esploso … ma va … è li tranquilla senza neppure un graffio, e poi dicono che il carbonio non è adatto all’all mountain!!! Si riparte in discesa e si arriva ad un bivio, da una parte la TAV, dall’altra si scende per il single trek fatto all’andata … vabbè, meglio non sfidare la sorte, scendo per la via tranquilla, Pietro, che non mi conosce, davanti, io a seguire, Mimmo, che mi conosce benissimo, dietro … “non è una discesa difficile ma è stretta ed esposta quindi bisogna stare attenti a non prendere troppo velocità” … l’hai messa in banca, Piè … Mimmo mi vede partirgli subito appresso e si distanzia parecchio assai … la bici scorre, eccome, scendere giù a mazzetta è una goduria, cerco uno spiraglio per passare, Mimmo, pronto, percepisce il pericolo “Pietrooooooooooooooo, fallo passààààààààààààààààà!!!” … vabbè, sta a scherzà, solo un pazzo potrebbe pensare di passare in uno spazio in cui una persona della nostra stazza ci passa appena … un pazzo, appunto, l’idea mi viene ma le probabilità di accopparci entrambi sono moltissime e desisto rimanendo in scia fino alla fine della discesa. Mimmo arriva e guarda Pietro come fosse un miracolato, nessuno, fino ad ora aveva dimostrato cotanto sprezzo del pericolo!!!
Ci ricongiungiamo al gruppo dei TAVisti ed arriviamo alle macchine, ci cambiamo e via, dritti verso Fedele con una fame che ne basterebbe la metà. Si comincia col briciutto, tagliato fine, come piace ai toscani, solo che loro ci fanno le fiorentine al sangue, ma tant’è, Claudio impugna il coltello come un apache che sta scalpando una giacca blu, mentre una squaw comincia a portare gli antipasti. Beh, una squaw, diciamo che disassemblandola e rimontando i pezzi in ordine sparso ce ne verrebbero almeno due più svariati pezzi di ricambio, ma c’è chi non si mantiene tetragono alle sue grazie ed avanza fantasiose ipotesi di … pecorine e copulazioni contro natura degne di ben altri palcoscenici!!! Il clima è sereno, molto sereno, e non per merito del vino, che pure scorre a fiumi, ma della simpatia e della cazzaraggine degli astanti. Per evitare i continui colli di bottiglia rappresentati dalle fauci fameliche di Aleandro e Mimmo, Claudio passa dal piatto a terra ai lanci lunghi, impedendogli di intervenire. Ma si sa, i lanci lunghi sono spesso preda di commensali corpulenti, e zaccccccccccc!!! Intercetto al volo una fetta di formaggio con una velocità ed un tempismo da applausi a scena aperta , fugando ogni dubbio sul mio pieno recupero motorio, l’unico sul quale si nutriva qualche speranza, d’altronde, dato che quello psichico è sempre stato considerato fuori discussione. Arriva il capretto, Claudio ci si butta sopra con famelica ingordigia, ancora sotto l’effetto delle bucoliche immagini di pecorine, evocate poco prima, e fa strage di qualunque parte gli capiti a tiro, sono certo di avergli visto addentare anche un ala, cose che capitano quando si favoriscono certi tipi di … ehmmm … incroci.
La serata scorre in allegria, tra brindisi di tutti i generi, fino ad arrivare al momenti clou … la torta di compleanno di Claudio ed il brindisi di buon augurio a Luca per la sua nuova attività. Siete grandi ragazzi, in bici e fuori, gli auguri di tutti sgorgano dal cuore … 50 anni e non sentirli, Clà … il coraggio di mettersi in gioco, Luchè, sempre, nella vita come sulla bici Il pranzo si prolunga, l’atmosfera è rilassata, piacevolmente goliardica, Max ci delizia con alcuni classici dal repertorio di Gianni Celeste, un tripudio!!! Finito il vino si passa alla grappa, il Vence, Robertone ed Aleandro, ‘mbriachi come zucchine, continuano a lanciare brindisi, quello alla Berta non può mancare!!! Si prosegue di fuori sperando che il fresco stemperi il grado alcolico, ma Claudio arriva con un’altra bottiglia di grappa e dai cavalli di battaglia di Gianni Celeste si passa ad una dotta dissertazione sui mille modi in cui si può provare piacere, si comincia dalla culi in aria … no, non ho sbagliato a scrivere, non stavo parlando della cucina, o meglio non stavo parlando della cucina in quanto gastronomia, ma in quanto luogo in cui dare sfogo ad istinti sessual predatori che farebbero arrossire cicciolina. Max è una specie di Treccani vivente di perversioni sessuali di ogni genere e tipo, e quando dico ogni, intendo proprio dire OGNI … il Vence, tiene botta, Claudio dimostra di aver speso benissimo i suoi primi 50 anni, Aleandro annuisce, Luca si informa per pura curiosità di studioso della psiche umana … Danilo, che ha appena chiamato la moglie, toglie la batteria dal cellulare, la prudenza non è mai troppa!!! Quella di SandrinoEgo, detto il mazzolatore, se l’è già portato via da tempo, e non so se e quando lo rivedremo più
Ci prepariamo ad intraprendere il viaggio di ritorno, Danilo conta su Aleandro per tenerlo sveglio “ehhhhh, allora staia posto, nel viaggio di ritorno, di solito, si addormenta appena sale in macchina e si sveglia all’arrivo!!!” gli faccio, e lui “vabbè, allora te dico la verità, quanno vengo in macchina co te, cerco de addormentamme apposta pe nun vedè, vojo morì senza guardà la morte in faccia!!!” … si parte, Aleandro, come da pronostico s’addorme appena in macchina e risorge passato il casello. Salutiamo Danilo e ci dirigiamo verso casa di Aleandro che, nel frattempo, si è riaddormentato e Mimmo è costretto ad urlargli nelle recchie per farlo risorgere, me sembro io subito dopo l’addobbo!!! Lascio lui, lascio Mimmo e passo in farmacia a prendermi una pomata … siccome hanno finito quelle per la scemenza, ne prendo una per le contusioni e me ne vado a casa!!!
Gran bella giornata, trascorsa in allegria ed amicizia, grazie ragazzi, a buon rendere, siamo sempre in debito con voi ed il minimo che possiamo fare è accogliervi al meglio delle nostre possibilità tutte le volte che decidete di venirci a trovare, alla prossima!!!
L’appuntamento è fissato alle 6.55 sotto casa di Mimmo, udite udite, scende alle 6.50, carichiamo la bici e ci dirigiamo verso casa di Aleandro, nell’attesa che scenda si disquisisce di travestiti, trans, cocaina, escort e presidenti di vario genere … Aleandro arriva, semiaddormentato, ma alla parola “trans” sussulta e chiede di viaggiare dietro . Si parte, non senza aver fatto la sosta di rito allo sportello bancomat delle Poste pusher ufficiale di Aleandro, l’appuntamento con Danilo è all’area di servizio adiacente al casello. Anche stavolta, complici le chiacchiere di Aleandro e Mimmo, rischiamo di andare lunghi, ma una sterzata ai limiti delle leggi della fisica ci fa imboccare la corsia di decelerazione, non senza aver raccolto un cestino di vaffanculi!!! Danilo arriva poco dopo, fa gasolio, carica Aleandro in qualità di dama di compagnia e ripartiamo, tempo stimato di arrivo al casello … 60 min. giusto in tempo per fare colazione. Arriviamo al bar luogo dell’appuntamento e chiamiamo Luca “ahooooooooooooooo ‘ndo stai?!?” … “se stai al bar mi vedi” … mi giro verso il bar, ma non vedo nessuno … e ce credo, n’antro po e lo sento, visto che mi sfreccia accanto Ci stravacchiamo a fare salotto, in attesa dei Maxdrome, Vence ed Enrico, poi ci infiliamo nel bar e chiediamo se è possibile sintonizzare la televisione su Valentino … “non ho tempo per la televisione” risponde acida una barista … vabbè, ma che cazzo c’entra, t’avemo chiesto de girà canale, mica de guardalla co noi, brutto rospo!!! Cerchiamo di fare colazione … ma le bariste sembrano essere state appena catapultate li da un universo parallelo … mi guardo intorno, nessuna traccia di buchi spazio temporali, solo buchi carno femminili, un paio di buon livello. Ci avviciniamo speranzosi al bancone … arriva un latte macchiato che implora l’eutanasia, segue una pausa che sembra infinita … “… interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete …” ma io non sono Leopardi e cominciano a girarmi i coglioni “bono, Francè, bono!!!” me fa Aleandro mentre chiama CSI per capire se quello che è arrivato sia il caffè latte o il latte macchiato … alla fine arriva un’altra brodaglia, la tracanno tutta d’un fiato … ammazza che schifo, ahooooooooooooooooo!!! Vabbè arriviamo alla chiesetta luogo di partenza del giro e ci alleggeriamo, la temperatura è molto più mite di quanto avessimo immaginato.
Si parte, Marco c’ha mal di testa, Aleandro mi da da pensare, non parte a cannone as usual, anzi, si mantiene tranquillo a centro gruppo, bohhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!! … non più supportato dal mio fedele compagno, mi lancio all’inseguimento del gruppo di testa, Federico guida le danze, Enrico dietro, io ed il vence all’inseguimento, ma le gambe non girano e fatico a tenere il ritmo Finito il bitume, ci infiliamo in pineta, un single trek in salita non ripida ma continua, Robertone davanti, io dietro, Claudio e Severino a chiudere, ma non va, fatico come un somaro, non riesco a rompere il fiato e le gambe non ne vogliono sapere di girare. Un ungulato cornuto ci blocca la strada … “non c’è problema, si scansa” dice il buon pastore (no, quello è dal giro a Percile che non mi appare più), “a meno che non sia il toro”. Ora, fin in tenera età ho imparato a riconoscere una vacca da un toro, quindi focalizzo l’attenzione e quel poco di lucidità che ancora mi resta, tra le cosce del quadrupede … o sono tette o è un toro con due coglioni della madonna!!! … vabbè rischiamo, appena il sentiero si allarga ci arrischiamo a passare … uff, era una vacca, che smaltita, però … odio le vacche che non allargano bene le cosce!!! Arrivo all’area prevista per la sosta, più morto che vivo, questi primi 5 km sono stati un calvario … bohhhhhhhhhhhhhhhhh … Robertone e Claudio mi guardano preoccupati, controllano il campo del cell. nell’eventualità, più che probabile, che si debba far intervenire l’unica coronarica Riprendiamo a pedalare, sempre in salita, ma adesso le gambe hanno cominciato a girare e vado su tranquillo, a parte un paio di derapate su pietra con conseguente ripartenza da fermo e recupero, dovute alla sm8 posteriore quasi slick a seguito di diversi turni di pattugliamento sulla Colombo, sopportati. Arriviamo ad una rampa moltoooooo ripida … “tutta in sella, eh!!!” mi fa Enrico e parte facendosela tutta d’un fiato … la guardo dubbioso, vabbè, provamo … parto mulinando di gambe ed arrivo su tutto d’un fiato, e sì le gambe adesso girano!!!
Ci prepariamo a scendere, in molti mettono le protezioni, io non le ho portate, dato che sono con la spark e le sm8, pensavo di evitarla la pineta, ma nun se po, me tocca scende da li, vabbè, in attesa che siano tutti pronti, sblocco la sella, fissa da tempo immemore, e l’abbasso. Partono i veterani ed i bicione muniti, comincio a scendere piuttosto teso, i “racconti” sulla pineta e la consapevolezza che la bici e le gommine non mi perdoneranno nulla mi blocca un po’ … poi prendo confidenza mano mano e comincio a divertirmi, a parte un paio di punti che non mi fido a fare, il dislivello sfiora più volte il -40%!!! … vengo giù bello pimpante, scorgo il gruppo fermo sullo stradone che abbiamo fatto a salire … ma cosa vedono le mie fosche pupille?!? … un salto!!! Vabbè ma che sei scemo?!?, passi di lato, evvè?!? Mica poi pensà de fa un salto colla spark?!? Quello poi, naaaaaaaaaaaaaa, nun poi esse così cretino!!! E invece sì, so cretino, e manco poco … “E sul sentiero stava la sparkina, la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva, sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno mordesse la discesa con muscoli d'acciaio, con forza cieca di baleno” lo punto, mi guarda, la gloria è a portata di mano … e non sto parlando di una segaiola, eh!!! … qui stiamo facendo la storia, stiamo riscrivendo le leggi della fisica … la spark ha paura ma mantiene la direzione, si corre incontro a morte certa o, come minimo, a lesioni gravi, il carbonio stride, i cerchi digrignano i raggi … il gruppo si rende conto della tragedia che incombe “… E intanto corre corre corre sempre più forte e corre corre corre corre verso la morte e niente ormai può trattenere l'immensa forza distruttrice, aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto della grande consolatrice …” qualcuno tenta di dissuadermi a gran voce dal folle gesto, qualcuno corre a mettersi al riparo, qualcuno prega per la sua incolumità, qualcun altro comincia a scavare una fossa di dimensioni adeguate all’imminente tumulazione “"notizia di emergenza, agite con urgenza, un pazzo si è lanciato contro al pinooooooooo!!!” … ma il dado è tratto, la spark è lanciata, inarrestabile … flettono i muscoli, le molecole di carbonio si abbracciano, per l’ultima volta, forse … arrivo sull’orlo del precipizio … cazzooooooooo!!! C’è un fosso … chi è statooooooooooooooooo, tradimento … chi l’ha scavatoooooooooo?!? “hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” fa la spark, faccio io, l’unica speranza di sopravvivere è atterrare al di la del fosso , do un paio di colpi di pedale per accelerare e stacco … il volo dura pochi istanti. Non è vero che ti passa tutta la vita davanti, naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, pensi solo ai momenti che, forse, saranno gli ultimi trascorsi su questa valle di lacrime, a quanto sei stato coglione a lanciarti in questa impresa del cazzo, a quante ossa è presumibile ti romperai … volareeeeeeeeeeeeee, oh oh … atterrareeeeeeeeeeeeee oh oh ohhhhh, ma porca zozzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz … la ruota anteriore supera il fosso e tocca terra poco più avanti, vabbè, tocca, si spalma, diciamo … quella dietro … no, non ce la fa, si stampa sul bordo del fosso l’ammortizzatore si mangia i suoi miseri 100 mm di escursione in un attimo, e la spark si prende la sua rivincita sparandomi di lato … ohhhhhhhhhhhh, cazzoooooooooooooooo, si mette male, il terreno mi viene incontro moltooooooooooooooo velocemente, troppooooooooooooooo velocemente, c’è giusto il tempo di prepararsi all’impatto Atterro di spalla, mi giro per attutire il colpo e mi spalmo per terra anche di bacino, una tranvata della madonna … tocco anche con la testa, ma il casco fa il suo dovere, e mi risparmia conseguenze anche peggiori … dover dare in affidamento la mia folta capigliatura!!!
“La storia ci racconta come finì la corsa la spark deviata lungo una linea morta... con l' ultimo suo grido d'animale la spark eruttò lapilli e lava, esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo: lo raccolsero che ancora respirava, lo raccolsero che ancora respiravaaaaaaaaaaaa” … da un rapido conto mentale le ossa sembrano essere tutte al loro posto, un paio di sgarri sullo stinco sinistro, un indolenzimento alla spalla ed un dolore persistente al fianco destro … non ho ancora imparato ad andare in mtb ma potrei scrivere un libro sulle tecniche di caduta!!! “la muovi la gamba?” …”rimani seduto” …”prova ad alzarti” … “sdraiati” … vabbè, visto che ci siamo facciamo anche un salto nel cerchio di fuoco, che diteeeeeeeeeeeeeee?!? Ecchecazzooooo!!! … “a Francè, ma che è successo?!?” e che ne so, io so arrivato mo!!! … “ma che non l’hai visto che c’era il salto?!?” … eccertooooooooo, che l’ho visto, ma lo volevo fare!!! Enrico mi guarda, scuote la testa sconsolato, aveva sperato fino all’ultimo che gli dicessi che non l’avevo visto, che non l’avevo fatto apposta, che era stato un tragico errore … invece si allontana cercando di convincersi che il fatto che siamo nati nello stesso anno sia soltanto una fatalità
Ripresomi dalla botta e verificato che fossi nelle condizioni di proseguire, mi avvicino alla spark che giace mollemente adagiata su un fianco, convinto di trovarla come minimo coi pneumatici scoppiati, la forcella divelta e l’ammortizzatore esploso … ma va … è li tranquilla senza neppure un graffio, e poi dicono che il carbonio non è adatto all’all mountain!!! Si riparte in discesa e si arriva ad un bivio, da una parte la TAV, dall’altra si scende per il single trek fatto all’andata … vabbè, meglio non sfidare la sorte, scendo per la via tranquilla, Pietro, che non mi conosce, davanti, io a seguire, Mimmo, che mi conosce benissimo, dietro … “non è una discesa difficile ma è stretta ed esposta quindi bisogna stare attenti a non prendere troppo velocità” … l’hai messa in banca, Piè … Mimmo mi vede partirgli subito appresso e si distanzia parecchio assai … la bici scorre, eccome, scendere giù a mazzetta è una goduria, cerco uno spiraglio per passare, Mimmo, pronto, percepisce il pericolo “Pietrooooooooooooooo, fallo passààààààààààààààààà!!!” … vabbè, sta a scherzà, solo un pazzo potrebbe pensare di passare in uno spazio in cui una persona della nostra stazza ci passa appena … un pazzo, appunto, l’idea mi viene ma le probabilità di accopparci entrambi sono moltissime e desisto rimanendo in scia fino alla fine della discesa. Mimmo arriva e guarda Pietro come fosse un miracolato, nessuno, fino ad ora aveva dimostrato cotanto sprezzo del pericolo!!!
Ci ricongiungiamo al gruppo dei TAVisti ed arriviamo alle macchine, ci cambiamo e via, dritti verso Fedele con una fame che ne basterebbe la metà. Si comincia col briciutto, tagliato fine, come piace ai toscani, solo che loro ci fanno le fiorentine al sangue, ma tant’è, Claudio impugna il coltello come un apache che sta scalpando una giacca blu, mentre una squaw comincia a portare gli antipasti. Beh, una squaw, diciamo che disassemblandola e rimontando i pezzi in ordine sparso ce ne verrebbero almeno due più svariati pezzi di ricambio, ma c’è chi non si mantiene tetragono alle sue grazie ed avanza fantasiose ipotesi di … pecorine e copulazioni contro natura degne di ben altri palcoscenici!!! Il clima è sereno, molto sereno, e non per merito del vino, che pure scorre a fiumi, ma della simpatia e della cazzaraggine degli astanti. Per evitare i continui colli di bottiglia rappresentati dalle fauci fameliche di Aleandro e Mimmo, Claudio passa dal piatto a terra ai lanci lunghi, impedendogli di intervenire. Ma si sa, i lanci lunghi sono spesso preda di commensali corpulenti, e zaccccccccccc!!! Intercetto al volo una fetta di formaggio con una velocità ed un tempismo da applausi a scena aperta , fugando ogni dubbio sul mio pieno recupero motorio, l’unico sul quale si nutriva qualche speranza, d’altronde, dato che quello psichico è sempre stato considerato fuori discussione. Arriva il capretto, Claudio ci si butta sopra con famelica ingordigia, ancora sotto l’effetto delle bucoliche immagini di pecorine, evocate poco prima, e fa strage di qualunque parte gli capiti a tiro, sono certo di avergli visto addentare anche un ala, cose che capitano quando si favoriscono certi tipi di … ehmmm … incroci.
La serata scorre in allegria, tra brindisi di tutti i generi, fino ad arrivare al momenti clou … la torta di compleanno di Claudio ed il brindisi di buon augurio a Luca per la sua nuova attività. Siete grandi ragazzi, in bici e fuori, gli auguri di tutti sgorgano dal cuore … 50 anni e non sentirli, Clà … il coraggio di mettersi in gioco, Luchè, sempre, nella vita come sulla bici Il pranzo si prolunga, l’atmosfera è rilassata, piacevolmente goliardica, Max ci delizia con alcuni classici dal repertorio di Gianni Celeste, un tripudio!!! Finito il vino si passa alla grappa, il Vence, Robertone ed Aleandro, ‘mbriachi come zucchine, continuano a lanciare brindisi, quello alla Berta non può mancare!!! Si prosegue di fuori sperando che il fresco stemperi il grado alcolico, ma Claudio arriva con un’altra bottiglia di grappa e dai cavalli di battaglia di Gianni Celeste si passa ad una dotta dissertazione sui mille modi in cui si può provare piacere, si comincia dalla culi in aria … no, non ho sbagliato a scrivere, non stavo parlando della cucina, o meglio non stavo parlando della cucina in quanto gastronomia, ma in quanto luogo in cui dare sfogo ad istinti sessual predatori che farebbero arrossire cicciolina. Max è una specie di Treccani vivente di perversioni sessuali di ogni genere e tipo, e quando dico ogni, intendo proprio dire OGNI … il Vence, tiene botta, Claudio dimostra di aver speso benissimo i suoi primi 50 anni, Aleandro annuisce, Luca si informa per pura curiosità di studioso della psiche umana … Danilo, che ha appena chiamato la moglie, toglie la batteria dal cellulare, la prudenza non è mai troppa!!! Quella di SandrinoEgo, detto il mazzolatore, se l’è già portato via da tempo, e non so se e quando lo rivedremo più
Ci prepariamo ad intraprendere il viaggio di ritorno, Danilo conta su Aleandro per tenerlo sveglio “ehhhhh, allora staia posto, nel viaggio di ritorno, di solito, si addormenta appena sale in macchina e si sveglia all’arrivo!!!” gli faccio, e lui “vabbè, allora te dico la verità, quanno vengo in macchina co te, cerco de addormentamme apposta pe nun vedè, vojo morì senza guardà la morte in faccia!!!” … si parte, Aleandro, come da pronostico s’addorme appena in macchina e risorge passato il casello. Salutiamo Danilo e ci dirigiamo verso casa di Aleandro che, nel frattempo, si è riaddormentato e Mimmo è costretto ad urlargli nelle recchie per farlo risorgere, me sembro io subito dopo l’addobbo!!! Lascio lui, lascio Mimmo e passo in farmacia a prendermi una pomata … siccome hanno finito quelle per la scemenza, ne prendo una per le contusioni e me ne vado a casa!!!
Gran bella giornata, trascorsa in allegria ed amicizia, grazie ragazzi, a buon rendere, siamo sempre in debito con voi ed il minimo che possiamo fare è accogliervi al meglio delle nostre possibilità tutte le volte che decidete di venirci a trovare, alla prossima!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Età : 64
Località : Roma
Lago del Turano
Innanzi tutto una nota di giubilo, stavolta l’appuntamento con Mimmo ed Aleandro e sotto la mia di casa … alleluiaaaaaaaaaaa, alleluiaaaaaaaaaaaa!!! Facciamo colazione, carichiamo le bici e partiamo con 10 min. di ritardo sulla tabella di marcia … non faccio nomi, faccio cenno con gli occhi Comincia il solito teatrino “facciamo la Salaria” … “a Mimmè, ma che caxxo stai a dì, facciamo l’autostrada!!!” … “ma no, si va troppo avanti, poi si torna indietro, poi si gira su se stessi …” …”ahooooooooooooooooooooooo, ma che è il gioco dell’oca?!?” Alla fine mi lascio convincere ed imbocco la Salaria … che brutta scelta!!! Eppure ce lo so che squadra che vince non si cambia, e allora che gli do retta a fare a Mimmo quando parla di strade, dovevo dar retta alla signorina del navigatore che con voce suadente ed impostata mi invitava a prendere l’autostrada come Brenda invitata M’arrazzo ad andarsela a prendere inderculo, e non sto parlando del sistema di raffreddamento di un motore turbo!!! In codesto modo i dieci minuti di ritardo, arrivano a trenta e quando arriviamo al luogo dell’appuntamento troviamo tutti pronti a godersi il sole di una giornata tersa e fresca. Il Santo Padre ci omaggia di un dolcetto che consumiamo spalle alla macchina, onde evitare eventuali scherzetti … da prete
Si parte, manco a dillo, in salita, ma su asfalto … per la seconda volta Aleandro non parte a mazzetta ma si mantiene tranquillo accanto a Mimmo, il Cardinal …Bertone invita, ecumenicamente, alla prudenza “state boni, regà il giro è lungooooooo!!!”, Danilo decide di sfidare il fato ed imposta un’andatura allegra, io, manco a dillo, gli sono subito a ruota, scavalliamo … asfalto in discesa o pietraia in ripida salita?!? La legge di Murphy trova immediata applicazione … pietraia!!! … e vabbè, si comincia a salire, la prima rampa è micidiale, oltre il 25% su fondo smosso, si intona il Salve Regina , Mimmo la vede, la Madonna, e la saluta in maniera, come dire, più colloquiale!!! Si continua a salire, con pendenze più umane, Danilo a fare l’andatura, io a fargli compagnia ed il gruppo appresso in una pineta bellissima, sembra un bosco canadese. Arriviamo in cima essendoci sparati quasi tre kilometri al 9,7% di media, stanchi ma felici di averla fatta tutta d’un fiato … “mica è finita, avoja ancora quanto bisogna salì, quando te sembra d’esse arrivato ce so ancora delle rampe della Madonna!!!” … ecco, sono questi i momenti in cui vorresti pedalare con un inguaribile ottimista, intrattenitore musicale e di bassa statura, anziché con un sellerone di Cardinale, ma pare che Ilvio I da Arcore odi la mtb!!! Il tempo di fraternizzare con un fungarolo locale e dimostrare al Cardinale il nostro più vivo ringraziamento per il giro che c'ha proposto e si riparte … il Cardinale ed Enrico a fare l’andatura … ancora rampe, minchia, e che rampe!!! Si sfiora il 30% su smosso , rimanere in piedi è già difficile, pedalare un’impresa, avanzare un calvario … il Salve Regina si tramuta in un saluto più bucolico avente a che fare con un simpatico animale da fattoria, rosa nella realtà, fucsia su fb . Finalmente arriviamo sulla cima del monte, ad un tiro di schioppo dalle creste … Enrico osserva interessato, gli altri osservano lui con gli occhi iniettati di sangue … capisce la velata (manco tanto) minaccia e fa il vago … “che è quel coso?!?” … “sarà un ripetitore” … “ahooooooo, stamo nella valle de Salvatore” … “ma che stai a di?!?” … “e sì, la valle dell’ego!!!” pensavo di aver toccato il fondo, quando arriva Mimmo ed inizia a scavare “ahhhh, l’avallo dell’ego!!! Sì, insomma, quando uno fa una cosa ed ego dice che va bene!!!” Il magnifico spettacolo che si apre davanti a noi ci induce a non scaraventarlo di sotto … lo scarupo verso il lago, è intramezzato da una sorta pi piattaforma naturale … “a Francè, guarda che drop, daje buttete!!!” vabbè ci sta, dopo la prodezza in Pineta, sono ormai ritenuto capace di qualunque insensata dabbenaggine!!!
E vai, adesso si scende, indossiamo gli antivento, ci rifocilliamo un attimo ed iniziamo la lunga discesa che ci porterà al lago del Turano, ma ecco pararsi di fronte a noi una valletta con un paio di rampe di salto naturali ed in attimo RoBertone stila la lista dei saltatori. Il mezzo metro quadro di ematoma è ancora li ad imperitura memoria dell’umana caducità e della mia personale cojonaggine, ma quando pensi di essere arrivato all’apice della tua stupidità c’è sempre un nuovo traguardo che vuoi raggiungere Forte della protezione celeste, di forumetto e di santità, accetto con entusiasmo di essere inserito nella lista come primo salto, quello tipico delle mezze seghe irresponsabili Prendo un’adeguata rincorsa, arrivo sul poggetto e stacco … i miei over hundred si librano nell’aria incuranti della forza di gravità, la mojo fende l’aria, la mavic prepara una lettera di biasimo, il vicino ospedale una camera in terapia intensiva, RoBertone ed il Santo Padre, più realisticamente, l’estrema unzione ed un’omelia alla memoria … l’ombra si allunga sul terreno, l’assetto è buono, il culo molto più pesante della testa lo favorisce non poco, ce la posso fa!!! … lo stacco da terra è notevole, ma la gravità ha la meglio e mi riporta a terra … assistenti di volo prepararsi all’atterraggio!!! Il terreno si avvicina con la stessa velocità di quello di Cassino, giù il carrello … cazzoooooooooooo!!! … un altro cratere?!? … naaaaaaaaaaaaaaa, il piede sinistro si sgancia dal pedale, proprio mentre sto per toccare terra, la ruota posteriore tocca terra … l’impatto è tremendo, il suolo trema, la mojo vacilla, la carne è debole, l’uomo è cacciatore … emmedì “Padre nelle tue mani rimetto il spirito”, RoBertone, che assiste alla scena, rimette e basta … la mancanza di appoggio scompone l’assetto al momento dell’allunaggio della ruota anteriore, le braccia non ce la fanno a reggere il peso da sole e si piegano sotto l’improbo sforzo … ma è fatta , sono ancora in piedi, anche se non so come … le mie povere ossa tirano un respiro di sollievo, i passeggeri applaudono a scena aperta, mentre l’assistente di volo raccomanda loro di non slacciare la cintura Si cimentano a seguire Danilo, Aleandro, RoBertone ed Enrico, con eccellente stile e con il non trascurabile risultato di riportare le ossa a casa.
Si riprende la discesa in mezzo ad una faggeta fantastica, adoro passare in mezzo al bosco, sia in salita che in discesa, e questo è veramente bellissimo, si zigzaga tra rocce e rami in una discesa veloce e molto divertente, il Santo Padre filma il tratto iniziale, poi si butta in picchiata. Arriviamo ad un poggetto a mezza costa, non c’è traccia di Mimmo, iniziano le ricerche … “Mimmoooooooooooooooooooooooo!!!” nulla s’ode … “Mimmoooooooooooooooooooooooooooooo!!!” un rumore sordo di rami spezzati, foglie calpestate e rocce che rotolano, ci viene incontro dal basso … naaaaaaaaaaaa, non può essere lui, ci prepariamo ad affrontare un animale autoctono di rilevanti dimensioni, quando un’imprecazione ci fa inequivocabilmente capire che di animale si tratta ma non autoctono, ma della specie biker panciutus calabro Gli racconto la barzelletta del pastore sardo cui viene chiesto quale sia stato il più bel giorno della sua vita … “il giorno più bello della mia vita è stato quando si è persa la pecora, l’abbiamo cercata dappertutto, l’abbiamo trovata, abbiamo fatto una grande festa e poi ce la siamo inculata!!!” … e il giorno più brutto? … “il giorno più brutto è quando mi sono perso io!!!” … Mimmo, visibilmente scosso, spergiura di non essere sardo, di non conoscere pastori, di non aver mai posseduto una pecora e, soprattutto, di non essersi assolutamente perso!!!
Continuiamo a scendere in parte a vista in parte su una sterrata veloce e divertente ma non priva di insidie, ed arriviamo in riva al lago, il panorama si apre davanti a noi … un gran bel paio di chiappe parcheggiate a prendere il sole si stagliano all’orizzonte … RoBertone telefona casa, o meglio a quella che sarebbe la sua casa si la moje avesse visto il suo sguardo languido e la bavetta colargli da ambedue i lati della bocca!!! Ci fermiamo al bar, chi per una birretta, chi per un gelato … un gelato?!? Ma chi è sto scemo?!? … perché indagare?!? … il Santo Padre si informa sull’uso che si intende fare del bastoncino del magnum, mettendosi spalle al muro. Si ricomincia a salire, prima su asfalto e poi su sterrato … e fortuna che adesso la salita sarebbe stata lunga ma pedalabile … invece, ricominciano le rampe … pant pant … Enrico, colto da folgorazione celeste indica una via impervia, casualmente diretta, anzi, direttissima, verso le creste del monte, RoBertone tentenna, io ripasso il mio repertorio di bestemmie, Danilo si astiene. Il dado è tratto, l’ala scissionista imbocca senza indugi un viottolo da prima moltooooooo ripido, poi praticamente perpendicolare L’ala conservatrice, guidata dal Santo Padre, si butta su asfalto. “ma nun se doveva scenne, Robbè?!?” … “sì che se scenne, Francè, dalla bici!!!” ed infatti si scende e si spinge, ma si fatica come somari anche così. Arriviamo sulla sommità della montagna, una piccola radura dove la strada finisce nel nulla. Enrico cerca di minimizzare “vabbè, ma che so scemi questi, fanno na strada che finisce così, senza andare da nessuna parte?!?” … “ahhhhhhhhhhhhhhhh, perché mo li scemi sarebbero loro, ehhhhh?!?” il malumore serpeggia, la mia vena poetica affiora, Danilo segue gli eventi con cristiano spirito di sopportazione, suggerendo fantasiose ipotesi di ricongiungimento alla traccia che giace “soltanto” 500 mt. più in basso, scendiamo a vista dallo scarupo, in mezzo ad alberi, cespugli di rovi, arbusti, pietre e massi, ringrazio Dio di avere la mojo ed i gommoni che, in precedenza, mi avevano fatto rimpiangere la spark. Un urlo squarcia il silenzio assordante “questa è la vera mountain bike” … mi riservo di denunciare Enrico per abuso della credulità popolare e, visto che il percorso peggiora, mi fermo ad abbassare la sella, e ripartendo, senza più riferimenti “mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita Ah quanto a dir qual era è cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinnova la paura!” … l’unico modo di uscirne è invocare l’aiuto dell’altissimo ma RoBertone è lontano ed il Santo Padre intento a guidare la via crucis. Mi viene utile la sperimentazione sulla propagazione dei suoni iniziata a Pescasseroli, una raffica di bestemmie emesse da una sorgente sonora puntiforme viene riflessa dalla selva in tutte le direzioni e permette ai soccorritori di rintracciare il disperso Mi si fa incontro Danilo, nocchiero infernale, e mi traghetta al campo base. Riprendiamo a scendere ed arriviamo al sentiero, siamo in traccia!!! E dove va la traccia?!? … in salita, è ovvio, e ripida, as usual … Danilo ha un crampo, RoBertone impone le mani, io lo assisto, Enrico, temendo una rappresaglia, si mantiene a distanza di sicurezza in qualità di responsabile della simpatica gita crestarola Sbuchiamo su asfalto, finalmente, e ci ricongiungiamo con Aleandro, il Santo Padre è dietro, intento a praticare l’estrema unzione a Mimmo … “cazzo, Aleà, ma hai lasciato solo Mimmo!!! E se stira le zampette?!?” … “tranquillo, me so fatto da la password del pannello di controllo del forumetto” … “a, vabbè, allora annamo” … e si riprende a salire verso Pozzaglia. La pendenza è blanda, mai sopra il 9%, ma dopo tutto il mazzo fatto prima, si sente, Enrico mena le danze, le danze lo denunciano per maltrattamenti, ed arriva alle macchine, io seguo, RoBertone a ruota, Aleandro e Danilo a rimorchio. Il Santo Padre e Mimmo, giungono agonizzanti sulla via della beatificazione. Una telefonata di conferma e ci dirigiamo al ristorante
Ci accoglie una coppia di lupi “vi potete avvicinare basta che rimaniate a distanza” … in effetti ci avviciniamo senza che diano in escandescenze, anzi no, appena mi avvicino io il maschio comincia ad abbaiare digrignando i denti … difesa del territorio? Possessività nei confronti della femmina? … naaaaaaaaaaaaaaa, semplice competizione alimentare … quando un lupo famelico incontra un biker di due metri quadrati alla fine di un giro, il lupo famelico va a letto senza cena Entriamo, facciamo le ordinazioni ed andiamo a darci una lavata, il Santo Padre si avvicina ai lupi “ahoooooooooooo, ma nun è che se lo magna?!?” … “ma no, sono buoni, se non si avvicina troppo non gli fanno niente” … “signò, nun è pe Gianluca che se preoccupamo, è pei lupi!!!” Iniziano le libagioni, un pasto frugale da anime pie e timorate di Dio, stringiamo sodalizio con un autoctono grande esperto di sentieri … Enrico lo ascolta rapito … e funghi … io, Mimmo ed il Santo Padre lo ascoltiamo interessati. Il vino scorre, la birra anche, la coca staziona di fronte a me … l’autoctono e RoBertone cominciano a tessera una fittissima trama di parentele ed amicizie incrociate da far invidia alla P2 scoprendo di aver in comune, nell’ordine … amici, parenti, rompicoglioni, vigili urbani, guardiacaccia, un paio di mutande, un paio di passioni, una inconfessabile, un fastidioso foruncolo in mezzo alle natiche … CARRAMBAAAAAAAAAA, CHE SORPRESA!!! Si passa all’analisi degli asset ereditari e si scopre che RoBertone è affiliato ad una ricca e nobile famiglia di Pozzaglia e che è indirettamente proprietario di una quota indivisa di una casa lasciata dalla pora nonna “perché ‘ndo abita mo tu nonna” … “abita bassa, parecchio … è morta”… risponde RoBertone il dissacratore. Il Santo Padre, visibilmente ubriaco, condivide con gli altri i suoi problemi ereditari … sembra una seduta collettiva di analisi Si continua così, piacevolmente, tra frizzi e lazzi, fino alle macchine, la temperatura è frizzante il buio incombe, la fratellanza da i suoi frutti, l’autoctono “preleva” un paio di kili di castagne dal suv di un suo accolito e li omaggia in segno di vicinanza ed affetto … a RoBertone, direte voi … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, a Mimmo!!! La capacità di quest’uomo di scroccare l’impossibile dovrebbe essere oggetto di approfonditi studi sociologici ed antropologici, vero Danì?!?
Si passa ai saluti, si sale in auto e ci si avvia verso casa … grazie, regà, è stata una giornata faticosa ma divertente e di grande soddisfazione, as usual, chiusa con circa 25 km e quasi 1.200 mt. di dislivello …
Si parte, manco a dillo, in salita, ma su asfalto … per la seconda volta Aleandro non parte a mazzetta ma si mantiene tranquillo accanto a Mimmo, il Cardinal …Bertone invita, ecumenicamente, alla prudenza “state boni, regà il giro è lungooooooo!!!”, Danilo decide di sfidare il fato ed imposta un’andatura allegra, io, manco a dillo, gli sono subito a ruota, scavalliamo … asfalto in discesa o pietraia in ripida salita?!? La legge di Murphy trova immediata applicazione … pietraia!!! … e vabbè, si comincia a salire, la prima rampa è micidiale, oltre il 25% su fondo smosso, si intona il Salve Regina , Mimmo la vede, la Madonna, e la saluta in maniera, come dire, più colloquiale!!! Si continua a salire, con pendenze più umane, Danilo a fare l’andatura, io a fargli compagnia ed il gruppo appresso in una pineta bellissima, sembra un bosco canadese. Arriviamo in cima essendoci sparati quasi tre kilometri al 9,7% di media, stanchi ma felici di averla fatta tutta d’un fiato … “mica è finita, avoja ancora quanto bisogna salì, quando te sembra d’esse arrivato ce so ancora delle rampe della Madonna!!!” … ecco, sono questi i momenti in cui vorresti pedalare con un inguaribile ottimista, intrattenitore musicale e di bassa statura, anziché con un sellerone di Cardinale, ma pare che Ilvio I da Arcore odi la mtb!!! Il tempo di fraternizzare con un fungarolo locale e dimostrare al Cardinale il nostro più vivo ringraziamento per il giro che c'ha proposto e si riparte … il Cardinale ed Enrico a fare l’andatura … ancora rampe, minchia, e che rampe!!! Si sfiora il 30% su smosso , rimanere in piedi è già difficile, pedalare un’impresa, avanzare un calvario … il Salve Regina si tramuta in un saluto più bucolico avente a che fare con un simpatico animale da fattoria, rosa nella realtà, fucsia su fb . Finalmente arriviamo sulla cima del monte, ad un tiro di schioppo dalle creste … Enrico osserva interessato, gli altri osservano lui con gli occhi iniettati di sangue … capisce la velata (manco tanto) minaccia e fa il vago … “che è quel coso?!?” … “sarà un ripetitore” … “ahooooooo, stamo nella valle de Salvatore” … “ma che stai a di?!?” … “e sì, la valle dell’ego!!!” pensavo di aver toccato il fondo, quando arriva Mimmo ed inizia a scavare “ahhhh, l’avallo dell’ego!!! Sì, insomma, quando uno fa una cosa ed ego dice che va bene!!!” Il magnifico spettacolo che si apre davanti a noi ci induce a non scaraventarlo di sotto … lo scarupo verso il lago, è intramezzato da una sorta pi piattaforma naturale … “a Francè, guarda che drop, daje buttete!!!” vabbè ci sta, dopo la prodezza in Pineta, sono ormai ritenuto capace di qualunque insensata dabbenaggine!!!
E vai, adesso si scende, indossiamo gli antivento, ci rifocilliamo un attimo ed iniziamo la lunga discesa che ci porterà al lago del Turano, ma ecco pararsi di fronte a noi una valletta con un paio di rampe di salto naturali ed in attimo RoBertone stila la lista dei saltatori. Il mezzo metro quadro di ematoma è ancora li ad imperitura memoria dell’umana caducità e della mia personale cojonaggine, ma quando pensi di essere arrivato all’apice della tua stupidità c’è sempre un nuovo traguardo che vuoi raggiungere Forte della protezione celeste, di forumetto e di santità, accetto con entusiasmo di essere inserito nella lista come primo salto, quello tipico delle mezze seghe irresponsabili Prendo un’adeguata rincorsa, arrivo sul poggetto e stacco … i miei over hundred si librano nell’aria incuranti della forza di gravità, la mojo fende l’aria, la mavic prepara una lettera di biasimo, il vicino ospedale una camera in terapia intensiva, RoBertone ed il Santo Padre, più realisticamente, l’estrema unzione ed un’omelia alla memoria … l’ombra si allunga sul terreno, l’assetto è buono, il culo molto più pesante della testa lo favorisce non poco, ce la posso fa!!! … lo stacco da terra è notevole, ma la gravità ha la meglio e mi riporta a terra … assistenti di volo prepararsi all’atterraggio!!! Il terreno si avvicina con la stessa velocità di quello di Cassino, giù il carrello … cazzoooooooooooo!!! … un altro cratere?!? … naaaaaaaaaaaaaaa, il piede sinistro si sgancia dal pedale, proprio mentre sto per toccare terra, la ruota posteriore tocca terra … l’impatto è tremendo, il suolo trema, la mojo vacilla, la carne è debole, l’uomo è cacciatore … emmedì “Padre nelle tue mani rimetto il spirito”, RoBertone, che assiste alla scena, rimette e basta … la mancanza di appoggio scompone l’assetto al momento dell’allunaggio della ruota anteriore, le braccia non ce la fanno a reggere il peso da sole e si piegano sotto l’improbo sforzo … ma è fatta , sono ancora in piedi, anche se non so come … le mie povere ossa tirano un respiro di sollievo, i passeggeri applaudono a scena aperta, mentre l’assistente di volo raccomanda loro di non slacciare la cintura Si cimentano a seguire Danilo, Aleandro, RoBertone ed Enrico, con eccellente stile e con il non trascurabile risultato di riportare le ossa a casa.
Si riprende la discesa in mezzo ad una faggeta fantastica, adoro passare in mezzo al bosco, sia in salita che in discesa, e questo è veramente bellissimo, si zigzaga tra rocce e rami in una discesa veloce e molto divertente, il Santo Padre filma il tratto iniziale, poi si butta in picchiata. Arriviamo ad un poggetto a mezza costa, non c’è traccia di Mimmo, iniziano le ricerche … “Mimmoooooooooooooooooooooooo!!!” nulla s’ode … “Mimmoooooooooooooooooooooooooooooo!!!” un rumore sordo di rami spezzati, foglie calpestate e rocce che rotolano, ci viene incontro dal basso … naaaaaaaaaaaa, non può essere lui, ci prepariamo ad affrontare un animale autoctono di rilevanti dimensioni, quando un’imprecazione ci fa inequivocabilmente capire che di animale si tratta ma non autoctono, ma della specie biker panciutus calabro Gli racconto la barzelletta del pastore sardo cui viene chiesto quale sia stato il più bel giorno della sua vita … “il giorno più bello della mia vita è stato quando si è persa la pecora, l’abbiamo cercata dappertutto, l’abbiamo trovata, abbiamo fatto una grande festa e poi ce la siamo inculata!!!” … e il giorno più brutto? … “il giorno più brutto è quando mi sono perso io!!!” … Mimmo, visibilmente scosso, spergiura di non essere sardo, di non conoscere pastori, di non aver mai posseduto una pecora e, soprattutto, di non essersi assolutamente perso!!!
Continuiamo a scendere in parte a vista in parte su una sterrata veloce e divertente ma non priva di insidie, ed arriviamo in riva al lago, il panorama si apre davanti a noi … un gran bel paio di chiappe parcheggiate a prendere il sole si stagliano all’orizzonte … RoBertone telefona casa, o meglio a quella che sarebbe la sua casa si la moje avesse visto il suo sguardo languido e la bavetta colargli da ambedue i lati della bocca!!! Ci fermiamo al bar, chi per una birretta, chi per un gelato … un gelato?!? Ma chi è sto scemo?!? … perché indagare?!? … il Santo Padre si informa sull’uso che si intende fare del bastoncino del magnum, mettendosi spalle al muro. Si ricomincia a salire, prima su asfalto e poi su sterrato … e fortuna che adesso la salita sarebbe stata lunga ma pedalabile … invece, ricominciano le rampe … pant pant … Enrico, colto da folgorazione celeste indica una via impervia, casualmente diretta, anzi, direttissima, verso le creste del monte, RoBertone tentenna, io ripasso il mio repertorio di bestemmie, Danilo si astiene. Il dado è tratto, l’ala scissionista imbocca senza indugi un viottolo da prima moltooooooo ripido, poi praticamente perpendicolare L’ala conservatrice, guidata dal Santo Padre, si butta su asfalto. “ma nun se doveva scenne, Robbè?!?” … “sì che se scenne, Francè, dalla bici!!!” ed infatti si scende e si spinge, ma si fatica come somari anche così. Arriviamo sulla sommità della montagna, una piccola radura dove la strada finisce nel nulla. Enrico cerca di minimizzare “vabbè, ma che so scemi questi, fanno na strada che finisce così, senza andare da nessuna parte?!?” … “ahhhhhhhhhhhhhhhh, perché mo li scemi sarebbero loro, ehhhhh?!?” il malumore serpeggia, la mia vena poetica affiora, Danilo segue gli eventi con cristiano spirito di sopportazione, suggerendo fantasiose ipotesi di ricongiungimento alla traccia che giace “soltanto” 500 mt. più in basso, scendiamo a vista dallo scarupo, in mezzo ad alberi, cespugli di rovi, arbusti, pietre e massi, ringrazio Dio di avere la mojo ed i gommoni che, in precedenza, mi avevano fatto rimpiangere la spark. Un urlo squarcia il silenzio assordante “questa è la vera mountain bike” … mi riservo di denunciare Enrico per abuso della credulità popolare e, visto che il percorso peggiora, mi fermo ad abbassare la sella, e ripartendo, senza più riferimenti “mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita Ah quanto a dir qual era è cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinnova la paura!” … l’unico modo di uscirne è invocare l’aiuto dell’altissimo ma RoBertone è lontano ed il Santo Padre intento a guidare la via crucis. Mi viene utile la sperimentazione sulla propagazione dei suoni iniziata a Pescasseroli, una raffica di bestemmie emesse da una sorgente sonora puntiforme viene riflessa dalla selva in tutte le direzioni e permette ai soccorritori di rintracciare il disperso Mi si fa incontro Danilo, nocchiero infernale, e mi traghetta al campo base. Riprendiamo a scendere ed arriviamo al sentiero, siamo in traccia!!! E dove va la traccia?!? … in salita, è ovvio, e ripida, as usual … Danilo ha un crampo, RoBertone impone le mani, io lo assisto, Enrico, temendo una rappresaglia, si mantiene a distanza di sicurezza in qualità di responsabile della simpatica gita crestarola Sbuchiamo su asfalto, finalmente, e ci ricongiungiamo con Aleandro, il Santo Padre è dietro, intento a praticare l’estrema unzione a Mimmo … “cazzo, Aleà, ma hai lasciato solo Mimmo!!! E se stira le zampette?!?” … “tranquillo, me so fatto da la password del pannello di controllo del forumetto” … “a, vabbè, allora annamo” … e si riprende a salire verso Pozzaglia. La pendenza è blanda, mai sopra il 9%, ma dopo tutto il mazzo fatto prima, si sente, Enrico mena le danze, le danze lo denunciano per maltrattamenti, ed arriva alle macchine, io seguo, RoBertone a ruota, Aleandro e Danilo a rimorchio. Il Santo Padre e Mimmo, giungono agonizzanti sulla via della beatificazione. Una telefonata di conferma e ci dirigiamo al ristorante
Ci accoglie una coppia di lupi “vi potete avvicinare basta che rimaniate a distanza” … in effetti ci avviciniamo senza che diano in escandescenze, anzi no, appena mi avvicino io il maschio comincia ad abbaiare digrignando i denti … difesa del territorio? Possessività nei confronti della femmina? … naaaaaaaaaaaaaaa, semplice competizione alimentare … quando un lupo famelico incontra un biker di due metri quadrati alla fine di un giro, il lupo famelico va a letto senza cena Entriamo, facciamo le ordinazioni ed andiamo a darci una lavata, il Santo Padre si avvicina ai lupi “ahoooooooooooo, ma nun è che se lo magna?!?” … “ma no, sono buoni, se non si avvicina troppo non gli fanno niente” … “signò, nun è pe Gianluca che se preoccupamo, è pei lupi!!!” Iniziano le libagioni, un pasto frugale da anime pie e timorate di Dio, stringiamo sodalizio con un autoctono grande esperto di sentieri … Enrico lo ascolta rapito … e funghi … io, Mimmo ed il Santo Padre lo ascoltiamo interessati. Il vino scorre, la birra anche, la coca staziona di fronte a me … l’autoctono e RoBertone cominciano a tessera una fittissima trama di parentele ed amicizie incrociate da far invidia alla P2 scoprendo di aver in comune, nell’ordine … amici, parenti, rompicoglioni, vigili urbani, guardiacaccia, un paio di mutande, un paio di passioni, una inconfessabile, un fastidioso foruncolo in mezzo alle natiche … CARRAMBAAAAAAAAAA, CHE SORPRESA!!! Si passa all’analisi degli asset ereditari e si scopre che RoBertone è affiliato ad una ricca e nobile famiglia di Pozzaglia e che è indirettamente proprietario di una quota indivisa di una casa lasciata dalla pora nonna “perché ‘ndo abita mo tu nonna” … “abita bassa, parecchio … è morta”… risponde RoBertone il dissacratore. Il Santo Padre, visibilmente ubriaco, condivide con gli altri i suoi problemi ereditari … sembra una seduta collettiva di analisi Si continua così, piacevolmente, tra frizzi e lazzi, fino alle macchine, la temperatura è frizzante il buio incombe, la fratellanza da i suoi frutti, l’autoctono “preleva” un paio di kili di castagne dal suv di un suo accolito e li omaggia in segno di vicinanza ed affetto … a RoBertone, direte voi … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, a Mimmo!!! La capacità di quest’uomo di scroccare l’impossibile dovrebbe essere oggetto di approfonditi studi sociologici ed antropologici, vero Danì?!?
Si passa ai saluti, si sale in auto e ci si avvia verso casa … grazie, regà, è stata una giornata faticosa ma divertente e di grande soddisfazione, as usual, chiusa con circa 25 km e quasi 1.200 mt. di dislivello …
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
STAZZANO - MONTEFLAVIO
Anche stavolta l’appuntamento è sotto casa mia, alle 8.00, una vera pacchia per me che al più tardi alle 7.00 ero già in auto diretto verso casa di Aleandro … mi piace parecchio questa nuova organizzazione logistica . Caricate le bici e fatta colazione si parte, Mimmo chiede indicazioni per uscire dal parcheggio di casa mia, dove, peraltro, era arrivato pochi minuti prima … cominciamo bene!!! “a che altezza è l’ingresso del GRA?” … “beh, più o meno a quella in cui siamo adesso, anzi no, perché adesso c’è una salitella!!!” … vabbè, minchiate, as usual . Si parte, le bici stanno abbastanza comode, io, invece sto con le ginocchia in bocca e la leva del freno puntata alla nuca, esercizio eccellente per i muscoli del collo, sul genere di quei cagnetti che si mettevano sul lunotto posteriore delle auto Imboccato il GRA si apre il solito contenzioso sulla strada da fare, con Mimmo che vuole fare la Salaria, io che dico di fare la Nomentana ed Aleandro “Mimmè, veditela co lui, si riesci a convincelo …” squilla il cell è Danilo “che ce conviene fa? La Salaria o la Nomentana?!?” … “beh, dipende da dove arrivate, dalla congiunzione astrale, dai bioritmi dell’autista, dall’allineamento dei pineti guida …” … “vabbè, Danì, se facciamo la Salaria che strada dobbiamo seguire?!?” Memorizziamo le informazioni ce le ripassiamo mentalmente, siamo pronti, le possibilità di perderci sono ridotte al minimo, quelle di cannare l’uscita no, infatti ci passiamo davanti a mazzetta … “ecco, quella era l’uscita per la Salaria!!!” vabbè, tanto avevamo deciso di fare la Nomentana … arriviamo al punto di partenza del giro in orario, addirittura!!! Danilo ed Enrico hanno appena cominciato le operazione di preparazione … “ahoooooooooooo, ecco lo staff di biciforum al completo!!! Ce la potevate mette la pubblicità sulle portiere noooooooo!!! la pubblicità è l’anima del commercio” … “e ce lo so, ma abbiamo fatto la Nomentana mica la Salaria”
Si parte, stavolta si fanno gli stradoni in salita c’è Mimmetto che deve fare la gamba , la salita è continua con pendenza abbastanza costante, che si mantiene per lo più al di sotto del 10%. Enrico guida il gruppo, io e Danilo lo seguiamo, Aleandro tiene compagnia a Mimmetto che sbuffa come un mantice nella fucina di Saruman e suda sangue come la statuetta della Madonna di Civitavecchia ma sale di buon passo. Danilo è ispirato e parte a testa bassa, Enrico ed io lo assecondiamo, è la fuga buona, i cambi sono regolari, lo spirito è alto … drinnnnnnnnnnnnnnnnnnn … e mo chi cazz’è?!? … niente, niente, è che c’ho il cardiofrequenzimetro collegato col centro di rianimazione, dev’esse scattato l’allarme!!! In effetti, la salita si presta a fare un lavoro in soglia e quindi si spinge … “va avanti a fa l’andatura, Danì” … “noooooooooooooo, nun ce penso proprio, va bene questa” … ma si sa, l’uomo è cacciatore ed il biker è cojone, quindi accelero, Danilo mi manda mentalmente a cagare, Enrico torna giù e si va a ricongiungere allo staff di biciforum Spingo ai limiti dei 160 bpm e vado su di buon passo, quando sento un rumore di cingoli alle mie spalle … minchia, je partita la brocca a Danilo!!! … no, sono due treni a due ruote che mi passano a fianco come fossi fermo, controllo il garmino … 10,6 km/h, 10% di pendenza … ma quanto cazzo camminano sti due!!! Ne sento arrivare altri, provo ad accelerare, comincio a sputare frattaglie, alcuni gatti mi seguono interessati … il cardio fischia, balla, canta, ma non c’è niente da fare, passano anche gli altri due, provati anche loro, però … eh lo so, so soddisfazioni, eh!!! Rallento per riprendere vita, più che fiato ed arrivo a scollinare sopra Monteflavio, più morto che vivo, mi butto sulla panchina … loro sono li, tranquilli, fingo di non avere nemmeno il fiatone, ma il colore rosso porpora di quello che rimane della mia faccia, tradisce un certo, come dire, affaticamento Arriva Danilo “hai visto come camminano ste frontine ehhhhh!!!” … “frontine un par de cojoni, Danì, questi c’hanno le gambe, manco si me la dai cor motore io vado così!!!” … arriva Enrico, sfiatato, avendo abbandonato lo staff al suo tristo destino ed essendosi prodotto in uno scatto a polmoni persi … “beh, ma n’hai visto come annavano su, questa è la loro palestra, è una salita molto allenante … ringrazio Dio di abitare vicino a Villa Pamphili, dove la salita più lunga è poco più di 500 metri Arriva il resto dello staff, Aleandro sudato come solo lui sa fare, Mimmo affaticato ma contento della smazzata … il garmino la testimonia da Stazzano a Monteflavio 7 km al 7,8% di pendenza media, non male come allenamento per fare la gamba
Entriamo in paese, ci aspettano un paio di rampe micidiali per arrivare allo scollinamento dove inizia la strada per la pineta … “daje giovinò che arrivi primo!!!” … alzo la testa, una rubiconda signora sta stendendo i panni sul balcone, raccolgo tutto il fiato, poco, che m’è rimasto e sbotto … “a signò, ma invece de chiaccherà, perché nun scenni a damme na spintarella, che te fa pure bene!!!” Scavalliamo ed il buon Enrico mi suggerisce di fare qualche ripetuta su una “salitella”, giusto per tenere calda la gamba … “ahooooooooo a me se sarà freddata la gamba, ma a te te s’è freddata la crapoccia!!!” … "daje su, te metti de 44x11 e vai su in piedi" … seeeeeeeeeeeeeeeee, così vado troppooooooooooooo su, ad abbraccia l’altissimo (no, Robbè, nun sto a parlà de te, lo sai che me fai talmente schifo che nun te toccherei manco co na canna da pesca!!! ), si prosegue tra i se po fa, nun se po fa … poi si imbocca la discesetta che porta alla salita verso la pineta, Aleandro parte a mazzetta a fare l’andatura, io e Danilo dietro, Enrico è di accompagno a Mimmetto. Spinge come un dannato, un tornante, due … si rialza “ma chi cazzo me lo fa fa, ahooooooooooooooooo!!!” … c’ha ragione, ma ormai siamo lanciati e si prosegue di buon passo, le ultime rampe sono al 14/16% su smosso, l’ultimo tratto supera il 20% e questa volta c’è pure un tappeto di aghi di pino bagnati misto a fango che rende l’avanzamento ancora più duro, ce manca giusto qualcuno che te pija a carci su li cojoni Arrivo mezzo morto, butto la bici, mi tolgo lo zaino, mi metto a sedere su un masso e tiro fuori un carbogel, arriva anche Danilo, altrettanto affaticato, appresso Enrico che ha operato il solito scatto e si sente!!! … “ecco, stamo a posto, daje che oggi sull’estrema unzione fanno il 3x2!!!” arriva anche Aleandro ed a seguire Mimmetto, ancora tonico … il garmino segna da Monteflavio alla pineta 4 km al 6,1% di pendenza media Aleandro scruta pensieroso gli schizzi marroncino chiaro che ho sulle gambe … “a Francè, ma pijete n’imodium prima de annà in bici, no!!!” … “beh, m’ero messo i pantaloncini attillatti, nun pensavo … sbordasse!!!”
Dopo le foto di rito, riprendiamo le bici ed affrontiamo i saliscendi, Enrico sente odore di creste e si mette a tirare, gli faccio compagnia, rampette niente male, brevi ma con pendenze di tutto rispetto e, soprattutto, su fondo molto accidentato, nel senso che ogni volta che ci pedalo sopra l’accidenti se sprecano!!! Di fare le creste non se ne parla, dei nuvoloni neri incombono minacciosi ed il miraggio degli gnocchetti di Lorenzo si affaccia prepontemente alla mente del manipolo di magnaccioni, biker per caso ... “scendiamo da qui” … “a Enrì, ma è lo stesso sentiero che m’ha fatto fa Danilo, cci sua, era un casino e se doveva pure risalì!!!” … “ma no, qui se scenne e basta” … “sarà, ma n’è mejo fa il single trek dell’orco che me diverte assai?!?” … il dado è tratto, si scende dall’orco, torniamo indietro, l’imbocco è subito dopo una discesa cui segue una bella rampetta, Enrico guida, Danilo è subito dietro, poi arrivo io … vedo la rampetta e mi lancio a palla in discesa per farla di slancio … Enrico e Danilo si fermano, mi attacco ai freni, inchiodo, la bici si mette di traverso, controsterzo, faccio qualche metro così e mi fermo a poche decine di centimetri dai malcapitati , Danilo tira un sospiro di sollievo Si deve cominciare a scendere, Aleandro e Mimmo, si guardano intorno, tipo quando incontri qualcuno in ascensore che cominci a giocherellare con le chiavi di casa, a leggere le targhette della manutenzione a guardare per aria, poi per terra, poi le luci, fino a quando l’apertura delle porte giunge come una liberazione … parte Enrico, dietro Danilo … “vabbè, vado io?!?” e parto, sentendo Aleandro che fa … “ok, Mimmè, è ito potemo scenne!!!” … il single trek comincia con una parte guidata abbastanza tecnica, poi inizia un tratto scarupato, veloce e molto divertente, si scende tra rami e sassi, ben nascosti da un bel tappeto di foglie, nelle condizioni peggiori, Enrico, Danilo ed io praticamente in fila indiana, con Danilo a rischiare la vita con grande sprezzo del pericolo … curva stretta e veloce a sinistra … si ode una derapata, un metro cubo di rocce e sassi frana a valle, Enrico finta di corpo verso l’esterno della curva poi si butta all’interno, la bici abbocca alla finta e si sdraia, Danilo assiste impotente, io lo evito all’ultimo minuto sarebbe stato un rigore nettissimo!!! Ora, io so scemo e vabbè, ma uno che tenta un nose press su una curva veloce dopo averla già impostata per tre quarti, lo vogliamo dire che è fuori di melone o no?!? Parto davanti io stavolta, Aleandro approva la scelta “ahhhhhhhhhhhh, meno male, adesso si che se scenne tranquilli” ripreso il controllo delle proprie facoltà psicomotorie e della bici, Enrico segue con tutti gli altri. Grande stridore di freni … e no, cazzo, stavolta non voglio arrivare sanguinante come al solito inchiodo davanti ad un groviglio di rovi, li dipano con pazienza, manco stessi a giocà a shangai, Enrico scalpita “ahooooooooooooo, allora, andiamo o no?!?”, riparto, ma dopo pochi minuti un cespuglio di rovi tenta di placcarmi, poveretto … l’impresa è improba, si avvinghia alla mia pedivella di destra e tenta la presa, ma non c’è nulla da fare, sdradico l’intero cespuglio e me lo porto dietro per qualche decina di metri prima di riuscire a fermarmi. Lo sfilo da pedivella, raggi e telaio e gli rendiamo gli onori che si devono ad un degno avversario qualcuno commenta … “si se impiglia in un albero se porta appresso pure quello!!!” Arriviamo senza ulteriori danni a Monteflavio, ecco profilarsi il mega tappone dolomitico che porta al ristorante, siamo euforici, decido di affrontarlo col 32 in piedi sui pedali, mi alzo, la folla assiste sgomenta, serpeggia il pessimismo … “nun je la fa, nun je la po fa a salì in bici” … guardo dentro di me, apro un paio di porte, la disperazione mi assale, le chiudo sbattendole … la rampa è li davanti a me, il cancello sghignazza beffardo, desisto, provo a buttare sotto il 22 … clakung … clakung … la catena scavalla pedalo a vuoto per qualche metro giusto per darmi un tono … la folla rumoreggia … “ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh …” ecchecazzo, nun l’avete mai visto uno che je salta la catena?!? Mica posso addobbamme tutte le volte, accontentateve!!! Rimetto la catena e salgo tra i mugugni del pubblico … Enrico e Danilo sono già li, Aleandro e Mimmo seguono, ci mettiamo subito a tavola … “porto l’antipasto o passiamo direttamente ai primi?!?” … “naaaaaaaaaaaaaaaaaa, e mica je la faccio ad aspettà i primi, porta l’antipasti, subitoooooooooooooooooo!!!” Aleandro approva … “eh, sì, dice bene il principe!!!” ci buttiamo su prosciutto, lonza, mozzarelle, sott’oli di tutti i generi, fagioli con le cotiche, olive, bruschette, insomma tamponiamo alla meglio l’appetito in attesa del piatto forte … eccolo che arriva, una mega fiamminga di gnocchetti col sugo de castrato, stiamo tutti colla bavetta alla bocca, ma … colpo di scena ... la fiamminga prosegue la sua corsa ben oltre il nostro tavolo, Mimmo cerca di sgambettare il cameriere, che resiste alla carica e deposita gli gnocchetti a due tavoli dal nostro, dove si stanno strafogando gli stessi che hanno assistito alla nostra ascesa al ristorante … oltre il danno pure le beffe!!! Le proteste sono pacate ma ferme, l’arbitro invita alla calma, Aleandro lo invita ad andare aff … arsi gli gnocchetti suoi e di quella gentildonna della consorte Ma ecco arrivare il nostro vassoio … si comincia la distribuzione, ne vengono fuori delle porzioni abbondanti ma non troppo … la ragazza si mostra … a parte le tette, intendo … si mostra pentita ed annuncia l’arrivo dei rinforzi. Beh, intanto se sbranamo questi … li spolveriamo in tempo per l’arrivo della seconda fiamminga, chiedo del parmigiano, comincio a distribuirlo con la consueta abilità, la bravura consiste nel coprire ogni atomo di sugo con almeno tre atomi di parmigiano ed impastare il tutto a formare un pastone della consistenza della malta Kerakoll … Aleandro, che conosce bene il prodotto, mi da importanti consigli “a Francè, sbrighete a magnà prima che tira, sinnò fa blocco!!!” … beh, il secondo non lo prendiamo, no, dopo sta doppia razione di gnocchetti … gli gnocchetti spariscono, la ragazza ci fa la domanda di rito “lo prendete il secondo?” … Aleandro … “sentiamo che dice il principe” … “beh, io un filetto me lo farei” … Mimmo mi guarda ammirato poi il disgusto prende il sopravvento e decidiamo di passare al dolce … Mimmo non finisce il tiramisù … un evento che non accadeva dal lontano 1974 quando l’allora giovane virgulto, dopo aver trangugiato dodici portate, rifiutò di dolce, per l’improvviso sopraggiungere della chiusura dello stomaco a causa dell’ennesima storia d’amore finita male Aleandro promette di essere di grande compagnia al ritorno, Mimmo lo appoggia dicendo che vista l’ora non si addormenterà … tempo dieci minuti Aleandro chiude gli occhi e si appennica!!!
Riprendiamo le bici attrippati, tutti, avvinazzati, alcuni, la gamba è buona, nonostante tutto, perché prendiamo di slancio la salitella che ci porta alla “fermata dell’autobus” dove ci fermiamo a riprendere fiato all’andata, dopo i sette kilometri di salita che, adesso, ci prepariamo a fare in discesa “però scendiamo dalle rampe eh, che sti stradoni nun me piaceno” … “vabbè, Enrì, va avanti te che sai qual è la strada” … ma la forza di gravità fa il suo sporco lavoro e mi riporta subito in testa al gruppo, vedo un’uscita che sembra essere quella buona, mi volto, Enrico mi segue, è quella giusta … mi butto a capofitto, discesa scarupata con gradoni e smosso, mi diverto, accelero, vengo giù a mazzetta, le curve si susseguono in derapata, arrivo ad un bivio, mi fermo … un minuto, due minuti, tre minuti, non arriva nessuno … lancio un urlo “ahooooooooo, ‘ndo state?!?” … “siamo qui, torna su, è la strada sbagliata!!!” … “ma porc…. nun è possibile devo tornà fino su?!?” … the answer my friends is blowing in the windddddddddddddddd … a me, invece, tocca rimontare in sella e ripercorrere a ritroso quella bella discesa veloce e scarupata, praticamente un muro gli gnocchetti mi ballano nello stomaco, poi risalgono a tamburellarmi le tempie, poi di nuovo giù a sballonzolare nello stomaco, la pendenza è micidiale, vengo su col 22x32 faticando come una bestia la pendenza non è mai inferiore al 12% con punte del 20%, un BDC da paura, e con lo stomaco pieno per di più. Arrivo all’incrocio più morto che vivo, mi sdraio sul manubrio per qualche minuto a riprendere fiato … 165 mt di dislivello con pendenza media del 14%!!!
Ci rimettiamo in cammino, imbocchiamo la strada giusta, scendiamo a mazzetta … shrekkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk … niente orchi, tranquilli, ma le mie pastiglie posteriori che rendono l’anima a Dio, la scarupata precedente deve avergli dato il colpo di grazia, sono senza freni posteriori … vabbè, scenderò piano … Aleandro non la prende bene “ahooooooooooooooo, attenti, scende dietro e sta pure senza freni!!!” ma non c’è pericolo, vengo giù veramente piano, pinzando con l’anteriore in modo da non prendere troppa velocità e dar modo al disco di raffreddarsi, mi metto dietro a Mimmetto e scendo con lui. Troviamo qualche pozzanghera, riusciamo ad evitarle senza problemi, arriviamo davanti ad una che copre quasi tutta la sede stradale, Mimmo va a destra, io mi butto a sinistra … … Mimmetto, cambia idea e taglia a sinistra proprio mentre sopraggiungo io … la morte imbraccia la falce … la solleva … e sta per calarla sulla crapoccia di Mimmo ma l’istinto di sopravvivenza lo fa spostare quel tanto che basta a lasciarmi lo spazio per passare … uff … c’è mancato poco!!!
Arriviamo alle macchine, Danilo scappa via, in notevole ritardo sulla tabella di marcia, noi ci sistemiamo con calma, salutiamo Enrico e ci avviamo verso casa, sulla Salaria stavolta. Aleandro ha affinato una tecnica incredibilmente sofisticata di riposo a zone, nel senso che dorme pur mantenendo accesi i centri della parola, i quali, non potendo contare sull’attività cerebrale per elaborare risposte di senso compiuto, si affidano a monosillabi standard di uso comune tipo “sì, no, boh, vediamo, forse, ecc.” Arriviamo sotto casa mia e propongo un the … Aleandro sottolinea “beh, è principe, lui” … e sono già in ritardo, le 17.00 sono già passate da una mezz’oretta. Scegliamo gli aromi ed infiliamo le bustine nell’acqua bollente … “Aleà nun abboccheno” … mi guarda sconsolato, guarda Mimmo, scuotono la testa. Scarichiamo la mia bici, recupero tutta la mia roba, ci salutiamo e mi dirigo verso casa.
Alla fine, il garmino segna poco più di 28 km per un dislivello di 1.169 mt. (compresi i 165 di risalita dalla discesa sbagliata), in circa due ore e mezza pedalate, tenuto conto che quasi tutta la discesa da Monteflavio l’ho fatta moltooooooo piano. Una bella giornata pedalatoria, ed un’ottima occasione per Mimmo per fare la gamba, sta tornando bello pimpante e, soprattutto, gli sta tornando la voglia di pedalare!!!
Grazie ragazzi della compagnia e della splendida giornata!!!
Anche stavolta l’appuntamento è sotto casa mia, alle 8.00, una vera pacchia per me che al più tardi alle 7.00 ero già in auto diretto verso casa di Aleandro … mi piace parecchio questa nuova organizzazione logistica . Caricate le bici e fatta colazione si parte, Mimmo chiede indicazioni per uscire dal parcheggio di casa mia, dove, peraltro, era arrivato pochi minuti prima … cominciamo bene!!! “a che altezza è l’ingresso del GRA?” … “beh, più o meno a quella in cui siamo adesso, anzi no, perché adesso c’è una salitella!!!” … vabbè, minchiate, as usual . Si parte, le bici stanno abbastanza comode, io, invece sto con le ginocchia in bocca e la leva del freno puntata alla nuca, esercizio eccellente per i muscoli del collo, sul genere di quei cagnetti che si mettevano sul lunotto posteriore delle auto Imboccato il GRA si apre il solito contenzioso sulla strada da fare, con Mimmo che vuole fare la Salaria, io che dico di fare la Nomentana ed Aleandro “Mimmè, veditela co lui, si riesci a convincelo …” squilla il cell è Danilo “che ce conviene fa? La Salaria o la Nomentana?!?” … “beh, dipende da dove arrivate, dalla congiunzione astrale, dai bioritmi dell’autista, dall’allineamento dei pineti guida …” … “vabbè, Danì, se facciamo la Salaria che strada dobbiamo seguire?!?” Memorizziamo le informazioni ce le ripassiamo mentalmente, siamo pronti, le possibilità di perderci sono ridotte al minimo, quelle di cannare l’uscita no, infatti ci passiamo davanti a mazzetta … “ecco, quella era l’uscita per la Salaria!!!” vabbè, tanto avevamo deciso di fare la Nomentana … arriviamo al punto di partenza del giro in orario, addirittura!!! Danilo ed Enrico hanno appena cominciato le operazione di preparazione … “ahoooooooooooo, ecco lo staff di biciforum al completo!!! Ce la potevate mette la pubblicità sulle portiere noooooooo!!! la pubblicità è l’anima del commercio” … “e ce lo so, ma abbiamo fatto la Nomentana mica la Salaria”
Si parte, stavolta si fanno gli stradoni in salita c’è Mimmetto che deve fare la gamba , la salita è continua con pendenza abbastanza costante, che si mantiene per lo più al di sotto del 10%. Enrico guida il gruppo, io e Danilo lo seguiamo, Aleandro tiene compagnia a Mimmetto che sbuffa come un mantice nella fucina di Saruman e suda sangue come la statuetta della Madonna di Civitavecchia ma sale di buon passo. Danilo è ispirato e parte a testa bassa, Enrico ed io lo assecondiamo, è la fuga buona, i cambi sono regolari, lo spirito è alto … drinnnnnnnnnnnnnnnnnnn … e mo chi cazz’è?!? … niente, niente, è che c’ho il cardiofrequenzimetro collegato col centro di rianimazione, dev’esse scattato l’allarme!!! In effetti, la salita si presta a fare un lavoro in soglia e quindi si spinge … “va avanti a fa l’andatura, Danì” … “noooooooooooooo, nun ce penso proprio, va bene questa” … ma si sa, l’uomo è cacciatore ed il biker è cojone, quindi accelero, Danilo mi manda mentalmente a cagare, Enrico torna giù e si va a ricongiungere allo staff di biciforum Spingo ai limiti dei 160 bpm e vado su di buon passo, quando sento un rumore di cingoli alle mie spalle … minchia, je partita la brocca a Danilo!!! … no, sono due treni a due ruote che mi passano a fianco come fossi fermo, controllo il garmino … 10,6 km/h, 10% di pendenza … ma quanto cazzo camminano sti due!!! Ne sento arrivare altri, provo ad accelerare, comincio a sputare frattaglie, alcuni gatti mi seguono interessati … il cardio fischia, balla, canta, ma non c’è niente da fare, passano anche gli altri due, provati anche loro, però … eh lo so, so soddisfazioni, eh!!! Rallento per riprendere vita, più che fiato ed arrivo a scollinare sopra Monteflavio, più morto che vivo, mi butto sulla panchina … loro sono li, tranquilli, fingo di non avere nemmeno il fiatone, ma il colore rosso porpora di quello che rimane della mia faccia, tradisce un certo, come dire, affaticamento Arriva Danilo “hai visto come camminano ste frontine ehhhhh!!!” … “frontine un par de cojoni, Danì, questi c’hanno le gambe, manco si me la dai cor motore io vado così!!!” … arriva Enrico, sfiatato, avendo abbandonato lo staff al suo tristo destino ed essendosi prodotto in uno scatto a polmoni persi … “beh, ma n’hai visto come annavano su, questa è la loro palestra, è una salita molto allenante … ringrazio Dio di abitare vicino a Villa Pamphili, dove la salita più lunga è poco più di 500 metri Arriva il resto dello staff, Aleandro sudato come solo lui sa fare, Mimmo affaticato ma contento della smazzata … il garmino la testimonia da Stazzano a Monteflavio 7 km al 7,8% di pendenza media, non male come allenamento per fare la gamba
Entriamo in paese, ci aspettano un paio di rampe micidiali per arrivare allo scollinamento dove inizia la strada per la pineta … “daje giovinò che arrivi primo!!!” … alzo la testa, una rubiconda signora sta stendendo i panni sul balcone, raccolgo tutto il fiato, poco, che m’è rimasto e sbotto … “a signò, ma invece de chiaccherà, perché nun scenni a damme na spintarella, che te fa pure bene!!!” Scavalliamo ed il buon Enrico mi suggerisce di fare qualche ripetuta su una “salitella”, giusto per tenere calda la gamba … “ahooooooooo a me se sarà freddata la gamba, ma a te te s’è freddata la crapoccia!!!” … "daje su, te metti de 44x11 e vai su in piedi" … seeeeeeeeeeeeeeeee, così vado troppooooooooooooo su, ad abbraccia l’altissimo (no, Robbè, nun sto a parlà de te, lo sai che me fai talmente schifo che nun te toccherei manco co na canna da pesca!!! ), si prosegue tra i se po fa, nun se po fa … poi si imbocca la discesetta che porta alla salita verso la pineta, Aleandro parte a mazzetta a fare l’andatura, io e Danilo dietro, Enrico è di accompagno a Mimmetto. Spinge come un dannato, un tornante, due … si rialza “ma chi cazzo me lo fa fa, ahooooooooooooooooo!!!” … c’ha ragione, ma ormai siamo lanciati e si prosegue di buon passo, le ultime rampe sono al 14/16% su smosso, l’ultimo tratto supera il 20% e questa volta c’è pure un tappeto di aghi di pino bagnati misto a fango che rende l’avanzamento ancora più duro, ce manca giusto qualcuno che te pija a carci su li cojoni Arrivo mezzo morto, butto la bici, mi tolgo lo zaino, mi metto a sedere su un masso e tiro fuori un carbogel, arriva anche Danilo, altrettanto affaticato, appresso Enrico che ha operato il solito scatto e si sente!!! … “ecco, stamo a posto, daje che oggi sull’estrema unzione fanno il 3x2!!!” arriva anche Aleandro ed a seguire Mimmetto, ancora tonico … il garmino segna da Monteflavio alla pineta 4 km al 6,1% di pendenza media Aleandro scruta pensieroso gli schizzi marroncino chiaro che ho sulle gambe … “a Francè, ma pijete n’imodium prima de annà in bici, no!!!” … “beh, m’ero messo i pantaloncini attillatti, nun pensavo … sbordasse!!!”
Dopo le foto di rito, riprendiamo le bici ed affrontiamo i saliscendi, Enrico sente odore di creste e si mette a tirare, gli faccio compagnia, rampette niente male, brevi ma con pendenze di tutto rispetto e, soprattutto, su fondo molto accidentato, nel senso che ogni volta che ci pedalo sopra l’accidenti se sprecano!!! Di fare le creste non se ne parla, dei nuvoloni neri incombono minacciosi ed il miraggio degli gnocchetti di Lorenzo si affaccia prepontemente alla mente del manipolo di magnaccioni, biker per caso ... “scendiamo da qui” … “a Enrì, ma è lo stesso sentiero che m’ha fatto fa Danilo, cci sua, era un casino e se doveva pure risalì!!!” … “ma no, qui se scenne e basta” … “sarà, ma n’è mejo fa il single trek dell’orco che me diverte assai?!?” … il dado è tratto, si scende dall’orco, torniamo indietro, l’imbocco è subito dopo una discesa cui segue una bella rampetta, Enrico guida, Danilo è subito dietro, poi arrivo io … vedo la rampetta e mi lancio a palla in discesa per farla di slancio … Enrico e Danilo si fermano, mi attacco ai freni, inchiodo, la bici si mette di traverso, controsterzo, faccio qualche metro così e mi fermo a poche decine di centimetri dai malcapitati , Danilo tira un sospiro di sollievo Si deve cominciare a scendere, Aleandro e Mimmo, si guardano intorno, tipo quando incontri qualcuno in ascensore che cominci a giocherellare con le chiavi di casa, a leggere le targhette della manutenzione a guardare per aria, poi per terra, poi le luci, fino a quando l’apertura delle porte giunge come una liberazione … parte Enrico, dietro Danilo … “vabbè, vado io?!?” e parto, sentendo Aleandro che fa … “ok, Mimmè, è ito potemo scenne!!!” … il single trek comincia con una parte guidata abbastanza tecnica, poi inizia un tratto scarupato, veloce e molto divertente, si scende tra rami e sassi, ben nascosti da un bel tappeto di foglie, nelle condizioni peggiori, Enrico, Danilo ed io praticamente in fila indiana, con Danilo a rischiare la vita con grande sprezzo del pericolo … curva stretta e veloce a sinistra … si ode una derapata, un metro cubo di rocce e sassi frana a valle, Enrico finta di corpo verso l’esterno della curva poi si butta all’interno, la bici abbocca alla finta e si sdraia, Danilo assiste impotente, io lo evito all’ultimo minuto sarebbe stato un rigore nettissimo!!! Ora, io so scemo e vabbè, ma uno che tenta un nose press su una curva veloce dopo averla già impostata per tre quarti, lo vogliamo dire che è fuori di melone o no?!? Parto davanti io stavolta, Aleandro approva la scelta “ahhhhhhhhhhhh, meno male, adesso si che se scenne tranquilli” ripreso il controllo delle proprie facoltà psicomotorie e della bici, Enrico segue con tutti gli altri. Grande stridore di freni … e no, cazzo, stavolta non voglio arrivare sanguinante come al solito inchiodo davanti ad un groviglio di rovi, li dipano con pazienza, manco stessi a giocà a shangai, Enrico scalpita “ahooooooooooooo, allora, andiamo o no?!?”, riparto, ma dopo pochi minuti un cespuglio di rovi tenta di placcarmi, poveretto … l’impresa è improba, si avvinghia alla mia pedivella di destra e tenta la presa, ma non c’è nulla da fare, sdradico l’intero cespuglio e me lo porto dietro per qualche decina di metri prima di riuscire a fermarmi. Lo sfilo da pedivella, raggi e telaio e gli rendiamo gli onori che si devono ad un degno avversario qualcuno commenta … “si se impiglia in un albero se porta appresso pure quello!!!” Arriviamo senza ulteriori danni a Monteflavio, ecco profilarsi il mega tappone dolomitico che porta al ristorante, siamo euforici, decido di affrontarlo col 32 in piedi sui pedali, mi alzo, la folla assiste sgomenta, serpeggia il pessimismo … “nun je la fa, nun je la po fa a salì in bici” … guardo dentro di me, apro un paio di porte, la disperazione mi assale, le chiudo sbattendole … la rampa è li davanti a me, il cancello sghignazza beffardo, desisto, provo a buttare sotto il 22 … clakung … clakung … la catena scavalla pedalo a vuoto per qualche metro giusto per darmi un tono … la folla rumoreggia … “ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh …” ecchecazzo, nun l’avete mai visto uno che je salta la catena?!? Mica posso addobbamme tutte le volte, accontentateve!!! Rimetto la catena e salgo tra i mugugni del pubblico … Enrico e Danilo sono già li, Aleandro e Mimmo seguono, ci mettiamo subito a tavola … “porto l’antipasto o passiamo direttamente ai primi?!?” … “naaaaaaaaaaaaaaaaaa, e mica je la faccio ad aspettà i primi, porta l’antipasti, subitoooooooooooooooooo!!!” Aleandro approva … “eh, sì, dice bene il principe!!!” ci buttiamo su prosciutto, lonza, mozzarelle, sott’oli di tutti i generi, fagioli con le cotiche, olive, bruschette, insomma tamponiamo alla meglio l’appetito in attesa del piatto forte … eccolo che arriva, una mega fiamminga di gnocchetti col sugo de castrato, stiamo tutti colla bavetta alla bocca, ma … colpo di scena ... la fiamminga prosegue la sua corsa ben oltre il nostro tavolo, Mimmo cerca di sgambettare il cameriere, che resiste alla carica e deposita gli gnocchetti a due tavoli dal nostro, dove si stanno strafogando gli stessi che hanno assistito alla nostra ascesa al ristorante … oltre il danno pure le beffe!!! Le proteste sono pacate ma ferme, l’arbitro invita alla calma, Aleandro lo invita ad andare aff … arsi gli gnocchetti suoi e di quella gentildonna della consorte Ma ecco arrivare il nostro vassoio … si comincia la distribuzione, ne vengono fuori delle porzioni abbondanti ma non troppo … la ragazza si mostra … a parte le tette, intendo … si mostra pentita ed annuncia l’arrivo dei rinforzi. Beh, intanto se sbranamo questi … li spolveriamo in tempo per l’arrivo della seconda fiamminga, chiedo del parmigiano, comincio a distribuirlo con la consueta abilità, la bravura consiste nel coprire ogni atomo di sugo con almeno tre atomi di parmigiano ed impastare il tutto a formare un pastone della consistenza della malta Kerakoll … Aleandro, che conosce bene il prodotto, mi da importanti consigli “a Francè, sbrighete a magnà prima che tira, sinnò fa blocco!!!” … beh, il secondo non lo prendiamo, no, dopo sta doppia razione di gnocchetti … gli gnocchetti spariscono, la ragazza ci fa la domanda di rito “lo prendete il secondo?” … Aleandro … “sentiamo che dice il principe” … “beh, io un filetto me lo farei” … Mimmo mi guarda ammirato poi il disgusto prende il sopravvento e decidiamo di passare al dolce … Mimmo non finisce il tiramisù … un evento che non accadeva dal lontano 1974 quando l’allora giovane virgulto, dopo aver trangugiato dodici portate, rifiutò di dolce, per l’improvviso sopraggiungere della chiusura dello stomaco a causa dell’ennesima storia d’amore finita male Aleandro promette di essere di grande compagnia al ritorno, Mimmo lo appoggia dicendo che vista l’ora non si addormenterà … tempo dieci minuti Aleandro chiude gli occhi e si appennica!!!
Riprendiamo le bici attrippati, tutti, avvinazzati, alcuni, la gamba è buona, nonostante tutto, perché prendiamo di slancio la salitella che ci porta alla “fermata dell’autobus” dove ci fermiamo a riprendere fiato all’andata, dopo i sette kilometri di salita che, adesso, ci prepariamo a fare in discesa “però scendiamo dalle rampe eh, che sti stradoni nun me piaceno” … “vabbè, Enrì, va avanti te che sai qual è la strada” … ma la forza di gravità fa il suo sporco lavoro e mi riporta subito in testa al gruppo, vedo un’uscita che sembra essere quella buona, mi volto, Enrico mi segue, è quella giusta … mi butto a capofitto, discesa scarupata con gradoni e smosso, mi diverto, accelero, vengo giù a mazzetta, le curve si susseguono in derapata, arrivo ad un bivio, mi fermo … un minuto, due minuti, tre minuti, non arriva nessuno … lancio un urlo “ahooooooooo, ‘ndo state?!?” … “siamo qui, torna su, è la strada sbagliata!!!” … “ma porc…. nun è possibile devo tornà fino su?!?” … the answer my friends is blowing in the windddddddddddddddd … a me, invece, tocca rimontare in sella e ripercorrere a ritroso quella bella discesa veloce e scarupata, praticamente un muro gli gnocchetti mi ballano nello stomaco, poi risalgono a tamburellarmi le tempie, poi di nuovo giù a sballonzolare nello stomaco, la pendenza è micidiale, vengo su col 22x32 faticando come una bestia la pendenza non è mai inferiore al 12% con punte del 20%, un BDC da paura, e con lo stomaco pieno per di più. Arrivo all’incrocio più morto che vivo, mi sdraio sul manubrio per qualche minuto a riprendere fiato … 165 mt di dislivello con pendenza media del 14%!!!
Ci rimettiamo in cammino, imbocchiamo la strada giusta, scendiamo a mazzetta … shrekkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk … niente orchi, tranquilli, ma le mie pastiglie posteriori che rendono l’anima a Dio, la scarupata precedente deve avergli dato il colpo di grazia, sono senza freni posteriori … vabbè, scenderò piano … Aleandro non la prende bene “ahooooooooooooooo, attenti, scende dietro e sta pure senza freni!!!” ma non c’è pericolo, vengo giù veramente piano, pinzando con l’anteriore in modo da non prendere troppa velocità e dar modo al disco di raffreddarsi, mi metto dietro a Mimmetto e scendo con lui. Troviamo qualche pozzanghera, riusciamo ad evitarle senza problemi, arriviamo davanti ad una che copre quasi tutta la sede stradale, Mimmo va a destra, io mi butto a sinistra … … Mimmetto, cambia idea e taglia a sinistra proprio mentre sopraggiungo io … la morte imbraccia la falce … la solleva … e sta per calarla sulla crapoccia di Mimmo ma l’istinto di sopravvivenza lo fa spostare quel tanto che basta a lasciarmi lo spazio per passare … uff … c’è mancato poco!!!
Arriviamo alle macchine, Danilo scappa via, in notevole ritardo sulla tabella di marcia, noi ci sistemiamo con calma, salutiamo Enrico e ci avviamo verso casa, sulla Salaria stavolta. Aleandro ha affinato una tecnica incredibilmente sofisticata di riposo a zone, nel senso che dorme pur mantenendo accesi i centri della parola, i quali, non potendo contare sull’attività cerebrale per elaborare risposte di senso compiuto, si affidano a monosillabi standard di uso comune tipo “sì, no, boh, vediamo, forse, ecc.” Arriviamo sotto casa mia e propongo un the … Aleandro sottolinea “beh, è principe, lui” … e sono già in ritardo, le 17.00 sono già passate da una mezz’oretta. Scegliamo gli aromi ed infiliamo le bustine nell’acqua bollente … “Aleà nun abboccheno” … mi guarda sconsolato, guarda Mimmo, scuotono la testa. Scarichiamo la mia bici, recupero tutta la mia roba, ci salutiamo e mi dirigo verso casa.
Alla fine, il garmino segna poco più di 28 km per un dislivello di 1.169 mt. (compresi i 165 di risalita dalla discesa sbagliata), in circa due ore e mezza pedalate, tenuto conto che quasi tutta la discesa da Monteflavio l’ho fatta moltooooooo piano. Una bella giornata pedalatoria, ed un’ottima occasione per Mimmo per fare la gamba, sta tornando bello pimpante e, soprattutto, gli sta tornando la voglia di pedalare!!!
Grazie ragazzi della compagnia e della splendida giornata!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
ROCCAMONFINA
Azz … Aleandro oggi non c’è ha trovato una maiala ... ehmmm ... la suina ed ha preferito rimanere a letto con lei … come dargli torto!!! Caricate le bici e fatta la prima colazione, nel senso che poi ce ne saranno altre, partiamo. Dopo aver pianificato tutto l’itinerario dalla sera precedente … pronti, via, ci dirigiamo verso l’Aurelia anziché verso la Pisana … vabbè, un classico, una specie di viatico per le splendide giornate che passiamo sui pedali
Strano ma vero, procediamo in perfetto orario sulla tabella di marcia quando squilla il cell. … è Danilo, che, come sempre, ci da il buon giorno in viaggio, loro sono quasi arrivati, noi siamo dietro “’ndo state Danì?!?” … “stamo a uscì a San Vittore” … “e allora ve sete sbajati, perché voi a San Vittore ce dovreste entrà!!!” … anche la Bannedcar ci è davanti, ma la calma è la virtù dei forti e la Mimmocar procede di conserva, anzi no, a gpl, il casellante guarda Mimmo in faccia e pretende un certificato di assenza di carichi pendenti per farlo uscire al casello di San Vittore Stiamo per raggiungere il luogo dell’appuntamento quando vedo un manipolo di goderecci non pedalatori assiepato davanti ad una pasticceria, la segnalazione parte perentoria “fermeteeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! So loroooooooooooooooooo!!!” Mimmo mi prende in parola ed inchioda in uscita di curva, poi, pensando di non essere visto a causa della leggera nebbiolina, ingrana la retromarcia ripercorre la curva a vita persa e parcheggia … roba la levargli immediatamente tutti i punti sulla patente per farglieli mettere sul setto nasale a capocciate!!! Ma tant’è siamo vivi e festeggiamo saccheggiando la pasticceria insieme a Mara, Alessandra, Salvatore, Enrico, Mario, Danilo ed Andrea. Arriviamo al luogo dell’appuntamento e salutiamo i Cassino boy’s, Claudio, Giovanni, Robertone e Gianluca ci aspettano all’inizio del giro … un cimitero, tanto per cambiare … “emme, me so scordato na cosa!!!” … “te sei scordato er cd a casa evvè?!?” … “naaaaaaaaaaaaaaa, me so proprio scordato de fattelo!!!” un uomo un mito un eroe!!!
Si parte, alle 10.00, come previsto da Claudio, non c’è niente da fa, partiremmo alle 10.00 anche se ci dessimo appuntamento alle 6.00, siamo incorreggibili … gli ultimi romantici o gli ultimi dei mohicani?!? Luca torna indietro a controllare di aver chiuso la macchina … “ma ‘ndo vaiiiiiiiiiiiii?!? Ma chi cazzo te la ruba la macchinaaaaaaaaaaaaaa … i ladri stanno tutti qui!!!” Si comincia su asfalto, poi imbocchiamo una rampa abbastanza ripida e, soprattutto, coperta da un fitto fogliame, peraltro bagnato, che rende praticamente impossibile capire il livello del terreno e la sua conformazione, rendendo complicato l’avanzamento, ma si va Arrivati in paese Mimmo non può fare a meno di fare la battuta che covava da due settimane “ma in questa Rocca c’è solo Morfina, o se po’ rimedià pure un po’ de coca?!?” … la morfina ce vorrebbe a noi per evitarci la sofferenza di una battuta scontatissima, ma forse sarebbe meglio l’eutanasia, visto che, nel caso specifico, l’autore soffre quanto gli astanti (NOTA PER DIEGO : astanti nel senso di presenti, non di portatori sani di … asta ). Dopo una bella rampa cementata, ci infiliamo in un budello (NOTA PER DIEGO : non è quello che pensi, e comunque, in certi casi, sarebbe come buttare un salame in corridoio, come dice Robertone, saggiamente ) una 127 ci sbarra la strada, un’autoctona vecchina seduta al volante, ci saluta come fossimo appena atterrati da Marte, ma non ci propone di diventare le divinità locali per via dell’abbigliamento di Claudio, presentatosi al giro con dei pantacollant da pedofilo gay Capisce di bloccare il passo al corteo, reso funebre dalla rampa ingrana la prima facendo strage del sincronizzatore … srannnnnnggggggg … e si infila a razzo dentro un cancello, passando tra due muretti … aspettiamo il caratteristico suono metallico di trascinamento su muratura, ma nulla s’ode … la vecchina ha imbroccato un angolo assolutamente impossibile e si compiace nel nostro sbigottimento come a dire “ahoooooooooooooooooooooo, ma pe chi cazzo m’avete presa!!! Io so solo anziana, i rincojoniti sete voi che all’età vostra annate in giro in mutande e collant!!!” Incassiamo ed andiamo avanti, prima di ributtarci su sterrato ci fermiamo a compattare il gruppo. L’occhio attento di Gianluca nota che Mara pedala praticamente sui cerchi, avendo le gomme gonfie ai minimi sindacali e si offre di risolvere la situazione, io, colto dalla sindrome del principe mi offro di aiutarlo a dare assistenza alla madamigella in difficoltà … “ce l’hai na pompa?!?” … “sì, emme, nello zainetto, ma si te vedo agguantà la roba da magnà te cionco le mano!!!” … apro con circospezione … “ma questa è pe l’ammortizzatori!!!” … “c’è pure quell’antra, quando esco me le porto sempre tutte e due le pompe, nel caso nun le dovessi trovà pe strada!!!” … la logica è stringente, non fa una piega … prendo la pompa, me la toglie di mano e la infila sulla valvola “mo pompa!!!” … vabbè, pompo, i colpi si susseguono potenti precisi e ritmati, un mirabile compendio di anni di teoria “Rocco Siffredi” e di pratica amanuense la gomma va su in un attimo … “je la damo na gonfiata pure a quella davanti?!?” … “sì, vabbè, è meglio” … attacca la pompa alla valvola della gomma anteriore … “mo pompa!!!” … “ahoooooooooooo, ma che sempre io?!?” … “stamo a lavorà insieme, no?!?” … “e sì, ma tu l’appoggi sempre e poi pompo solo io!!!” … “embè? ‘n sei contento, te lascio la parte più piacevole no?!?” … il principe che è in me mi impedisce di rispondere as usual, in presenza di una donzella Proseguiamo, quando quel rincojonito di Gianluca vede un triciclo incustodito, si avvicina, gli gira intorno, si guarda in giro … con un balzo lo fa suo, lo monta il mezzo lo asseconda, lo pedala con assoluta padronanza, il triciclo comincia a risentire, il rischio di rottura è alto ed il nostro eroe desiste a malincuore, convinto di aver finalmente trovato il tre ruote che fa per lui!!! Pietro ci catechizza “attenti, adesso c’è una discesa che non sembra niente di che, ma ci sono un sacco di foglie che coprono gradini, gradoni e pietre smosse, quindi occhio” … come se ci avesse detto … giù a mazzetta!!! … si scende a palla e, soprattutto, al buio, perché quello che le foglie fanno sembrare un tappeto da biliardo, è in realtà un discesone veloce e sconnesso non difficile, ma reso insidioso dal fatto che si procede alla cieca, saltando gradini che non sembrano esserci, rimbalzando su pietre che non si vedono ecc. che finisce con uno scarupo che si butta direttamente in strada … arghhhhhhhhhhhhhhh!!!
Dopo un breve tratto di bitume, riprendiamo a salire su sterrato, le pendenze sono discrete e le foglie umide su fondo reso pesante dalle piogge dei giorni precedenti le rendono impegnative, mi fischiano le orecchie, ho come l’impressione che Mara, da oggi, non mi ricorderà più nelle sue preghiere … anche Salvatore, dopo la forzata inattività, soffre, ma lo spirito è forte e la prende a ridere, Alessandra gorgoglia ed emette gemiti prolungati che fanno temere il peggio … un accoppiamento contro natura con un cinghiale autoctono?!? No, io e Pietro siamo avanti a fiutare la traccia, Claudio è dietro a chiudere il gruppo e subito dietro di lei spunta Enrico … fiùùùùù, falso allarme!!! Usciti dalla parte bassa del castagneto si continua a salire su pietraia che, incredibile ma vero, rappresenta un netto miglioramento rispetto alla salita su fogliame … scolliniamo, ricompattiamo il gruppo e ripartiamo. Io e Pietro davanti ad annusare la traccia Lorenzo, Gianluca ed altri a seguire … una bella discesa scarupata e veloce si apre davanti ai miei occhi, do un’occhiata al garmino, siamo in traccia, Pietro conferma ci buttiamo giù a mazzetta … una figata, Gianluca avanti, io dietro, poi Lorenzo … Pietro stavolta non ci casca e mi segue a distanza di sicurezza Arriviamo ad uno slargo, guardo Gianluca, lui guarda me … la sentenza è unanime, ci siamo già passati era la strada che abbiamo fatto in salita, eravamo in traccia ma su quella dell’andata, porca zozza!!! Controllo il garmino ed abbiamo la ferale conferma, la traccia è quasi 3 km più su!!! Si risale ed a metà della salita incontriamo il resto del gruppo che stava scendendo, gli diamo la notizia … decidiamo di fermarci per la foto di rito, dopo una decina di minuti di studio della luce, dei chiaro scuri, di bilanciamento del bianco ed anche di bilanciamento dei bianchi visto che l’equilibrio era instabile e non c’erano pedalatori di colore, a parte Claudio … beeppppppppp beeepppppppp … un’utilitaria scassata con una arzilla coppietta di laidi ultrasettantenni procede sul viottolo con l’evidente intenzione di appartarsi e consumare un gerontocratico rapporto sessuale. Scansiamo le bici per lasciare loro libero il passo, e la coppietta riparte spedita. Neanche il tempo di scattare le foto che la coppietta riscende … sveltina o fine dell’effetto viagra?!?
Vabbè, le ipotesi sono due, riscendere per la strada fatta all’andata e riguadagnare la quota persa con un bel salitone facendo una strada che Pietro conosce bene, con un congruo aggravio di dislivello, oppure affidarsi alle mie eccezionali doti di orienting, e provare a riprendere la traccia dal punto in cui l’avevamo abbandonata. Si propende per la ricerca della traccia, almeno fin tanto che Pietro esclama candidamente "emmedì dice di risalire che la traccia è di la" … lo scoramento è totale, chi si fa il segno della croce, chi si gratta i coglioni, chi prega … no, non è un’esagerazione, chiedete ad Aleandro!!! Si risale comunque, non per fiducia nei miei confronti, ma perché l’idea di aumentare riscendere e risalire aumentando il dislivello piace veramente a pochi. Riscolliniamo, siamo di nuovo in traccia, evvaiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Alessandra arriva stremata, Enrico la spinge a continuare, non nel senso che la sprona, nel senso che la traina, Robertone si preoccupa per il pranzo “trovamo uno che se la bacia e la fà ridiventà rospa, cosi' se la mettemo in tasca e finimo er giro pe pranzo senza che schiatta!!!” Il sentiero punta in salita, secondo la terza legge di Murphy tra un sentiero in discesa ed uno in salita quello giusto è sicuramente in salita … saliamo, il fondo è molto sconnesso e si fa fatica, Severino che mi marca dalla partenza, passa a condurre sicuro di non aver nulla da temere avendomi alle spalle in salita ma ad un tratto si impunta perde l’equilibrio e scende dalla bici … lo ha appena ritrovato che gli sono sopra, tento di schivarlo ma è troppo tardi incoccio sulla sua ruota posteriore, perdo l’equilibrio e gli frano addosso scaraventandolo in un frattone … mi rialzo, Severino mi guarda, non sa se ridere o piangere, alla fine decide di riderci sopra … “a Severì, ma che sei matto a pedalaje davanti?!?” … “ma stavamo in salita!!!” … “e uguale, nun te devi fidà … MAI!!!” Riprendiamo a salire, Severino, si mette a distanza di sicurezza … un paio di kilometri dietro … siamo sulla costa della montagna, praticamente in cima, il panorama si apre, dopo tanto sottobosco mi faccio rapire ed esclamo “guardate che bel panorama” … seguo il mio consiglio, lo guardo e non mi avvedo di una voragine che mi attendeva al varco da sei milioni di anni, da sei lunghissimi anni sognava quel momento, il momento in cui la mia ignara ruota anteriore ci sarebbe finita dentro facendomi perdere l’equilibrio scaraventandomi nell’abisso … “E' un volo a planareeeeeeeeeee, per esser ricordati qui per non saper volare ma come ricordarlo, ora! ... non sono una signoraaaaaaaaaaaaaaa …” … mi dii la mano Fantozzi … dov’è rag. Filini? non la vedo?!? … sono qui Fantozzi, proprio sopra di lei!!! … la sento Filini, proprio sui testicoli!!! … vengo riesumato alla presenza di un notaio e del presidente del tribunale competente per zona, la gamba sinistra, già provata dal precedente tuffo, sanguina copiosamente da tagli che ricordano quelli per cui tempo fa Aleandro “a Francè, ma che c’hai na tigre a casa?!?” … “na tigre? Ma che cazzo dici, Aleà?!?” … “ahoooo e sinnò sta zampata nun se spiega!!!” Arriva Severino, ringrazia Dio di aver messo quei tre kilometri abbondanti tra di noi e mi fa “tiè, Francè, buttece un po’ d’acqua” … “grazie, Severì, s’è già fermato, non sanguina più” … guarda la gamba, il sangue si è effettivamente fermato ”ahoooooooooooooo, ma tu non c’hai le piastrine, c’hai i mattoni nel sangue!!!”
Ripartiamo, affrontiamo le ultime rampe, l’ultimo tratto è ripido e viscido, si spinge, Gianluca ci prova, io dietro, slitta, sbanda, niente da fare … tento di evitarlo ma non c’è spazio e mi fermo anch’io … “mo dimme che è colpa mia, sa!!!” … “eccertooooooooo te sei fermato in mezzo alle palle!!!” … Natalino, invece, arriva lanciato da sotto, sale la prima rampa, la seconda, ci passa davanti all’interno, si fa anche la terza ed arriva su boccheggiando come una carpa, Robertone non gli da tregua … “a Natali', pija fiato, che è difficile trovà uno che te fà la respirazione bocca a bocca. Pure si te sei fatto la sorchetta sotto al labbro (la "mosca" con la barba), io la lingua nun te ce la metto” Gianluca non arriva, ha bucato!!! Danilo si è fermato a dargli una mano, mollo la bici e faccio per scendere a dargli una mano … “’ndo vai Francè, da soli c’hanno qualche possibilità di farcela, ma si scenni te …” vado lo stesso, la scena è straziante, la bici è in terra ruote all’aria, Gianluca tiene ferma quella anteriore mentre Danilo la sodomizza con un punteruolo innescato con un filamento gommoso cosparso di liquido bluastro La gomma, infatti, è tubeless latticizzata, ma da almeno un lustro, quindi il lattice è completamente secco. Al decimo tentativo il filamento rimane in loco ad otturare la falla, il mastice bluastro cementa il tutto, operazione riuscita, si rigonfia la ruota, tiene … grande Danilo!!! Gli si può chiedere di tutto durante un giro, tranne uno smaglia catene, non so perché ma diventa una furia Arriviamo finalmente alla fine della salita c’è un fuocherello acceso, Robertone ne approfitta per tentare di allargare l’ambito della sua clientela, con scarso successo … Luca decide che è tardi per andare a vedere il giardino della Regina, anche se la curiosità è tanta … se a farmville si trovano le vacche rosa, figurati quello che si può trovare li!!! Ci mettiamo i giubbini e cominciamo a scendere, la discesa è veloce e divertente, andiamo giù a mazzetta, i tratti fangosi mi convincono che le ardent sono una buona scelta all season all terrain, non fanno gridare al miracolo in nessuna condizione, ma se la cavano bene in tutte … centro in pieno una pozzanghera e ne esco praticamente coperto di fango … siamo di nuovo nel castagneto, la traccia prosegue il leggera discesa in mezzo ad un mare di foglie che impedisce qualsiasi possibilità di farsi un’idea su dove mettere le ruote, così Danilo ed il suo compagno di viaggio imputano arrivando quasi al cappottamento Arriviamo ad un bivio, si può continuare sulla stessa strada oppure prendere un canalone che scende per direttissima, il primo gruppo, manco a dillo, sceglie questo Pietro guida il resto del plotone sulla traccia. Il solito folto tappeto di foglie rende tecnica la discesa, poiché è praticamente impossibile valutare l’altezza di rocce e massi, la profondità delle buche e la tipologia del terreno … insomma si va a culo, con gradoni e rocce che affiorano solo parzialmente ed altri che neppure si vedono, ma si sentono, si rischia parecchio … in qualche punto scendo, non mi piace rischiare l’osso del collo al buio, voglio decidere io quando e come rompermelo!!! Arriviamo sulla strada, riguadagniamo il punto in cui sbuca la traccia e ci ricongiungiamo. Mancano un paio di kilometri, il Vence mi fa “butta dentro il 44 e tirami un po’ che voglio vedere se riesco a tenerti col 36” … vabbè, metto il 44x11 e parto a cannone, sputo sangue fino alle macchine, mi volto, nessuna traccia del Vence, arriva pian pianino insieme agli altri “no, non ci si fa col 36, ho lasciato perde” … ma vaffanculo Mariè, m’hai fatto spolmonà!!!
Ci cambiamo, salutiamo Danilo and friend che tornano prima per impegni presi, ed arriviamo al ristorante, ci segregano in una saletta tutta per noi pensando sarebbe stato sufficiente, ma la prossima volta di sicuro faranno imbottite ed insonorizzare le pareti e montare una fessura per il passaggio del cibo, stile cella di punizione. Gli antipasti vengono spazzolati a tempo di record, Gianluca si occupa di far “sparire” gli avanzi di tutti … si invoca la pasta a gran voce … arrivano delle tagliatelle ai porcini, da leccarsi i baffi, e se lo dico io che so principe … Mara ingaggia una lotta all’ultimo goccio con Luca, Mario e Claudio, io … arbitro … anche la carne è un successone, tenera, saporita, ben cotta, accompagnata da verdure e patate di contorno … una goduria per goderecci Alessandra accusa un dolore alla schiena, mi cimento nel massaggio, con buoni risultati, visto che comincia a gemere, tanto da far resuscitare Mario, ormai sotto l’evidente effetto dell’alcol … “daje Francè che je piace, smucina!!!” Alex si accascia sul tavolo dalle risate, la posizione si fa imbarazzante “t’è piaciuto, Francè?!?” … “abbastanza, Mariè, mo damme na sigarette, va” … il vence scoppia a ridere e quasi si strozza … Gianluca sta accucciato su una sedia e si dondola con lo sguardo perso nel vuoto, Robertone, che contava su di lui per guidare fino a casa comincia a preoccuparsi “ahoooooooooo, ma che devo tornà a casa co rain man?!? … tiè guarda come sta, si butti per tera na scatola de cerini te li conta al volo ma de guidà nun se ne parla!!!” … “nun la fate l’autostrada, che va a finì che droppate il casello!!!” … forse sta un po’ più su forrest gamp, ma farlo guidare è un azzardo, se lo becca la polizia i punti non glieli toglie dalla patente, glieli fa mettere in faccia!!! Arriva il momento del gelato … non era nel menu!!! … azz, non si può, il gelato ci vuole … crostata al cioccolato, profitterol bianco e panna cotta … “per me crostata con profitterol e contorno di panna cotta” … bono Gianlù, non ci facciamo riconoscere Si decide di prendere le ordinazioni per alzata di mano, se ne incarica Robertone … tra gente che alza due mani per volta, gente che le alza a tutte e tre le chiamate e gente che si dimentica di alzarla, si arriva alla decima fumata nera con un nulla di fatto. Vabbè, scansati regazzì, e lasciami lavorare, prendo carta e penna ed invito al silenzio pena lo sgombero dell’aula … “allora, chi vuole la crostata alzi la mano” … Mimmo … “che scelte ce so?!?” … “a MImmè, so venti volte che lo ripeto, so tre mica trecento, cazzo!!!” … “e vabbè, nun ho sentito, stavo a parlà de fre….” Niente da fare … la cameriera si fa coraggio e porta direttamente il carrello dei dolci così ognuno si prende quello che gli pare … detto, fatto … le ganasce triturano e si pensa al giro per la prossima settimana … “dajè, Robbè, posta la proposta lunedì, su” … “e vabbè, mica posso aprì un topic così a cavolo!!!” … e qui sbotto, trasecolo, inorridisco, mollo il castagnaccio, mi alzo e con le lacrime agli occhi “ciò, Robbè, famme capì, TU nun poi aprì UN topic a cavolo?!? Ho sentito bene?!? TU te fai er problema de aprì UN topic a cavolo?!? … oddio me sto a sentì male!!!” … il pubblico è in delirio, siamo all’apoteosi!!! Caffè, amari e super alcolici vari e siamo alle macchine, Claudio, visibilmente sbronzo ci mette un bel po ad accorgersi che gli hanno fregato la bici, ma non se ne preoccupa, ci salutiamo e ci avviamo verso casa Gli autisti designati siamo io in quanto sobrio, anche se rincoglionito, Salvatore in quanto rincoglionito ma sobrio, quindi in leggero vantaggio su Mara, Enrico per no contest sia di Alex che di Mario
Le curve scorrono sotto l’auto seguendo lo stesso raggio di curvatura dall’ingresso all’uscita, una sensazione nuova per Mimmo, che apprezza e si rilassa al suono delle canzoni più autolesioniste di Guccini … attraversiamo un paese, c’è un dosso, ovviamente non segnalato, ci arrivo sopra a velocità sostenuta ed eseguo un perfetto bunny hop … le bici, le ruote, le borse, gli zaini ed i caschi volano in aria riatterrando in ordine sparso, Mimmo bestemmia in sanscrito antico con sottotitoli in aramaico, ma a denti stretti … il tagliando agli ammortizzatori è stato fatto, dovrebbero essere scoppiati soltanto quelli di dietro Imbocchiamo l’autostrada e chiamiamo la metal car … sparandogli musica celtica a mazzetta … Mara insorge, punta nel vivo, ed è un bene, perché in qualunque altro punto del corpo avrebbe cominciato a zampillare alcol mettendo a rischio l’incolumità dei passeggeri … “ma che è sta roba, ahoooooooooo!!!” … “’mbe, dopo du ore de claudio lolli e guccini, semo passati al celtico, semo intellettuali de sinistra noi, stamo a fa er collettivo del forumme!!!” … Mara vacilla, chiede lumi ad ego, il quale si trascina nei meandri della sua memoria politico/musicale ma annaspa, brancolando nel vuoto … Mimmo attacca con un repertorio storico tratto da alto gradimento … la metalcar è nel panico … ma c’è da capirli so ragazzi!!! Mara tenta di uscire dall’impasse proponendo un torneo di biliardo … “il biliardo è roba da pariolini fighetti, famolo a bijardino … che a quel gioco ve spezzo!!!” … “a casa ce l’ho tutti e due” … “vabbè, allora famo un biathlon a squadre” … la conversazione si interrompe per il pagamento del pedaggio
Alla fine il garmino, segna 20,50 km per 637 mt di dislivello, compresa la risalita alla ricerca della traccia, che sul quel fondo ed in quelle condizioni sono tutt’altro che banali Grazie mille ragazzi, è sempre un piacere passare una giornata in vostra compagnia sia in bici che con le gambe sotto al tavolo Una particolare nota di merito a Claudio che ci ha fatto mangiare decisamente benissimo meglio di qualunque altro posto in cui sia stato durante le uscite in bici, a Mara per non essersi mai arresa alla fatica e ne ha fatta molta (daje che lo spirito è quello giusto e ci metterai poco ad allenarti quanto basta per smettere di faticare e divertirti soltanto ), e ad ego che ha fatto la sua rentrè divertendosi e facendo divertire, nonostante la fatica e la naturale cautela con cui si è mosso, essendo reduce da un infortunio
Qui principe, passo e chiudo ... alla prossima
Azz … Aleandro oggi non c’è ha trovato una maiala ... ehmmm ... la suina ed ha preferito rimanere a letto con lei … come dargli torto!!! Caricate le bici e fatta la prima colazione, nel senso che poi ce ne saranno altre, partiamo. Dopo aver pianificato tutto l’itinerario dalla sera precedente … pronti, via, ci dirigiamo verso l’Aurelia anziché verso la Pisana … vabbè, un classico, una specie di viatico per le splendide giornate che passiamo sui pedali
Strano ma vero, procediamo in perfetto orario sulla tabella di marcia quando squilla il cell. … è Danilo, che, come sempre, ci da il buon giorno in viaggio, loro sono quasi arrivati, noi siamo dietro “’ndo state Danì?!?” … “stamo a uscì a San Vittore” … “e allora ve sete sbajati, perché voi a San Vittore ce dovreste entrà!!!” … anche la Bannedcar ci è davanti, ma la calma è la virtù dei forti e la Mimmocar procede di conserva, anzi no, a gpl, il casellante guarda Mimmo in faccia e pretende un certificato di assenza di carichi pendenti per farlo uscire al casello di San Vittore Stiamo per raggiungere il luogo dell’appuntamento quando vedo un manipolo di goderecci non pedalatori assiepato davanti ad una pasticceria, la segnalazione parte perentoria “fermeteeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! So loroooooooooooooooooo!!!” Mimmo mi prende in parola ed inchioda in uscita di curva, poi, pensando di non essere visto a causa della leggera nebbiolina, ingrana la retromarcia ripercorre la curva a vita persa e parcheggia … roba la levargli immediatamente tutti i punti sulla patente per farglieli mettere sul setto nasale a capocciate!!! Ma tant’è siamo vivi e festeggiamo saccheggiando la pasticceria insieme a Mara, Alessandra, Salvatore, Enrico, Mario, Danilo ed Andrea. Arriviamo al luogo dell’appuntamento e salutiamo i Cassino boy’s, Claudio, Giovanni, Robertone e Gianluca ci aspettano all’inizio del giro … un cimitero, tanto per cambiare … “emme, me so scordato na cosa!!!” … “te sei scordato er cd a casa evvè?!?” … “naaaaaaaaaaaaaaa, me so proprio scordato de fattelo!!!” un uomo un mito un eroe!!!
Si parte, alle 10.00, come previsto da Claudio, non c’è niente da fa, partiremmo alle 10.00 anche se ci dessimo appuntamento alle 6.00, siamo incorreggibili … gli ultimi romantici o gli ultimi dei mohicani?!? Luca torna indietro a controllare di aver chiuso la macchina … “ma ‘ndo vaiiiiiiiiiiiii?!? Ma chi cazzo te la ruba la macchinaaaaaaaaaaaaaa … i ladri stanno tutti qui!!!” Si comincia su asfalto, poi imbocchiamo una rampa abbastanza ripida e, soprattutto, coperta da un fitto fogliame, peraltro bagnato, che rende praticamente impossibile capire il livello del terreno e la sua conformazione, rendendo complicato l’avanzamento, ma si va Arrivati in paese Mimmo non può fare a meno di fare la battuta che covava da due settimane “ma in questa Rocca c’è solo Morfina, o se po’ rimedià pure un po’ de coca?!?” … la morfina ce vorrebbe a noi per evitarci la sofferenza di una battuta scontatissima, ma forse sarebbe meglio l’eutanasia, visto che, nel caso specifico, l’autore soffre quanto gli astanti (NOTA PER DIEGO : astanti nel senso di presenti, non di portatori sani di … asta ). Dopo una bella rampa cementata, ci infiliamo in un budello (NOTA PER DIEGO : non è quello che pensi, e comunque, in certi casi, sarebbe come buttare un salame in corridoio, come dice Robertone, saggiamente ) una 127 ci sbarra la strada, un’autoctona vecchina seduta al volante, ci saluta come fossimo appena atterrati da Marte, ma non ci propone di diventare le divinità locali per via dell’abbigliamento di Claudio, presentatosi al giro con dei pantacollant da pedofilo gay Capisce di bloccare il passo al corteo, reso funebre dalla rampa ingrana la prima facendo strage del sincronizzatore … srannnnnnggggggg … e si infila a razzo dentro un cancello, passando tra due muretti … aspettiamo il caratteristico suono metallico di trascinamento su muratura, ma nulla s’ode … la vecchina ha imbroccato un angolo assolutamente impossibile e si compiace nel nostro sbigottimento come a dire “ahoooooooooooooooooooooo, ma pe chi cazzo m’avete presa!!! Io so solo anziana, i rincojoniti sete voi che all’età vostra annate in giro in mutande e collant!!!” Incassiamo ed andiamo avanti, prima di ributtarci su sterrato ci fermiamo a compattare il gruppo. L’occhio attento di Gianluca nota che Mara pedala praticamente sui cerchi, avendo le gomme gonfie ai minimi sindacali e si offre di risolvere la situazione, io, colto dalla sindrome del principe mi offro di aiutarlo a dare assistenza alla madamigella in difficoltà … “ce l’hai na pompa?!?” … “sì, emme, nello zainetto, ma si te vedo agguantà la roba da magnà te cionco le mano!!!” … apro con circospezione … “ma questa è pe l’ammortizzatori!!!” … “c’è pure quell’antra, quando esco me le porto sempre tutte e due le pompe, nel caso nun le dovessi trovà pe strada!!!” … la logica è stringente, non fa una piega … prendo la pompa, me la toglie di mano e la infila sulla valvola “mo pompa!!!” … vabbè, pompo, i colpi si susseguono potenti precisi e ritmati, un mirabile compendio di anni di teoria “Rocco Siffredi” e di pratica amanuense la gomma va su in un attimo … “je la damo na gonfiata pure a quella davanti?!?” … “sì, vabbè, è meglio” … attacca la pompa alla valvola della gomma anteriore … “mo pompa!!!” … “ahoooooooooooo, ma che sempre io?!?” … “stamo a lavorà insieme, no?!?” … “e sì, ma tu l’appoggi sempre e poi pompo solo io!!!” … “embè? ‘n sei contento, te lascio la parte più piacevole no?!?” … il principe che è in me mi impedisce di rispondere as usual, in presenza di una donzella Proseguiamo, quando quel rincojonito di Gianluca vede un triciclo incustodito, si avvicina, gli gira intorno, si guarda in giro … con un balzo lo fa suo, lo monta il mezzo lo asseconda, lo pedala con assoluta padronanza, il triciclo comincia a risentire, il rischio di rottura è alto ed il nostro eroe desiste a malincuore, convinto di aver finalmente trovato il tre ruote che fa per lui!!! Pietro ci catechizza “attenti, adesso c’è una discesa che non sembra niente di che, ma ci sono un sacco di foglie che coprono gradini, gradoni e pietre smosse, quindi occhio” … come se ci avesse detto … giù a mazzetta!!! … si scende a palla e, soprattutto, al buio, perché quello che le foglie fanno sembrare un tappeto da biliardo, è in realtà un discesone veloce e sconnesso non difficile, ma reso insidioso dal fatto che si procede alla cieca, saltando gradini che non sembrano esserci, rimbalzando su pietre che non si vedono ecc. che finisce con uno scarupo che si butta direttamente in strada … arghhhhhhhhhhhhhhh!!!
Dopo un breve tratto di bitume, riprendiamo a salire su sterrato, le pendenze sono discrete e le foglie umide su fondo reso pesante dalle piogge dei giorni precedenti le rendono impegnative, mi fischiano le orecchie, ho come l’impressione che Mara, da oggi, non mi ricorderà più nelle sue preghiere … anche Salvatore, dopo la forzata inattività, soffre, ma lo spirito è forte e la prende a ridere, Alessandra gorgoglia ed emette gemiti prolungati che fanno temere il peggio … un accoppiamento contro natura con un cinghiale autoctono?!? No, io e Pietro siamo avanti a fiutare la traccia, Claudio è dietro a chiudere il gruppo e subito dietro di lei spunta Enrico … fiùùùùù, falso allarme!!! Usciti dalla parte bassa del castagneto si continua a salire su pietraia che, incredibile ma vero, rappresenta un netto miglioramento rispetto alla salita su fogliame … scolliniamo, ricompattiamo il gruppo e ripartiamo. Io e Pietro davanti ad annusare la traccia Lorenzo, Gianluca ed altri a seguire … una bella discesa scarupata e veloce si apre davanti ai miei occhi, do un’occhiata al garmino, siamo in traccia, Pietro conferma ci buttiamo giù a mazzetta … una figata, Gianluca avanti, io dietro, poi Lorenzo … Pietro stavolta non ci casca e mi segue a distanza di sicurezza Arriviamo ad uno slargo, guardo Gianluca, lui guarda me … la sentenza è unanime, ci siamo già passati era la strada che abbiamo fatto in salita, eravamo in traccia ma su quella dell’andata, porca zozza!!! Controllo il garmino ed abbiamo la ferale conferma, la traccia è quasi 3 km più su!!! Si risale ed a metà della salita incontriamo il resto del gruppo che stava scendendo, gli diamo la notizia … decidiamo di fermarci per la foto di rito, dopo una decina di minuti di studio della luce, dei chiaro scuri, di bilanciamento del bianco ed anche di bilanciamento dei bianchi visto che l’equilibrio era instabile e non c’erano pedalatori di colore, a parte Claudio … beeppppppppp beeepppppppp … un’utilitaria scassata con una arzilla coppietta di laidi ultrasettantenni procede sul viottolo con l’evidente intenzione di appartarsi e consumare un gerontocratico rapporto sessuale. Scansiamo le bici per lasciare loro libero il passo, e la coppietta riparte spedita. Neanche il tempo di scattare le foto che la coppietta riscende … sveltina o fine dell’effetto viagra?!?
Vabbè, le ipotesi sono due, riscendere per la strada fatta all’andata e riguadagnare la quota persa con un bel salitone facendo una strada che Pietro conosce bene, con un congruo aggravio di dislivello, oppure affidarsi alle mie eccezionali doti di orienting, e provare a riprendere la traccia dal punto in cui l’avevamo abbandonata. Si propende per la ricerca della traccia, almeno fin tanto che Pietro esclama candidamente "emmedì dice di risalire che la traccia è di la" … lo scoramento è totale, chi si fa il segno della croce, chi si gratta i coglioni, chi prega … no, non è un’esagerazione, chiedete ad Aleandro!!! Si risale comunque, non per fiducia nei miei confronti, ma perché l’idea di aumentare riscendere e risalire aumentando il dislivello piace veramente a pochi. Riscolliniamo, siamo di nuovo in traccia, evvaiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Alessandra arriva stremata, Enrico la spinge a continuare, non nel senso che la sprona, nel senso che la traina, Robertone si preoccupa per il pranzo “trovamo uno che se la bacia e la fà ridiventà rospa, cosi' se la mettemo in tasca e finimo er giro pe pranzo senza che schiatta!!!” Il sentiero punta in salita, secondo la terza legge di Murphy tra un sentiero in discesa ed uno in salita quello giusto è sicuramente in salita … saliamo, il fondo è molto sconnesso e si fa fatica, Severino che mi marca dalla partenza, passa a condurre sicuro di non aver nulla da temere avendomi alle spalle in salita ma ad un tratto si impunta perde l’equilibrio e scende dalla bici … lo ha appena ritrovato che gli sono sopra, tento di schivarlo ma è troppo tardi incoccio sulla sua ruota posteriore, perdo l’equilibrio e gli frano addosso scaraventandolo in un frattone … mi rialzo, Severino mi guarda, non sa se ridere o piangere, alla fine decide di riderci sopra … “a Severì, ma che sei matto a pedalaje davanti?!?” … “ma stavamo in salita!!!” … “e uguale, nun te devi fidà … MAI!!!” Riprendiamo a salire, Severino, si mette a distanza di sicurezza … un paio di kilometri dietro … siamo sulla costa della montagna, praticamente in cima, il panorama si apre, dopo tanto sottobosco mi faccio rapire ed esclamo “guardate che bel panorama” … seguo il mio consiglio, lo guardo e non mi avvedo di una voragine che mi attendeva al varco da sei milioni di anni, da sei lunghissimi anni sognava quel momento, il momento in cui la mia ignara ruota anteriore ci sarebbe finita dentro facendomi perdere l’equilibrio scaraventandomi nell’abisso … “E' un volo a planareeeeeeeeeee, per esser ricordati qui per non saper volare ma come ricordarlo, ora! ... non sono una signoraaaaaaaaaaaaaaa …” … mi dii la mano Fantozzi … dov’è rag. Filini? non la vedo?!? … sono qui Fantozzi, proprio sopra di lei!!! … la sento Filini, proprio sui testicoli!!! … vengo riesumato alla presenza di un notaio e del presidente del tribunale competente per zona, la gamba sinistra, già provata dal precedente tuffo, sanguina copiosamente da tagli che ricordano quelli per cui tempo fa Aleandro “a Francè, ma che c’hai na tigre a casa?!?” … “na tigre? Ma che cazzo dici, Aleà?!?” … “ahoooo e sinnò sta zampata nun se spiega!!!” Arriva Severino, ringrazia Dio di aver messo quei tre kilometri abbondanti tra di noi e mi fa “tiè, Francè, buttece un po’ d’acqua” … “grazie, Severì, s’è già fermato, non sanguina più” … guarda la gamba, il sangue si è effettivamente fermato ”ahoooooooooooooo, ma tu non c’hai le piastrine, c’hai i mattoni nel sangue!!!”
Ripartiamo, affrontiamo le ultime rampe, l’ultimo tratto è ripido e viscido, si spinge, Gianluca ci prova, io dietro, slitta, sbanda, niente da fare … tento di evitarlo ma non c’è spazio e mi fermo anch’io … “mo dimme che è colpa mia, sa!!!” … “eccertooooooooo te sei fermato in mezzo alle palle!!!” … Natalino, invece, arriva lanciato da sotto, sale la prima rampa, la seconda, ci passa davanti all’interno, si fa anche la terza ed arriva su boccheggiando come una carpa, Robertone non gli da tregua … “a Natali', pija fiato, che è difficile trovà uno che te fà la respirazione bocca a bocca. Pure si te sei fatto la sorchetta sotto al labbro (la "mosca" con la barba), io la lingua nun te ce la metto” Gianluca non arriva, ha bucato!!! Danilo si è fermato a dargli una mano, mollo la bici e faccio per scendere a dargli una mano … “’ndo vai Francè, da soli c’hanno qualche possibilità di farcela, ma si scenni te …” vado lo stesso, la scena è straziante, la bici è in terra ruote all’aria, Gianluca tiene ferma quella anteriore mentre Danilo la sodomizza con un punteruolo innescato con un filamento gommoso cosparso di liquido bluastro La gomma, infatti, è tubeless latticizzata, ma da almeno un lustro, quindi il lattice è completamente secco. Al decimo tentativo il filamento rimane in loco ad otturare la falla, il mastice bluastro cementa il tutto, operazione riuscita, si rigonfia la ruota, tiene … grande Danilo!!! Gli si può chiedere di tutto durante un giro, tranne uno smaglia catene, non so perché ma diventa una furia Arriviamo finalmente alla fine della salita c’è un fuocherello acceso, Robertone ne approfitta per tentare di allargare l’ambito della sua clientela, con scarso successo … Luca decide che è tardi per andare a vedere il giardino della Regina, anche se la curiosità è tanta … se a farmville si trovano le vacche rosa, figurati quello che si può trovare li!!! Ci mettiamo i giubbini e cominciamo a scendere, la discesa è veloce e divertente, andiamo giù a mazzetta, i tratti fangosi mi convincono che le ardent sono una buona scelta all season all terrain, non fanno gridare al miracolo in nessuna condizione, ma se la cavano bene in tutte … centro in pieno una pozzanghera e ne esco praticamente coperto di fango … siamo di nuovo nel castagneto, la traccia prosegue il leggera discesa in mezzo ad un mare di foglie che impedisce qualsiasi possibilità di farsi un’idea su dove mettere le ruote, così Danilo ed il suo compagno di viaggio imputano arrivando quasi al cappottamento Arriviamo ad un bivio, si può continuare sulla stessa strada oppure prendere un canalone che scende per direttissima, il primo gruppo, manco a dillo, sceglie questo Pietro guida il resto del plotone sulla traccia. Il solito folto tappeto di foglie rende tecnica la discesa, poiché è praticamente impossibile valutare l’altezza di rocce e massi, la profondità delle buche e la tipologia del terreno … insomma si va a culo, con gradoni e rocce che affiorano solo parzialmente ed altri che neppure si vedono, ma si sentono, si rischia parecchio … in qualche punto scendo, non mi piace rischiare l’osso del collo al buio, voglio decidere io quando e come rompermelo!!! Arriviamo sulla strada, riguadagniamo il punto in cui sbuca la traccia e ci ricongiungiamo. Mancano un paio di kilometri, il Vence mi fa “butta dentro il 44 e tirami un po’ che voglio vedere se riesco a tenerti col 36” … vabbè, metto il 44x11 e parto a cannone, sputo sangue fino alle macchine, mi volto, nessuna traccia del Vence, arriva pian pianino insieme agli altri “no, non ci si fa col 36, ho lasciato perde” … ma vaffanculo Mariè, m’hai fatto spolmonà!!!
Ci cambiamo, salutiamo Danilo and friend che tornano prima per impegni presi, ed arriviamo al ristorante, ci segregano in una saletta tutta per noi pensando sarebbe stato sufficiente, ma la prossima volta di sicuro faranno imbottite ed insonorizzare le pareti e montare una fessura per il passaggio del cibo, stile cella di punizione. Gli antipasti vengono spazzolati a tempo di record, Gianluca si occupa di far “sparire” gli avanzi di tutti … si invoca la pasta a gran voce … arrivano delle tagliatelle ai porcini, da leccarsi i baffi, e se lo dico io che so principe … Mara ingaggia una lotta all’ultimo goccio con Luca, Mario e Claudio, io … arbitro … anche la carne è un successone, tenera, saporita, ben cotta, accompagnata da verdure e patate di contorno … una goduria per goderecci Alessandra accusa un dolore alla schiena, mi cimento nel massaggio, con buoni risultati, visto che comincia a gemere, tanto da far resuscitare Mario, ormai sotto l’evidente effetto dell’alcol … “daje Francè che je piace, smucina!!!” Alex si accascia sul tavolo dalle risate, la posizione si fa imbarazzante “t’è piaciuto, Francè?!?” … “abbastanza, Mariè, mo damme na sigarette, va” … il vence scoppia a ridere e quasi si strozza … Gianluca sta accucciato su una sedia e si dondola con lo sguardo perso nel vuoto, Robertone, che contava su di lui per guidare fino a casa comincia a preoccuparsi “ahoooooooooo, ma che devo tornà a casa co rain man?!? … tiè guarda come sta, si butti per tera na scatola de cerini te li conta al volo ma de guidà nun se ne parla!!!” … “nun la fate l’autostrada, che va a finì che droppate il casello!!!” … forse sta un po’ più su forrest gamp, ma farlo guidare è un azzardo, se lo becca la polizia i punti non glieli toglie dalla patente, glieli fa mettere in faccia!!! Arriva il momento del gelato … non era nel menu!!! … azz, non si può, il gelato ci vuole … crostata al cioccolato, profitterol bianco e panna cotta … “per me crostata con profitterol e contorno di panna cotta” … bono Gianlù, non ci facciamo riconoscere Si decide di prendere le ordinazioni per alzata di mano, se ne incarica Robertone … tra gente che alza due mani per volta, gente che le alza a tutte e tre le chiamate e gente che si dimentica di alzarla, si arriva alla decima fumata nera con un nulla di fatto. Vabbè, scansati regazzì, e lasciami lavorare, prendo carta e penna ed invito al silenzio pena lo sgombero dell’aula … “allora, chi vuole la crostata alzi la mano” … Mimmo … “che scelte ce so?!?” … “a MImmè, so venti volte che lo ripeto, so tre mica trecento, cazzo!!!” … “e vabbè, nun ho sentito, stavo a parlà de fre….” Niente da fare … la cameriera si fa coraggio e porta direttamente il carrello dei dolci così ognuno si prende quello che gli pare … detto, fatto … le ganasce triturano e si pensa al giro per la prossima settimana … “dajè, Robbè, posta la proposta lunedì, su” … “e vabbè, mica posso aprì un topic così a cavolo!!!” … e qui sbotto, trasecolo, inorridisco, mollo il castagnaccio, mi alzo e con le lacrime agli occhi “ciò, Robbè, famme capì, TU nun poi aprì UN topic a cavolo?!? Ho sentito bene?!? TU te fai er problema de aprì UN topic a cavolo?!? … oddio me sto a sentì male!!!” … il pubblico è in delirio, siamo all’apoteosi!!! Caffè, amari e super alcolici vari e siamo alle macchine, Claudio, visibilmente sbronzo ci mette un bel po ad accorgersi che gli hanno fregato la bici, ma non se ne preoccupa, ci salutiamo e ci avviamo verso casa Gli autisti designati siamo io in quanto sobrio, anche se rincoglionito, Salvatore in quanto rincoglionito ma sobrio, quindi in leggero vantaggio su Mara, Enrico per no contest sia di Alex che di Mario
Le curve scorrono sotto l’auto seguendo lo stesso raggio di curvatura dall’ingresso all’uscita, una sensazione nuova per Mimmo, che apprezza e si rilassa al suono delle canzoni più autolesioniste di Guccini … attraversiamo un paese, c’è un dosso, ovviamente non segnalato, ci arrivo sopra a velocità sostenuta ed eseguo un perfetto bunny hop … le bici, le ruote, le borse, gli zaini ed i caschi volano in aria riatterrando in ordine sparso, Mimmo bestemmia in sanscrito antico con sottotitoli in aramaico, ma a denti stretti … il tagliando agli ammortizzatori è stato fatto, dovrebbero essere scoppiati soltanto quelli di dietro Imbocchiamo l’autostrada e chiamiamo la metal car … sparandogli musica celtica a mazzetta … Mara insorge, punta nel vivo, ed è un bene, perché in qualunque altro punto del corpo avrebbe cominciato a zampillare alcol mettendo a rischio l’incolumità dei passeggeri … “ma che è sta roba, ahoooooooooo!!!” … “’mbe, dopo du ore de claudio lolli e guccini, semo passati al celtico, semo intellettuali de sinistra noi, stamo a fa er collettivo del forumme!!!” … Mara vacilla, chiede lumi ad ego, il quale si trascina nei meandri della sua memoria politico/musicale ma annaspa, brancolando nel vuoto … Mimmo attacca con un repertorio storico tratto da alto gradimento … la metalcar è nel panico … ma c’è da capirli so ragazzi!!! Mara tenta di uscire dall’impasse proponendo un torneo di biliardo … “il biliardo è roba da pariolini fighetti, famolo a bijardino … che a quel gioco ve spezzo!!!” … “a casa ce l’ho tutti e due” … “vabbè, allora famo un biathlon a squadre” … la conversazione si interrompe per il pagamento del pedaggio
Alla fine il garmino, segna 20,50 km per 637 mt di dislivello, compresa la risalita alla ricerca della traccia, che sul quel fondo ed in quelle condizioni sono tutt’altro che banali Grazie mille ragazzi, è sempre un piacere passare una giornata in vostra compagnia sia in bici che con le gambe sotto al tavolo Una particolare nota di merito a Claudio che ci ha fatto mangiare decisamente benissimo meglio di qualunque altro posto in cui sia stato durante le uscite in bici, a Mara per non essersi mai arresa alla fatica e ne ha fatta molta (daje che lo spirito è quello giusto e ci metterai poco ad allenarti quanto basta per smettere di faticare e divertirti soltanto ), e ad ego che ha fatto la sua rentrè divertendosi e facendo divertire, nonostante la fatica e la naturale cautela con cui si è mosso, essendo reduce da un infortunio
Qui principe, passo e chiudo ... alla prossima
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
DA STAZZANO ALLA PINETA DI MONTEFLAVIO 29.11.2009
“Francè passamo domattina alle 8.00 da te” … “magari venite ne decina de minuti prima che carichiamo e facciamo colazione” … si presentano tomi tomi cacchi cacchi alle 8.20 e siccome la miglior difesa è l’attacco Mimmo esordisce con un “tanto c’avemo mezz’ora de margine” e sì perché secondo lui l’appuntamento fissato alle 9.00 con partenza alle 9.30 poteva essere interpretato, secondo usi, costumi e giurisprudenza, come un appuntamento alle 9.30 Vabbè, il momento è grave, urge una decisione dolorosa ma improcrastinabile … si salta la colazione!!! Aleandro ci fa presente che per onorarci della sua presenza ha rinunciato a vedere la maGGica “beh, potemo sempre saltà il pranzo e annà a vedè le partite” … fulmino Mimmetto con uno sguardo di feroce raccapriccio e metto la pietra tombale su siffatta ipotesi “naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ….!!!!” Mara ci aspetta ad “una stazione di servizio con la scritta verde”, ripassiamo mentalmente tutte le compagnie che hanno del verde nell’insegna, ne tiriamo fuori alcune ma nessuna all’inizio della Nomentana, procediamo guardinghi, ecco il distributore con la scritta verde, una G, quella di GAS, ci guardiamo perplessi, non intenderà mica questa?!? E invece sì, avrà anche provato a fare il pieno, sicuramente Si parte alla volta di Stazzano, dove gli altri sono già cambiati e pronti a partire, ci sono anche quattro ragazzi che si sono uniti al giro … benvenuti ragazzi!!! Il medico controlla che le stigmate aperte nel “mercoledì sul monte gennaro” si siano richiuse e mi da il permesso di andare a riaprirle …
Facciamo colazione e partiamo, imboccando la via per la valle dell’inferno “a Robbèèèèèèèèè … ma ‘ndo vai?!? Mica famo le rampe, oggi!!!” … “tranquillo, lo stradone si prende anche da qui” … in effetti dopo poco arriviamo ad una strada in costruzione, Robertone e geppo si incastrano nella plastica col primo a fare della sana autocritica “ammazza che cojoni, ahoooooo!!!” … comincia la salita con pendenze di tutto rispetto e fondo decisamente accidentato, nel senso che salendo gli accidenti si sprecano!!! Mara parte alla Aleandro old style, a mazzetta … troppoooooooo forte, ma ci vuole tempo per imparare a dosare le energie Ritroviamo lo stradone le pendenze scendono e si sale di buon passo senza troppi affanni anche se questa prima parte di salita ci ha fatto guadagnare 316 mt in 3,5 km con una pendenza media dell’8,8%, non male In attesa di compattare il gruppo, si disquisisce sulla possibilità di salire in bici una specie di scarpata per poi scenderla a mazzetta, qualcuno si cimenta, Robertone sale a piedi e scende in controllo … sboroneeeeeeeeeeeeeee!!! … Si continua a salire sullo stradone, Mara accusa lo sforzo fatto in precedenza ma rifiuta il consiglio di Alex di farsi spingere da me “capirai, come minimo finisco giù nello scarupo!!!” e, nonostante le insistenze di tutti, decide di tornare indietro e salire a Monteflavio in auto. Mimmo ed Aleandro salgono dosando le energie, Alex sale facendo di tanto in tanto ricorso al turbo … geppo io mi metto a fare un po’ di ripetute in sali e scendi, Robertone ed i quattro dell’ave maria macinano alla grande In vista della “fermata dell’autobus” che segna l’arrivo a Monteflavio, decido di onorare il vupi e lancio lo sprint … non mi si inchiappetta nessuno e arrivo sbuffando col cardio che suona “una notte sul monte calvo” … il garmino dice che abbiamo guadagnato altri 202 mt in 2,5 km circa con una pendenza media superiore all’8% Dopo le foto di rito e lo sbranamento di un torrone GENTILMENTE offerto dalla ditta Alex&Kug (che l’ha portato sulle spalle), salutiamo i quattro amici che ci hanno fatto compagnia, entriamo dentro Monteflavio, salutiamo Robertone che c’ha una polentata che lo aspetta (ccisuiiii) e ci dirigiamo verso le dure rampe che portano alla strada che va alla pineta, vedo avvicinarsi il balcone dal quale la volta scorsa ho ricevuto l’incoraggiamento ad andare in fuga mi guardo intorno alla ricerca di un corpo contundente, piccolo ma di massa adeguata ad un lancio in movimento, la ricerca mi distrae e mi ritrovo al centro della carreggiata fortuna che un local su quattro ruote mi avvisa GENTILMENTE del pericolo con un ben augurante “ma ‘ndo cazzo stai annà?!?” … “a trovare quella santa donna di tua sorella”, penso, ma non ho il fiato di dirlo e tiro dritto, anzi storto, per rimettermi in carreggiata. La signora stavolta non si affaccia, quindi ripongo il sanpietrino e continuo a salire più gasato che mai col cardio a manetta ed un’attesa di vita in caduta libera l’asfalto finisce e comincia lo sterrato con un tappeto di foglie ed una pendenza che rendono faticoso l’avanzamento, soprattutto se uno è così cojone di aver deciso di andare a tutta … arrivo all’area attrezzata più morto che vivo, fortuna che questa settimana si comincia il fondo lento e i giretti si dovranno prendere con moltaaaaaaaaaaaaaaaa calma. Mi butto a sedere sulla mia roccia preferita, mi sparo una barretta, una lunga sorsata d’acqua ed essendo sudato come una bestia, mi metto il giacchino, sai com’è, a na certa!!! La pressione accumulata durante la salita trova una valvola di sfogo e fuoriesce fragorosamente provocando un innalzamento di 1,2 gradi centigradi della temperatura della crosta terrestre, la vetrificazione della mia roccia preferita, il fenomeno dell’acqua alta a Venezia ed un’onda anomala ad Aosta (sì lo so che ad Aosta non c’è il mare, se no non sarebbe un’onda anomala, no!!!)
Arriva Aleandro girando le gambe, come in certi casi, gli girano i coglioni … poi Mimmo di buon passo e poi geppo a rimorchio di Alex che, porella, è costretta a tirarselo dietro anche qui!!! Si riparte sui sali scendi sopra la pineta, poi, come d’accordo, ci dividiamo, geppo, Aleandro ed io scendiamo per il st incazzoso Mimmo ed Alex per quello dell’orco. Il ST non è quello che avevo fatto con Danilo, altrettanto tecnico, ma essendo tutto in discesa si riesce a prendere il ritmo anche se il tappeto di rocce fisse e smosse fa scalciare la mojo da tutte le parti e faccio fatica a fargli seguire l’unica linea possibile, visto che a sinistra il sentiero è coperto da un bel recinto di filo spinato ed a destra dalle rocce Geppo guida il gruppo, poi scendo io, dietro di me Aleandro … chissà come mai, mah!!! Arrivo su dei tornantini piuttosto stretti salto su una roccia smossa, perdo l’equilibrio e curvo appoggiando un piede a terra “ahoooooooooooooooooo, guarda che lo dico a Ske!!!” la voce della mia coscienza? Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, quel rompipalle di Aleandro che mi segue a distanza di sicurezza lo faccio passare avanti, lui abbocca, io dietro. Arriviamo ad un passaggio troppo complicato, stavolta riesco a fermarmi senza incaprettarlo, la velocità è bassa, decidiamo di farlo a piedi, meglio non rischiare troppo Abbiamo preso confidenza e riprendiamo a scendere velocemente, Aleandro, sente il rombo cupo delle pietre rotolanti … naaaaaaaaaaaaaaaa, non i rolling stones le rocce che travolgo nel mio incedere leggiadro ed armonioso cupo come il ricordo delle conseguenze patite ogni volta che gli sono sceso dietro … inchioda di colpo, si fa da un lato … “perché m’hai fatto annà avanti?!? Va va, va avanti te!!!” … finiamo il st nelle posizioni originarie divertendoci parecchio … peccato è già finito!!! Ci ricongiungiamo ad Alex, Mara e Mimmo a Monteflavio, gli mostro con malcelato orgoglio gli sgarri sulla gamba sinistra che mi sono procurato scendendo a contatto con i rovi ... Aleandro ed Enrico sono convinti che le mie gambe sanguinino a prescindere dal contatto con i rovi ma per il ricordo dei contatti precedenti, un pò come gli occhi della Madonna di Civitavecchia!!! ... ci dirigiamo verso il mitico Lorenzo. Non siamo ancora arrivati al cancello che Alex esclama “ammazza, pensavo fosse più dura sta rampa” … “te credo, nun ce semo ancora arrivati, sta dopo il cancello” … Alex scende, la rampa è li con il suo quasi 30% di pendenza, geppo passa, io ed Aleandro dietro a dribblare gli invitati di un matrimonio, ma ci siamo, il ristorante è nostro!!!
Enrico, Aleandro e Mimmo si dedicano alle faccende domestiche stendendo i panni davanti al fuoco, io vedo il bigliardino, Mara fa finta di nulla ma non ha scampo, la inchiodo alle sue spavalde dichiarazioni del prepartita, infila la moneta ma ci vuole qualche minuto prima che riesca ad avere ragione delle palline che rotolano pigramente davanti alla fessura consce del fatto che di li a poco sarebbero tornate a riposare Mara mette in gioco la prima … sbammmm … 1 a 0 … mette in gioco la seconda … sbammm … 2 a 0, comincia a sudare freddo, balbetta … la incalzo, nonostante si passi spudoratamente ogni pallina al momento di metterla in gioco. Bastano un paio di minuti per fissare il punteggio sul 5 a 0, Mara è annichilita ma trova la botta di culo ed insacca il gol della bandiera, visto che la settima pallina trova quasi subito la via della sua porta … punteggio tennistico 6 a 1 … Mara è pietrificata dal terrore come non gli capitava da quando, bambina, si era resa conto che il battesimo consisteva nell’essere cosparsa … D’ACQUA!!! Non infierisco, anche perché la fame e tanta. Iniziamo con il classico antipasto all’italiana, poi si passa ai primi, tutto sparecchiato a velocità supersonica nonostante la maGGica sia già sotto di un goal … Mimmo mette le mani avanti … “beh, il secondo non lo prendiamo no?!?” … la platea concorda, solo una voce di dissenso si alza “come no … ma un bel filetto?!?” l’anonimo dissidente viene accontentato a metà in considerazione dei suoi nobili natali e della gloria della sua cazzata … ehmmmm … casata … si ordinano tre arrosti misti. Mimmo si avventa su una salsiccia, il principe gli fa rispettosamente notare con grande classe e discrezione che gliene spetta soltanto metà … “molla la sarciccia che te cionco le mano!!!” … Mimmo cerca di uscirne con dignità “pensavo che i vassoi fossero simmetrici e che nell’altro ci fossero tre salsicce come in questo” … una puttanata colossale, ma facciamo finta di crederci e continuiamo a sbranare lo sbranabile Mara, finita la birra ed il vino si avventa anche sull’aranciata e, udite udite, anche sull’acqua … liscia per giunta!!! Uno spettacolo raccapricciante!!! Ma ne paga presto le conseguenze, l’acqua entra in circolo ed a contatto con l’alcol produce subito delle neurotossine “vabbè a me scoccia farvi perdere tempo anche se voi siete gentili e mi aspettate senza problemi” … che semo NOI?!? … GENTILIIIIIIII?!? Enrico ed Aleandro mi guardano e scoppiano a ridere, io, invece, sono serissimo, il tono è quello di rimprovero tipico dello stimato professionista “gentile a chi, ahooooooooooooooooooooo?!?” … “a Francè t’ha detto che sei gentile!!!” … vabbè, la ragazza è giovane, va scusata … Saltiamo il dolce, visto che la maGGica ha segnato il 2 a 1 con un goal e mezzo di Vucinic per la gioia di Aleandro, suo sfegatato sostenitore!!! Prendiamo il caffè e cerchiamo di racimolare i soldi per pagare il conto, mancano una decina di euro … una rapida verifica evidenzia il fatto che Enrico ha dato 10 euro di resto in più a Mimmo, e fin qui niente di strano, essendo due rincoglioniti di vecchio corso, la cosa allarmante è che a farglielo notare è Mara, dopo essersi bevuto il bevibile ed anche oltre!!!
Ci accingiamo a prepararci ma il bigliardino è ancora li e pretende il suo tributo di sangue, nonostante le abbondanti libagioni per qualcuno ed i fumi dell’alcol per altri, ci disponiamo nell’unica formazione possibile il principe gentile contro Mara in attacco ed Aleandro in porta L’incontro è segnato, sul 3 a 2 per il principe, una pallina si blocca tra le linee difensive di Aleandro, il principe la rimette in gioco con un colpetto di mano, Aleandro si incasina e si segna da solo. Sarebbe il 4 a 2 ma la squadra bluesmetallica pretende l’annullamento, il principe, gentilmente, acconsente, e sigla il definitivo 4 a 2 … la classe non è acqua!!! Si continua a giocare, Mara litiga di nuovo con la manopola ma un “colpetto” del principe bene assestato risolve il problema e le palline franano giù. Si arriva velocemente al 4 a 2, dopo di che, il principe concede gentilmente il 4 a 3 L’ora è tarda, l’oscurità incombe, ma si decide di farne un’altra, sul 3 a 2 per il principe, Mimmo, colto da un raptus ludico-sportivo si getta sulle stecche e comincia a mulinare adminchiam il principe percepisce l’oscuro presagio ma fa buon viso a cattivo gioco e, soprattutto, a pessimo giocatore cercando di salvare il salvabile, ma la lotta è impari … 3 contro 1 e come Cesare, visto Bruto tra i congiurati, si copre con la tunica e va incontro al suo destino … 3 a 4!!! Mara, che fino a quel momento era sembrata un bradipo di 92 in analisi comincia a saltellare come un indemoniata, al quarto “cinque” con Aleandro, va liscia e rischia di fratturargli il setto nasale il principe tenta di sodomizzare admimmo … è un delirio!!!
Ma è quasi buio e dobbiamo andare, ci vestiamo di corsa, salutiamo mara e ci buttiamo in … salita, e sì, perché il primo tratto di strada, usciti da Monteflavio, è in salita, minchia!!! Ma siamo caldi e la superiamo di slancio, arrivati al bivio, io ed Aleandro ci fermiamo per compattare il gruppo, Mimmo arriva “daje su, annamo!!!” … “ma noooooooo, al bivio ci si ferma!!!” … “daje, cammina, che nun te l’abbasso il voto in conduzione de gruppo” … non mi fido, è sicuramente un trucco, e rimango fermo fino all’arrivo di Enrico ed Alex Iniziamo la discesa per la valle dell’inferno quando ormai si vede ben poco, si va a cannone senza capire dove si mettono le ruote, senza capire se l’aderenza consenta certe traiettorie o no, insomma si rischia parecchio Arriviamo ad un bivio, ma non aspettiamo, stavolta, la strada la sanno sia Mimmo che Enrico, quindi riprendiamo la discesa, dritti per dritti, visto che le buche lo smosso ed i gradini si vedono solo quando ci si è ormai dentro, le bici saltano da tutte le parti perché gli ostacoli non sono gran cosa ma presi a ben oltre i cinquanta all’ora diventano rilevanti, tanto che a fine discesa l’ammortizzatore della mojo segna il fondo corsa!!! Arrivo lungo su un paio di curve a causa delle pozzanghere formatesi nei giorni precedenti, ma riesco a tenere la bici recuperando la traiettoria senza danni
Arrivati alle macchine cominciamo a cambiarci, arrivano Enrico ed Alex, di Mimmo nessuna traccia Proviamo a chiamarlo ma la linea va e viene e non si riesce a parlargli, stiamo per allertare la protezione admimmi quando eccolo spuntare dallo stradone di fronte al bar di Stazzano, caracolla tranquillo. Ha cannato il bivio ed è dovuto tornare indietro!!! Prova a sostenere che avremmo dovuto fermarci e mi propone per il 4 in conduzione del gruppo, ma la proposta viene bocciata, carichiamo le macchine e partiamo Ma ormai si sono fatte le cinque e mezza e le papille gustative del principe gentile reclamano il the con i pasticcini … ci fermiamo alla mega pasticceria di Fonte Nuova che ci ha fatto conoscere Danilo, lo chiamiamo per informarci sul giro che ha fatto con koffo e ci andiamo a fare un the per tre … ahhhhh, che goduria!!! La pasticceria è piena di ogni ben di Dio e tutta roba di altissimo livello, le mie papille sbavano, un paio di mont blanc formato famiglia mi tentano ma mi faccio legare ad una colonna con la cera nelle orecchie ed un recipiente legato al collo per la raccolta della bavetta … sì, insomma, tipo quello che si adopera per la raccolta del caucciù Aleandro si lancia in un ardito parallelo tra il fondo schiena della barista ed una pesca, lei non gradisce e lo scruta con malanimo, evitando accuratamente di dargli le spalle!!! Risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa.
Beh, anche questa volta siamo riusciti a portare la pelle a casa ed anche quasi tutto il sangue … grazie ragazzi, mi sono divertito come sempre, soprattutto sul st nuovo … la prossima volta si va in cresta!!!
“Francè passamo domattina alle 8.00 da te” … “magari venite ne decina de minuti prima che carichiamo e facciamo colazione” … si presentano tomi tomi cacchi cacchi alle 8.20 e siccome la miglior difesa è l’attacco Mimmo esordisce con un “tanto c’avemo mezz’ora de margine” e sì perché secondo lui l’appuntamento fissato alle 9.00 con partenza alle 9.30 poteva essere interpretato, secondo usi, costumi e giurisprudenza, come un appuntamento alle 9.30 Vabbè, il momento è grave, urge una decisione dolorosa ma improcrastinabile … si salta la colazione!!! Aleandro ci fa presente che per onorarci della sua presenza ha rinunciato a vedere la maGGica “beh, potemo sempre saltà il pranzo e annà a vedè le partite” … fulmino Mimmetto con uno sguardo di feroce raccapriccio e metto la pietra tombale su siffatta ipotesi “naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ….!!!!” Mara ci aspetta ad “una stazione di servizio con la scritta verde”, ripassiamo mentalmente tutte le compagnie che hanno del verde nell’insegna, ne tiriamo fuori alcune ma nessuna all’inizio della Nomentana, procediamo guardinghi, ecco il distributore con la scritta verde, una G, quella di GAS, ci guardiamo perplessi, non intenderà mica questa?!? E invece sì, avrà anche provato a fare il pieno, sicuramente Si parte alla volta di Stazzano, dove gli altri sono già cambiati e pronti a partire, ci sono anche quattro ragazzi che si sono uniti al giro … benvenuti ragazzi!!! Il medico controlla che le stigmate aperte nel “mercoledì sul monte gennaro” si siano richiuse e mi da il permesso di andare a riaprirle …
Facciamo colazione e partiamo, imboccando la via per la valle dell’inferno “a Robbèèèèèèèèè … ma ‘ndo vai?!? Mica famo le rampe, oggi!!!” … “tranquillo, lo stradone si prende anche da qui” … in effetti dopo poco arriviamo ad una strada in costruzione, Robertone e geppo si incastrano nella plastica col primo a fare della sana autocritica “ammazza che cojoni, ahoooooo!!!” … comincia la salita con pendenze di tutto rispetto e fondo decisamente accidentato, nel senso che salendo gli accidenti si sprecano!!! Mara parte alla Aleandro old style, a mazzetta … troppoooooooo forte, ma ci vuole tempo per imparare a dosare le energie Ritroviamo lo stradone le pendenze scendono e si sale di buon passo senza troppi affanni anche se questa prima parte di salita ci ha fatto guadagnare 316 mt in 3,5 km con una pendenza media dell’8,8%, non male In attesa di compattare il gruppo, si disquisisce sulla possibilità di salire in bici una specie di scarpata per poi scenderla a mazzetta, qualcuno si cimenta, Robertone sale a piedi e scende in controllo … sboroneeeeeeeeeeeeeee!!! … Si continua a salire sullo stradone, Mara accusa lo sforzo fatto in precedenza ma rifiuta il consiglio di Alex di farsi spingere da me “capirai, come minimo finisco giù nello scarupo!!!” e, nonostante le insistenze di tutti, decide di tornare indietro e salire a Monteflavio in auto. Mimmo ed Aleandro salgono dosando le energie, Alex sale facendo di tanto in tanto ricorso al turbo … geppo io mi metto a fare un po’ di ripetute in sali e scendi, Robertone ed i quattro dell’ave maria macinano alla grande In vista della “fermata dell’autobus” che segna l’arrivo a Monteflavio, decido di onorare il vupi e lancio lo sprint … non mi si inchiappetta nessuno e arrivo sbuffando col cardio che suona “una notte sul monte calvo” … il garmino dice che abbiamo guadagnato altri 202 mt in 2,5 km circa con una pendenza media superiore all’8% Dopo le foto di rito e lo sbranamento di un torrone GENTILMENTE offerto dalla ditta Alex&Kug (che l’ha portato sulle spalle), salutiamo i quattro amici che ci hanno fatto compagnia, entriamo dentro Monteflavio, salutiamo Robertone che c’ha una polentata che lo aspetta (ccisuiiii) e ci dirigiamo verso le dure rampe che portano alla strada che va alla pineta, vedo avvicinarsi il balcone dal quale la volta scorsa ho ricevuto l’incoraggiamento ad andare in fuga mi guardo intorno alla ricerca di un corpo contundente, piccolo ma di massa adeguata ad un lancio in movimento, la ricerca mi distrae e mi ritrovo al centro della carreggiata fortuna che un local su quattro ruote mi avvisa GENTILMENTE del pericolo con un ben augurante “ma ‘ndo cazzo stai annà?!?” … “a trovare quella santa donna di tua sorella”, penso, ma non ho il fiato di dirlo e tiro dritto, anzi storto, per rimettermi in carreggiata. La signora stavolta non si affaccia, quindi ripongo il sanpietrino e continuo a salire più gasato che mai col cardio a manetta ed un’attesa di vita in caduta libera l’asfalto finisce e comincia lo sterrato con un tappeto di foglie ed una pendenza che rendono faticoso l’avanzamento, soprattutto se uno è così cojone di aver deciso di andare a tutta … arrivo all’area attrezzata più morto che vivo, fortuna che questa settimana si comincia il fondo lento e i giretti si dovranno prendere con moltaaaaaaaaaaaaaaaa calma. Mi butto a sedere sulla mia roccia preferita, mi sparo una barretta, una lunga sorsata d’acqua ed essendo sudato come una bestia, mi metto il giacchino, sai com’è, a na certa!!! La pressione accumulata durante la salita trova una valvola di sfogo e fuoriesce fragorosamente provocando un innalzamento di 1,2 gradi centigradi della temperatura della crosta terrestre, la vetrificazione della mia roccia preferita, il fenomeno dell’acqua alta a Venezia ed un’onda anomala ad Aosta (sì lo so che ad Aosta non c’è il mare, se no non sarebbe un’onda anomala, no!!!)
Arriva Aleandro girando le gambe, come in certi casi, gli girano i coglioni … poi Mimmo di buon passo e poi geppo a rimorchio di Alex che, porella, è costretta a tirarselo dietro anche qui!!! Si riparte sui sali scendi sopra la pineta, poi, come d’accordo, ci dividiamo, geppo, Aleandro ed io scendiamo per il st incazzoso Mimmo ed Alex per quello dell’orco. Il ST non è quello che avevo fatto con Danilo, altrettanto tecnico, ma essendo tutto in discesa si riesce a prendere il ritmo anche se il tappeto di rocce fisse e smosse fa scalciare la mojo da tutte le parti e faccio fatica a fargli seguire l’unica linea possibile, visto che a sinistra il sentiero è coperto da un bel recinto di filo spinato ed a destra dalle rocce Geppo guida il gruppo, poi scendo io, dietro di me Aleandro … chissà come mai, mah!!! Arrivo su dei tornantini piuttosto stretti salto su una roccia smossa, perdo l’equilibrio e curvo appoggiando un piede a terra “ahoooooooooooooooooo, guarda che lo dico a Ske!!!” la voce della mia coscienza? Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, quel rompipalle di Aleandro che mi segue a distanza di sicurezza lo faccio passare avanti, lui abbocca, io dietro. Arriviamo ad un passaggio troppo complicato, stavolta riesco a fermarmi senza incaprettarlo, la velocità è bassa, decidiamo di farlo a piedi, meglio non rischiare troppo Abbiamo preso confidenza e riprendiamo a scendere velocemente, Aleandro, sente il rombo cupo delle pietre rotolanti … naaaaaaaaaaaaaaaa, non i rolling stones le rocce che travolgo nel mio incedere leggiadro ed armonioso cupo come il ricordo delle conseguenze patite ogni volta che gli sono sceso dietro … inchioda di colpo, si fa da un lato … “perché m’hai fatto annà avanti?!? Va va, va avanti te!!!” … finiamo il st nelle posizioni originarie divertendoci parecchio … peccato è già finito!!! Ci ricongiungiamo ad Alex, Mara e Mimmo a Monteflavio, gli mostro con malcelato orgoglio gli sgarri sulla gamba sinistra che mi sono procurato scendendo a contatto con i rovi ... Aleandro ed Enrico sono convinti che le mie gambe sanguinino a prescindere dal contatto con i rovi ma per il ricordo dei contatti precedenti, un pò come gli occhi della Madonna di Civitavecchia!!! ... ci dirigiamo verso il mitico Lorenzo. Non siamo ancora arrivati al cancello che Alex esclama “ammazza, pensavo fosse più dura sta rampa” … “te credo, nun ce semo ancora arrivati, sta dopo il cancello” … Alex scende, la rampa è li con il suo quasi 30% di pendenza, geppo passa, io ed Aleandro dietro a dribblare gli invitati di un matrimonio, ma ci siamo, il ristorante è nostro!!!
Enrico, Aleandro e Mimmo si dedicano alle faccende domestiche stendendo i panni davanti al fuoco, io vedo il bigliardino, Mara fa finta di nulla ma non ha scampo, la inchiodo alle sue spavalde dichiarazioni del prepartita, infila la moneta ma ci vuole qualche minuto prima che riesca ad avere ragione delle palline che rotolano pigramente davanti alla fessura consce del fatto che di li a poco sarebbero tornate a riposare Mara mette in gioco la prima … sbammmm … 1 a 0 … mette in gioco la seconda … sbammm … 2 a 0, comincia a sudare freddo, balbetta … la incalzo, nonostante si passi spudoratamente ogni pallina al momento di metterla in gioco. Bastano un paio di minuti per fissare il punteggio sul 5 a 0, Mara è annichilita ma trova la botta di culo ed insacca il gol della bandiera, visto che la settima pallina trova quasi subito la via della sua porta … punteggio tennistico 6 a 1 … Mara è pietrificata dal terrore come non gli capitava da quando, bambina, si era resa conto che il battesimo consisteva nell’essere cosparsa … D’ACQUA!!! Non infierisco, anche perché la fame e tanta. Iniziamo con il classico antipasto all’italiana, poi si passa ai primi, tutto sparecchiato a velocità supersonica nonostante la maGGica sia già sotto di un goal … Mimmo mette le mani avanti … “beh, il secondo non lo prendiamo no?!?” … la platea concorda, solo una voce di dissenso si alza “come no … ma un bel filetto?!?” l’anonimo dissidente viene accontentato a metà in considerazione dei suoi nobili natali e della gloria della sua cazzata … ehmmmm … casata … si ordinano tre arrosti misti. Mimmo si avventa su una salsiccia, il principe gli fa rispettosamente notare con grande classe e discrezione che gliene spetta soltanto metà … “molla la sarciccia che te cionco le mano!!!” … Mimmo cerca di uscirne con dignità “pensavo che i vassoi fossero simmetrici e che nell’altro ci fossero tre salsicce come in questo” … una puttanata colossale, ma facciamo finta di crederci e continuiamo a sbranare lo sbranabile Mara, finita la birra ed il vino si avventa anche sull’aranciata e, udite udite, anche sull’acqua … liscia per giunta!!! Uno spettacolo raccapricciante!!! Ma ne paga presto le conseguenze, l’acqua entra in circolo ed a contatto con l’alcol produce subito delle neurotossine “vabbè a me scoccia farvi perdere tempo anche se voi siete gentili e mi aspettate senza problemi” … che semo NOI?!? … GENTILIIIIIIII?!? Enrico ed Aleandro mi guardano e scoppiano a ridere, io, invece, sono serissimo, il tono è quello di rimprovero tipico dello stimato professionista “gentile a chi, ahooooooooooooooooooooo?!?” … “a Francè t’ha detto che sei gentile!!!” … vabbè, la ragazza è giovane, va scusata … Saltiamo il dolce, visto che la maGGica ha segnato il 2 a 1 con un goal e mezzo di Vucinic per la gioia di Aleandro, suo sfegatato sostenitore!!! Prendiamo il caffè e cerchiamo di racimolare i soldi per pagare il conto, mancano una decina di euro … una rapida verifica evidenzia il fatto che Enrico ha dato 10 euro di resto in più a Mimmo, e fin qui niente di strano, essendo due rincoglioniti di vecchio corso, la cosa allarmante è che a farglielo notare è Mara, dopo essersi bevuto il bevibile ed anche oltre!!!
Ci accingiamo a prepararci ma il bigliardino è ancora li e pretende il suo tributo di sangue, nonostante le abbondanti libagioni per qualcuno ed i fumi dell’alcol per altri, ci disponiamo nell’unica formazione possibile il principe gentile contro Mara in attacco ed Aleandro in porta L’incontro è segnato, sul 3 a 2 per il principe, una pallina si blocca tra le linee difensive di Aleandro, il principe la rimette in gioco con un colpetto di mano, Aleandro si incasina e si segna da solo. Sarebbe il 4 a 2 ma la squadra bluesmetallica pretende l’annullamento, il principe, gentilmente, acconsente, e sigla il definitivo 4 a 2 … la classe non è acqua!!! Si continua a giocare, Mara litiga di nuovo con la manopola ma un “colpetto” del principe bene assestato risolve il problema e le palline franano giù. Si arriva velocemente al 4 a 2, dopo di che, il principe concede gentilmente il 4 a 3 L’ora è tarda, l’oscurità incombe, ma si decide di farne un’altra, sul 3 a 2 per il principe, Mimmo, colto da un raptus ludico-sportivo si getta sulle stecche e comincia a mulinare adminchiam il principe percepisce l’oscuro presagio ma fa buon viso a cattivo gioco e, soprattutto, a pessimo giocatore cercando di salvare il salvabile, ma la lotta è impari … 3 contro 1 e come Cesare, visto Bruto tra i congiurati, si copre con la tunica e va incontro al suo destino … 3 a 4!!! Mara, che fino a quel momento era sembrata un bradipo di 92 in analisi comincia a saltellare come un indemoniata, al quarto “cinque” con Aleandro, va liscia e rischia di fratturargli il setto nasale il principe tenta di sodomizzare admimmo … è un delirio!!!
Ma è quasi buio e dobbiamo andare, ci vestiamo di corsa, salutiamo mara e ci buttiamo in … salita, e sì, perché il primo tratto di strada, usciti da Monteflavio, è in salita, minchia!!! Ma siamo caldi e la superiamo di slancio, arrivati al bivio, io ed Aleandro ci fermiamo per compattare il gruppo, Mimmo arriva “daje su, annamo!!!” … “ma noooooooo, al bivio ci si ferma!!!” … “daje, cammina, che nun te l’abbasso il voto in conduzione de gruppo” … non mi fido, è sicuramente un trucco, e rimango fermo fino all’arrivo di Enrico ed Alex Iniziamo la discesa per la valle dell’inferno quando ormai si vede ben poco, si va a cannone senza capire dove si mettono le ruote, senza capire se l’aderenza consenta certe traiettorie o no, insomma si rischia parecchio Arriviamo ad un bivio, ma non aspettiamo, stavolta, la strada la sanno sia Mimmo che Enrico, quindi riprendiamo la discesa, dritti per dritti, visto che le buche lo smosso ed i gradini si vedono solo quando ci si è ormai dentro, le bici saltano da tutte le parti perché gli ostacoli non sono gran cosa ma presi a ben oltre i cinquanta all’ora diventano rilevanti, tanto che a fine discesa l’ammortizzatore della mojo segna il fondo corsa!!! Arrivo lungo su un paio di curve a causa delle pozzanghere formatesi nei giorni precedenti, ma riesco a tenere la bici recuperando la traiettoria senza danni
Arrivati alle macchine cominciamo a cambiarci, arrivano Enrico ed Alex, di Mimmo nessuna traccia Proviamo a chiamarlo ma la linea va e viene e non si riesce a parlargli, stiamo per allertare la protezione admimmi quando eccolo spuntare dallo stradone di fronte al bar di Stazzano, caracolla tranquillo. Ha cannato il bivio ed è dovuto tornare indietro!!! Prova a sostenere che avremmo dovuto fermarci e mi propone per il 4 in conduzione del gruppo, ma la proposta viene bocciata, carichiamo le macchine e partiamo Ma ormai si sono fatte le cinque e mezza e le papille gustative del principe gentile reclamano il the con i pasticcini … ci fermiamo alla mega pasticceria di Fonte Nuova che ci ha fatto conoscere Danilo, lo chiamiamo per informarci sul giro che ha fatto con koffo e ci andiamo a fare un the per tre … ahhhhh, che goduria!!! La pasticceria è piena di ogni ben di Dio e tutta roba di altissimo livello, le mie papille sbavano, un paio di mont blanc formato famiglia mi tentano ma mi faccio legare ad una colonna con la cera nelle orecchie ed un recipiente legato al collo per la raccolta della bavetta … sì, insomma, tipo quello che si adopera per la raccolta del caucciù Aleandro si lancia in un ardito parallelo tra il fondo schiena della barista ed una pesca, lei non gradisce e lo scruta con malanimo, evitando accuratamente di dargli le spalle!!! Risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa.
Beh, anche questa volta siamo riusciti a portare la pelle a casa ed anche quasi tutto il sangue … grazie ragazzi, mi sono divertito come sempre, soprattutto sul st nuovo … la prossima volta si va in cresta!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
Beh, non ci crederete ma con l’appuntamento fissato alle ore 7.30 da Mimmetto, alle 7.25 eravamo già in viaggio … incrediBBile amisciiiiiiiiiiiiii!!! Addirittura in anticipo di dieci minuti all’appuntamento con Danilo al casello della A24 ed in perfetto orario di fronte alla chiesa in piazza a Subiaco … giusto il tempo di disegnare qualche Madonna sul marciapiede e tirare su i soldi per la colazione Enrico, invece tira qualche Madonna per averci parcheggiato sul marciapiede, praticamente sopra una fioriera La temperatura è frizzante, meno di un grado, ci infiliamo in un bar … azz, gagliardetti della Lazio, bottiglie di spumante della Lazio, foto ricordo con noti laziali, foto autografate da laziali … minchia siamo capitati in un covo biancoceleste!!! Vabbè, facciamo buon viso (bello manco a Natale lo possiamo fa ) a cattivo gioco e proviamo ad ingollare gli intrugli che la signora dietro al bancone ci spaccia per caffè e caffèlatte le paste, in compenso, sono buone. Usciamo ed il venticello gelido ci secca le recchie “ma nun ce dovevano esse 8 gradi, Francè?!?” … “e ce saranno, si sommi quelli de adesso a quelli che ce saranno fino a fine giro con rilevamenti ogni ora” In pochi minuti siamo al parcheggio davanti ai ruderi della Villa di Nerone (tengo a precisare che quando sono arrivato era già così!!!) cominciamo a prepararci … a torso nudo, i maschietti presenti rabbrividiscono, le femminucce vomitano, i bambini fuggono via urlando di raccapriccio!!!
Ci imbacucchiamo per bene e, dopo la foto di rito, partiamo prima su bitume e poi su sterrato lungo l’aniene, con un simpatico alternarsi di rampette e discesette in cui ancora risuonano le imprecazioni di Aleandro che se le fece con la commencal La temperatura si è scaldata, decidiamo di fermarci per toglierci uno strato e cambiare l’acqua alle olive … “ahooooooo, ce so pure i segni bianco e rossi!!!” … “a Francè ma co chi trombi?!? Guarda che nun è mica normale!!!” … “sul tronco, intendo!!!” … “ehhhhh, appunto” … “quello dell’alberoooooooooooooooooooooo, maniaci depravati!!!” Dopo una breve sosta, con foto, all’area attrezzata per il pic nic, si comincia a salire su bitume per arrivare a Jenne in poco più di 5 km si guadagnano 280 mt di dislivello con una pendenza media del 5,3%. La salita è dolce, l’ideale per quelli che, facendo fondo lento, non possono superare i 146 bpm, nel caso ve ne fossero di sciroccati del genere, eh!!! Saliamo, il cardio avanti a dettare l’andatura io e Danilo dietro, Mimmetto a spingere Enrico in assenza di Alex Arriviamo in paese, cerchiamo di individuare la strada da prendere per salire e mentre io e Danilo discutiamo tra cartaceo, mappe e gps, due ragazzotti ci si avvicinano “ma dove dovete andare?” … “al cimitero” … annuiscono con l’aria di chi è convinto che, prima, una decina di anni di manicomio ci farebbero un gran bene … “la strada è di la, ma è ripidissima, potete passare di qui che è più lunga ma molto più dolce” … le indicazioni non lasciano adito a dubbi “I primi metri fino al cimitero sono piuttosto ripidi” … “no, grazie, ci piace soffrire, andiamo su di qui” … “e beh, certo, pe arrivà al cimitero bisogna soffrì” Arriva Mimmo, seguito a ruota da Enrico che sale di 44 facendo potenziamento e ci inerpichiamo su una rampa al 17% che sembra studiata apposta per far crescere la “clientela” il cardio si incazza, ho sforato di una decina di pulsazioni, il metabolismo comincia ad avere il dubbio che sia meglio bruciare zuccheri anziché grassi, ma la rampa finisce prima che possa prendere una decisione … Principe 1 Metabolismo … nienteeeeeeeeeeee!!!
Riprendiamo la descrizione … “si affronta poi un tratto pianeggiante per riprendere a salire con un paio di tornanti”, ci guardiamo intorno alla ricerca del tratto pianeggiante, non ve n’è traccia, a meno che non si voglia considerare tratto pianeggiante il piazzale davanti al cimitero!!! Il paio di tornanti, invece, si vedono bene, solo che non sono proprio un paio, visto che per arrivare a scollinare ci sono da fare oltre 8 km di salita con circa 500 mt di dislivello!!! Il panorama è bellissimo, i boschi che attraversiamo anche il traffico praticamente inesistente … una voce rompe il silenzio “Danilooooooooooooooooooooo!!!” … “ahooooooooooooooooooooooooooo, a Francè, mica me dirai che stai a tirà a 136 battiti, eh?!?” … “none, Danì, a 136 bpm ce devo fa il fondo lento, durante l’uscita posso arrivà fino a 146 e a 146 sto” Squilla insistentemente il cell la suoneria è quella “famigliari” e siccome il pargolo è solo a casa mi fermo a rispondere “Papiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii … è saltata la corrente e l’ho riattaccata, adesso esco cogli amici, poi vado a pranzo con nonno, poi riesco” … “ah, guarda un po’ l’agenda se stasera stai a cena a casa, va!!!”
Ci fermiamo a metà salita e Danilo approfitta per centrare le pinze dei freni, forte del mio sostegno tecnico … sì, insomma, gli tenevo la bici Visti gli ottimi risultati conseguiti, decidiamo di sistemare anche i cavi del freno posteriore e del cambio che sporgono un po’ troppo e rischiano di incastrarsi da qualche parte … ottima decisione, visto che la discesa che affronteremo sarà tra fogliame alto, rami, pietre smosse e rocce Danilo è concitato, si guarda intorno, ha tirato fuori un minitool della Park Tool e l’ultima cosa che vorrebbe vedere è la sagoma di Mimmetto pronto ad offrirgli una mano … avendo l’altra impegnata nell’acquisizione del multitool al suo patrimonio personale!!!
Arriviamo al bivio in cui si prende lo sterrato, Enrico, provato dai tredici kilometri di bitume, comincia a pensare che abbia proposto il giro con l’unico scopo di allenare il mio cardio ed a nulla valgono le mie assicurazioni che quello è un aspetto che non avevo assolutamente considerato … “a Francè cciuta e de li malati de cardio come te!!!” … “a Enrì, ma devo da brucià i grassi, io!!!” … “embè?!? E ce devi rompe li cojoni co tutto sto bitume?!?, pure Mimmo li brucia i grassi … in padella e poi se li magna!!!” anche Danilo ha la sua ricetta “je devi da de ananas, quella sì che brucia i grassi” … “ahoooooooooooooooooo, pe brucià li mia ce ne vole na piantagione, me tocca assume l’omo del monte!!!” Vabbè, dopo questa raffica de cazzate dovuta alla carenza di ossigeno, ci rivestiamo e ci buttiamo in oltre 5 km molto belli con pratoni alternati a sali scendi fino alla fine del sentiero. Enrico ha bucato e ci fermiamo a sostituire la camera, nell’attesa vado ad ispezionare la discesa, quella che, da descrizione si deve fare a piedi … mmmhhh, non sembra così terribile abbassiamo le selle e partiamo … subito in drifting perché il gran numero di foglie bagnate ci fa affondare tra rami e pietre, rendendo impossibile vedere dove mettere le ruote, andiamo giù ad occhio, ma più a culo che ad occhio Passati i primi metri lasciamo l’impluvio e ci buttiamo su un single trek in costa molto divertente, vero Mimmè?!? Tra il rumore di rami spezzati e di pietre che rotolano a valle si ode ci accompgna un tappeto sonoro di rara intensità, è Mimmo che bestemmiate tutte le religioni monoteistiche è passato ai culti pagani ... "per odinooooooooooo!!! ... porco zeusssssss!!!" Qui lo strato di foglie è basso e rende possibile divertirsi a guidare, sempre facendo attenzione a non scaruparsi di sotto, poi una serie di tornantini molto stretti ci fanno sbucare in una radura … bello, veramente bello e divertente … si riprende a scendere su una sterrata veloce, molto veloce, tanto da arrivare a sfiorare i 60 km/h con un paio di lunghi in curva ripresi per i capelli, indovinate un po’ di chi?!?
Al km 36,6 toppiamo ed invece di prendere la simpatica rampa al 20% che porta al Monastero di San Biagio continuiamo a scendere su una cementata, allungando di poco il giro ma tagliando il Monastero di San Benedetto e la breve ma intensa discesa su sterrato, peccato!!! Scendendo, sento Mimmetto che urla, mi fermo convinto che abbia qualche problema, lui mi si ferma accanto “’mbhè … perché te sei fermato?!?” … “t’ho sentito strillà, che t’è successo?!?” … “niente, stavo a di che li se magna!!!” … “mavaffanculo, Mimmè, me c’hai pure fatto fermà, quella è na comunità, te danno da magnà solo si te fai un par de pere, prima, ma si te vedono da magnà te lo danno sicuro!!!” Arriviamo sulla strada, un cartello indica il Monastero di San Benedetto, in salita, Mimmetto si oppone fieramente a qualunque ipotesi che preveda un solo metro di dislivello, quindi ci dirigiamo verso le macchine, arrivando davanti al Monastero di Santa Scolastica Scendiamo sui gradoni a palla disturbando la quiete del posto … un pellegrino ci indica al figlio “guardaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa come vengono giù!!! so quelli che stanno a striscia la notizia!!!” gli passiamo accanto molto stilosi e proseguiamo dritti verso la nostra meta … il monastero?!? … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, la foresteria, vista l’ora è l’unico posto dove possiamo sperare di mangiare Tra il menù a 18 euro e quello a 25 scegliamo il primo, antipasti, pasta funghi e piselli, scaloppine con patate, dolci della casa, acqua, vino e caffè Lasciamo le bici sotto l’occhio vigile del guardiano del faro che dice di non preoccuparci, le guarda lui … Enrico non si fida “regà, stamo in un monastero, ehh!!!” e cominciamo a scendere nell’antro fino ad arrivare alla sala ristorante, vuota, ovviamente. Ci accomodiamo sotto ad un dipinto che rappresenta un santo a grandezza più che naturale, comincia il toto santo … “è sant’antonio … no è san bernardo … non è santo” … lo chiediamo al cameriere, anche lui tituba, poi da alcune scene di vita presenti deduce che è San Benedetto, eh beh, effettivamente non è che fosse così difficile, anche perché sul muro di fronte c’è una targa con autore e soggetto che non avevamo visto per la fame C’è anche il momento in cui San Benedetto infila il bastone in una pozza d’acqua per recuperare una zappa caduta ad un contadino e quella gli si attacca come fosse magnetica … “e grazie arcazzo er bastone c’ha la testa ricurva, ce riuscivo pur’io a tiralla fori la zappa!!!” … Enrico santo subito!!! Mimmo, preoccupato, esclama “gli date da mangiare a dei poveri affamati, sì?!?” … ed il cameriere di rimando “se sono affamati, sì, se sono poveri, no” … un fulgido esempio di carità cristiana!!! Cominciamo a temere per il destino delle nostre bici, Enrico ci guarda come a dire “che v’avevo detto?!?” Spazzoliamo gli antipasti in un amen, arriva la pasta “a me solo col sugo che sono allergico ai piselli” … Enrico ci tiene a sottolineare “beh, me sa che è ‘n’intolleranza comune un po’ a tutti!!!” La pasta è scarsa ma le scaloppine so boneeeeeeeeeeee e le patate fritte anche, tant’è che Mimmetto, finisce le sue ed allunga la mano verso le mie … non gliela amputo a forchettate soltanto per rispetto alla sacralità del luogo I dolci so casarecci e piuttosto boni, li spazzoliamo, ci facciamo un bel caffè ed torniamo su a vedere se le bici ci sono ancora … ci sono, in compenso è sparito lo scalda collo di Danilo!!!
Rimontiamo in bici piuttosto appesantiti e ci facciamo i pochi metri che ci separano dalle macchine, ci ricomponiamo alla meno peggio e ci dirigiamo a casa. Grazie regà bella giornata come sempre, cominciata col gelo, e finita col tepore della fede a scaldarci il cuore, lo spirito … e l’anima de li mejo del bitumaro cardio munito che ce l’ha fatto fa!!!
Ci imbacucchiamo per bene e, dopo la foto di rito, partiamo prima su bitume e poi su sterrato lungo l’aniene, con un simpatico alternarsi di rampette e discesette in cui ancora risuonano le imprecazioni di Aleandro che se le fece con la commencal La temperatura si è scaldata, decidiamo di fermarci per toglierci uno strato e cambiare l’acqua alle olive … “ahooooooo, ce so pure i segni bianco e rossi!!!” … “a Francè ma co chi trombi?!? Guarda che nun è mica normale!!!” … “sul tronco, intendo!!!” … “ehhhhh, appunto” … “quello dell’alberoooooooooooooooooooooo, maniaci depravati!!!” Dopo una breve sosta, con foto, all’area attrezzata per il pic nic, si comincia a salire su bitume per arrivare a Jenne in poco più di 5 km si guadagnano 280 mt di dislivello con una pendenza media del 5,3%. La salita è dolce, l’ideale per quelli che, facendo fondo lento, non possono superare i 146 bpm, nel caso ve ne fossero di sciroccati del genere, eh!!! Saliamo, il cardio avanti a dettare l’andatura io e Danilo dietro, Mimmetto a spingere Enrico in assenza di Alex Arriviamo in paese, cerchiamo di individuare la strada da prendere per salire e mentre io e Danilo discutiamo tra cartaceo, mappe e gps, due ragazzotti ci si avvicinano “ma dove dovete andare?” … “al cimitero” … annuiscono con l’aria di chi è convinto che, prima, una decina di anni di manicomio ci farebbero un gran bene … “la strada è di la, ma è ripidissima, potete passare di qui che è più lunga ma molto più dolce” … le indicazioni non lasciano adito a dubbi “I primi metri fino al cimitero sono piuttosto ripidi” … “no, grazie, ci piace soffrire, andiamo su di qui” … “e beh, certo, pe arrivà al cimitero bisogna soffrì” Arriva Mimmo, seguito a ruota da Enrico che sale di 44 facendo potenziamento e ci inerpichiamo su una rampa al 17% che sembra studiata apposta per far crescere la “clientela” il cardio si incazza, ho sforato di una decina di pulsazioni, il metabolismo comincia ad avere il dubbio che sia meglio bruciare zuccheri anziché grassi, ma la rampa finisce prima che possa prendere una decisione … Principe 1 Metabolismo … nienteeeeeeeeeeee!!!
Riprendiamo la descrizione … “si affronta poi un tratto pianeggiante per riprendere a salire con un paio di tornanti”, ci guardiamo intorno alla ricerca del tratto pianeggiante, non ve n’è traccia, a meno che non si voglia considerare tratto pianeggiante il piazzale davanti al cimitero!!! Il paio di tornanti, invece, si vedono bene, solo che non sono proprio un paio, visto che per arrivare a scollinare ci sono da fare oltre 8 km di salita con circa 500 mt di dislivello!!! Il panorama è bellissimo, i boschi che attraversiamo anche il traffico praticamente inesistente … una voce rompe il silenzio “Danilooooooooooooooooooooo!!!” … “ahooooooooooooooooooooooooooo, a Francè, mica me dirai che stai a tirà a 136 battiti, eh?!?” … “none, Danì, a 136 bpm ce devo fa il fondo lento, durante l’uscita posso arrivà fino a 146 e a 146 sto” Squilla insistentemente il cell la suoneria è quella “famigliari” e siccome il pargolo è solo a casa mi fermo a rispondere “Papiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii … è saltata la corrente e l’ho riattaccata, adesso esco cogli amici, poi vado a pranzo con nonno, poi riesco” … “ah, guarda un po’ l’agenda se stasera stai a cena a casa, va!!!”
Ci fermiamo a metà salita e Danilo approfitta per centrare le pinze dei freni, forte del mio sostegno tecnico … sì, insomma, gli tenevo la bici Visti gli ottimi risultati conseguiti, decidiamo di sistemare anche i cavi del freno posteriore e del cambio che sporgono un po’ troppo e rischiano di incastrarsi da qualche parte … ottima decisione, visto che la discesa che affronteremo sarà tra fogliame alto, rami, pietre smosse e rocce Danilo è concitato, si guarda intorno, ha tirato fuori un minitool della Park Tool e l’ultima cosa che vorrebbe vedere è la sagoma di Mimmetto pronto ad offrirgli una mano … avendo l’altra impegnata nell’acquisizione del multitool al suo patrimonio personale!!!
Arriviamo al bivio in cui si prende lo sterrato, Enrico, provato dai tredici kilometri di bitume, comincia a pensare che abbia proposto il giro con l’unico scopo di allenare il mio cardio ed a nulla valgono le mie assicurazioni che quello è un aspetto che non avevo assolutamente considerato … “a Francè cciuta e de li malati de cardio come te!!!” … “a Enrì, ma devo da brucià i grassi, io!!!” … “embè?!? E ce devi rompe li cojoni co tutto sto bitume?!?, pure Mimmo li brucia i grassi … in padella e poi se li magna!!!” anche Danilo ha la sua ricetta “je devi da de ananas, quella sì che brucia i grassi” … “ahoooooooooooooooooo, pe brucià li mia ce ne vole na piantagione, me tocca assume l’omo del monte!!!” Vabbè, dopo questa raffica de cazzate dovuta alla carenza di ossigeno, ci rivestiamo e ci buttiamo in oltre 5 km molto belli con pratoni alternati a sali scendi fino alla fine del sentiero. Enrico ha bucato e ci fermiamo a sostituire la camera, nell’attesa vado ad ispezionare la discesa, quella che, da descrizione si deve fare a piedi … mmmhhh, non sembra così terribile abbassiamo le selle e partiamo … subito in drifting perché il gran numero di foglie bagnate ci fa affondare tra rami e pietre, rendendo impossibile vedere dove mettere le ruote, andiamo giù ad occhio, ma più a culo che ad occhio Passati i primi metri lasciamo l’impluvio e ci buttiamo su un single trek in costa molto divertente, vero Mimmè?!? Tra il rumore di rami spezzati e di pietre che rotolano a valle si ode ci accompgna un tappeto sonoro di rara intensità, è Mimmo che bestemmiate tutte le religioni monoteistiche è passato ai culti pagani ... "per odinooooooooooo!!! ... porco zeusssssss!!!" Qui lo strato di foglie è basso e rende possibile divertirsi a guidare, sempre facendo attenzione a non scaruparsi di sotto, poi una serie di tornantini molto stretti ci fanno sbucare in una radura … bello, veramente bello e divertente … si riprende a scendere su una sterrata veloce, molto veloce, tanto da arrivare a sfiorare i 60 km/h con un paio di lunghi in curva ripresi per i capelli, indovinate un po’ di chi?!?
Al km 36,6 toppiamo ed invece di prendere la simpatica rampa al 20% che porta al Monastero di San Biagio continuiamo a scendere su una cementata, allungando di poco il giro ma tagliando il Monastero di San Benedetto e la breve ma intensa discesa su sterrato, peccato!!! Scendendo, sento Mimmetto che urla, mi fermo convinto che abbia qualche problema, lui mi si ferma accanto “’mbhè … perché te sei fermato?!?” … “t’ho sentito strillà, che t’è successo?!?” … “niente, stavo a di che li se magna!!!” … “mavaffanculo, Mimmè, me c’hai pure fatto fermà, quella è na comunità, te danno da magnà solo si te fai un par de pere, prima, ma si te vedono da magnà te lo danno sicuro!!!” Arriviamo sulla strada, un cartello indica il Monastero di San Benedetto, in salita, Mimmetto si oppone fieramente a qualunque ipotesi che preveda un solo metro di dislivello, quindi ci dirigiamo verso le macchine, arrivando davanti al Monastero di Santa Scolastica Scendiamo sui gradoni a palla disturbando la quiete del posto … un pellegrino ci indica al figlio “guardaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa come vengono giù!!! so quelli che stanno a striscia la notizia!!!” gli passiamo accanto molto stilosi e proseguiamo dritti verso la nostra meta … il monastero?!? … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, la foresteria, vista l’ora è l’unico posto dove possiamo sperare di mangiare Tra il menù a 18 euro e quello a 25 scegliamo il primo, antipasti, pasta funghi e piselli, scaloppine con patate, dolci della casa, acqua, vino e caffè Lasciamo le bici sotto l’occhio vigile del guardiano del faro che dice di non preoccuparci, le guarda lui … Enrico non si fida “regà, stamo in un monastero, ehh!!!” e cominciamo a scendere nell’antro fino ad arrivare alla sala ristorante, vuota, ovviamente. Ci accomodiamo sotto ad un dipinto che rappresenta un santo a grandezza più che naturale, comincia il toto santo … “è sant’antonio … no è san bernardo … non è santo” … lo chiediamo al cameriere, anche lui tituba, poi da alcune scene di vita presenti deduce che è San Benedetto, eh beh, effettivamente non è che fosse così difficile, anche perché sul muro di fronte c’è una targa con autore e soggetto che non avevamo visto per la fame C’è anche il momento in cui San Benedetto infila il bastone in una pozza d’acqua per recuperare una zappa caduta ad un contadino e quella gli si attacca come fosse magnetica … “e grazie arcazzo er bastone c’ha la testa ricurva, ce riuscivo pur’io a tiralla fori la zappa!!!” … Enrico santo subito!!! Mimmo, preoccupato, esclama “gli date da mangiare a dei poveri affamati, sì?!?” … ed il cameriere di rimando “se sono affamati, sì, se sono poveri, no” … un fulgido esempio di carità cristiana!!! Cominciamo a temere per il destino delle nostre bici, Enrico ci guarda come a dire “che v’avevo detto?!?” Spazzoliamo gli antipasti in un amen, arriva la pasta “a me solo col sugo che sono allergico ai piselli” … Enrico ci tiene a sottolineare “beh, me sa che è ‘n’intolleranza comune un po’ a tutti!!!” La pasta è scarsa ma le scaloppine so boneeeeeeeeeeee e le patate fritte anche, tant’è che Mimmetto, finisce le sue ed allunga la mano verso le mie … non gliela amputo a forchettate soltanto per rispetto alla sacralità del luogo I dolci so casarecci e piuttosto boni, li spazzoliamo, ci facciamo un bel caffè ed torniamo su a vedere se le bici ci sono ancora … ci sono, in compenso è sparito lo scalda collo di Danilo!!!
Rimontiamo in bici piuttosto appesantiti e ci facciamo i pochi metri che ci separano dalle macchine, ci ricomponiamo alla meno peggio e ci dirigiamo a casa. Grazie regà bella giornata come sempre, cominciata col gelo, e finita col tepore della fede a scaldarci il cuore, lo spirito … e l’anima de li mejo del bitumaro cardio munito che ce l’ha fatto fa!!!
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
CASAPROTA 31.01.2010
“Enrì ma non sarà troppo duro sto giro per il principino” … “naaaaaaaaaaaaa, tagliamo un pezzo dell’asfalto all’inizio, l’ha fatto pure Alex” … “vabbè, vada per Casaprota, allora!!!” L’indice IBP a 108 e l’inizio della descrizione “itinerario piuttosto impegnativo” mi aveva fatto subdorare l’idea che il giro fosse più complicato di quanto Enrico e Alessandra mi avevano detto, ma fidando nelle capacità dimostrate dal principino nei giri precedenti, mettiamo da parte il Navegna e facciamo rotta per Casaprota
L’appuntamento è alle 8.30 al bar pasticceria Dolci e Capricci di Fonte Nuova, il tempo è brutto, in alcuni punti diluvia arriva l’sms di Danilo “piove, che famo?” … “andiamo, Danì, io sono già per strada!!!” All’ora prevista siamo tutti li, io il principino, Enrico, Danilo e Federico, il cielo si sta aprendo, abbiamo fatto bene a crederci, facciamo colazione e partiamo Arrivati a Casaprota, decidiamo di tagliare i primi due kilometri su asfalto e parcheggiamo all’altezza della cava. La temperatura è frizzante ma abbastanza secca da non farcela percepire come fredda, cominciamo a scaricare le bici, si va dal bicione di Federico al bicino del principino. Si parte, in salita, as usual ma su asfalto, giusto quello che serve per scaldare le gambe, si pedala di buona lena fino al bivio in cui la strada si impenna in mezzo al bosco, da prima sempre su asfalto e poi su un piacevole sterrato, il fondo è allentato ma buono e si sale agevolmente Enrico, Danilo ed io a fare l’andatura, Federico ed il principino dietro al loro ritmo, il giro è lungo e bisogna dosare le energie!!! Il fondo peggiora ed anche se la pendenza non è eccessiva si fatica con le ruote che si impastano nella ghiaietta lungo il sentiero che porta al pianoro devastato dai trattori dei taglialegna, mamma mia che ecatombe di alberi!!!
C’è un balle rampa scarupata che sale puntando decisa verso la cime del monte, l’affronto di slancio, è tosta assai ed anche bella lunga, vado su in punta di sella, la pendenza si sente e si vede, anche, arrivo alla fine piuttosto stanco e cerco consolazione “Enrì, era questa la rampa mozzafiato, evvè?!?” … “naaaaaaaaaaaa, questa era na salitella, la rampa viene dopo” … una salitella eh?!? … una pendenza media del 13,5% per 250 metri!!! Vabbè, c’avevo creduto che fosse la rampa spezza gambe, invece … arriviamo in cima alla montagna abbastanza stanchi, il panorama si apre in tutte le direzioni i prati innevati invogliano al cazzeggio giostrarolo e noi non ci facciamo pregare Facciamo un po’ di foto, ci copriamo e ripartiamo, il giro è ancora lungo e le difficoltà maggiori dobbiamo ancora affrontarle, si comincia a scendere, da prima su una sterrata agevole anche se il terreno è molto pesante ed impone attenzione … “attento qui, Alessà” lui è già passato e di rimando “dove, Papà?!?” … vabbè lascio perdere, tanto non faccio in tempo a segnalargli i punti difficili che lui li ha già passati … Enrico rincara la dose “a Papà, pensa pe te che è meglio!!!” Su cementata arriviamo fino a Contrada San Sebastiano, Enrico imbocca un cortile … “caffettino?!?” … of course, ammolliamo le bici e ci catapultiamo dentro un bar-ristorante … “bella passione che c’avete” ci fa un autoctono rubicondo e gioviale, mi viene subito in mente la barzelletta di quello che nell’imminenza di essere sodomizzato nota un tic del sodomizzatore e lo apostrofa “lo tieni bello lo vizio” … e l’altro di rimando “è bello lo tuo!!!” Ci intratteniamo a parlare del percorso con la gentilissima proprietaria del locale, mentre ci spariamo mezza crostata burro e marmellata e vari caffè, una sola voce si alza fuori dal coro “per me un caffèlatte” … Enrico fa una smorfia di dolore solo al pensiero Rimarremmo volentieri a parlare al calduccio, ma il tempo è tiranno e chiediamo il conto … “tre euro e cinquanta” … “no, signora, si sbaglia, non può essere” … “no è giusto, la crostata ve l’ho offerta io” … “anche se è un po fuori mano, veniamo qui a fare colazione, a sti prezzi!!!” … “ma nun ce conviè buttase su sta panca al sole ed aspettala qui l’ora de pranzo?!?” … l’idea è allettante, ma il senso del dovere ha il sopravvento ed inforchiamo le bici diretti verso il ripido st che Enrico ci decanta da quando abbiamo iniziato il giro
Il passaggio dei quad l’ha allargato rendendolo meno spettacolare, ma l’ha anche scavato, rendendolo più tecnico ed infido, senza contare che il fango lo rende anche viscido e scivoloso … insomma gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti, abbassiamo la sella … Enrico si butta giù a capofitto, seguito da Danilo e da Federico … io ed il principino scendiamo per ultimi, io davanti ad impostargli le traiettorie ed a dargli consigli su come affrontare i passaggi e lui dietro, concentrato ma tranquillo È un single trek divertente ma sicuramente non facile, soprattutto nelle condizioni in cui lo abbiamo fatto noi, ma permettersi di scenderlo con 100 di escursione al quarto giro, oltretutto divertendosi, è impresa degna di nota roba da far impallidire gente che c’ha messo un anno a scenderli senza farsi il segno della croce ogni volta … non sto a rosicà, giuro!!! Pendenza media a meno 14,7% con punte che superano il 30%, canali, gradoni, rocce, pietre, sassi smossi, fango e foglie, insomma il cocktail è di quelli che pompano adrenalina, anche se scendo piano per guidare il pargolo, anzi, a causa della scarsa tenuta, affrontare i passaggi a bassa velocità è più difficile, più divertente ed anche più rischioso, visto che la possibilità di andare lungo sotto gli occhi dell’allievo è tutt’altro che improbabile Mi fermo dove è possibile per vedere come si comporta il principino … beh, niente male, o lui apprende rapidamente oppure sono io che insegno molto meglio di come imparo anche la posizione è buona, tant’è che nel momento in cui non è riuscito a controllare la bici non ha fatto il classico cappottone di paterna memoria, ma è semplicemente scivolato di lato … io c’ho messo mesi a capirlo e svariate lezioni … vero Luchè!!! Un paio di volte è sceso perché non se la sentiva, ed ha fatto bene, ma il resto del st se l’è fatto in sella!!!
Alla fine del st incrociamo il torrente Fosso Matricetta, il cartaceo recita “Fine del sentiero, possiamo guadare il torrentello o, tenendoci sulla sinistra, superarlo sullo stretto ponticello” … ponticello, ovviamente, mica siamo scemi a guadare un torrente con l’acqua gelata ed una nevicata che incombe!!! Passiamo il ponticello e pedaliamo col bosco a sinistra ed il torrente a destra, il paesaggio è suggestivo e decidiamo di scendere sul greto a fare qualche foto “scendi in sella, Francè, se fa” … “a Enrì ma chi te se ‘ncu… ammesso che c’arrivo vivo de sotto poi su co tutta la bici chi me ce riporta?!?” … io, Danilo ed il principino scendiamo a piedi, Enrico e Federico colla bici al traino per esigenze fotografiche. Ripartiamo lasciandoci il torrente alle spalle, anzi no, eccolo di nuovo davanti a noi, con tutta l’acqua che è venuta giù ha occupato tutti gli invasi possibili e stavolta non ci sono ponticelli, tocca guadare … passiamo a mazzetta per non avere necessità di pedalare inzuppando i piedi nell’acqua gelata … tutto ok, qualche schizzo ma la riviera l’abbiamo superata senza penalità … anzi, no … ariecchelo tiè, il torrente ci segue come la nuvola di Fantozzi, dove andiamo noi va lui, lo riguadiamo, senza perdite, ma l’acqua gelata comincia a fare il suo sporco lavoro … “c’ho du calippo al posto dei piedi!!!” … si intona uno scaramantico jingle … “pola pola polarettiiiiiiiiiiiiiiii” ma la situazione non migliora, al quarto guado comincia a serpeggiare il malumore, al quinto comincio ad esporre a gran voce le mie personali convinzioni sul quarto segreto di Fatima con degli effetti tangibili, finiscono i guadi e comincia a nevicare!!! È la prima volta che pedalo sotto la neve e se non fosse che di li a poco troveremo la mefistofelica rampona me la godrei anche … il principino è in sofferenza, porello non è abituato a scendere in piedi ed il st qui ha inchiodato le gambe, ed io lo so bene, visto che dopo essere stato al bike park di Pescasseroli, pur essendo allenato, sono stato due giorni con le gambe incriccate Però non si lamenta, stringe i denti e resiste, gli massaggio le gambe e gli do una barretta per sbloccarlo, Enrico, Danilo e Federico lo incoraggiano “daje, Alessà, stai andando benissimo!!!” … lui, invece è convinto di rallentarci e si dispiace … mi vengono in mente i miei primi giri … un autentico calvario in cui avrei dato un rene per riuscire ad andare come lui, domenica Enrico saltella sul posto per tenere la gambe calde, a tenerci i piedi ha rinunciato un’oretta dopo la partenza, ripartiamo, lui davanti, poi io, Danilo, il principino e Federico. Enrico mi fa “la vedi sta collinetta?” … “sì “ … “beh, all’altezza di quell’albero il sentiero piega a destra e s’impenna fino a sopra, è quella la rampa” … “cazzo!!!” … il guadagno di quota è notevole, quindi la pendenza deve essere micidiale, speriamo almeno che il fondo sia buono … “me lo ricordo sassoso” … ecco, a posto così, se togliamo la sella l’inc… è completa!!!
La strada piega a destra … “OHHHHHHHHHHHMARONNAAAAAAAAAAAAAMIAAAAAAAAAA!!!” … no, non è che mi stessi chiedendo dove fosse ZAZA, ma trovarsi di colpo di fronte ad un muro sapendo di doverlo scalare in bici anziché con corde e ramponi mi ha provocato una crisi mistica che manco San Paolo sulla via di Damasco Enrico, che la conosce, sogghigna sadico e si avvia, io lo seguo … la pendenza è subito molto forte ed i sassi smossi e bagnati non facilitano certo il compito, dopo un centinaio di metri sono da tenda ad ossigeno con il cuore oltre i 175 bpm mollo e scendo dalla bici Mi giro e vedo Danilo che sale portando la bici sua e quella del principino, che lo segue insieme a Federico. … si è sacrificato per darmi la possibilità di provarci, non posso mollare, rimonto in bici e riparto … se pedalare è dura, ripartire è durissima, ma mi rimetto in marcia, i muscoli spingono cercando di pedalare rotondo per non slittare con la ruota posteriore, Enrico fa la sua prima sosta, su un punto che consente di ripartire un pò meno faticosamente, è il mio obiettivo … Enrico riparte e mi lascia libera la piazzola di rilancio, mi fermo, dietro Danilo arranca faticosamente portando su due bici, la neve sullo sfondo … sembra un alpino che spinge i muli in “centomila gavette di ghiaccio” Sono a metà dell’opera, ma l’idea di aver già fatto metà della rampa mi sprona più di quanto mi abbatta la consapevolezza di dover ancora fare l’altra metà, ma non posso mollare, non ora, non adesso riparto focalizzando il punto dove Enrico ha fatto la sua ultima sosta, un curvone in cui la strada spiana prima di svoltare a sinistra e riprendere a salire, ci arrivo mezzo morto ma enormemente soddisfatto … “a tappe, ma je l’avemo fatta, Enrì” … “beh, tutta insieme l’ho vista fare solo a Giancarlo (Gianky62)” … CHAPEAU … riprendiamo fiato mentre arrivano gli altri, Danilo è stanco quanto noi, salire è già dura, farlo portando su due bici è massacrante, anche Federico è stanco … il principino è deluso … Enrico se ne accorge e lo rincuora “guarda che questa salita tutta in bici la fanno in pochi” Ma per farla tutta ne manca un pezzo ed io lo voglio fare a tutti i costi, Enrico lo capisce e da il cambio a Danilo che parte a mazzetta, io dietro, vedo un lastrone di pietra resa viscida dall’acqua, cazzo bisogna per forza passarci sopra, cerco di pedalare più rotondo possibile ma la ruota posteriore slitta, continuo a pedalare senza mollare con i muscoli che sembrano sul punto di esplodere, la ruota riprende grip e supero il lastrone, lasciandoci un mese di vita, ma lo supero e vado avanti, la fine della salita è ormai a meno di venti metri, Enrico e Danilo ci sono già arrivati … arrivo anch’io e mi accascio a boccheggiare sul manubrio … il fiato è poco, pochissimo, il cuore pompa a tremila le gambe non le sento più … l’ode al signore sgorga spontanea … “Francè, se per caso Gesù Cristo stava a perde l’equilibrio, mo ristà bello inchiodato!!!” Danilo ed Enrico se la ridono … è stata dura, durissima, ma ce l’abbiamo fatta!!!
Ripartiamo in piano, ma dura poco, si ricomincia a salire su un sentiero stretto e fangoso ricavato tra i rovi, uno di quei sentieri in cui d’estate lascio centimetri quadrati di pelle ed un paio di sacche di sangue, fortuna che è inverno, le gambe ringraziano, i piedi un po’ meno, visto che la mia circolazione sanguigna li ha bypassati da tempo, dal terzo guado, diciamo La pendenza si fa sentire, il principino va in crisi, comprensibilmente, ha gli adduttori inchiodati dall’acido lattico, fa fatica ed è costretto a scendere, ma non vuole che gli porti la bici, gli dispiace darmi un peso, l’avrà preso dalla madre sto spirito nobile!!! Insisto, scendo anch’io e saliamo a piedi, Enrico e Danilo vanno su in bici senza problemi, Federico sale a piedi con noi. Arriviamo all’invaso per l’acqua piovana che segna il punto in cui si riprende la strada fatta all’andata, il principino si sta riprendendo, Enrico lo rincuora “dai che adesso riparti tranquillo, la ‘cotta’ l’hai superata”. In effetti rimonta in bici e pedala bello tonico, accanto a me che gli detto l’andatura ed a Federico che pedala pimpante, Enrico e Danilo a guidare il gruppo. Cominciamo a scendere sul tratto scarupato che abbiamo percorso in salita all’andata, la neve che abbiamo beccato risalendo su Monte San Giovanni, qui deve essere stata acqua perché il fondo è sensibilmente peggiorato e si fatica anche in piano, anche se non dura molto, perché siamo al tratto in salita che ci porterà al tratto di discesa finale.
Sì, la salita finale, quella che chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, dopo un giro del genere, affronterebbe a ritmo blando cercando di portare a casa la pelle e le gambe Ma è proprio in questi momenti che si distinguono gli imbecilli dilettanti dai fuoriclasse e parlo al plurale perché non ero solo in questa assurda ricerca del martirio, c'era anche lui, Enrico Appena la strada ha cominciato a salire, infatti, Enrico fa al principino “viè qui, Alessà, che te faccio vede come funziona la pedalata assistita” e gli mette una mano sulla spalla per dargli un mano, ma il principino gli risponde risoluto “no, no, ce la faccio” … “ma guarda che devi continuà a pedalà fai solo meno fatica” … la risposta è secca, di quelle che non ammettono replica … “no, grazie, vado da solo” … lo spirito nobile l’ha presa dalla madre ma la tigna l’ha presa senza alcun dubbio dal principe … che infatti, per non smentirsi, si era già lanciato sulla salita alla ricerca del martirio, alleprato dalla promessa di trovare un paradiso di latte e miele, bella cosa, sicuramente, ma non tale da andare a cuor leggero incontro alla morte, direte voi … ed avete ragione, in effetti, la cosa che solleticava la mia fantasia di biker suicida erano le 50 fanciulle che avrei trovato ad attendermi in questo paradiso!!! E quindi giù a testa bassa a spingere come un tarantolato, sempre più forte, col solo rumore delle ruote e del mio ansimare … anzi no … il rumore si sdoppia, c’è qualcuno con me, mi giro per vedere chi è anche se lo so già … come m’ha detto una volta Aleadro … “scusa, ma chi ce volevi trovà davanti a te e geppo?!?” … cazzo, si sarà sparsa la voce delle 50 vergini e me le vuole fregare!!! … accelero, ma lui non molla, butto dentro il 32 … azz, ce l’ho già sotto il 32!!! … vabbè tiro su un rapporto, ma lui è sempre li che mi francobolla … meglio cercare un accordo, in fin dei conti 50 vergini all’età nostra sono forse troppe, meglio darsi una mano e fare 25 per uno … suggelliamo l’accordo con uno sguardo e procediamo appaiati quando mi fa “daje, Francè, sprintiamo” … “sprintamooooooooooo?!? Ahoooooooooooo, ma io so già tre kilometri che sprintoooo!!!” … ma vabbè, sprintiamo fino alla sbarra e ci mettiamo comodi ad aspettare gli altri. Danilo guida il gruppo con a ruota il principino, che ha superato la crisi, e Federico. Percorriamo in discesa la stradina asfaltata che serpeggia in mezzo al bosco, poi ci lanciamo giù per l’asfaltata che ci riporta alle macchine … non contento di rischiare di andare per terra ad ogni curva, butto dentro il 44x11 e rilancio ad ogni rallentamento, arrivando giù a palla di fuoco, dietro a me Danilo, poi Enrico e Federico … e il principino … eccolo che arriva lanciato a testa bassa che mulina le gambe come un forsennato, infatti arriva lungo e riesce a fermarsi una cinquantina di metri dopo le macchine … scemo come il padre, anzi di più, l’evoluzione della specie!!!
Ci cambiamo e ci dirigiamo verso Roma, salutiamo Federico che gira in direzione Rieti per andare a prendere l’autostrada … sulla base di un mio consiglio, direte voi, ed invece no, sulla base delle indicazioni di un navigatore evidentemente di importazione perché per fargli fare quella strada doveva avere la cartografia della Nuova Guinea Noi ci fermiamo sulla Salaria … a mangiare, che avete capito!!! Siamo entrati per farci un antipastino, ma, manco a dillo, ci siamo fatti antipasto, abbondante, più un maialino a testa con patate, broccoli ed altri contorni … niente pasta, però, perché avevano levato l’acqua dal fuoco
Alla fine i dati del garmino sono stati km 33,73 (abbiamo tagliato i primi due kilometri su asfalto) tempo in sella 3.37 dislivello 1.198 mt, pendenza media della rampa mozzafiato 17,5% su oltre 600 mt … da moltiplicare per un coefficiente 1,5 per le condizioni del terreno
Detto di Enrico e Danilo che si sono confermati pedalatori di prim’ordine, e del principino che ha dimostrato di avere gambe e cuore, direi che l’uomo giro emmeddì è Federico che pur essendo a corto di allenamento ha affrontato un giro che, già impegnativo con fondo asciutto, è diventato decisamente duro per il fondo allentato, grande prova pedalatoria e di volontà!!!
È stato un giro memorabile … alla prossima, regà!!!
“Enrì ma non sarà troppo duro sto giro per il principino” … “naaaaaaaaaaaaa, tagliamo un pezzo dell’asfalto all’inizio, l’ha fatto pure Alex” … “vabbè, vada per Casaprota, allora!!!” L’indice IBP a 108 e l’inizio della descrizione “itinerario piuttosto impegnativo” mi aveva fatto subdorare l’idea che il giro fosse più complicato di quanto Enrico e Alessandra mi avevano detto, ma fidando nelle capacità dimostrate dal principino nei giri precedenti, mettiamo da parte il Navegna e facciamo rotta per Casaprota
L’appuntamento è alle 8.30 al bar pasticceria Dolci e Capricci di Fonte Nuova, il tempo è brutto, in alcuni punti diluvia arriva l’sms di Danilo “piove, che famo?” … “andiamo, Danì, io sono già per strada!!!” All’ora prevista siamo tutti li, io il principino, Enrico, Danilo e Federico, il cielo si sta aprendo, abbiamo fatto bene a crederci, facciamo colazione e partiamo Arrivati a Casaprota, decidiamo di tagliare i primi due kilometri su asfalto e parcheggiamo all’altezza della cava. La temperatura è frizzante ma abbastanza secca da non farcela percepire come fredda, cominciamo a scaricare le bici, si va dal bicione di Federico al bicino del principino. Si parte, in salita, as usual ma su asfalto, giusto quello che serve per scaldare le gambe, si pedala di buona lena fino al bivio in cui la strada si impenna in mezzo al bosco, da prima sempre su asfalto e poi su un piacevole sterrato, il fondo è allentato ma buono e si sale agevolmente Enrico, Danilo ed io a fare l’andatura, Federico ed il principino dietro al loro ritmo, il giro è lungo e bisogna dosare le energie!!! Il fondo peggiora ed anche se la pendenza non è eccessiva si fatica con le ruote che si impastano nella ghiaietta lungo il sentiero che porta al pianoro devastato dai trattori dei taglialegna, mamma mia che ecatombe di alberi!!!
C’è un balle rampa scarupata che sale puntando decisa verso la cime del monte, l’affronto di slancio, è tosta assai ed anche bella lunga, vado su in punta di sella, la pendenza si sente e si vede, anche, arrivo alla fine piuttosto stanco e cerco consolazione “Enrì, era questa la rampa mozzafiato, evvè?!?” … “naaaaaaaaaaaa, questa era na salitella, la rampa viene dopo” … una salitella eh?!? … una pendenza media del 13,5% per 250 metri!!! Vabbè, c’avevo creduto che fosse la rampa spezza gambe, invece … arriviamo in cima alla montagna abbastanza stanchi, il panorama si apre in tutte le direzioni i prati innevati invogliano al cazzeggio giostrarolo e noi non ci facciamo pregare Facciamo un po’ di foto, ci copriamo e ripartiamo, il giro è ancora lungo e le difficoltà maggiori dobbiamo ancora affrontarle, si comincia a scendere, da prima su una sterrata agevole anche se il terreno è molto pesante ed impone attenzione … “attento qui, Alessà” lui è già passato e di rimando “dove, Papà?!?” … vabbè lascio perdere, tanto non faccio in tempo a segnalargli i punti difficili che lui li ha già passati … Enrico rincara la dose “a Papà, pensa pe te che è meglio!!!” Su cementata arriviamo fino a Contrada San Sebastiano, Enrico imbocca un cortile … “caffettino?!?” … of course, ammolliamo le bici e ci catapultiamo dentro un bar-ristorante … “bella passione che c’avete” ci fa un autoctono rubicondo e gioviale, mi viene subito in mente la barzelletta di quello che nell’imminenza di essere sodomizzato nota un tic del sodomizzatore e lo apostrofa “lo tieni bello lo vizio” … e l’altro di rimando “è bello lo tuo!!!” Ci intratteniamo a parlare del percorso con la gentilissima proprietaria del locale, mentre ci spariamo mezza crostata burro e marmellata e vari caffè, una sola voce si alza fuori dal coro “per me un caffèlatte” … Enrico fa una smorfia di dolore solo al pensiero Rimarremmo volentieri a parlare al calduccio, ma il tempo è tiranno e chiediamo il conto … “tre euro e cinquanta” … “no, signora, si sbaglia, non può essere” … “no è giusto, la crostata ve l’ho offerta io” … “anche se è un po fuori mano, veniamo qui a fare colazione, a sti prezzi!!!” … “ma nun ce conviè buttase su sta panca al sole ed aspettala qui l’ora de pranzo?!?” … l’idea è allettante, ma il senso del dovere ha il sopravvento ed inforchiamo le bici diretti verso il ripido st che Enrico ci decanta da quando abbiamo iniziato il giro
Il passaggio dei quad l’ha allargato rendendolo meno spettacolare, ma l’ha anche scavato, rendendolo più tecnico ed infido, senza contare che il fango lo rende anche viscido e scivoloso … insomma gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti, abbassiamo la sella … Enrico si butta giù a capofitto, seguito da Danilo e da Federico … io ed il principino scendiamo per ultimi, io davanti ad impostargli le traiettorie ed a dargli consigli su come affrontare i passaggi e lui dietro, concentrato ma tranquillo È un single trek divertente ma sicuramente non facile, soprattutto nelle condizioni in cui lo abbiamo fatto noi, ma permettersi di scenderlo con 100 di escursione al quarto giro, oltretutto divertendosi, è impresa degna di nota roba da far impallidire gente che c’ha messo un anno a scenderli senza farsi il segno della croce ogni volta … non sto a rosicà, giuro!!! Pendenza media a meno 14,7% con punte che superano il 30%, canali, gradoni, rocce, pietre, sassi smossi, fango e foglie, insomma il cocktail è di quelli che pompano adrenalina, anche se scendo piano per guidare il pargolo, anzi, a causa della scarsa tenuta, affrontare i passaggi a bassa velocità è più difficile, più divertente ed anche più rischioso, visto che la possibilità di andare lungo sotto gli occhi dell’allievo è tutt’altro che improbabile Mi fermo dove è possibile per vedere come si comporta il principino … beh, niente male, o lui apprende rapidamente oppure sono io che insegno molto meglio di come imparo anche la posizione è buona, tant’è che nel momento in cui non è riuscito a controllare la bici non ha fatto il classico cappottone di paterna memoria, ma è semplicemente scivolato di lato … io c’ho messo mesi a capirlo e svariate lezioni … vero Luchè!!! Un paio di volte è sceso perché non se la sentiva, ed ha fatto bene, ma il resto del st se l’è fatto in sella!!!
Alla fine del st incrociamo il torrente Fosso Matricetta, il cartaceo recita “Fine del sentiero, possiamo guadare il torrentello o, tenendoci sulla sinistra, superarlo sullo stretto ponticello” … ponticello, ovviamente, mica siamo scemi a guadare un torrente con l’acqua gelata ed una nevicata che incombe!!! Passiamo il ponticello e pedaliamo col bosco a sinistra ed il torrente a destra, il paesaggio è suggestivo e decidiamo di scendere sul greto a fare qualche foto “scendi in sella, Francè, se fa” … “a Enrì ma chi te se ‘ncu… ammesso che c’arrivo vivo de sotto poi su co tutta la bici chi me ce riporta?!?” … io, Danilo ed il principino scendiamo a piedi, Enrico e Federico colla bici al traino per esigenze fotografiche. Ripartiamo lasciandoci il torrente alle spalle, anzi no, eccolo di nuovo davanti a noi, con tutta l’acqua che è venuta giù ha occupato tutti gli invasi possibili e stavolta non ci sono ponticelli, tocca guadare … passiamo a mazzetta per non avere necessità di pedalare inzuppando i piedi nell’acqua gelata … tutto ok, qualche schizzo ma la riviera l’abbiamo superata senza penalità … anzi, no … ariecchelo tiè, il torrente ci segue come la nuvola di Fantozzi, dove andiamo noi va lui, lo riguadiamo, senza perdite, ma l’acqua gelata comincia a fare il suo sporco lavoro … “c’ho du calippo al posto dei piedi!!!” … si intona uno scaramantico jingle … “pola pola polarettiiiiiiiiiiiiiiii” ma la situazione non migliora, al quarto guado comincia a serpeggiare il malumore, al quinto comincio ad esporre a gran voce le mie personali convinzioni sul quarto segreto di Fatima con degli effetti tangibili, finiscono i guadi e comincia a nevicare!!! È la prima volta che pedalo sotto la neve e se non fosse che di li a poco troveremo la mefistofelica rampona me la godrei anche … il principino è in sofferenza, porello non è abituato a scendere in piedi ed il st qui ha inchiodato le gambe, ed io lo so bene, visto che dopo essere stato al bike park di Pescasseroli, pur essendo allenato, sono stato due giorni con le gambe incriccate Però non si lamenta, stringe i denti e resiste, gli massaggio le gambe e gli do una barretta per sbloccarlo, Enrico, Danilo e Federico lo incoraggiano “daje, Alessà, stai andando benissimo!!!” … lui, invece è convinto di rallentarci e si dispiace … mi vengono in mente i miei primi giri … un autentico calvario in cui avrei dato un rene per riuscire ad andare come lui, domenica Enrico saltella sul posto per tenere la gambe calde, a tenerci i piedi ha rinunciato un’oretta dopo la partenza, ripartiamo, lui davanti, poi io, Danilo, il principino e Federico. Enrico mi fa “la vedi sta collinetta?” … “sì “ … “beh, all’altezza di quell’albero il sentiero piega a destra e s’impenna fino a sopra, è quella la rampa” … “cazzo!!!” … il guadagno di quota è notevole, quindi la pendenza deve essere micidiale, speriamo almeno che il fondo sia buono … “me lo ricordo sassoso” … ecco, a posto così, se togliamo la sella l’inc… è completa!!!
La strada piega a destra … “OHHHHHHHHHHHMARONNAAAAAAAAAAAAAMIAAAAAAAAAA!!!” … no, non è che mi stessi chiedendo dove fosse ZAZA, ma trovarsi di colpo di fronte ad un muro sapendo di doverlo scalare in bici anziché con corde e ramponi mi ha provocato una crisi mistica che manco San Paolo sulla via di Damasco Enrico, che la conosce, sogghigna sadico e si avvia, io lo seguo … la pendenza è subito molto forte ed i sassi smossi e bagnati non facilitano certo il compito, dopo un centinaio di metri sono da tenda ad ossigeno con il cuore oltre i 175 bpm mollo e scendo dalla bici Mi giro e vedo Danilo che sale portando la bici sua e quella del principino, che lo segue insieme a Federico. … si è sacrificato per darmi la possibilità di provarci, non posso mollare, rimonto in bici e riparto … se pedalare è dura, ripartire è durissima, ma mi rimetto in marcia, i muscoli spingono cercando di pedalare rotondo per non slittare con la ruota posteriore, Enrico fa la sua prima sosta, su un punto che consente di ripartire un pò meno faticosamente, è il mio obiettivo … Enrico riparte e mi lascia libera la piazzola di rilancio, mi fermo, dietro Danilo arranca faticosamente portando su due bici, la neve sullo sfondo … sembra un alpino che spinge i muli in “centomila gavette di ghiaccio” Sono a metà dell’opera, ma l’idea di aver già fatto metà della rampa mi sprona più di quanto mi abbatta la consapevolezza di dover ancora fare l’altra metà, ma non posso mollare, non ora, non adesso riparto focalizzando il punto dove Enrico ha fatto la sua ultima sosta, un curvone in cui la strada spiana prima di svoltare a sinistra e riprendere a salire, ci arrivo mezzo morto ma enormemente soddisfatto … “a tappe, ma je l’avemo fatta, Enrì” … “beh, tutta insieme l’ho vista fare solo a Giancarlo (Gianky62)” … CHAPEAU … riprendiamo fiato mentre arrivano gli altri, Danilo è stanco quanto noi, salire è già dura, farlo portando su due bici è massacrante, anche Federico è stanco … il principino è deluso … Enrico se ne accorge e lo rincuora “guarda che questa salita tutta in bici la fanno in pochi” Ma per farla tutta ne manca un pezzo ed io lo voglio fare a tutti i costi, Enrico lo capisce e da il cambio a Danilo che parte a mazzetta, io dietro, vedo un lastrone di pietra resa viscida dall’acqua, cazzo bisogna per forza passarci sopra, cerco di pedalare più rotondo possibile ma la ruota posteriore slitta, continuo a pedalare senza mollare con i muscoli che sembrano sul punto di esplodere, la ruota riprende grip e supero il lastrone, lasciandoci un mese di vita, ma lo supero e vado avanti, la fine della salita è ormai a meno di venti metri, Enrico e Danilo ci sono già arrivati … arrivo anch’io e mi accascio a boccheggiare sul manubrio … il fiato è poco, pochissimo, il cuore pompa a tremila le gambe non le sento più … l’ode al signore sgorga spontanea … “Francè, se per caso Gesù Cristo stava a perde l’equilibrio, mo ristà bello inchiodato!!!” Danilo ed Enrico se la ridono … è stata dura, durissima, ma ce l’abbiamo fatta!!!
Ripartiamo in piano, ma dura poco, si ricomincia a salire su un sentiero stretto e fangoso ricavato tra i rovi, uno di quei sentieri in cui d’estate lascio centimetri quadrati di pelle ed un paio di sacche di sangue, fortuna che è inverno, le gambe ringraziano, i piedi un po’ meno, visto che la mia circolazione sanguigna li ha bypassati da tempo, dal terzo guado, diciamo La pendenza si fa sentire, il principino va in crisi, comprensibilmente, ha gli adduttori inchiodati dall’acido lattico, fa fatica ed è costretto a scendere, ma non vuole che gli porti la bici, gli dispiace darmi un peso, l’avrà preso dalla madre sto spirito nobile!!! Insisto, scendo anch’io e saliamo a piedi, Enrico e Danilo vanno su in bici senza problemi, Federico sale a piedi con noi. Arriviamo all’invaso per l’acqua piovana che segna il punto in cui si riprende la strada fatta all’andata, il principino si sta riprendendo, Enrico lo rincuora “dai che adesso riparti tranquillo, la ‘cotta’ l’hai superata”. In effetti rimonta in bici e pedala bello tonico, accanto a me che gli detto l’andatura ed a Federico che pedala pimpante, Enrico e Danilo a guidare il gruppo. Cominciamo a scendere sul tratto scarupato che abbiamo percorso in salita all’andata, la neve che abbiamo beccato risalendo su Monte San Giovanni, qui deve essere stata acqua perché il fondo è sensibilmente peggiorato e si fatica anche in piano, anche se non dura molto, perché siamo al tratto in salita che ci porterà al tratto di discesa finale.
Sì, la salita finale, quella che chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, dopo un giro del genere, affronterebbe a ritmo blando cercando di portare a casa la pelle e le gambe Ma è proprio in questi momenti che si distinguono gli imbecilli dilettanti dai fuoriclasse e parlo al plurale perché non ero solo in questa assurda ricerca del martirio, c'era anche lui, Enrico Appena la strada ha cominciato a salire, infatti, Enrico fa al principino “viè qui, Alessà, che te faccio vede come funziona la pedalata assistita” e gli mette una mano sulla spalla per dargli un mano, ma il principino gli risponde risoluto “no, no, ce la faccio” … “ma guarda che devi continuà a pedalà fai solo meno fatica” … la risposta è secca, di quelle che non ammettono replica … “no, grazie, vado da solo” … lo spirito nobile l’ha presa dalla madre ma la tigna l’ha presa senza alcun dubbio dal principe … che infatti, per non smentirsi, si era già lanciato sulla salita alla ricerca del martirio, alleprato dalla promessa di trovare un paradiso di latte e miele, bella cosa, sicuramente, ma non tale da andare a cuor leggero incontro alla morte, direte voi … ed avete ragione, in effetti, la cosa che solleticava la mia fantasia di biker suicida erano le 50 fanciulle che avrei trovato ad attendermi in questo paradiso!!! E quindi giù a testa bassa a spingere come un tarantolato, sempre più forte, col solo rumore delle ruote e del mio ansimare … anzi no … il rumore si sdoppia, c’è qualcuno con me, mi giro per vedere chi è anche se lo so già … come m’ha detto una volta Aleadro … “scusa, ma chi ce volevi trovà davanti a te e geppo?!?” … cazzo, si sarà sparsa la voce delle 50 vergini e me le vuole fregare!!! … accelero, ma lui non molla, butto dentro il 32 … azz, ce l’ho già sotto il 32!!! … vabbè tiro su un rapporto, ma lui è sempre li che mi francobolla … meglio cercare un accordo, in fin dei conti 50 vergini all’età nostra sono forse troppe, meglio darsi una mano e fare 25 per uno … suggelliamo l’accordo con uno sguardo e procediamo appaiati quando mi fa “daje, Francè, sprintiamo” … “sprintamooooooooooo?!? Ahoooooooooooo, ma io so già tre kilometri che sprintoooo!!!” … ma vabbè, sprintiamo fino alla sbarra e ci mettiamo comodi ad aspettare gli altri. Danilo guida il gruppo con a ruota il principino, che ha superato la crisi, e Federico. Percorriamo in discesa la stradina asfaltata che serpeggia in mezzo al bosco, poi ci lanciamo giù per l’asfaltata che ci riporta alle macchine … non contento di rischiare di andare per terra ad ogni curva, butto dentro il 44x11 e rilancio ad ogni rallentamento, arrivando giù a palla di fuoco, dietro a me Danilo, poi Enrico e Federico … e il principino … eccolo che arriva lanciato a testa bassa che mulina le gambe come un forsennato, infatti arriva lungo e riesce a fermarsi una cinquantina di metri dopo le macchine … scemo come il padre, anzi di più, l’evoluzione della specie!!!
Ci cambiamo e ci dirigiamo verso Roma, salutiamo Federico che gira in direzione Rieti per andare a prendere l’autostrada … sulla base di un mio consiglio, direte voi, ed invece no, sulla base delle indicazioni di un navigatore evidentemente di importazione perché per fargli fare quella strada doveva avere la cartografia della Nuova Guinea Noi ci fermiamo sulla Salaria … a mangiare, che avete capito!!! Siamo entrati per farci un antipastino, ma, manco a dillo, ci siamo fatti antipasto, abbondante, più un maialino a testa con patate, broccoli ed altri contorni … niente pasta, però, perché avevano levato l’acqua dal fuoco
Alla fine i dati del garmino sono stati km 33,73 (abbiamo tagliato i primi due kilometri su asfalto) tempo in sella 3.37 dislivello 1.198 mt, pendenza media della rampa mozzafiato 17,5% su oltre 600 mt … da moltiplicare per un coefficiente 1,5 per le condizioni del terreno
Detto di Enrico e Danilo che si sono confermati pedalatori di prim’ordine, e del principino che ha dimostrato di avere gambe e cuore, direi che l’uomo giro emmeddì è Federico che pur essendo a corto di allenamento ha affrontato un giro che, già impegnativo con fondo asciutto, è diventato decisamente duro per il fondo allentato, grande prova pedalatoria e di volontà!!!
È stato un giro memorabile … alla prossima, regà!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
DA ACUTO AL MONTE SCALAMBRA - 28.02.2010
Lo sostengo da un pezzo, ho lanciato un accorato grido d’allarme dopo l’avventura sul Monte Guardia, ho avuto la conferma ieri … A GEPPO TOCCA LEVAJE GOOGLE MAP, GOOGLE EARTH, COMPEGPS, IL PORTALE CARTOGRAFICO NAZIONALE … INSOMMA QUALUNQUE COSA CHE GLI CONSENTA DI VISUALIZZARE, PROGETTARE E PROGRAMMARE UN QUALUNQUE PERCORSO IN MTB!!! Anzi, diciamo meglio, bisogna interdirgli tutto tranne il sito di P&G!!!
Vabbè i segnali che la giornata sarebbe andata storta c’erano stati tutti … sono arrivato all’appuntamento con mezz’ora di anticipo ho cannato per ben tre volte di seguito il solitario nell’attesa e il principino si lamentava per il mal di gambe … insomma, avrei dovuto girare la macchina e tornarmene a casa, invece sono scientemente andato incontro al martirio Arriva Mario con la Paloma Blanca ex gold, sfoggia una felpa della FRM che gli è stata donata dal patron in persona, poi ci dice il prezzo della serie sterzo che gli hanno montato … “a Mariè, nun è che te l’ha regalata la felpa, te l’ha fatta pagà in modo diverso!!!” Arrivano Danilo ed Andrea, Enrico non si vede, Mario lo chiama “ahooooooooooo, ‘ndo stai?!?” … “alla macchia!!!” … “ma allora sei rincojonito il casello è prima!!!” … ma eccolo che arriva, stava al cartello dell’area di sosta “La Macchia” che sta una quarantina di kilometri prima Vabbè, si va alla ricerca di un bar per fare colazione, ne troviamo uno, Enrico mi fa “ti va bene, questo, no perché se non è adeguato al tuo rango, ne trovamo n’antro, eh!!!” … “eh, beh, so principe, io” … Mario mi da manforte “c’ha ragione er principe!!!”. Nel bailamme delle ordinazioni prendiamo due caffè in più, uno se lo spara Mario di rinforzo, l’altro rimane a languire sul bancone
Si parte, destinazione Acuto, punto di inizio del giro, in salita, as usual prima su asfalto poi su una cementata, Enrico in testa a guidare il gruppo, io di verifica, Danilo ha una tale cieca fiducia nelle doti di conduzione del gruppo di Enrico da non aver neppure caricato la traccia, fiducia che si rivelerà largamente mal riposta Le avvisaglie si vedono subito, al culmine della cementata parte un sentiero “ma noi andiamo dritti per la cementata”, fa Enrico “naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa …” faccio io, noi dobbiamo prendere il sentiero, la traccia è di la … Enrico, smanetta sul cell. Controlla le mappe raster della Nuova Zelanda con le igm della Nuova Guinea, verifica la triangolazione di Marte, Plutone e Saturno, controlla la posizione del sole e sentenzia “sì, dovemo da fa er sentiero” Ora chiunque conosca le mie capacità di orienteering avrebbe tratto da questa mia performance un presagio di sventura, un giro in cui io do indicazioni, giuste, sul percorso non poteva che andare a finire a puttane!!! Ci incamminiamo sul sentiero, sassoso e scoperto, ma molto bello e panoramico, il Vence glorifica Enrico con continui “hai visto l’amico mio che sentierino che t’ha trovato … guarda che roba, tiè … grande Geppo … questo è terreno carsico ce se po venì pure quanno piove, ecc” la pendenza media non è eccessiva, 6,7%, ma si fatica abbastanza a causa del fondo sassoso Il principino sale senza problemi, il Vence che gli sta dietro fa “ahoooo, non solo pedala come un treno è pure bravo tecnicamente, alza pure la ruota davanti per superare le rocce, ma quando je l’hai dette ste cose” … “Mario, aspè, fammece pensà … beh, nun je l’ho mai dette, l’ha imparate da solo venendo con noi” Comincia il primo fango, Mario prende in braccio la paloma per non farla sporcare e prosegue a piedi, noi ci infanghiamo come maiali … ancora fango, Mario comincia a mettere in dubbio le scelte dell’amico suo, e continua a piedi … incontriamo due autoctonomi che vengono da dove noi stiamo andando e Mario approfitta per chiedere informazioni “ma com’è dopo? È tutta così?” … “si ve piace er fango ve divertite!!!” è la laconica risposta Mario accusa il colpo e comincia a smadonnare a mezza bocca … eccolo il fango vero, dei tratti paludosi in cui si può solo scendere e guadare cercando di infangarsi il meno possibile i piedi … Mario esplode in una serie di espressioni amichevoli nei confronti dell’amico suo, tipo … “a Geppo vaffanculooooooooooooo!!!” e tutta una serie di esternazioni che mettevano in dubbio un po’ tutte le qualità che fino a quel momento aveva riconosciuto ad Enrico …
Tra un guado ed una pedalata su fondo sassoso, arriviamo alla strada … “si prosegue a sinistra su asfalto” fa Enrico … io guardo il gps, zoomo indietro, verifico, per me si va a sinistra ma salendo su per il sentiero … “ma noooooooooooooo, si vede benissimo la strada, guarda il raster, guarda la mappa, guarda i bioritmi, guarda il calendario di frate indovino, guarda …” … “… ehhhhhhhhhhh, guarda ‘a fessa e soretaaaaaaa, si sale su sentiero, punto, la traccia è chiara!!!” forte della prima decisione azzeccata provo ad imporre il mio punto di vista … il principino si schiera con me, per paura di ritorsioni Andrea pure, perché non mi conosce il Vence anche per far dispetto ad Enrico che lo ha fatto sguazzare nel fango, Danilo che sa di cadere dalla padella nella brace, si astiene ed aspetta di sapere per quale strada ci perderemo Enrico vacilla, ricalcola le coordinate celesti, applica il terzo teorema di Pitagora, il quarto segreto di Fatima li interfaccia con la quinta rivelazione di Nostradamus e conclude che sì, effettivamente si deve prendere il sentiero … il gruppo è allo sbando, il momento drammatico, la decisione ferale … seguire le indicazioni di una guida affidabile ma in chiaro stato di catalessi psico-sensoriale oppure affidarsi ad una guida col senso di orientamento di un capodoglio spiaggiato insolitamente ispirato?!? Nel frattempo Mario, avvistata una trattoria su una vicina collinetta, si informa ad urla “ahooooooooooooooo, ma che se magna?!?” torna a riferire ma viene stoppato da Enrico “tanto qui non ci ripassiamo, lassa perde” … della serie le ultime parole famose
Cominciamo a salire sul sentiero, dopo un kilometro di salita al 6,3% di media, spiana continuando in piano in mezzo al bosco, su terreno sassoso. Il principino è gasato e tiene il passo ma il giro è lungo e lo faccio passare davanti per tenerlo sotto controllo e non farlo andare sopra ritmo … ma nessuna buona azione rimane impunita, come vedremo Ci fermiamo a compattare il gruppo ed Andrea arriva trafelato ad avvisarci che Enrico ha spezzato il telaio … lo guardiamo increduli “ma ce stai a pijà per culo, ve?!?” invece no, la sua faccia incredula e contrita ci fa capire che è vero … io e Danilo giriamo le bici e torniamo indietro a vedere cos’è successo, il principino gira la bici anche lui, ma lo inchiodo “’ndoooooo vai tuuuuuuuuu, aspetta qui, il giro è già lungo così senza che ti fai kilometri extra” … e di kilometri si tratta perché Enrico è rimasto parecchio più indietro, tiriamo abbastanza per raggiungerlo prima possibile e lo troviamo che sta per telefonare per avvisarci di continuare da soli che lui torna alla strada a piedi e di li alle macchine Ora, che abbia rotto il telaio una volta ci può stare, ma che a questo abbia praticamente tranciato il tubo orizzontale, alla luce di quello che il giro ci ha riservato dopo, è quanto meno sospetto. Difficile non credere che, consapevole del delirio incontro al quale ci stava guidando, non abbia deliberatamente percosso la povera rockrider con una delle tante pietre a disposizione onde evitare oltre allo strazio anche la litania di improperi che lo avrebbero colto di li a poco Preso atto della situazione, io e Danilo ritorniamo a ricongiungerci al gruppo, comunicando la terrificante notizia … si prosegue, su un percorso sconosciuto, in luoghi che nessuno conosce, senza alcuna indicazione cartacea e con un'unica traccia su gps, il mio!!! Solo il principino, beata ingenuità, conserva l’allegra incoscienza di Attilio Regolo quando gli dissero che si trovava in una botte di ferro, non sapendo ancora che gli avevano taciuto la questione, tutt’altro che marginale, dei chiodi Il resto dei partecipanti esorcizza il terrore in vari modi, dal classico toccarsi i coglioni, al mistico rivolgere gli occhi al cielo, alla più prosaica telefonata di addio ai propri cari
Il sentiero sbuca su bitume, la salita alla Madonna della Pace è su bitume … bene!!! … direte voi, manco perca, dico io perché non è lunga, essendo circa quattro kilometri, non è nemmeno eccessivamente dura, visto che la pendenza media è del 9,9%, ma con un asfalto che sembrava gomma americana sui cui i miei high roller mescola 42 si appiccicavano come carta moschicida, mi sembrava di tirare una roulotte, una cosa bestiale Vista la mal parata, una persona con un minimo di senso di conservazione, si sarebbe messo buono e tranquillo e sarebbe salito di conserva ma io no visto il Vence, davanti, che saliva di buon passo forte della sua paloma bianca gommata leggera, cercavo di rimanere in scia facendo una fatica improba e sperando che la salita spianasse, ma niente, le gambe non ne volevano sapere di girare ed invece di prendere la scia del Vence, venivo inesorabilmente risucchiato prima dal principino, e poi da Danilo ed Andrea, a quel punto so scoppiato … tra un rantolo ed una bestemmia me so fermato per cercare di sciogliere un po’ i muscoli … “non vi fermate andate, andate” … il principino ed Andrea accolgono l’invito e proseguono, Danilo, inguaiato pure lui, rimane con me a formare la mitica coppia Fantozzi-Filini nella coppa Cobram!!! Ma non c’è intesa, non mi da neanche un cambio e mi tocca bestemmiare tutti i santi del paradiso da solo, oltre a Geppo, ovviamente, che era ormai da tempo entrato stabilmente nella mia hit parade degli improperi … arranchiamo faticosamente, due tornanti più sopra il Vence ed il principino assistono increduli, solo uno dei due trova la forza di parlare di fronte ad una scena si raccapricciante … “mi fijo nun me l’ha mai dovuto di che so na segaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” … “Marioooooooooooooooooooo vaffanculoooooooooooooooooooooooooo!!!” … arriviamo più morti che vivi, smonto dalla bici con la voglia di fargli fare la stessa fine di quella di Enrico, il principino mi si avvicina contrito e mi fa “papi, tutto bene?” … ebbene sì, ho allevato una serpe nel mio seno, che magna a cavolo, ma c’ha lo stesso senso dell’umorismo del padre … tutto bene?!? C’ho messo na vita a fa sta salita, so arrivato più morto che vivo e tu mi chiedi se va tutto bene?!? E se andasse … chessò … malino? Stavo già sotto la tenda a ossigeno!!! Mentre riprendo fiato studio una rappresaglia degna dello sgarbo :
1. La bici da domani se la lava, se la lubrifica e se la setta per cavoli suoi … io, al massimo, gliela carico in macchina
2. Divieto assoluto di giocare a warhammer fino a nuovo ordine
3. Ripristino dell’obbligo di deferenza e del VOI nelle conversazioni private, cui aggiungere SIGNOR PRINCIPE in quelle pubbliche
4. Interdizione per un mese dalla XBOX con conseguente accesso libero 24 ore su 24 da parte del genitore
5. Obbligo di scaricare un camion di blocchetti TUTTI i giorni che precedono un’uscita in mtb
Il Vence, vedendomi provato, mi concede l’uso della paloma blanca per sgranchirmi un po’ le gambe … ahhhhhhhhhhhhh … rifiato, pur con le gambe a pezzi ed i piedi che scivolano sui pedali avendo attacchi diversi, si pedala con ben altro costrutto, il Vence inforca la mojo e parte a manetta … “la bici va, sei tu che sei na segaaaaaaaaaaaaaa!!!” … ma dopo una decina di metri … “ahoooooo, ma sta bici c’ha qualcosa, sarà il fango, sembra frenata!!!” … “noneeeeeeeee, il fango c’è ma non è quello so le gomme che si impastano” … proseguiamo insieme fino a scollinare, quello che mi ci voleva per sciogliere i muscoli. Ci fermiamo ad aspettare gli altri e restituisco il mezzo al Vence, non senza rimpianto, rimonto sulla mojo e riparto insieme al principino per avvantaggiarmi un po’ visto il ritmo da cassamortaro che avevo tenuto fino a quel momento Invece, probabilmente a causa della temperatura decisamente più bassa, le gomme scorrono decentemente e riesco a pedalare di buona lena. Il paesaggio è diventato di colpo invernale, la neve è tutto intorno alla strada, sembra il gran premio della montagna della coppa Cobram ma la temperatura non arriva ai 50 gradi sottozero di fantozziana memoria … si pedala da prima con la neve ai bordi della strada, poi la distesa bianca copre anche la sede stradale, proviamo a pedalare ma è impossibile la neve è sfatta e ci si affonda dentro, anche a piedi non è facile proseguire, si sprofonda per almeno venti centimetri e si è costretti a trascinare la bici … dopo qualche improperio di riscaldamento, sparo un paio di raffiche di alleggerimento, seguito da Danilo, che, però, preferisce farle sgorgare dal basso per sfruttare l’effetto … venturi!!! Avanziamo a fatica nella neve, i piedi zuppi e ghiacci ma quello che più di tutto mina il morale della truppa … ehmmm … degli escursionisti, è la consapevolezza di avere me ed il mio gps quale unica fonte di orientamento, una consapevolezza che farebbe tremare i polsi anche un monaco tibetano!!!
Contro ogni pronostico raggiungiamo la Madonna della Pace e la troviamo nera come quella di Cestokova, probabilmente a causa di qualche isolata considerazione sulla sua presunta affinità con un animale, peraltro nobile, da fattoria Il Vence ci sprona ad andare a farci una foto in cima alla croce, bici in spalla, ovviamente … “a Mario ma che sei scemooooooooo?!? Fino a lassù co sto vento gelato trascinando la bici?!?” e mi avvio, Danilo mi guarda e me fa “ahooo, je dici che è scemo, però ce vai!!!” e si incammina pure lui, il principino è subito dietro, Andrea lo segue a ruota. Fatta la foto di rito e messo un giubbino antivento, ci accingiamo a scendere a piedi, ma Danilo si fa prendere dall’entusiasmo e scende le scale in bici, il Vence, fomentato, lo segue, io inforco la bici e sto per scendere la prima rampa quando una vocina mi fa “lassa perde che oggi nun è giornata, per come è andata fino ad ora, come minimo te rompi l’osso del collo, sei pure stanco!!!” … mi convinco e scendo a piedi, il principino idem, Andrea, invece, scende in bici
Tornati al piazzale cerchiamo la strada per scendere, ma è tutto coperto di neve e si fa fatica, ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a ballare, prendo il coraggio a due mani … il coraggio ho detto, depravati!!! … ed indirizzo il gruppo, di scendere in bici non se ne parla, si prosegue a piedi in mezzo alla neve alta e molliccia, il principino si accascia ma la bici non la molla consapevole che l’augusto genitore non avrebbe tirato fuori un euro per rimettergliela a posto dopo l’affronto patito … si limita a depositarla delicatamente sulla neve scivolando insieme a lei, Andrea che ha seguito tutta la scena gli fa “mollala la bici, Alessà, che mica si fa male!!!” Guidati dal mio mirabile senso dell’orientamento ci incamminiamo verso la muraglia cinese ma incappiamo casualmente nella strada che dovremmo seguire!!! … l’idea di trovare la situazione che avevamo appena lasciato ci fa decidere di abortire il giro e tornare da dove eravamo venuti, ripercorriamo la salita della vergogna ma stavolta il grip aiuta a pennellare curve velocissime in appoggio ed in pochi minuti ci ritroviamo all’ingresso del sentiero in cui Geppo aveva somministrato l’estrema unzione alla povera rockrider
Lo imbocchiamo con l’intenzione di percorrerlo fino ad arrivare alla strada che ci porterà a Piglio e, di li, ad Acuto, Andrea che ha i crampi dall’inizio della discesa a piedi nella neve, conduce il gruppo, seguito da Danilo, da me, dal principino e dal Vence che ci informa che Geppo ha avuto una buona idea, la prima della giornata … invece di arrivare in bici fino ad Acuto ci fermiamo a mangiare alla trattoria da cui non penavamo di ripassare, per poi andare ad Acuto in macchina per tornare a riprendere le bici Ho il cambio bloccato sul 32 a causa bel freddo e della neve, credo, quindi ho solo tre rapporti … 44x32, 32x32 e 22x32, siccome le gambe hanno ripreso a girare metto il 44x32 anche se l’incrocio è criminale, il fondo sassoso che ci aveva divertito all’andata adesso è una tortura per il sopra sella, c’ho le chiappe in fiamme appena il sentiero si allarga un filino, parto a mazzetta per arrivare prima possibile mulinando come non avrei mai pensato di poter fare dopo aver sofferto così tanto la salita su bitume … ad oltre 20 km/h ci metto poco ad arrivare, apro il cancelletto ed aspetto gli altri, dopo un po’ arriva il principino, con dietro il Vence e tirano dritto verso la trattoria, dove ci sta aspettando Geppo. Io aspetto un po’ poi li seguo, a seguire arrivano Danilo ed Andrea
La trattoria è a conduzione famigliare, casareccia, il Vence si arruffiana subito la cuoca, garantendoci di essere serviti con un occhio di riguardo, il genero comincia a farci l’elenco dei piatti del giorno, la risposta è sempre la stessa “ci sarebbero le lasagne” … “portale” … “le fettuccine” … “portale” … “gli gnocchi” … “portali” … “i …” … “porta, porta” … “ma non ho ancora detto cosa!!!” … “e tu, portalo lo stesso!!!” Dopo i primi la carne, dopo la carne le ciambelline al vino, i liquori ed il caffè … in un delirio calorico di altissimo livello!!! Il sodalizio è stretto, ci torneremo, magari in primavera, vero Enrì!!!
Enrico porta me, ed il Vence a prendere le macchine e ci ammolla li, l’infame!!! … “ma che non c’aspetti?!?” … “nooooooooooooooooooooooooooo!!!”… recuperiamo gli altri carichiamo le bici e partiamo. Alla fine il garmino, dopo essersi coperto di gloria spuntando voti altissimi in conduzione del gruppo ed orienteering dice che il giro è stato di 37,49 km, il dislivello di 1.003 mt, il tempo pedalato di 5 ore e 47 min, insomma na minchiata direte voi, manco perca dicono le gambe mieeeeeeeeeeeeee!!!
Grazie regà, gran bella pedalata e mega abbuffata, as usual, alla prossima!!!
Lo sostengo da un pezzo, ho lanciato un accorato grido d’allarme dopo l’avventura sul Monte Guardia, ho avuto la conferma ieri … A GEPPO TOCCA LEVAJE GOOGLE MAP, GOOGLE EARTH, COMPEGPS, IL PORTALE CARTOGRAFICO NAZIONALE … INSOMMA QUALUNQUE COSA CHE GLI CONSENTA DI VISUALIZZARE, PROGETTARE E PROGRAMMARE UN QUALUNQUE PERCORSO IN MTB!!! Anzi, diciamo meglio, bisogna interdirgli tutto tranne il sito di P&G!!!
Vabbè i segnali che la giornata sarebbe andata storta c’erano stati tutti … sono arrivato all’appuntamento con mezz’ora di anticipo ho cannato per ben tre volte di seguito il solitario nell’attesa e il principino si lamentava per il mal di gambe … insomma, avrei dovuto girare la macchina e tornarmene a casa, invece sono scientemente andato incontro al martirio Arriva Mario con la Paloma Blanca ex gold, sfoggia una felpa della FRM che gli è stata donata dal patron in persona, poi ci dice il prezzo della serie sterzo che gli hanno montato … “a Mariè, nun è che te l’ha regalata la felpa, te l’ha fatta pagà in modo diverso!!!” Arrivano Danilo ed Andrea, Enrico non si vede, Mario lo chiama “ahooooooooooo, ‘ndo stai?!?” … “alla macchia!!!” … “ma allora sei rincojonito il casello è prima!!!” … ma eccolo che arriva, stava al cartello dell’area di sosta “La Macchia” che sta una quarantina di kilometri prima Vabbè, si va alla ricerca di un bar per fare colazione, ne troviamo uno, Enrico mi fa “ti va bene, questo, no perché se non è adeguato al tuo rango, ne trovamo n’antro, eh!!!” … “eh, beh, so principe, io” … Mario mi da manforte “c’ha ragione er principe!!!”. Nel bailamme delle ordinazioni prendiamo due caffè in più, uno se lo spara Mario di rinforzo, l’altro rimane a languire sul bancone
Si parte, destinazione Acuto, punto di inizio del giro, in salita, as usual prima su asfalto poi su una cementata, Enrico in testa a guidare il gruppo, io di verifica, Danilo ha una tale cieca fiducia nelle doti di conduzione del gruppo di Enrico da non aver neppure caricato la traccia, fiducia che si rivelerà largamente mal riposta Le avvisaglie si vedono subito, al culmine della cementata parte un sentiero “ma noi andiamo dritti per la cementata”, fa Enrico “naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa …” faccio io, noi dobbiamo prendere il sentiero, la traccia è di la … Enrico, smanetta sul cell. Controlla le mappe raster della Nuova Zelanda con le igm della Nuova Guinea, verifica la triangolazione di Marte, Plutone e Saturno, controlla la posizione del sole e sentenzia “sì, dovemo da fa er sentiero” Ora chiunque conosca le mie capacità di orienteering avrebbe tratto da questa mia performance un presagio di sventura, un giro in cui io do indicazioni, giuste, sul percorso non poteva che andare a finire a puttane!!! Ci incamminiamo sul sentiero, sassoso e scoperto, ma molto bello e panoramico, il Vence glorifica Enrico con continui “hai visto l’amico mio che sentierino che t’ha trovato … guarda che roba, tiè … grande Geppo … questo è terreno carsico ce se po venì pure quanno piove, ecc” la pendenza media non è eccessiva, 6,7%, ma si fatica abbastanza a causa del fondo sassoso Il principino sale senza problemi, il Vence che gli sta dietro fa “ahoooo, non solo pedala come un treno è pure bravo tecnicamente, alza pure la ruota davanti per superare le rocce, ma quando je l’hai dette ste cose” … “Mario, aspè, fammece pensà … beh, nun je l’ho mai dette, l’ha imparate da solo venendo con noi” Comincia il primo fango, Mario prende in braccio la paloma per non farla sporcare e prosegue a piedi, noi ci infanghiamo come maiali … ancora fango, Mario comincia a mettere in dubbio le scelte dell’amico suo, e continua a piedi … incontriamo due autoctonomi che vengono da dove noi stiamo andando e Mario approfitta per chiedere informazioni “ma com’è dopo? È tutta così?” … “si ve piace er fango ve divertite!!!” è la laconica risposta Mario accusa il colpo e comincia a smadonnare a mezza bocca … eccolo il fango vero, dei tratti paludosi in cui si può solo scendere e guadare cercando di infangarsi il meno possibile i piedi … Mario esplode in una serie di espressioni amichevoli nei confronti dell’amico suo, tipo … “a Geppo vaffanculooooooooooooo!!!” e tutta una serie di esternazioni che mettevano in dubbio un po’ tutte le qualità che fino a quel momento aveva riconosciuto ad Enrico …
Tra un guado ed una pedalata su fondo sassoso, arriviamo alla strada … “si prosegue a sinistra su asfalto” fa Enrico … io guardo il gps, zoomo indietro, verifico, per me si va a sinistra ma salendo su per il sentiero … “ma noooooooooooooo, si vede benissimo la strada, guarda il raster, guarda la mappa, guarda i bioritmi, guarda il calendario di frate indovino, guarda …” … “… ehhhhhhhhhhh, guarda ‘a fessa e soretaaaaaaa, si sale su sentiero, punto, la traccia è chiara!!!” forte della prima decisione azzeccata provo ad imporre il mio punto di vista … il principino si schiera con me, per paura di ritorsioni Andrea pure, perché non mi conosce il Vence anche per far dispetto ad Enrico che lo ha fatto sguazzare nel fango, Danilo che sa di cadere dalla padella nella brace, si astiene ed aspetta di sapere per quale strada ci perderemo Enrico vacilla, ricalcola le coordinate celesti, applica il terzo teorema di Pitagora, il quarto segreto di Fatima li interfaccia con la quinta rivelazione di Nostradamus e conclude che sì, effettivamente si deve prendere il sentiero … il gruppo è allo sbando, il momento drammatico, la decisione ferale … seguire le indicazioni di una guida affidabile ma in chiaro stato di catalessi psico-sensoriale oppure affidarsi ad una guida col senso di orientamento di un capodoglio spiaggiato insolitamente ispirato?!? Nel frattempo Mario, avvistata una trattoria su una vicina collinetta, si informa ad urla “ahooooooooooooooo, ma che se magna?!?” torna a riferire ma viene stoppato da Enrico “tanto qui non ci ripassiamo, lassa perde” … della serie le ultime parole famose
Cominciamo a salire sul sentiero, dopo un kilometro di salita al 6,3% di media, spiana continuando in piano in mezzo al bosco, su terreno sassoso. Il principino è gasato e tiene il passo ma il giro è lungo e lo faccio passare davanti per tenerlo sotto controllo e non farlo andare sopra ritmo … ma nessuna buona azione rimane impunita, come vedremo Ci fermiamo a compattare il gruppo ed Andrea arriva trafelato ad avvisarci che Enrico ha spezzato il telaio … lo guardiamo increduli “ma ce stai a pijà per culo, ve?!?” invece no, la sua faccia incredula e contrita ci fa capire che è vero … io e Danilo giriamo le bici e torniamo indietro a vedere cos’è successo, il principino gira la bici anche lui, ma lo inchiodo “’ndoooooo vai tuuuuuuuuu, aspetta qui, il giro è già lungo così senza che ti fai kilometri extra” … e di kilometri si tratta perché Enrico è rimasto parecchio più indietro, tiriamo abbastanza per raggiungerlo prima possibile e lo troviamo che sta per telefonare per avvisarci di continuare da soli che lui torna alla strada a piedi e di li alle macchine Ora, che abbia rotto il telaio una volta ci può stare, ma che a questo abbia praticamente tranciato il tubo orizzontale, alla luce di quello che il giro ci ha riservato dopo, è quanto meno sospetto. Difficile non credere che, consapevole del delirio incontro al quale ci stava guidando, non abbia deliberatamente percosso la povera rockrider con una delle tante pietre a disposizione onde evitare oltre allo strazio anche la litania di improperi che lo avrebbero colto di li a poco Preso atto della situazione, io e Danilo ritorniamo a ricongiungerci al gruppo, comunicando la terrificante notizia … si prosegue, su un percorso sconosciuto, in luoghi che nessuno conosce, senza alcuna indicazione cartacea e con un'unica traccia su gps, il mio!!! Solo il principino, beata ingenuità, conserva l’allegra incoscienza di Attilio Regolo quando gli dissero che si trovava in una botte di ferro, non sapendo ancora che gli avevano taciuto la questione, tutt’altro che marginale, dei chiodi Il resto dei partecipanti esorcizza il terrore in vari modi, dal classico toccarsi i coglioni, al mistico rivolgere gli occhi al cielo, alla più prosaica telefonata di addio ai propri cari
Il sentiero sbuca su bitume, la salita alla Madonna della Pace è su bitume … bene!!! … direte voi, manco perca, dico io perché non è lunga, essendo circa quattro kilometri, non è nemmeno eccessivamente dura, visto che la pendenza media è del 9,9%, ma con un asfalto che sembrava gomma americana sui cui i miei high roller mescola 42 si appiccicavano come carta moschicida, mi sembrava di tirare una roulotte, una cosa bestiale Vista la mal parata, una persona con un minimo di senso di conservazione, si sarebbe messo buono e tranquillo e sarebbe salito di conserva ma io no visto il Vence, davanti, che saliva di buon passo forte della sua paloma bianca gommata leggera, cercavo di rimanere in scia facendo una fatica improba e sperando che la salita spianasse, ma niente, le gambe non ne volevano sapere di girare ed invece di prendere la scia del Vence, venivo inesorabilmente risucchiato prima dal principino, e poi da Danilo ed Andrea, a quel punto so scoppiato … tra un rantolo ed una bestemmia me so fermato per cercare di sciogliere un po’ i muscoli … “non vi fermate andate, andate” … il principino ed Andrea accolgono l’invito e proseguono, Danilo, inguaiato pure lui, rimane con me a formare la mitica coppia Fantozzi-Filini nella coppa Cobram!!! Ma non c’è intesa, non mi da neanche un cambio e mi tocca bestemmiare tutti i santi del paradiso da solo, oltre a Geppo, ovviamente, che era ormai da tempo entrato stabilmente nella mia hit parade degli improperi … arranchiamo faticosamente, due tornanti più sopra il Vence ed il principino assistono increduli, solo uno dei due trova la forza di parlare di fronte ad una scena si raccapricciante … “mi fijo nun me l’ha mai dovuto di che so na segaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” … “Marioooooooooooooooooooo vaffanculoooooooooooooooooooooooooo!!!” … arriviamo più morti che vivi, smonto dalla bici con la voglia di fargli fare la stessa fine di quella di Enrico, il principino mi si avvicina contrito e mi fa “papi, tutto bene?” … ebbene sì, ho allevato una serpe nel mio seno, che magna a cavolo, ma c’ha lo stesso senso dell’umorismo del padre … tutto bene?!? C’ho messo na vita a fa sta salita, so arrivato più morto che vivo e tu mi chiedi se va tutto bene?!? E se andasse … chessò … malino? Stavo già sotto la tenda a ossigeno!!! Mentre riprendo fiato studio una rappresaglia degna dello sgarbo :
1. La bici da domani se la lava, se la lubrifica e se la setta per cavoli suoi … io, al massimo, gliela carico in macchina
2. Divieto assoluto di giocare a warhammer fino a nuovo ordine
3. Ripristino dell’obbligo di deferenza e del VOI nelle conversazioni private, cui aggiungere SIGNOR PRINCIPE in quelle pubbliche
4. Interdizione per un mese dalla XBOX con conseguente accesso libero 24 ore su 24 da parte del genitore
5. Obbligo di scaricare un camion di blocchetti TUTTI i giorni che precedono un’uscita in mtb
Il Vence, vedendomi provato, mi concede l’uso della paloma blanca per sgranchirmi un po’ le gambe … ahhhhhhhhhhhhh … rifiato, pur con le gambe a pezzi ed i piedi che scivolano sui pedali avendo attacchi diversi, si pedala con ben altro costrutto, il Vence inforca la mojo e parte a manetta … “la bici va, sei tu che sei na segaaaaaaaaaaaaaa!!!” … ma dopo una decina di metri … “ahoooooo, ma sta bici c’ha qualcosa, sarà il fango, sembra frenata!!!” … “noneeeeeeeee, il fango c’è ma non è quello so le gomme che si impastano” … proseguiamo insieme fino a scollinare, quello che mi ci voleva per sciogliere i muscoli. Ci fermiamo ad aspettare gli altri e restituisco il mezzo al Vence, non senza rimpianto, rimonto sulla mojo e riparto insieme al principino per avvantaggiarmi un po’ visto il ritmo da cassamortaro che avevo tenuto fino a quel momento Invece, probabilmente a causa della temperatura decisamente più bassa, le gomme scorrono decentemente e riesco a pedalare di buona lena. Il paesaggio è diventato di colpo invernale, la neve è tutto intorno alla strada, sembra il gran premio della montagna della coppa Cobram ma la temperatura non arriva ai 50 gradi sottozero di fantozziana memoria … si pedala da prima con la neve ai bordi della strada, poi la distesa bianca copre anche la sede stradale, proviamo a pedalare ma è impossibile la neve è sfatta e ci si affonda dentro, anche a piedi non è facile proseguire, si sprofonda per almeno venti centimetri e si è costretti a trascinare la bici … dopo qualche improperio di riscaldamento, sparo un paio di raffiche di alleggerimento, seguito da Danilo, che, però, preferisce farle sgorgare dal basso per sfruttare l’effetto … venturi!!! Avanziamo a fatica nella neve, i piedi zuppi e ghiacci ma quello che più di tutto mina il morale della truppa … ehmmm … degli escursionisti, è la consapevolezza di avere me ed il mio gps quale unica fonte di orientamento, una consapevolezza che farebbe tremare i polsi anche un monaco tibetano!!!
Contro ogni pronostico raggiungiamo la Madonna della Pace e la troviamo nera come quella di Cestokova, probabilmente a causa di qualche isolata considerazione sulla sua presunta affinità con un animale, peraltro nobile, da fattoria Il Vence ci sprona ad andare a farci una foto in cima alla croce, bici in spalla, ovviamente … “a Mario ma che sei scemooooooooo?!? Fino a lassù co sto vento gelato trascinando la bici?!?” e mi avvio, Danilo mi guarda e me fa “ahooo, je dici che è scemo, però ce vai!!!” e si incammina pure lui, il principino è subito dietro, Andrea lo segue a ruota. Fatta la foto di rito e messo un giubbino antivento, ci accingiamo a scendere a piedi, ma Danilo si fa prendere dall’entusiasmo e scende le scale in bici, il Vence, fomentato, lo segue, io inforco la bici e sto per scendere la prima rampa quando una vocina mi fa “lassa perde che oggi nun è giornata, per come è andata fino ad ora, come minimo te rompi l’osso del collo, sei pure stanco!!!” … mi convinco e scendo a piedi, il principino idem, Andrea, invece, scende in bici
Tornati al piazzale cerchiamo la strada per scendere, ma è tutto coperto di neve e si fa fatica, ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a ballare, prendo il coraggio a due mani … il coraggio ho detto, depravati!!! … ed indirizzo il gruppo, di scendere in bici non se ne parla, si prosegue a piedi in mezzo alla neve alta e molliccia, il principino si accascia ma la bici non la molla consapevole che l’augusto genitore non avrebbe tirato fuori un euro per rimettergliela a posto dopo l’affronto patito … si limita a depositarla delicatamente sulla neve scivolando insieme a lei, Andrea che ha seguito tutta la scena gli fa “mollala la bici, Alessà, che mica si fa male!!!” Guidati dal mio mirabile senso dell’orientamento ci incamminiamo verso la muraglia cinese ma incappiamo casualmente nella strada che dovremmo seguire!!! … l’idea di trovare la situazione che avevamo appena lasciato ci fa decidere di abortire il giro e tornare da dove eravamo venuti, ripercorriamo la salita della vergogna ma stavolta il grip aiuta a pennellare curve velocissime in appoggio ed in pochi minuti ci ritroviamo all’ingresso del sentiero in cui Geppo aveva somministrato l’estrema unzione alla povera rockrider
Lo imbocchiamo con l’intenzione di percorrerlo fino ad arrivare alla strada che ci porterà a Piglio e, di li, ad Acuto, Andrea che ha i crampi dall’inizio della discesa a piedi nella neve, conduce il gruppo, seguito da Danilo, da me, dal principino e dal Vence che ci informa che Geppo ha avuto una buona idea, la prima della giornata … invece di arrivare in bici fino ad Acuto ci fermiamo a mangiare alla trattoria da cui non penavamo di ripassare, per poi andare ad Acuto in macchina per tornare a riprendere le bici Ho il cambio bloccato sul 32 a causa bel freddo e della neve, credo, quindi ho solo tre rapporti … 44x32, 32x32 e 22x32, siccome le gambe hanno ripreso a girare metto il 44x32 anche se l’incrocio è criminale, il fondo sassoso che ci aveva divertito all’andata adesso è una tortura per il sopra sella, c’ho le chiappe in fiamme appena il sentiero si allarga un filino, parto a mazzetta per arrivare prima possibile mulinando come non avrei mai pensato di poter fare dopo aver sofferto così tanto la salita su bitume … ad oltre 20 km/h ci metto poco ad arrivare, apro il cancelletto ed aspetto gli altri, dopo un po’ arriva il principino, con dietro il Vence e tirano dritto verso la trattoria, dove ci sta aspettando Geppo. Io aspetto un po’ poi li seguo, a seguire arrivano Danilo ed Andrea
La trattoria è a conduzione famigliare, casareccia, il Vence si arruffiana subito la cuoca, garantendoci di essere serviti con un occhio di riguardo, il genero comincia a farci l’elenco dei piatti del giorno, la risposta è sempre la stessa “ci sarebbero le lasagne” … “portale” … “le fettuccine” … “portale” … “gli gnocchi” … “portali” … “i …” … “porta, porta” … “ma non ho ancora detto cosa!!!” … “e tu, portalo lo stesso!!!” Dopo i primi la carne, dopo la carne le ciambelline al vino, i liquori ed il caffè … in un delirio calorico di altissimo livello!!! Il sodalizio è stretto, ci torneremo, magari in primavera, vero Enrì!!!
Enrico porta me, ed il Vence a prendere le macchine e ci ammolla li, l’infame!!! … “ma che non c’aspetti?!?” … “nooooooooooooooooooooooooooo!!!”… recuperiamo gli altri carichiamo le bici e partiamo. Alla fine il garmino, dopo essersi coperto di gloria spuntando voti altissimi in conduzione del gruppo ed orienteering dice che il giro è stato di 37,49 km, il dislivello di 1.003 mt, il tempo pedalato di 5 ore e 47 min, insomma na minchiata direte voi, manco perca dicono le gambe mieeeeeeeeeeeeee!!!
Grazie regà, gran bella pedalata e mega abbuffata, as usual, alla prossima!!!
emmeddì- Capo Cazzaro
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Re: I resoconti semiseri di emmeddì
MONTI SIBILLINI - VALLE LUNGA (22.08.2010)
Ci vorranno un paio d’ore abbondanti per arrivare a Castelsantangelo, l’appuntamento con geppo è alle 6.30 sotto casa, je la dovremmo fa. Alle 6.20 sono seduto di fuori al bar facendo un solitario … ma non viene ed è un brutto segno, considerando che ho una percentuale di successi del 63,23456% mi gratto le balle per scaramanzia e do una pacchetta alle ossa a rischio per tranquillizzarle, proprio mentre arriva zio geppo. Prendiamo il caffè, carichiamo la sua bici e partiamo in linea con la tabella di marcia. Il viaggio si srotola pigramente quando squilla il cell, è il vence … “che fate?!?” … “’ndo state?!?” … La prima domanda è facile e zio geppo risponde facile ma creativo, inanellando una serie di immagini pittoresche al limite del bucolico, ma non nel senso paesaggistico del termine segue un fitto scambio di coordinate satellitari, interpolate con immagini 3d di tutta l’Italia centrale e supportate da curvature geostazionarie della crosta terrestre che, purtroppo, non riescono a triangolare la nostra posizione, d’altra parte è il minimo che può succedere quando uno parla in ANALogico e l’altro gli risponde in digitale. Alla fine i due trovano una piattaforma comune identificando un bar sulla valnerina Ci arriviamo in un quarto d’ora, parcheggiamo, zio geppo rischia di farsi ammazzare ancora prima di scendere, ma riusciamo ad entrare illesi. La combriccola è già intenta a gozzovigliare … “questo è il tottero!!!” mi fa il vence … “ciao, Francesco” … c’è anche Stefano … “che nick hai sul forum, io vi conosco così” … dubito, ma … “md” … “ahhhh sì” e mi fa il classico sorriso di chi in realtà avrebbe voluto dire “md?!? E chi c….o sei?!?” Il tottero assiste, interessato unicamente a mettere insieme le ordinazioni in tempo utile. E’ da un’escursione a piedi sul Gennargentu che diffido delle guide che non hanno la struttura di un Indiana Jones o, che so, di un Tarzan, nel caso specifico il fisico era quello di Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, sì, insomma Cico, l’aiutante di zagor tant’è che dopo averlo visto avevo preso delle corde con cui mettere insieme una barella con cui riportarlo a valle Il maledetto, invece, saltava tra le rocce meglio dei mufloni che eravamo andati a fotografare, facendomi arrivare molto vicino alla tumulazione in loco I racconti sul tottero, sono molto poco rassicuranti, il ghigno dipinto sul suo volto e la luce sinistra nei suoi occhi lo sono ancora meno, ma tant’è, ormai sono in ballo Fortuna che almeno uno dei partecipanti ha un aspetto rassicurante, ed anche piuttosto grazioso … no, no, nessun outing, sono un talebano del taglio classico … il partecipante è UNA partecipante … il vence fa gli onori di casa … “lei è Alberta … fiacca” … entriamo subito nel vivo, improvvisando una conferenza stanza sui poteri taumaturgici del power balance … geppo è interessato agli effetti sulla sua vertebra operata, il vence all’aumento delle prestazioni … cerco di fargli capire che non ci riferisce a quelle sessuali, ma senza successo, esce dal bar col sorrisetto di un bimbo che ha appena scoperto la cioccolata
Partiamo alla volta di Castelsantangelo, anzi no, il tottero ci devia verso Frontignano, arrivando su vedo delle bici, tutte da dh, l’abbigliamento è quello tipico delle discese a vita persa mi guardo intorno smarrito, me sa tanto che m’hanno inc….o zio geppo non si è portato nulla, ma la cosa non mi tranquillizza, semplicemente perché lui NON c’ha nulla, il tottero anche procede ad una vestizione classica, il vence e fiacca tirano fuori gomitiere e ginocchiere … il vence si avvicina e mi fa “te lo sei portato tu il casco integrale?!?” … vabbè, mi sta prendendo per il culo, penso, invece lo guardo negli occhi e capisco che è serio … maròòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò … questi so matti!!! Le mie ossa cominciano a scricchiolare solo al pensiero di quello che mi aspetta emettendo il classico suono degli acchiappasogni indiani, insomma l’incubo ha inizio :loll: :loll: :loll: Andiamo a fare i biglietti, chiedo a Stefano … “il biglietto lo faccio solo andata o andata e ritorno?” … lui mi guarda e mi risponde, e già questo è strano, ma mi risponde serio “beh, no, solo andata!!!” Ma forse mi conosce meglio di me, perché arrivato ad un certo punto l’idea di scendere in seggiovia non mi sembrerà più tanto assurda!!!
La colonna marchigiana della missione ha pensato bene di scaldarsi un pochino su bitume salendo in bici anziché in auto quindi decidiamo di cominciare ad andare, in salita, as usual, di fronte a noi un rampone della madonna, ma dopo una trentina di metri giriamo a sinistra per andare a prendere la seggiovia, per fortuna Il meccanismo è quello classico, seggiolino per una persona e bici agganciata per la ruota anteriore, partono tutti, uno dopo l’altro, arriva il turno del vence … bici agganciata come da manuale, che parte da sola, però, e questo “no è belo” come direbbe un’amica mia il vence la raggiunge con un balzo, ma lo zaino gli chiude la barra di sicurezza e non riesce a sedersi, gattona per qualche metro alla ricerca di uno spiraglio ma niente :loll: … l’addetto, impietosito da una scena così straziante, si muove a compassione … cciiisuaaaa … e rallenta la seggiovia dando modo al vence di superare l’impasse e recuperare il suo posto al fianco dell’adorata tomac Partiamo anche noi, facendo tesoro della vicissitudine del vence ed arriviamo in cima, il panorama è strepitoso in tutte le direzioni e ci ripaga della fatica fatta per raggiungerla …
Il vence tira fuori una cartina talmente vecchia che viene ancora rappresentato il confine con lo Stato Pontificio ma sapientemente plastificata in casa con circa sei metri quadri di scotch!!! Si mette a discutere col tottero di creste, gole, cime, valli … lo guardo atterrito … pensavo che i biker più sciroccati con cui potessi uscire fossero zio geppo ed il vence, ma il tottero je da na pistaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Questo è matto sul serio!!! :loll: :loll: :loll: Però una cosa ci accomuna, il fatto che entrambi viviamo la mtb a 360°, l’unica cosa in cui ci differenziamo è il verso … eh sì, perché lui lo intende in orizzontale, mentre a me il 360° riesce benissimo in verticale :loll: :loll: :loll: Si parte, in salita, as usual, la pendenza è nella norma ma si pedala sulla classica pietraia di alta montagna a circa 2.000 mt quindi si fatica comunque, anche perché nell’ultimo tratto prima di arrivare alla sella si supera il 20% … di fronte a noi una rampona micidiale … “ma si fa in sella?!?” il tottero risponde per tutti … “tu fa come ti pare, io spingo!!!” … un vero leader sa come tenere unito il gruppo!!! Ed anche quelli che, come me, erano già pronti a sputare sangue nell’estremo tentativo di immolarsi per raggiungere la vetta, tirano un sospiro di sollievo Tutti tranne uno … Stefano!!! … parte in preda ad un raptus mistico prima di avere il tempo di fermarlo … ha già attaccato la madre di tutte le salite quando riusciamo ad allertare l’unità coronarica e l’eliambulanza :loll: :loll: :loll: ma va su, imperterrito, senza un cedimento, lo vediamo farsi sempre più piccolo ma pedala ancora. A circa metà salita la possibilità che arrivi vivo alla vetta viene pagata a 30, quella che gli venga un enfisema polmonare a 10, quella che si cominci a chiedere “ma sarò scemo a fa sta cosa?!?” a 5 … ed infatti, a ¾ dell’ascesa scende dalla bici … c’è chi tira un sospiro di sollievo per non doverlo portare a valle in spalla, chi tira la bici di sotto sentendosi inadeguato di fronte a cotanta impresa e chi, come me, si mette a spingere consapevole del fatto che per fare una cosa del genere dovrebbe pesare come minimo la metà!!!
Arrivati in vista della sella, si rimettono le chiappe sulla bici, la cima è vicina, il tottero, posizionato sul cucuzzolo, ci sprona a superarlo di slancio con un “si fa, si fa!!!” Pur se la conoscenza è recente, ho assolutamente chiaro il fatto che se qualcuno si fa, quel qualcuno è lui!!! :loll: Quindi procedo con cautela, do, guardingo, le ultima pedalate … tutto bene … comincio a credere che un bagliore di lucidità abbia attraversato la mente obnubilata dall’OMC del tottero, quando scavallo il cucuzzulo e mi trovo di fronte ad un incrocio di rocce a doppia croce uncinata ma è troppo tardi per fermarsi e mi butto giù, qualche braccio lo evito in slalom, su qualcuno passo sopra … la mojo che scalcia come un somaro tarantolato, ma arrivo giù sano e salvo!!! Istinto di sopravvivenza batte tecnica di guida 2 a 0!!! :loll: :loll: :loll:
Arriviamo all’inizio della discesa, provo a chiedere al tottero “com’è?!? È tosta?!?” temendo la risposta “bohhhh, non lo so, non l’ha mai fatta nessuno!!!” il bagliore passa di nuovo nei suoi occhi, ma non è di lucidità, no no … è di follia pura, di quelle che un tempo gli avrebbero garantito una camicia molto attillata ed una stanza con pareti moltooooooooooooo morbide … maledico Basaglia e la sua Legge … “ma se non l’ha mai fatta nessuno, ci sarà un motivo noooooooooooooooooooo!!!” Ma l’essere mitologico, metà uomo e metà Giant non sente ragioni e con un ghigno si butta giù, c’è chi lo segue per convinzione, chi per dedizione e chi, come me, perché non ha la più pallida idea di dove altro potrebbe andare Si scende a vista su pratoni di quelli che hanno il simpatico vezzo di nascondere in mezzo alla tenera erbetta dei duri pietroni su cui impuntarsi e cappottare è un attimo … scendo colle chiappe praticamente sulla ruota posteriore, col peso talmente dietro che la ruota davanti fatica a toccare per terra … fatico come un somaro e sbuffo come un mantice ma riesco a d evitare il cappottamento una decina di volte :hovinto: , il vence, davanti a me, si distrae un attimo e si impunta adagiandosi mollemente sul prato manco fosse Paolina Bonaparte :loll: … passando cerco di darmi un tono e vado giù in slalom tra le rocce col vence che si lascia andare ad un “anvedi come scende l’amico mio!!!” ma prendo un po’ troppa velocità, perdo aderenza sul brecciolino con l’anteriore e mi “appoggio” ma molto meno mollemente del vence, di costola su un bel pietrone … mi aspetto il classico “crack” inequivocabile segnale della rottura di una costola, ma fortunatamente non arriva, mi rimetto in sella un po’ indolenzito e finisco lo slalom arrivando al poggetto dove il tottero scruta la valle alla ricerca di un passaggio … sicuro, direte voi … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa l’insano amore per gli scarupi lo porta a trovare quello più incasinato … anche se l’inizio promette bene … una specie di pratino al’inglese, in cui le pietre sporgono quanto basta per scendere divertendosi a zigzagare … “tiè guarda che pratino che v’ho preparatooooooooooo!!!” … è il tottero, che, manco a dillo, gasato come una marmotta in calore assiste ai nostri passaggi Sto per rilassarmi, pregustando una bella discesa guidata, quando girata una curva mi trovo davanti una pietraia allucinante, un festival di pietroni smossi che appena ci passi sopra scivolano da tutte le parti, costringendoci ad una interminabile serie di sterzate e controsterzate per rimanere in piedi, oltretutto in velocità, perché passare piano è impossibile … per fortuna non è lunghissima e passiamo senza danni, ma giocandoci parecchi jolly
Troviamo un sentiero che passa nel bosco e porta a valle, finalmente, e ci buttiamo giù a capofitto, io dietro al vence che, conscio del pericolo, scende a mazzetta, in un baleno siamo dietro a monster il quale, all’oscuro della mia trista fama si ferma per togliere un rametto che gli si era infilato tra la ruota ed il telaio … il vence inchioda in una nuvola di rami foglie e terriccio, io mi attacco ai freni, la hr davanti tiene botta e si aggrappa al terreno nell’estremo tentativo di evitare una tragedia annunciata, l’ardent dietro si blocca, la bici comincia a scodare controsterzo più di una volta per rimetterla dritta alleggerendo la pressione ed alla fine riesco a fermarmi una manciata di centimetri prima di porre fine alle vite dei due malcapitati … il vence ben consapevole del rischio mortale appena corso … “ahooooo, ma che sei matto a fermatte così!!!” … “se non mi fermavo subito rischiavo di rompere qualcosa” … “e c’hai ragione, ma se non avessimo freni potenti e riflessi pronti ce sarebbero voluti i pompieri per estrarti dalle lamiere contorte!!!” Arriviamo alla fonte e ci rilassiamo con una breve pausa spuntino, tutti al sole, tranne due … io e zio geppo, as usual refrattari al sole for ever!!! :loll: :loll: :loll:
Si riparte, l’incubo di passo cattivo incombe la pattuglia di testa parte incitata dal tottero, io mi attardo con i fratelli anconetani e Alberta, mentre il vence corona la spasmodica ricerca di un posto appartato dove ... partorire :loll: :loll: :loll: Dopo le prime rampe di assaggio, e che assaggio!!! io e gli anconetan’s brothers ci fermiamo ad ingurgitare ossigeno quando ecco che arriva Alberta “grazie” esclama radiosa ... non siamo in grado di proferire parola ma la fissiamo in tono interrogativo tant’è che si sente in dovere di aggiungere ”sì, insomma, grazie per avermi aspettata“ … colgo al balzo l’occasione di fare un figurone a costo zero e taccio annuendo benevolmente ma i miei giovani ed inesperti compagni di sventura ancora non avezzi a tutta quella serie di piccole bugie che permettono ad un uomo di sopravvivere al rapporto con le donne :loll: :loll: :loll: di rimando “ma veramente non ci siamo fermati ad aspettarti ma perché non ce la facevamo più” sicuri che la loro schiettezza sarebbe stata apprezzata benedetti ragazzi, che errore strategico, quasi come scendere uno scarupo con me dietro … ed infatti, Alberta sospira a mezza bocca un “ahhhhhhhh …” che mette una pietra tombale sulle nostre nomine a cavalieri della tavola rotonda
Riprendiamo a salire, molto tranquilli, siamo stati avvisati sulla durezza della salita, quindi procediamo di conserva, anche se il terreno non è infame come mi era stato descritto e si prosegue nel bosco come piace a me, ma la pendenza si fa sentire, o meglio mi urla nelle orecchie ad ogni pedalata, il sangue scorre come birra all’oktoberfest ritroviamo zio geppo che ha saggiamente accannato la pattuglia degli scalatori per fisico per accasarsi con quella degli scalatori per scelta … degli altri!!! … il vence non è presente in nessuno dei due gruppi “sta avanti” … “ma no non l’ho visto, sta dietro” … la maldicenza affiora “di solito gli piace stare … in mezzo” … batte la lingua sul tamburo :loll: … proprio mentre compare il vence, che ci illustra i motivi del suo ritardo e del suo ritrovato peso forma, tacendo i particolari, per fortuna Dopo aver disquisito sulla distanza fatta per avere un’idea su quella ancora da fare, ci troviamo d’accordo sul fatto che siamo più o meno a metà strada, ed è una di quelle notizie che non sai se considerare buone o cattive Ma non passa molto che, per me, diventa una cattiva notizia, anzi pessima le gambe si inchiodano, non ne vogliono più sapere di girare, fatico anche a tenere velocità nell’ordine dei 5 km/h, la sensazione è quella di aver fuso il motore … siamo intorno ai tre chilometri e mezzo, ne mancano ancora due al valico, mi appare Filini che mi incita “vadi ragioniere vadi!!!” … poi Gesù di Nazareth che mi offre la sua mangiatoia per riposare … poi un vecchietto molto autoritario che mi mostra un KTM 650 e mi urla “in hoc signo vinces!!!” … vabbè, faccio un po’ di strada a piedi così mi sciolgo i muscoli … ma è una pia illusione nel senso che appena provo a rimontare in sella me la pijo ‘n der c…. :loll: :loll: :loll: le gambe non ne vogliono sapere, riscendo ma fatico anche a piedi perché adesso il fondo è quello odioso di cui mi avevano parlato, molto ma molto simile a quello della salita di sette chilometri affrontata nel giro di Roccacalascio ma qui la pendenza è un'altra cosa visto che quella media sarà del 12,6% per quasi 6 km … è la fine, la debacle stavolta la salita vince a mani basse, arranco faticosamente con i quadricipiti al limite dei crampi, nei brevi tratti in cui la salita spiana al di sotto del 10% mi rimetto a pedalare, ma appena la strada ricomincia a salire sono costretto a desistere … sarà stata l’inattività vacanziera cui non ero più abituato sarà stato l’aver voluto provare un gommone gripposo al posteriore oppure la tensione accumulata in discesa ma la salita che, di solito, mi piace, si trasforma in un calvario con stazioni ad ogni tornante, litanie liturgiche incluse loll: :loll: :loll: Carramba che totterata, inizia la minkiagita!!! :loll: :loll: :loll: Rimpiango di non aver fatto testamento e per ingannare il tempo comincio a farlo a partire da quello biologico, e sì perché visto l’andazzo le possibilità che una volta arrivato venga intubato e riportato a valle sono parecchie, quindi meglio fare chiarezza e cominciare a dire che voglio essere cremato e voglio che le mie ceneri vengano sparse AL MARE … HAI CAPITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO … AL MAREEEEEEEEEEEEEEEE AL LIVELLO DEL MAREEEEEEEEEEEEEEEEE, CIOE’ O METRI!!! Niente montagne, niente colline e neanche pianure, perché le salite cominciano sempre con una pianura, poi con un falsopiano poi con dei tratti vallonati alla tottero e poi … zac … te lo ritrovi nel posteriore e ti tocca sputare sangue fino a data da destinarsi!!! Eh nooooooooooooooooo, m’avete fregato da vivo ma da morto me vojo prende una bella rivincita!!! Vabbè, ma prima de esse caramellato, famme vedè se c’è qualche organo che può essere utilmente riciclato a favore della comunità … mumble mumble … allora, il cervello no, perché se funzionasse adesso non mi troverei in questa situazione … le gambe, il cuore e i polmoni no, perché ci sono in questa situazione, il fegato sì, cacchio perché chiunque si faccia convincere a seguire il tottero in una “gita” di questo genere, di fegato ne ha da vendere!!! Tra un’imprecazione e l’altra registro le mie ultime volontà sul cell alzando ogni tanto lo sguardo per valutare quanto manca alla fine della salita e, presumibilmente, delle mie peripezie su questa terra
La cima è vicina vedo i miei compagni di sventura, TUTTI i miei compagni di sventura visto che sono l’ultimo che si stanno cambiando per affrontare l’ultima discesa della giornata, quella che ci porterà a Castelsantangelo. Sapevo che sarei morto su quella salita, e speravo che il calvario che mi era stato imposto dalla mia defaillance ascensionale fosse stato sufficiente a garantirmi il purgatorio, ma i miei sforzi devono aver commosso l’altissimo perché sulla cresta intravedo due angeli anzi no, devono essere due madonne perché gli angeli non hanno sesso, mentre le due figure in questione mettono chiaramente in risalto due discrete coppie di tette!!! mi sono venute a prendere niente meno che la Madonna di Lourdes e quella di Loreto?!? … no, non mi pare, dall’accento sembrano italiane entrambe e l’inflessione mi è famigliare, al massimo possono essere di stanza al Divino Amore, ma nemmeno, direi più “centrali” … insomma so le Madonne del Trullo, quelle che invoco ogni volta che trovo la fila al Monte delle Capre!!! Ma sto monte è fuori giurisdizione per loro, sarà una visione!!! Vabbè, basta un pizzicotto per capire se sono reali … anche se, nel caso di specie, sarebbe meglio una palpata di natica per togliersi ogni dubbio, ma sono troppo veloci per le mie stanche membra e desisto, anche perché da come le sta broccolando il vence devono per forza essere reali, conoscendo il suo fervore cattolico :loll: :loll: :loll:
Si riparte, il tottero, fermo all’inizio della discesa che ha scelto, fiuta l’aria e verifica le condizioni psicofisiche dei malcapitati io comincio a pensare che mi converrebbe riprendere la seggiovia e scendere così ma non lo dico per non rischiare la scomunica con ignominia :loll: :loll: :loll: Vabbè, speriamo bene, se le gambe stanno come l’ho lasciate sulla salita il rischio di abbracciarsi a qualche albero o stamparsi su qualche roccia è decisamente elevato ma il potere taumaturgico di cotanta visione deve aver prodotto il miracolo, perché le gambe sono tornate a funzionare e riesco a scendere bene, divertendomi a pennellare le traiettorie La discesa è decisamente facile, ma i tratti esposti impongono attenzione e precisione di guida, poi … … nooooooooooooo, uno stradone!!! Mica sarà così fino alla fine!!! … naaaaaaaaaaaaaaa, dopo qualche centinaio di metri ci infiliamo nella pineta, il tracciato a tornantini stretti non è difficile, anche perché il morbido strato di aghi di pino e la mancanza di rocce e pietre rende agevole derapare col posteriore per impostare le curve. Ma la ritrovata funzionalità degli arti inferiori mi porta a farli in controllo, girandoli senza derapare o aiutarmi col piede interno alla curva … e infatti accumulo un forte ritardo … e sbaglio un tornantino rischiando di ritrovarmi chissà dove, ma arriva Alberta che mi fa “di qua, di qua!!!” … “conosci la strada, Albè?” … “no, ma ho visto le tracce lasciate dalle ruote, ti fidi?” … of course, mi fido e la seguo, stavolta curvando col macete anziché con fioretto, sicché in poco tempo ci riaccodiamo al gruppo
Ecco il paese!!! Una breve ma ripida rampa ci porta al punto di discesa alle macchine, vado su bello tonico, i muscoli si sono definitivamente sciolti … prima noooooooooooo, ehhhhhhhhhhh, cciiiiii vostri!!! La discesa comincia con dei gradoni su fondo smosso solcato da rigagnoli d’acqua, non sono altissimi ma il terreno viscido li rende infidi, anche perché sono in rapida successione e sbilanciarsi su uno vuol dire arrivare male su quello successivo e finire lunghi su quello dopo … mi butto tutto dietro e li scendo divertendomi rischiando soltanto su uno Poi comincia una serie di scalini di cemento, corti ed abbastanza alti, quindi da affrontare né forte né piano per dar modo alla forcella di recuperare la corsa senza però rischiare di sbilanciarsi. Seguo il vence per un improvvisato “master of steps” con tanto di esame finale con foto ricordo … il vence approva, esame superato!!!
Siamo alle auto, andiamo a recuperare quelle lasciate a Frontignano, ci cambiamo al volo, salutiamo il tottero che deve scappare e ci andiamo a fare un panino ristoratore … ahhhhhhhhhhh, finalmente un po’ di relax Stiamo tornando quando squilla il cell di zio geppo, è il vence … “ahooooooo, guarda che avete sbajato strada!!!” … “a Mario ma che stai a di?!?” … “sì, v’ho visto che giravate” … “ma noi stamo a prende la galleriaaaaaaaaaaaaaaaa, la strada è giusta” … continuano così per qualche minuto, il vence che parla di segnali e punti di riferimento e zio geppo che gli risponde a suon di navigatori e coordinate gps, as usual
Ci vorranno un paio d’ore abbondanti per arrivare a Castelsantangelo, l’appuntamento con geppo è alle 6.30 sotto casa, je la dovremmo fa. Alle 6.20 sono seduto di fuori al bar facendo un solitario … ma non viene ed è un brutto segno, considerando che ho una percentuale di successi del 63,23456% mi gratto le balle per scaramanzia e do una pacchetta alle ossa a rischio per tranquillizzarle, proprio mentre arriva zio geppo. Prendiamo il caffè, carichiamo la sua bici e partiamo in linea con la tabella di marcia. Il viaggio si srotola pigramente quando squilla il cell, è il vence … “che fate?!?” … “’ndo state?!?” … La prima domanda è facile e zio geppo risponde facile ma creativo, inanellando una serie di immagini pittoresche al limite del bucolico, ma non nel senso paesaggistico del termine segue un fitto scambio di coordinate satellitari, interpolate con immagini 3d di tutta l’Italia centrale e supportate da curvature geostazionarie della crosta terrestre che, purtroppo, non riescono a triangolare la nostra posizione, d’altra parte è il minimo che può succedere quando uno parla in ANALogico e l’altro gli risponde in digitale. Alla fine i due trovano una piattaforma comune identificando un bar sulla valnerina Ci arriviamo in un quarto d’ora, parcheggiamo, zio geppo rischia di farsi ammazzare ancora prima di scendere, ma riusciamo ad entrare illesi. La combriccola è già intenta a gozzovigliare … “questo è il tottero!!!” mi fa il vence … “ciao, Francesco” … c’è anche Stefano … “che nick hai sul forum, io vi conosco così” … dubito, ma … “md” … “ahhhh sì” e mi fa il classico sorriso di chi in realtà avrebbe voluto dire “md?!? E chi c….o sei?!?” Il tottero assiste, interessato unicamente a mettere insieme le ordinazioni in tempo utile. E’ da un’escursione a piedi sul Gennargentu che diffido delle guide che non hanno la struttura di un Indiana Jones o, che so, di un Tarzan, nel caso specifico il fisico era quello di Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, sì, insomma Cico, l’aiutante di zagor tant’è che dopo averlo visto avevo preso delle corde con cui mettere insieme una barella con cui riportarlo a valle Il maledetto, invece, saltava tra le rocce meglio dei mufloni che eravamo andati a fotografare, facendomi arrivare molto vicino alla tumulazione in loco I racconti sul tottero, sono molto poco rassicuranti, il ghigno dipinto sul suo volto e la luce sinistra nei suoi occhi lo sono ancora meno, ma tant’è, ormai sono in ballo Fortuna che almeno uno dei partecipanti ha un aspetto rassicurante, ed anche piuttosto grazioso … no, no, nessun outing, sono un talebano del taglio classico … il partecipante è UNA partecipante … il vence fa gli onori di casa … “lei è Alberta … fiacca” … entriamo subito nel vivo, improvvisando una conferenza stanza sui poteri taumaturgici del power balance … geppo è interessato agli effetti sulla sua vertebra operata, il vence all’aumento delle prestazioni … cerco di fargli capire che non ci riferisce a quelle sessuali, ma senza successo, esce dal bar col sorrisetto di un bimbo che ha appena scoperto la cioccolata
Partiamo alla volta di Castelsantangelo, anzi no, il tottero ci devia verso Frontignano, arrivando su vedo delle bici, tutte da dh, l’abbigliamento è quello tipico delle discese a vita persa mi guardo intorno smarrito, me sa tanto che m’hanno inc….o zio geppo non si è portato nulla, ma la cosa non mi tranquillizza, semplicemente perché lui NON c’ha nulla, il tottero anche procede ad una vestizione classica, il vence e fiacca tirano fuori gomitiere e ginocchiere … il vence si avvicina e mi fa “te lo sei portato tu il casco integrale?!?” … vabbè, mi sta prendendo per il culo, penso, invece lo guardo negli occhi e capisco che è serio … maròòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò … questi so matti!!! Le mie ossa cominciano a scricchiolare solo al pensiero di quello che mi aspetta emettendo il classico suono degli acchiappasogni indiani, insomma l’incubo ha inizio :loll: :loll: :loll: Andiamo a fare i biglietti, chiedo a Stefano … “il biglietto lo faccio solo andata o andata e ritorno?” … lui mi guarda e mi risponde, e già questo è strano, ma mi risponde serio “beh, no, solo andata!!!” Ma forse mi conosce meglio di me, perché arrivato ad un certo punto l’idea di scendere in seggiovia non mi sembrerà più tanto assurda!!!
La colonna marchigiana della missione ha pensato bene di scaldarsi un pochino su bitume salendo in bici anziché in auto quindi decidiamo di cominciare ad andare, in salita, as usual, di fronte a noi un rampone della madonna, ma dopo una trentina di metri giriamo a sinistra per andare a prendere la seggiovia, per fortuna Il meccanismo è quello classico, seggiolino per una persona e bici agganciata per la ruota anteriore, partono tutti, uno dopo l’altro, arriva il turno del vence … bici agganciata come da manuale, che parte da sola, però, e questo “no è belo” come direbbe un’amica mia il vence la raggiunge con un balzo, ma lo zaino gli chiude la barra di sicurezza e non riesce a sedersi, gattona per qualche metro alla ricerca di uno spiraglio ma niente :loll: … l’addetto, impietosito da una scena così straziante, si muove a compassione … cciiisuaaaa … e rallenta la seggiovia dando modo al vence di superare l’impasse e recuperare il suo posto al fianco dell’adorata tomac Partiamo anche noi, facendo tesoro della vicissitudine del vence ed arriviamo in cima, il panorama è strepitoso in tutte le direzioni e ci ripaga della fatica fatta per raggiungerla …
Il vence tira fuori una cartina talmente vecchia che viene ancora rappresentato il confine con lo Stato Pontificio ma sapientemente plastificata in casa con circa sei metri quadri di scotch!!! Si mette a discutere col tottero di creste, gole, cime, valli … lo guardo atterrito … pensavo che i biker più sciroccati con cui potessi uscire fossero zio geppo ed il vence, ma il tottero je da na pistaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Questo è matto sul serio!!! :loll: :loll: :loll: Però una cosa ci accomuna, il fatto che entrambi viviamo la mtb a 360°, l’unica cosa in cui ci differenziamo è il verso … eh sì, perché lui lo intende in orizzontale, mentre a me il 360° riesce benissimo in verticale :loll: :loll: :loll: Si parte, in salita, as usual, la pendenza è nella norma ma si pedala sulla classica pietraia di alta montagna a circa 2.000 mt quindi si fatica comunque, anche perché nell’ultimo tratto prima di arrivare alla sella si supera il 20% … di fronte a noi una rampona micidiale … “ma si fa in sella?!?” il tottero risponde per tutti … “tu fa come ti pare, io spingo!!!” … un vero leader sa come tenere unito il gruppo!!! Ed anche quelli che, come me, erano già pronti a sputare sangue nell’estremo tentativo di immolarsi per raggiungere la vetta, tirano un sospiro di sollievo Tutti tranne uno … Stefano!!! … parte in preda ad un raptus mistico prima di avere il tempo di fermarlo … ha già attaccato la madre di tutte le salite quando riusciamo ad allertare l’unità coronarica e l’eliambulanza :loll: :loll: :loll: ma va su, imperterrito, senza un cedimento, lo vediamo farsi sempre più piccolo ma pedala ancora. A circa metà salita la possibilità che arrivi vivo alla vetta viene pagata a 30, quella che gli venga un enfisema polmonare a 10, quella che si cominci a chiedere “ma sarò scemo a fa sta cosa?!?” a 5 … ed infatti, a ¾ dell’ascesa scende dalla bici … c’è chi tira un sospiro di sollievo per non doverlo portare a valle in spalla, chi tira la bici di sotto sentendosi inadeguato di fronte a cotanta impresa e chi, come me, si mette a spingere consapevole del fatto che per fare una cosa del genere dovrebbe pesare come minimo la metà!!!
Arrivati in vista della sella, si rimettono le chiappe sulla bici, la cima è vicina, il tottero, posizionato sul cucuzzolo, ci sprona a superarlo di slancio con un “si fa, si fa!!!” Pur se la conoscenza è recente, ho assolutamente chiaro il fatto che se qualcuno si fa, quel qualcuno è lui!!! :loll: Quindi procedo con cautela, do, guardingo, le ultima pedalate … tutto bene … comincio a credere che un bagliore di lucidità abbia attraversato la mente obnubilata dall’OMC del tottero, quando scavallo il cucuzzulo e mi trovo di fronte ad un incrocio di rocce a doppia croce uncinata ma è troppo tardi per fermarsi e mi butto giù, qualche braccio lo evito in slalom, su qualcuno passo sopra … la mojo che scalcia come un somaro tarantolato, ma arrivo giù sano e salvo!!! Istinto di sopravvivenza batte tecnica di guida 2 a 0!!! :loll: :loll: :loll:
Arriviamo all’inizio della discesa, provo a chiedere al tottero “com’è?!? È tosta?!?” temendo la risposta “bohhhh, non lo so, non l’ha mai fatta nessuno!!!” il bagliore passa di nuovo nei suoi occhi, ma non è di lucidità, no no … è di follia pura, di quelle che un tempo gli avrebbero garantito una camicia molto attillata ed una stanza con pareti moltooooooooooooo morbide … maledico Basaglia e la sua Legge … “ma se non l’ha mai fatta nessuno, ci sarà un motivo noooooooooooooooooooo!!!” Ma l’essere mitologico, metà uomo e metà Giant non sente ragioni e con un ghigno si butta giù, c’è chi lo segue per convinzione, chi per dedizione e chi, come me, perché non ha la più pallida idea di dove altro potrebbe andare Si scende a vista su pratoni di quelli che hanno il simpatico vezzo di nascondere in mezzo alla tenera erbetta dei duri pietroni su cui impuntarsi e cappottare è un attimo … scendo colle chiappe praticamente sulla ruota posteriore, col peso talmente dietro che la ruota davanti fatica a toccare per terra … fatico come un somaro e sbuffo come un mantice ma riesco a d evitare il cappottamento una decina di volte :hovinto: , il vence, davanti a me, si distrae un attimo e si impunta adagiandosi mollemente sul prato manco fosse Paolina Bonaparte :loll: … passando cerco di darmi un tono e vado giù in slalom tra le rocce col vence che si lascia andare ad un “anvedi come scende l’amico mio!!!” ma prendo un po’ troppa velocità, perdo aderenza sul brecciolino con l’anteriore e mi “appoggio” ma molto meno mollemente del vence, di costola su un bel pietrone … mi aspetto il classico “crack” inequivocabile segnale della rottura di una costola, ma fortunatamente non arriva, mi rimetto in sella un po’ indolenzito e finisco lo slalom arrivando al poggetto dove il tottero scruta la valle alla ricerca di un passaggio … sicuro, direte voi … naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa l’insano amore per gli scarupi lo porta a trovare quello più incasinato … anche se l’inizio promette bene … una specie di pratino al’inglese, in cui le pietre sporgono quanto basta per scendere divertendosi a zigzagare … “tiè guarda che pratino che v’ho preparatooooooooooo!!!” … è il tottero, che, manco a dillo, gasato come una marmotta in calore assiste ai nostri passaggi Sto per rilassarmi, pregustando una bella discesa guidata, quando girata una curva mi trovo davanti una pietraia allucinante, un festival di pietroni smossi che appena ci passi sopra scivolano da tutte le parti, costringendoci ad una interminabile serie di sterzate e controsterzate per rimanere in piedi, oltretutto in velocità, perché passare piano è impossibile … per fortuna non è lunghissima e passiamo senza danni, ma giocandoci parecchi jolly
Troviamo un sentiero che passa nel bosco e porta a valle, finalmente, e ci buttiamo giù a capofitto, io dietro al vence che, conscio del pericolo, scende a mazzetta, in un baleno siamo dietro a monster il quale, all’oscuro della mia trista fama si ferma per togliere un rametto che gli si era infilato tra la ruota ed il telaio … il vence inchioda in una nuvola di rami foglie e terriccio, io mi attacco ai freni, la hr davanti tiene botta e si aggrappa al terreno nell’estremo tentativo di evitare una tragedia annunciata, l’ardent dietro si blocca, la bici comincia a scodare controsterzo più di una volta per rimetterla dritta alleggerendo la pressione ed alla fine riesco a fermarmi una manciata di centimetri prima di porre fine alle vite dei due malcapitati … il vence ben consapevole del rischio mortale appena corso … “ahooooo, ma che sei matto a fermatte così!!!” … “se non mi fermavo subito rischiavo di rompere qualcosa” … “e c’hai ragione, ma se non avessimo freni potenti e riflessi pronti ce sarebbero voluti i pompieri per estrarti dalle lamiere contorte!!!” Arriviamo alla fonte e ci rilassiamo con una breve pausa spuntino, tutti al sole, tranne due … io e zio geppo, as usual refrattari al sole for ever!!! :loll: :loll: :loll:
Si riparte, l’incubo di passo cattivo incombe la pattuglia di testa parte incitata dal tottero, io mi attardo con i fratelli anconetani e Alberta, mentre il vence corona la spasmodica ricerca di un posto appartato dove ... partorire :loll: :loll: :loll: Dopo le prime rampe di assaggio, e che assaggio!!! io e gli anconetan’s brothers ci fermiamo ad ingurgitare ossigeno quando ecco che arriva Alberta “grazie” esclama radiosa ... non siamo in grado di proferire parola ma la fissiamo in tono interrogativo tant’è che si sente in dovere di aggiungere ”sì, insomma, grazie per avermi aspettata“ … colgo al balzo l’occasione di fare un figurone a costo zero e taccio annuendo benevolmente ma i miei giovani ed inesperti compagni di sventura ancora non avezzi a tutta quella serie di piccole bugie che permettono ad un uomo di sopravvivere al rapporto con le donne :loll: :loll: :loll: di rimando “ma veramente non ci siamo fermati ad aspettarti ma perché non ce la facevamo più” sicuri che la loro schiettezza sarebbe stata apprezzata benedetti ragazzi, che errore strategico, quasi come scendere uno scarupo con me dietro … ed infatti, Alberta sospira a mezza bocca un “ahhhhhhhh …” che mette una pietra tombale sulle nostre nomine a cavalieri della tavola rotonda
Riprendiamo a salire, molto tranquilli, siamo stati avvisati sulla durezza della salita, quindi procediamo di conserva, anche se il terreno non è infame come mi era stato descritto e si prosegue nel bosco come piace a me, ma la pendenza si fa sentire, o meglio mi urla nelle orecchie ad ogni pedalata, il sangue scorre come birra all’oktoberfest ritroviamo zio geppo che ha saggiamente accannato la pattuglia degli scalatori per fisico per accasarsi con quella degli scalatori per scelta … degli altri!!! … il vence non è presente in nessuno dei due gruppi “sta avanti” … “ma no non l’ho visto, sta dietro” … la maldicenza affiora “di solito gli piace stare … in mezzo” … batte la lingua sul tamburo :loll: … proprio mentre compare il vence, che ci illustra i motivi del suo ritardo e del suo ritrovato peso forma, tacendo i particolari, per fortuna Dopo aver disquisito sulla distanza fatta per avere un’idea su quella ancora da fare, ci troviamo d’accordo sul fatto che siamo più o meno a metà strada, ed è una di quelle notizie che non sai se considerare buone o cattive Ma non passa molto che, per me, diventa una cattiva notizia, anzi pessima le gambe si inchiodano, non ne vogliono più sapere di girare, fatico anche a tenere velocità nell’ordine dei 5 km/h, la sensazione è quella di aver fuso il motore … siamo intorno ai tre chilometri e mezzo, ne mancano ancora due al valico, mi appare Filini che mi incita “vadi ragioniere vadi!!!” … poi Gesù di Nazareth che mi offre la sua mangiatoia per riposare … poi un vecchietto molto autoritario che mi mostra un KTM 650 e mi urla “in hoc signo vinces!!!” … vabbè, faccio un po’ di strada a piedi così mi sciolgo i muscoli … ma è una pia illusione nel senso che appena provo a rimontare in sella me la pijo ‘n der c…. :loll: :loll: :loll: le gambe non ne vogliono sapere, riscendo ma fatico anche a piedi perché adesso il fondo è quello odioso di cui mi avevano parlato, molto ma molto simile a quello della salita di sette chilometri affrontata nel giro di Roccacalascio ma qui la pendenza è un'altra cosa visto che quella media sarà del 12,6% per quasi 6 km … è la fine, la debacle stavolta la salita vince a mani basse, arranco faticosamente con i quadricipiti al limite dei crampi, nei brevi tratti in cui la salita spiana al di sotto del 10% mi rimetto a pedalare, ma appena la strada ricomincia a salire sono costretto a desistere … sarà stata l’inattività vacanziera cui non ero più abituato sarà stato l’aver voluto provare un gommone gripposo al posteriore oppure la tensione accumulata in discesa ma la salita che, di solito, mi piace, si trasforma in un calvario con stazioni ad ogni tornante, litanie liturgiche incluse loll: :loll: :loll: Carramba che totterata, inizia la minkiagita!!! :loll: :loll: :loll: Rimpiango di non aver fatto testamento e per ingannare il tempo comincio a farlo a partire da quello biologico, e sì perché visto l’andazzo le possibilità che una volta arrivato venga intubato e riportato a valle sono parecchie, quindi meglio fare chiarezza e cominciare a dire che voglio essere cremato e voglio che le mie ceneri vengano sparse AL MARE … HAI CAPITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO … AL MAREEEEEEEEEEEEEEEE AL LIVELLO DEL MAREEEEEEEEEEEEEEEEE, CIOE’ O METRI!!! Niente montagne, niente colline e neanche pianure, perché le salite cominciano sempre con una pianura, poi con un falsopiano poi con dei tratti vallonati alla tottero e poi … zac … te lo ritrovi nel posteriore e ti tocca sputare sangue fino a data da destinarsi!!! Eh nooooooooooooooooo, m’avete fregato da vivo ma da morto me vojo prende una bella rivincita!!! Vabbè, ma prima de esse caramellato, famme vedè se c’è qualche organo che può essere utilmente riciclato a favore della comunità … mumble mumble … allora, il cervello no, perché se funzionasse adesso non mi troverei in questa situazione … le gambe, il cuore e i polmoni no, perché ci sono in questa situazione, il fegato sì, cacchio perché chiunque si faccia convincere a seguire il tottero in una “gita” di questo genere, di fegato ne ha da vendere!!! Tra un’imprecazione e l’altra registro le mie ultime volontà sul cell alzando ogni tanto lo sguardo per valutare quanto manca alla fine della salita e, presumibilmente, delle mie peripezie su questa terra
La cima è vicina vedo i miei compagni di sventura, TUTTI i miei compagni di sventura visto che sono l’ultimo che si stanno cambiando per affrontare l’ultima discesa della giornata, quella che ci porterà a Castelsantangelo. Sapevo che sarei morto su quella salita, e speravo che il calvario che mi era stato imposto dalla mia defaillance ascensionale fosse stato sufficiente a garantirmi il purgatorio, ma i miei sforzi devono aver commosso l’altissimo perché sulla cresta intravedo due angeli anzi no, devono essere due madonne perché gli angeli non hanno sesso, mentre le due figure in questione mettono chiaramente in risalto due discrete coppie di tette!!! mi sono venute a prendere niente meno che la Madonna di Lourdes e quella di Loreto?!? … no, non mi pare, dall’accento sembrano italiane entrambe e l’inflessione mi è famigliare, al massimo possono essere di stanza al Divino Amore, ma nemmeno, direi più “centrali” … insomma so le Madonne del Trullo, quelle che invoco ogni volta che trovo la fila al Monte delle Capre!!! Ma sto monte è fuori giurisdizione per loro, sarà una visione!!! Vabbè, basta un pizzicotto per capire se sono reali … anche se, nel caso di specie, sarebbe meglio una palpata di natica per togliersi ogni dubbio, ma sono troppo veloci per le mie stanche membra e desisto, anche perché da come le sta broccolando il vence devono per forza essere reali, conoscendo il suo fervore cattolico :loll: :loll: :loll:
Si riparte, il tottero, fermo all’inizio della discesa che ha scelto, fiuta l’aria e verifica le condizioni psicofisiche dei malcapitati io comincio a pensare che mi converrebbe riprendere la seggiovia e scendere così ma non lo dico per non rischiare la scomunica con ignominia :loll: :loll: :loll: Vabbè, speriamo bene, se le gambe stanno come l’ho lasciate sulla salita il rischio di abbracciarsi a qualche albero o stamparsi su qualche roccia è decisamente elevato ma il potere taumaturgico di cotanta visione deve aver prodotto il miracolo, perché le gambe sono tornate a funzionare e riesco a scendere bene, divertendomi a pennellare le traiettorie La discesa è decisamente facile, ma i tratti esposti impongono attenzione e precisione di guida, poi … … nooooooooooooo, uno stradone!!! Mica sarà così fino alla fine!!! … naaaaaaaaaaaaaaa, dopo qualche centinaio di metri ci infiliamo nella pineta, il tracciato a tornantini stretti non è difficile, anche perché il morbido strato di aghi di pino e la mancanza di rocce e pietre rende agevole derapare col posteriore per impostare le curve. Ma la ritrovata funzionalità degli arti inferiori mi porta a farli in controllo, girandoli senza derapare o aiutarmi col piede interno alla curva … e infatti accumulo un forte ritardo … e sbaglio un tornantino rischiando di ritrovarmi chissà dove, ma arriva Alberta che mi fa “di qua, di qua!!!” … “conosci la strada, Albè?” … “no, ma ho visto le tracce lasciate dalle ruote, ti fidi?” … of course, mi fido e la seguo, stavolta curvando col macete anziché con fioretto, sicché in poco tempo ci riaccodiamo al gruppo
Ecco il paese!!! Una breve ma ripida rampa ci porta al punto di discesa alle macchine, vado su bello tonico, i muscoli si sono definitivamente sciolti … prima noooooooooooo, ehhhhhhhhhhh, cciiiiii vostri!!! La discesa comincia con dei gradoni su fondo smosso solcato da rigagnoli d’acqua, non sono altissimi ma il terreno viscido li rende infidi, anche perché sono in rapida successione e sbilanciarsi su uno vuol dire arrivare male su quello successivo e finire lunghi su quello dopo … mi butto tutto dietro e li scendo divertendomi rischiando soltanto su uno Poi comincia una serie di scalini di cemento, corti ed abbastanza alti, quindi da affrontare né forte né piano per dar modo alla forcella di recuperare la corsa senza però rischiare di sbilanciarsi. Seguo il vence per un improvvisato “master of steps” con tanto di esame finale con foto ricordo … il vence approva, esame superato!!!
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